Ryan Leaf
Where have you gone, Ryan Leaf? Forse non c’è neppure bisogno di parafrasare Simon & Garfunkel per chiedersi che fine abbia fatto una delle più grandi bufale della storia della NFL.
Eppure la carriera universitaria (Washington State) del Nostro lasciava presagire un futuro da pro ben più roseo (e ci conferma che il Draft non è una scienza esatta): completa passaggi per quasi 8.000 yards, porta i Cougars al loro primo Rose Bowl dal 1931 (!), viene nominato ”All American” ed è in corsa per l’Heisman Trophy.
Torniamo per un attimo al Draft del 1998. Ryan Leaf è considerato, insieme ad un certo Peyton Manning, il miglior quarterback di quella classe. Oltre ai numeri accumulati al college, Ryan ha dalla sua la fama di leader, qualità fondamentale per un QB di successo.
Nonostante ciò gli Indianapolis Colts, detentori della prima scelta assoluta, non ci cascano e scelgono Peyton Manning. Bobby Beathard, allora GM dei San Diego Chargers, scambia la terza scelta assoluta con gli Arizona Cardinals per salire al numero due e scegliere Ryan Leaf.
Questa mossa si rivelerà la più sciagurata nella storia della franchigia californiana: i Chargers mandano in Arizona la loro prima scelta (la terza assoluta), la seconda scelta, la prima scelta del 1999, il wide receiver Eric Metcalf ed il linebacker Patrick Sapp. Oltre a questo, Beathard fa firmare a Leaf un contratto di 4 anni da 31.25 milioni di dollari, più 25 milioni di dollari come signing bonus, tanto per il disturbo.
I Chargers credono di aver trovato il quarterback del futuro, colui che li avrebbe riportati al Super Bowl e invece, in 3 anni, Leaf gioca 18 partite da titolare, con un record di 4 vinte e 14 perse ed un rating ridicolo (48.8). Il più basso in assoluto per un quarterback NFL.
Nella stagione da rookie, Leaf parte titolare (grazie ad un’ottima preseason) e, nonostante cifre non eccezionali, porta i Chargers alla vittoria nelle prime 2 partite (l’ultimo rookie capace di ciò fu un certo John Elway). Alla terza settimana la svolta: contro i Kansas City Chiefs completa 1 solo passaggio su 15 (per 4 yards) e viene intercettato 2 volte, riuscendo nella storica impresa di consegnare più palloni ai Chiefs (2) che alla sua squadra (1, appunto).
In totale colleziona 2 touchdown e 15 intercetti, venendo giubilato dopo 9 partite in favore di Craig Whelihan. E se sul campo le cose vanno male (eufemismo?), fuori dal campo vanno anche peggio: a settembre viene sopreso a minacciare un giornalista (le scene vengono trasmesse in tutta la nazione) e a Dicembre viene sorpreso a sonnecchiare durante un meeting con la squadra. La strong safety Rodney Harrison ed il linebacker Junior Seau (entrambi piu volte Pro Bowlers) descrivono la convivenza con Leaf come “un incubo che non puoi neanche immaginare“.
La stagione 1999 è emblematica: a Giugno decide di partecipare ad un torneo di golf (!) piuttosto che presentarsi al mini camp volontario. Dopodichè gli viene riscontrato un infortunio alla spalla destra che pone termine alla sua stagione prima ancora dell’inizio. Ciò nonostante, Leaf non manca di farsi notare: rivolge frasi irriguardose all’indirizzo del GM dopo essersi rifiutato di partecipare ad un allenamento, e per questo gli viene sospeso lo stipendio per 4 settimane.
Nel 2000 il nostro eroe torna a miracol mostrare: i Chargers lo promuovono titolare (più per disperazione che per altro) e dopo 2 partite (entrambe perse, in cui riporta un rating di 33.4) viene panchinato in favore del carneade Moses Moreno. Dopo poche partite Moreno si infortuna e Leaf torna a far danni, chiudendo con l’esaltante bilancio di 11 TD passes e 18 intercetti.
Il 28 Febbraio 2001, mentre Ryan si trova a Tahiti in viaggio di nozze, viene scaricato dai Chargers.
La settimana successiva viene firmato dai Tampa Bay Buccaneers, venendo rilasciato dopo la preseason (ovviamente tutt’altro che pirotecnica), complice anche un polso destro mai del tutto guarito dopo un infortunio.
Dopo pochi giorni viene firmato dai Dallas Cowboys. Le cifre sul campo? Eccole: 4 partite, 0 vittorie, 4 sconfitte, 45 passaggi completati su 88 per 494 yards, 1 TD e 3 intercetti.
Niente male, no?
Nel Maggio 2002 i ‘Boys lo rilasciano, e Leaf firma coi Seattle Seahawks, ma alla fine del training camp ci lascia tutti affranti con la notizia del suo ritiro. Rodney Harrison così commenta la decisione:
“Probabilmente ha fatto la cosa migliore per lui. Ha preso i soldi ed scappato via“.
Il fallimento di Ryan Leaf è quindi imputabile in gran parte alla sua attitudine per niente professionale. Nei giorni precedenti il Draft 2004, un GM di una franchigia NFL ha svelato un retroscena piuttosto eloquente. Nelle interviste post-combine del Draft 1998 a Ryan Leaf fu chiesta la prima cosa che avrebbe fatto qualora fosse stato scelto al numero uno assoluto. La risposta fu
“andare una settimana a Las Vegas per festeggiare con i miei amici facendo baldoria ai tavoli da gioco“
Alla stessa domanda Peyton Manning rispose che avrebbe chiesto il playbook per cominciare a studiare i giochi d’attacco della squadra. Risultato? Leaf si è rivelato uno dei più clamorosi bidoni della storia del football, Manning è già andato 4 volte al Pro Bowl, è stato MVP della Lega nel 2003 (insieme a Steve McNair) ed è indiscutibilmente uno dei migliori quarterback in circolazione.
Un bidone simile non merita un articolo cos
Grazie dei complimenti, Diego “Warner”. Spero che questo sia il primo di tanti articoli.
The Snake
la dimostrazione di quanto sia beffardo il destino: mettere del talento dentro una scatola vuota! …..purtroppo ce ne sono tanti di idioti, arroganti simili non solo nello sport!