Salary cap: la guida completa

Per l’appassionato medio di football italiano (ma anche per l’appassionato medio americano) uno degli aspetti più difficili da digerire è il salary cap, ovvero il tetto salariale, le sue ramificazioni, le sue regole e le conseguenze che ha sui movimenti di personale fra le squadre, e quindi anche sul successo di alcune franchigie rispetto ad altre. Questa guida si propone di dare le basi per comprendere meglio i questi processi.

Prima di tutto un po’ di terminologia:

Salary Cap: è il tetto salariale. In teoria, dovrebbe rappresentare il massimo ammontare di denaro che ogni squadra può utilizzare per pagare i propri giocatori. In realtà non è esattamente così, poiché esistono dei metodi per pagare i giocatori studiati in modo che non tutta la somma ricevuta dal giocatore debba essere dichiarata sul cap dell’anno in cui viene ricevuta.

Salary cap figure (o Salary cap hit) : è la somma totale che una squadra dichiara sul cap della stagione in corso. Può anche essere riferita a un giocatore in particolare, e non solo al roster completo.

Cap Room : è lo “spazio” che una squadra ha sul cap dell’anno in corso, ovvero di quanto la cap figure di una squadra è inferiore al cap.

Salary : è il metodo più comune per pagare i giocatori. E’ dichiarato completamente nell’anno in cui viene pagato, e rappresenta la forma più importante e il più grande contributo alla formazione delle cap figure di una squadra. A volte ci si riferisce al salario anche come “paragraph 5 money” perché è nel quinto paragrafo del contratto standard di un giocatore che si definisce l’ammontare del salario. Una squadra recupera completamente il salario di un giocatore se questo viene rilasciato. In altre parole, se un giocatore firma un contratto per 3 milioni di dollari in salario per un anno, in quell’anno la sua cap figure è di 3 milioni, e se la squadra taglia il giocatore recupera 3 milioni che vengono scalati dalla cap figure della squadra.
In pochissimi casi il salario di un giocatore è garantito, solitamente viene pagato di
settimana in settimana

Signing Bonus : è la più importante forma di denaro garantito. Il nome deriva dal fatto che è legato solamente alla firma del contratto, e di solito è la sezione del contratto più negoziata fra agenti e front offices, per il motivo che il signing bonus viene “spalmato” (ammortizzato è il termine corretto) sulla durata del contratto. Per esempio, se un giocatore riceve 5 milioni di dollari di signing bonus in un contratto di 5 anni, la sua “prorated ammortization” (la cap hit relativa al bonus) sarà 1 milione di dollari per ognuno dei cinque anni. Il signing bonus può essere spalmato per un massimo di 7 anni, ma c’è una regola che permette alle squadre di ammortizzare i contratti solo fino al terzo anno successivo all’ultimo anno in cui il salary cap è previsto. Per il momento l’ultimo anno è il 2006, come previsto dal Collective Bargain Agreement, ovvero il documento che rende possibile la parità nella NFL. Questo significa che i contratti che verranno firmati durante questa offseason , se non ci sarà un rinnovo del CBA potranno essere ammortizzati su un massimo di quattro anni.

Roster bonus : è la seconda forma di denaro garantito più usata. La differenza fra signing bonus e roster bonus sta nel fatto che mentre il primo può essere ammortizzato, il roster bonus deve essere dichiarato nel suo totale nell’anno in cui viene pagato. Se un giocatore riceve 5 milioni di roster bonus e 3 milioni di signing bonus su un contratto di tre anni, il primo anno la sua cap hit sarà di 6 milioni di dollari (il roster bonus più un terzo del signing bonus), mentre nei due anni rimanenti la sua hit relativa al bonus sarà di 1 milione di dollari.

Option bonus : è una seconda forma di signing bonus. E’ usato in un certo anno di un contratto di un giocatore per permettere alla squadra, mediante il pagamento di una somma extra, appunto l’option bonus, di tenere il giocatore a roster. Anche l’option bonus deve essere ammortizzato in tutta la durata del contratto.

