La Storia degli Steelers
Il loro nome dice tutto: duri come l’acciaio, simbolo della tenacia e della potenza. Sono i Pittsburgh Steelers, ed hanno segnato un’epoca nella storia del football: questa è la loro avventura.
La stagione si concluse con un deludente record di 3-6-2, ed il coach Jap Douds venne rimpiazzato da Luby DiMelio.
Art Rooney
La stagione successiva si aprì con due vittorie nelle prime tre partite, ma si trattò di un fuoco di paglia: quelli furono infatti gli unici successi dell’annata, che si concluse con un pessimo 2-10.
Per ben cinque volte, i Pirates rimasero a secco, e solo in tre occasioni riuscirono a realizzare dieci corse.
Nel 1935, nemmeno il terzo cambio di coach in altrettanti anni, con l’arrivo di Joe Bach, servì a dare nuova linfa ai Pirati, che conclusero con un 4-8, realizzando meno di 2.000 yds di total offense.
Qualche progresso cominciò ad intravedersi nel 1936, con una buona partenza, che portò i Pirates alla guida della Eastern Division (6-3); ma anche questa volta la squadra di Pittsburgh pagò la propria discontinuità, con tre sconfitte di fila (bilancio complessivo di 72-3 in favore degli avversari), che li portarono sul 6-6.
Una sola vittoria in quelle tre partite avrebbe garantito l’accesso alla finalissima. A pagare il deludente finale di stagione fu Joe Bach, rimpiazzato da Joe “Blood” McNally.
La situazione si ripetè nel 1937, con due vittorie nelle prime due partite, ma presto cominciò la china discendente, verso un altro pessimo record stagionale di 4-7.
Nel 1938, i Pirates entrarono nella storia, ingaggiando, con un contratto faraonico (per l’epoca) di 15.800 $, il RB Byron “Whizzer” White, All – American da Colorado, che divenne quindi il primo professionista a ricevere un simile compenso per le proprie prestazioni.
Byron “Buzzer” White”
L’atleta dimostrò da subito la bontà dell’affare, divenendo il miglior runner della Lega: non altrettanto fecero i compagni di squadra, ed i Pirates chiusero con un 2-9, che li rese il fanalino di coda.
Quella fu la prima ed unica stagione di White a Pittsburgh, che lasciò per trasferirsi ai Detroit Lions. Whizzer rimase in auge anche al di fuori del terreno di gioco, ricoprendo il ruolo di Giudice di Corte Suprema per la bellezza di trentun anni.
Il 1939 cominciò male per i Pirates, sconfitti nelle prime tre partite stagionali, il che costò il posto al coach McNally.
Le cose non migliorarono nemmeno con il suo successore, Walt Kiesling, tant’è che i Pirati dovettero attendere l’ultima partita stagionale al Forbes Field per conquistare una vittoria, contro i Philadelphia Eagles, chiudendo l’annata con il pessimo record di 1-9-1.
Nel 1940, dopo sette anni di traversie e risultati scadenti, Rooney decise di ribattezzare la franchigia con il nome di Steelers, per dare ad essa una nuova identità, e per farla sentire più vicina alla città ed ai suoi abitanti, la cui principale attività era costituita dalla siderurgia. Il cambio sembrò funzionare, dato che gli Steelers vinsero le prime tre partite stagionali, ma gli errori e le manchevolezze del passato emersero nuovamente, con sette sconfitte nelle successive partite; ancora una volta, furono gli Eagles a venire battuti nell’ultima partita stagionale casalinga degli Steelers, che terminarono con un 2-7-2. Alla fine della stagione, anche Walt Kiesling fece le valige.
Il 1941 si aprì con l’arrivo di Bert Bell nel ruolo di allenatore capo, che però si dimise dopo le prime due sconfitte stagionali, venendo sostituito da Buff Donelli, il quale venne a sua volta licenziato dopo cinque sconfitte in altrettante partite. Venne allora nuovamente richiamato Walt Kiesling. Gli Steelers mostrarono progressi, pareggiando la prima partita al suo ritorno. Una settimana più tardi, conquistarono la prima ed unica vittoria stagionale contro i Brooklyn Dodgers, sul terreno amico del Forbes Field. La stagione si chiuse con un 1-9-1, e Kiesling se ne andò per la seconda volta.
La stagione 1942 si aprì con due sconfitte consecutive, ma gli Steelers, guidati dal RB rookie Bill “Bullet” Dudley (il migliore nella Lega sulle corse), conquistarono il primo record positivo nella storia della franchigia, con un 7-4.
Bill Dudley
Nel 1943, a causa della penuria di giocatori provocata dal secondo conflitto mondiale in corso, gli Steelers ebbero seri problemi di organico: tra i titolari, anche Bill Dudley venne chiamato alle armi. La formazione di Pittsburgh fu quindi costretta a fondersi temporaneamente con i Philadelphia Eagles, dando vita ai Phil – Pitt Steagles, che si rivelarono decisamente competitivi, terminando la stagione con un 5-4-1.
La stessa situazione si verificò nel 1944: questa volta gli Steelers si fusero con i Chicago Cardinals, formando i Card – Pitt, che, però, si rivelarono un totale fallimento, venendo sconfitti in tutte e dieci le partite stagionali.
Con la Seconda Guerra Mondiale ormai al termine, nel 1945 la NFL vide il ritorno di molte delle proprie stelle, tra le quali anche Bill Dudley; ciò nonostante, la prima stagione in proprio, dopo tre anni, si chiuse per gli Steelers con un pesante record di 2-8. Walt Kiesling, sopravvissuto a due fusioni, venne alle fine licenziato e rimpiazzato da Jock Sutherland.
