Joe Montana

Devo ammettere che mi costa un po’ parlare di Joe Montana, perchè in quel Super Bowl che chiudeva la stagione 1984, con una prestazione maiuscola, battè i “miei” Dolphins. Quell’anno era l’unico in grado di battere Dan ‘The Man’, e così avvenne.
Del resto però, chi come me ama questo sport non può che dire grazie ad un uomo che ha regalato momenti indimenticabili, momenti di grande Football.

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Joe Montana (vero cognome Montagni poi cambiato) nasce l’ 11 giugno 1956 a New Eagle, PA, e cresce a Monongahela, sempre in Pennsylvania.
Da ricordare che gli antenati di Joe sono originari della provincia di Brescia, esattamente di Chiari.

Figlio unico di Joe Sr. e Theresa Montana, frequenta la High School ‘Ring Gold’, il liceo del suo paese già in quegli anni si distingue in vari sports, soprattutto nel basket, tanto che varie università gli propongono una borsa di studio per entrare a far parte della loro squadra di pallacanestro.
Ma è il Football la sua passione, Joe si impegna ‘alla morte’ per avere un’occasione; e quest’ultima arriva nel suo secondo anno da Senior, durante il quale gioca QB e diventa ‘All American’.
Montana, in seguito, accetta l’offerta di NOTRE DAME, ed alla fine del liceo si trasferisce nel prestigioso college.
Nell’anno da Junior (il primo con la maglia da titolare della sua “carriera” al college) guida la squadra al titolo nazionale; nell’anno da Senior, l’ultimo, disputa un’altra bella stagione, senza però conquistare la vittoria finale.

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Con NOTRE DAME

Arriviamo al 1979, anno in cui Montana viene scelto al terzo giro (!), come 82esima scelta assoluta, dai San Francisco 49ers, una squadra non fortissima che però il coach Walsh (vedi capitolo dedicato alla WEST COAST OFFENSE, n.d.r.) imposta alla perfezione, trovando in Joe il QB perfetto per sviluppare al meglio il suo sistema di gioco. Insomma, il binomio WALSH-MONTANA (poi divenuto ‘trio’ con l’arrivo di Jerry “World” Rice che diede anche profondità ad un gioco fino ad allora sviluppato più in orizzontale) riscrive a suon di record la storia della NFL.

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Montana con Coach Walsh

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Joe con Jerry “World” Rice

Montana diviene QB titolare della Franchigia di Frisco nel suo 2° anno da PRO e resterà alla guida dell’attacco dei ‘Niners sino al 1992.

In questi anni porta la squadra a disputare e vincere 4 (quattro!!!) Super Bowl. Mai nessuno come lui!

– SB XVI (24/01/1982) PONTIAC, MI San Francisco-Cincinnati 26 – 21
– SB XIX (20/01/1985) STANFORD, CA San Francisco-Miami 38-16 (*@&#�@# n.d.r.)
– SB XXIII (22/01/1989) MIAMI, FL San Francisco-Cincinnati 20-16
– SB XXIV (28/01/1990)NEW ORLEANS San Francisco-Denver 55-10

Per ben tre volte Joe “Cool” diventa MVP del SB, e le sue statistiche nei 4 match sono impressionanti:

– 83 passaggi completati
– 1142 yards guadagnate
– 11 TD e 0 (zero) INT
– QB rating: 127,8

Più in generale, i numeri di Montana parlano così:
– 3.409 completi su 5.391 tentativi (460 su 734 nei playoffs)
– 273 TDpasses (+45 nei playoffs)
– Rating 92,3 (95,3 nei playoffs)
– 40.551 yards guadagnate in regular season e 5.772 nei PO.
– 3 volte MVP al SB
– 8 volte selezionato per il Pro Bowl
– 457 corse x 1676 yards e 20 TD
.