Incentivi : spesso nei contratti dei giocatori sono presenti bonus che vengono pagati al raggiungimento di un certo obiettivo prestazionale (per esempio un certo numero di ricezioni, di touchdown pass o di presenze da titolare). Gli incentivi vengono divisi in due categorie:
LBTE (Likely To Be Earned) : si riferiscono a statistiche “plausibili” per il giocatore, per esempio se un giocatore ha ricevuto 60 passaggi durante la stagione precedente, un incentivo previsto al raggiungimento delle 55 ricezioni è considerato LTBE. Incentivi di questo tipo devono essere dichiarati interamente nell’anno in cui sono pagati.
NLTBE (Non Likely To Be Earned) : sono incentivi che si riferiscono a prestazioni migliori di quelle dell’anno precedente. Tornando all’esempio di prima, se lo giocatore ha un incentivo previsto per il raggiungimento delle 70 ricezioni, quell’incentivo viene considerato NLTBE. Incentivi NLTBE non devono essere dichiarati sul cap, ma nel caso in cui il giocatore raggiunga la prestazione prevista per gli incentivi NLTBE, questi diventano automaticamente LTBE e l’ammontare dell’incentivo deve essere dichiarato sul cap dell’anno seguente.

Reporting Bonus : si tratta di un modo per persuadere un giocatore a non andare in holdout durante il training camp. Deve essere dichiarato interamente nell’anno in cui viene pagato.

Workout Bonus : è un bonus pensato per invitare un giocatore a partecipare all’offseason conditioning program. Le workout sessions sono normalmente 56 e il CBA prevede un minimo di 100 dollari per ogni giocatore per ogni sessione di allenamento. Il workout bonus deve essere dichiarato interamente nell’anno in cui viene pagato.

Escalators : se un giocatore raggiunge un certo obiettivo (numero di touchdown, yards corse, touchdown pass, ecc) il suo salario nella stagione successiva aumenta. Sono molto usati nei contratti dei rookie, specie di quelli scelti nei primi round.

Buy Backs : il contratto di un giocatore può essere strutturato in modo da essere sciolto dopo un certo anno se viene raggiunta una certa condizione. Una squadra può però prevedere nel contratto un bonus, che permette si recuperare gli anni che sarebbero persi. Quella dei buy backs è però una pratica che viene usata sempre meno.

Dead Money : è la porzione di ammortizzazione che rimane sul cap della squadra quando un giocatore viene tagliato o scambiato. Vedremo dopo come viene determinata.

1. Come viene determinata la cap hit di un giocatore.

Bisogna tenere presente la divisione fra forme di retribuzione che vanno dichiatate totalmente nell’anno in cui sono pagate (salario, roster bonus, incentivi LTBE, ecc) e le forme che invece vengono ammortizzate sulla durata del contratto (signing bonus, option bonus, ecc). Facciamo un esempio per chiarire il concetto al meglio: il giocatore Williams firma nell’anno 2000 un contratto della durata di 5 anni, con 5 milioni di signing bonus e salario di 1 milione di dollari in ogni anno. Per prima cosa mettiamo in una tabella il salario, che è dichiarato nel totale nell’anno in cui è pagato. La squadra paga un milione ogni anno:

Adesso nella stessa tabella mettiamo per ogni anno la porzione di bonus che la squadra deve dichiarare: dobbiamo dividere l’ammontare del signing bonus (unica forma ammortizzabile prevista dal contratto) per il numero di anni di contratto. Ovviamente, il risultato è un milione di dollari per ogni anno.

Ora non ci resta che sommare i contributi del salario e del bonus per
avere il totale:

Ora proviamo con un contratto diverso: Smith firma, sempre nel 2000, un
contratto di 6 anni che prevede 8 milioni di dollari di signing bonus, e il
salario che ha questo andamento

Ancora una volta inseriamo l’ammortizzazione del signing bonus, tentendo
presente che 8/6= 1.33

Andiamo avanti però, perché nel secondo anno il contratto di Smith prevede un
incentivo LTBE da 1.2 milioni, nel terzo un roster bonus da 2 milioni e nel
quarto un option bonus da 1.5 milioni. Calcoliamo le varie cap hit nell’ipotesi
che Smith riceva sia l’incentivo che i bonus.

