The Four Horsemen
Per tutti coloro i quali credono che il mondo del football americano nel suo paese d’origine riguardi solo la NFL, e prendendo spunto dal pezzo dedicato a Vince Lombardi ho deciso di parlarvi di una storia che mi ha affascinato da quando seguo questo sport.
Era la fine degli anni ’70 e per caso mi sono imbattuto nella programmazione mattutina di un film americano degli anni ’50, il cui protagonista era Tyrone Power. Purtroppo, da allora, non sono più riuscito a trovarne traccia.
Ma facciamo un piccolo passo indietro: certamente, grande merito nella crescita di questo sport hanno avuto i vari colleges, dove esso ha potuto crescere e proliferare sin dalla seconda metà del 1800.
Fra i tanti, sicuramente uno di quelli che maggiormente ha contribuito con le sue storie e le sue gesta e per i campioni che ha saputo sfornare, un posto di rilievo lo occupa l’Università di Notre Dame.
Questo college, che negli anni ha forgiato tanti di quei nomi che non basterebbe un giorno per elencarli tutti (per i più giovani basta citare Joe Montana, Tim Brown e Charles Woodson) ha sempre destato in me un interesse particolare per il misticismo e le gesta dei vari protagonisti che hanno contribuito a creare questo alone sacro che lo circonda, passando da Angelo Bertelli fino a Lou Holtz.
Proprio una di queste è la storia dei ‘Quattro Cavalieri dell’Apocalisse’ (titolo del film sopra menzionato, l’appellativo originale del gruppo è invece ‘The Four Horsemen’).
Questa storia inizia circa 80 anni fa, quando questo drammatico soprannome, coniato da un poetico giornalista e sfruttato abilmente da un giovane agente pubblicitario, aiutò a trasformare il backfield offensivo di Notre Dame composto da Stuhldreher, Crowler, Miller e Layden nel più famoso quartetto nella storia del college football.
Il quarterback Harry Stuhldreher, il left halfback Jim Crowley, il right halfback Don Miller ed il fullback Elmer Layden (all’epoca le formazioni offensive schieravano tre runningbacks) scorrazzavano attraverso le difese avversarie sin dal 1922 (loro secondo anno universitario), quando coach Knute Rockne li schierò insieme per la prima volta.
Ma un giornalista dell’Herald Tribune di New York, Grantland Rice, contribuì a rendere grandi le gesta del quartetto immortalandolo negli archivi del football. Dopo la vittoria di Notre Dame su Army per 13-7 il 18 ottobre del 1924, infatti, Rice fu autore di uno dei più famosi passaggi nella storia del giornalismo sportivo:
“Stagliandosi contro il grigio cielo di ottobre, i Quattro Cavalieri dell’Apocalisse cavalcarono ancora”. Nella tradizione essi sono drammaticamente conosciuti come Fame, Pestilenza, Distruzione e Morte altrimenti conosciuti come Stuhldreher, Miller, Crowley e Layden. Essi hanno formato la cresta del ciclone di South Band che ha spazzato via Army questo pomeriggio sotto gli occhi di 55.000 spettatori che hanno assistito allo sconcertante massacro che accadeva in campo”.
George Strickler, un giovane addetto stampa al seguito di coach Rockne e che in seguito divenne sports editor del Chicago Tribune, contribuì con un’idea a far diventare indelebile quel soprannome.
Quando la squadra tornò a South Bend, Strickler fece loro indossare le uniformi da gioco e li immortalò in groppa a quattro cavalli nella stalla comunale. Questa foto li rese famosi e l’appellativo ‘The Four Horsemen’ rimase a beneficio della storia.
In seguito, Crowley dichiarò che mai avrebbero immaginato l’impatto che avrebbe avuto quella foto. Lo scalpore crebbe a dismisura e gli sportivi di tutta la nazione si interessarono a loro insieme ad altri giornalisti. Certamente a ciò contribuirono le loro vittorie.
Dopo la vittoria su Army, la terza consecutiva della stagione, Notre Dame ebbe una stagione strabiliante, conclusasi col trionfo su Stanford al Rose Bowl per 27-10 che valse loro il titolo nazionale, dopo una perfect season con dieci vittorie e nessuna sconfitta.
Così, come capita a tutte le leggende, ‘The Four Horseman’ si guadagnarono il loro angolo nella storia.
Sebbene nessuno dei quattro fosse alto più di 1.80 m e pesassero intorno ai 90 kg, i quattro insieme esprimevano la forza del backfield più potente di sempre.
Insieme giocarono 30 partite perdendo solo contro una squadra, Nebraska, per due volte.
Stuhldreher, originario di Massillon, Ohio, era un vero leader che non solo poteva lanciare accuratamente, ma anche ritornare punts e portare solidi blocchi. Si guadagnò il posto da titolare alla quarta partita del suo secondo anno di college, nel 1922. Fu spesso etichettato come arrogante, irascibile ed ambizioso, ma sul campo la sua leadership era impareggiabile.
Crowley arrivò a Notre Dame nel 1921 da Green Bay, Wisconsin. Conosciuto come ‘Sleepy Jim’ per la sua apparenza sonnecchiante, Crowley la spuntò su molti difensori grazie alla sua abilità nel correre con la palla.
Miller, nativo di Defiance, Ohio, si aggiunse presto ai suoi tre compagni, dimostrando di avere un’abilità superiore nello sfuggire agli avversari. Secondo il giudizio di Rockne, Miller fu il miglior runningback in campo aperto che egli avesse mai allenato.
Layden, il più veloce del quartetto, divenne la stella della difesa degli Irish grazie alla sua tempestività nell’intercettare la palla. Nativo di Davenport, Iowa, vantava un record di 10 secondi sulle 100 yards.
Dopo la laurea, le vite dei quattro presero strade simili. Tutti iniziarono ad allenare e tre di loro ottennero notevoli successi.
Layden allenò a Notre Dame per sette anni e raggiunse un record di 47-13-3. Sempre in quel college ricoprì la carica di direttore atletico. In seguito, dopo una carriera affaristica a Chicago, morì nel 1973 all’età 70 anni.
Crowley fu il Coach di Vince Lombardi a Fordham prima di mettersi in affari a Cleveland. Morì nel 1986 all’età di 83 anni.
Stuhldreher, che morì nel 1965 all’età di 63 anni, divenne invece direttore atletico ed allenatore di football a Wisconsin.
Miller lasciò la carriera di allenatore dopo quattro anni a Georgia Tech, ed intraprese la carriera di avvocato. Morì nel 1979 all’età di 77 anni.
‘The Four Horsemen’ sono stati introdotti nella National Football Foundation Hall of Fame: Layden nel 1951, Stuhldreher nel 1966 e Miller nel 1970.
Un bellissimo articolo, davvero interessante, bravo keenaturner!!!
bello davvero… soprattutto la foto dei cavalieri!!!