Ma i numeri di Joe non raccontano chi era, o almeno non del tutto.
Montana era il giocatore che, quando la situazione richiedeva freddezza, diventava di ghiaccio; nessuna pressione, si presentasse essa sotto forma di difesa avversaria o di partita importante, lo scalfiva. Controllava le proprie emozioni come nessun altro, e non esisteva situazione difficile da cui non riuscisse ad uscire.
La lettura perfetta delle difese avversarie, il braccio sicuro e preciso, la capacità di correre fuori dalla ‘tasca’, la grande intelligenza, l’incontrastata leadership nell’huddle tutto questo e molto di più era Joe “Cool” Montana.
Non è un caso che, per ben 31 volte, Montana sia riuscito a guidare la sua squadra alla vittoria dopo aver iniziato il 4° quarto in svantaggio, tanto da meritarsi il nome di ‘The Comeback Kid’.

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Montana nell’huddle

Riusciva ad approfittare di ogni minimo errore degli avversari, restava sempre con la mente lucida, si “sedeva sulla sponda del fiume e aspettava il cadavere del suo nemico”, che inesorabilmente passava; non importa se sotto forma di TD pass o di corsa, ma quel cadavere passava.
Sembrava che nessuna partita potesse concludersi fino a che il grande Montana non avesse ‘piazzato’ i punti della vittoria.

Voglio riportare alcune perle della sua carriera che descrivono bene il ‘fenomeno’ Montana:

– SB XXIII: Mancano 3′ e 10″ . Cincinnati conduce 16-13 e i ‘Niners partono dalle proprie 8 Y. Joe, pur avendo in quel momento problemi di respirazione, riesce ad orchestrare un perfetto drive di 92 yards, con TD della vittoria su lancio di 10 Yds per John Taylor. 20-16 e titolo mondiale.

– A metà della stagione ’88, Montana deve sedersi in panchina per 2 partite. Walsh gli preferisce Steve Young (altro mostro sacro del Football).
Alla fine di novembre, con San Francisco sul 6-5, il Coach ripropone titolare Montana. Egli conduce la franchigia fino alla vittoria nel SB vincendo tutte le partite. Joe poi vince anche le prime 10 della stagione successiva e anche il secondo SB consecutivo.

– Nel 1989, a Philadelphia, i ‘Niners all’inizio dell’ultimo 4° soccombono 28-10. Nell’ultimo periodo di gioco Joe ‘infila’ 4 TDpasses, e i suoi 49ers vincono 38-28. Incredibile.

– Nel suo ultimo SB giocato, e ovviamente vinto, contro i Broncos (del grande John Elway) Montana completa 22 passaggi su 29, guadagnando 297 Yds e mettendo a segno 5 TDpasses (record per il SB).

– Nel 1989, in un Monday Night, pur giocando con una costola rotta, Joe guida i ‘Niners alla vittoria contro i Rams, guadagnando 458 Yds (record a tutt’oggi imbattuto della franchigia di San Francisco).

– Nel 1990, i 49ers soccombono 35-7 contro i Saints, la franchigia di New Orleans, Nel 2° tempo Montana guida la riscossa mettendo a segno 4 TD passes. Raggiunto l’overtime, porta la squadra in raggio da Field Goal: 38-35!

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Dopo un TD pass

Ci sarebbero una serie di esempi, di giocate, di imprese da citare oltre a queste poche che ho scritto, Joe ne ha portate a termine tante. Ho preso le più significative, che però esemplificano bene chi fosse l’uomo di ghiaccio, il grande Joe Montana.

Joe chiuse la sua carriera a Kansas City, con i Chiefs, riuscendo, in entrambe le stagioni che precedettero il suo ritiro, a portare la franchigia ai playoffs.

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Montana ai Chiefs. Con lui il grande Marcus Allen

Montana abbandona l’attività agonistitca nel 1995 e dopo soli 5 anni, nel 2000, viene introdotto nella Pro Football Hall of Fame. Non meritatatamente, di più.
Non è un caso che Joe ‘Cool’ sia entrato nella storia del Football dalla porta principale camminando su di un tappeto rosso; rosso come la maglietta dei San Francisco 49ers, di cui è stato profeta per tanti anni, durante i quali ha portato a Frisco ben 4 Super Bowl.
Ancor oggi, e credo per molti anni ancora, i fans dei 49ers lo rimpiangeranno, come noi ‘delfini’ rimpiangeremo a lungo Marino.
Questi due mostri sacri hanno certamente segnato un’epoca, una delle più belle, di questo sport.

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Joe ‘cool’ Montana e Dan ‘the Man’ Marino

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Ciao Joe, hai e avrai sempre la mia ammirazione.