2. Dead Money
Quando un giocatore viene scambiato, la squadra recupera il suo salario e tutte le forme dichiarate totalmente nell’anno in cui sono pagate, mentre la sua ammortizzazione rimanente viene “accelerata” sul cap dell’anno in questo avviene. Per esempio, torniamo al giocatore Williams: nel 2002 la squadra decide di accettare una proposta di scambio. In quell’anno, la parte di bonus (unica forma di retribuzione ammortizzabile prevista dal contratto di Williams) che ancora rimane da ammortizzare alla squadra è 3 milioni di dollari (1 del 2002, 1 del 2003, 1 del 2004). Tutta l’ammortizzazione accelera nel 2001, mentre la squadra recupera il suo salario (1 milione di dollari). Quindi, nel 2002 la cap hit di Williams ammonta a 3 milioni di dollari invece che 2, e il giocatore non è nemmeno più a roster!
La stessa identica procedura si applica ai giocatori che vengono tagliati prima del primo di giugno.
A volte però, l’ammortizzazione che rimane può essere davvero troppa, e per alleviare i problemi delle squadre il CBA prevede una regola che permette di spezzare la dead money in due anni: se un giocatore viene tagliato dopo il primo di giugno, la parte di ammortizzazione relativa all’anno in cui viene tagliato rimane sul cap dell’anno, mentre la restante parte viene assegnata al cap dell’anno successivo. Tornando all’esempio di Williams, se la squadra decide di rilasciarlo dopo il primo di giugno del 2001, la sua cap hit di quell’anno sarà 0, perché la squadra recupera il salario (1 milione) ma deve aggiungere al cap l’ammortizzazione relativa al 2001 (1 milione). Nel 2002, però, la dead money relativa a Williams sarà di 3 milioni di dollari, ovvero la somma delle ammortizzazioni di tutti gli anni restanti di contratto.
3. Tattiche di squadra
Negli ultimi anni le tendenze sono state prevalentemente 2: alcune squadre hanno sfruttato largamente la possibilità di ammortizzare il signing bonus, cercando di far apparire sul cap cifre molto più basse di quelle che effettivamente venivano pagate ai giocatori. Altre hanno invece preferito usare poco il signing bonus e avere sempre il controllo sui soldi spesi, avendo sempre la percentuale maggiore possibile di questi visibile sul cap.
La prima strategia viene messa in pratica cercando di tenere più basse possibili le forme di pagamento che devono essere dichiarate completamente sul cap, e di sfruttare largamente invece quelle che vengono ammortizzate su tutta la durata del contratto.
Consideriamo il contratto di Jones, strutturato in questo modo:

Nel 2002, la squadra ha bisogno di avere più cap room, e decide di usare una tecnica sul contratto di Jones nota con il nome di “restructuring”. In pratica, si tratta di convertire una parte del salario del giocatore in signing bonus, in modo da abbassare la cap hit dell’anno in cui il contratto viene ristrutturato. La squadra decide di convertire 1 milione di dollari in signing bonus. Le nuove cap hit di Jones saranno allora queste:

Come si può vedere, nell’anno interessato (2002) la cap hit del giocatore scende di 1 milione di dollari, da 4.5 a 3.5 milioni, ma negli anni successivi aumenta di 0.5 milioni.
Fino a quando si tratta di un giocatore e di 1 milione di dollari, ristrutturare contratti potrebbe anche andare bene, ma quando i soldi che vengono allontanati dal presente per essere “spinti” nei cap futuri diventano troppi la squadra è in guai seri, e prima o poi dovrà liberarsi dei veterani più costosi per rimanere sotto il cap, e nei casi peggiori ci vogliono diversi anni per ritornare competitivi. Anche perché ricordiamo che quando si taglia un giocatore tutta la sua ammortizzazione rimanete viene accelerata, nel caso migliore (dopo il primo di giugno) nel giro di 2 anni, e il restructuring non fa altro che aumentare l’ammortizzazione, e quindi la dead money. E’ quello che è successo ai Jaguars, che hanno pagato la loro “creatività” in fatto di salary cap con 6 anni di lontananza dai playoffs, ed è quello che sta succedendo ai Titans e 49ers, che stanno pagando ora.
La seconda strategia è invece quella di avere meno denaro ammortizzato possibile. L’idea è quella di avere meno strascichi sui cap futuri possibili, in modo da poter cambiare i giocatori a roster con facilità e avere sempre una buona cap room. “Football is a young man’s game” e “Football is a game of replacement” non sono due detti nati per caso.
E’ la gestione che hanno scelto i Patriots, e sembra che abbia pagato per loro…
La difficoltà sta nel trovare il modo di soddisfare gli agenti dei giocatori pur proteggendo il futuro della squadra. Un modo consiste nell’usare roster bonus invece di signing bonus, in modo da accontentare gli agenti che vogliono i soldi subito, e mantenere lo stesso una buona flessibilità , perché il giocatore può essere tagliato generalmente senza causare danni al cap della squadra. L’impressione è che in questo modo si possa raccogliere meno talento in una sola squadra, ma i Patriots e gli Eagles dimostrano il contrario. Ci vuole un certo grado di coraggio in più per attuare questa tattica, coraggio dimostrato per esempio dai Pats con il taglio di Lawyer Milloy.
4. Collective Bargain Agreement (CBA)
Si tratta del documento più importante che sia stato firmato dai proprietari delle franchigie e dai rappresentanti dei giocatori. E’ nel CBA che viene previsto un salary cap, garante della parità che fa della NFL la migliore lega di sport professionistico al mondo. Il CBA contiene inoltre un altro punto fondamentale per la sopravvivenza delle franchigie dei mercati più piccoli: il “revenue sharing program” stabilisce che i proventi delle squadre vengano ridistribuiti equamente a tutte le franchigie. Si applica naturalmente solo ad una percentuale sul totale dei proventi, ma è sufficiente a garantire la parità anche a livello di possibilità finanziarie di tutte le squadre.
Il CBA attuale scade alla fine della stagione 2007, per la quale non è previsto un salary cap. E’ dunque importantissimo per il futuro della NFL che si raggiunga un accordo fra giocatori e proprietari per la firma del nuovo CBA. Per arrivare alla stesura di quello attuale ci sono voluti anni di lotta fra i proprietari delle franchigie e i giocatori, il cui culmine è rappresentato dallo sciopero del 1987, quando i giocatori decisero di incrociare le braccia per protesta. I proprietari uscirono vincenti da quello scontro, trovando altri giocatori, e sono stati in seguito più che comprensivi nell’offrire ai giocatori la possibilità di mettersi attorno ad un tavolo per raggiungere un accordo ragionevole. Nel 1993, il CBA veniva firmato, e cominciava l’era del salary cap.
5. E se una squadra “sfora”?
Nel CBA è fatto obbligo alle squadre di essere “sotto il cap” all’inizio della stagione. Il calendario della stagione NFL inizia il 3 di marzo, giorno in cui tutte le squadre devono presentare una cap figure inferiore al cap previsto per quell’anno (interessante notare che nel 1993 il salary cap era di circa 30 milioni di dollari, nel 2006 sarà di circa 92 milioni).
Cosa succederebbe a una squadra che dovesse trovarsi al di sopra del cap il 3 di marzo?
Premesso che una situazione del genere non si è mai verificata, e che una squadra non può portarsi sopra il cap mettendo sotto contratto un giocatore troppo costoso (ogni contratto viene sottoposto all’esame di una commissione della NFL, che lo annulla nel caso rischiasse di porre la squadra al di sopra del cap), la NFL interverrebbe procedendo ad annullare tutti i contratti dei giocatori a roster, a partire dall’ultimo firmato, fino a quando la squadra non si trovi di nuovo sotto il cap. Se le infrazioni non vengono scoperte al momento, ma più tardi, la squadra va incontro a multe e in certi casi a perdita di scelte al draft.
Se il CBA, come è lecito aspettarsi, non viene esteso prima del 3 di marzo di quest’anno, alcuni team (come Washington e i New York Jets) si troveranno in serie difficoltà, perché il CBA prevede che il bonus non possa essere ammortizzato ad oltranza, ma fino alla terza stagione successiva all’ultimo anno in cui è previsto un cap. Nel caso del CBA corrente, l’ultimo anno è il 2006, quindi le squadre possono ammortizzare i bonus fino al 2009 e non oltre. Inoltre, siccome il 2007 è un anno senza cap, quest’anno non sarà possibile “spezzare” la dead money di un giocatore tagliato. Non ci saranno quindi i “June 1st cuts”.
Inoltre, è prevista anche una regola chiamata “30 percent rule” che proibisce al salario di un giocatore di essere modificato di una porzione superiore al 30% da un anno all’altro a partire dal 2006. Questa regola rende di fatto impossibili le operazioni di restructuring che abbiamo visto sopra, rendendo molto difficile la situazione di squadre che si trovino molto al di sopra del cap (come per esempio i Redskins, che al momento sono in una situazione disperata se il CBA non viene rinnovato).