Alla sua prima intera stagione dopo la guerra, nel 1946 Bill Dudley conquistò il titolo di MVP, e la c.d. “Triple Crown”, essendo risultato il migliore della Lega in termini di corse, intercetti e ritorni di punt. E’ bene sottolineare che tale riconoscimento è andato a soli due altri giocatori, oltre a Dudley: Sammy Baugh nel 1943 e Steve Van Buren nel 1944.
Gli Steelers, per tutta la stagione in corsa per i playoffs, ne vennero esclusi perdendo tre delle ultime quattro partite, terminando con un record di 5-5-1.
Nel 1947, gli Steelers divennero finalmente una squadra competitiva, conquistando sei successi consecutivi dopo un 1-2 iniziale, e giungendo in vetta alla classifica.
Tuttavia, le sconfitte contro i Chicago Bears ed i Philadelphia Eagles costrinsero gli Steelers a dover vincere l’ultima partita stagionale, per giungere in testa con un record di 8-4, alla pari con gli Eagles, che li dominarono dall’inizio alla fine nel Divisional Playoff, sconfiggendoli per 21-0 al Forbes Field. Quello fu il primo Divisional nella storia, da lì in poi passo obbligato per decidere chi sarebbe andato in finale nella NFL.
La stagione 1948 era piena di aspettative, dopo l’approdo ai playoffs dell’anno precedente. Ma una tragedia funestò quella stagione, con l’improvvisa morte del coach Sutherland durante un’escursione. Guidati dal suo sostituto, Johnny Michelosen, gli Steelers chiusero con un deludente 4-8.
La squadra di Pittsburgh si riprese nel 1949, con quattro vittorie nelle prime cinque partite, conquistandone, però, solo una nei successivi sei incontri. Grazie alla vittoria contro i Bulldogs, a New York, gli Steelers raddrizzarono in parte la stagione, chiudendo con un 6-5-1.
Il 1950 si aprì in modo pessimo per gli Steelers, sconfitti per cinque volte nelle prime sette partite; grazie a quattro successi nelle ultime cinque gare, il record finale fu di 6-6. Una curiosità: nel primo derby giocato dagli Steelers contro i Browns (alla loro prima stagione NFL), il FB di Cleveland, Marion Motley, stabilì un record tutt’ora imbattuto, realizzando ben 17.50 yards a portata.
Anche la stagione 1951 si aprì con quattro sconfitte consecutive, concludendosi con un deludente 4-7-1, che costò il posto a Michelosen, rimpiazzato da una vecchia conoscenza, quel Joe Bach che aveva allenato la franchigia della Pennsylvania sedici anni prima.
La prima mossa di Bach, al suo ritorno, fu quella di abbandonare l’ormai antiquata ala singola utilizzata nella T- formation. Nonostante ciò, nel 1952 gli Steelers persero le prime quattrro partite stagionali, chiudendo con un 5-7.
La successiva stagione fu decisamente altalenante, con un susseguirsi di fiammate e cocenti delusioni, e si chiuse con un record di 6-6.
Nel 1954, gli Steelers partirono a spron battuto, con quattro vittorie nelle prime cinque partite, tra le quali un notevole 55-27 al Forbes Field contro i futuri Campioni NFL, i Cleveland Browns. Tuttavia, la seconda parte di stagione non fu all’altezza della prima, e gli Steelers chiusero con un deludente 5-7.
Al termine della stagione, Joe Bach fu costretto alle dimissioni, a causa di problemi di salute; si assistette quindi all’ennesimo ritorno di Walt Kiesling.
Il 1955 fu un anno particolare: Art Rooney pescò, al 20° giro del draft, un certo Johnny Unitas, perché voleva a tutti i costi un nativo di Pittsburgh nelle fila della sua squadra. Ma a “The Master” non venne data alcuna possibilità nel training camp, e venne tagliato. Responsabile di ciò fu Walt Kiesling, peraltro contro il volere di Art Rooney e dei suoi figli, che avevano giocato contro Johnny a livello giovanile, conoscendone le grandi qualità. Quello degli Steelers fu un errore di proporzioni colossali: Unitas, passato ai Baltimore Colts, sarebbe infatti divenuto uno dei più grandi QB di tutti i tempi, e avrebbe invece fatto davvero comodo agli Steelers, che chiusero quella stagione con un 4-8.
Kiesling è passato alla storia non tanto per essere entrato nella Hall Of Fame (fu un grande tackle negli anni ’20 e ’30), quanto per aver tagliato Johnny Unitas. E’ bene soffermarsi ancora un attimo su Kiesling, per fornire un quadro del soggetto: l’ineffabile Walt era solito far iniziare le partite con palla al runner Fred Rogel. Gli avversari, ormai consci della mossa, si preparavano di conseguenza, per neutralizzare il gioco. I tifosi degli Steelers, allora, al primo snap del primo drive offensivo, intonavano un simpatico coretto: “Hi-Diddle-Diddle! Rogel Up the Middle! ”. Art Rooney, ormai arcistufo della situazione, ordinò a Kiesling di cominciare la partita con un passaggio, che la difesa non si sarebbe aspettata: al primo incontro dopo la sfuriata del capo, la squadra eseguì, ed il passaggio fu di ben 80 yds, ma venne annullato per un offside offensivo. Anni dopo, Kiesling confessò di aver ordinato lui stesso al suo giocatore di andare in offside, altrimenti sarebbe stato costretto, da quel momento in poi, a prendere ordini dal proprietario.
La stagione 1956 si chiuse con un 5-7, e Kiesling venne rimpiazzato da Buddy Parker.
Walt Kesling
La prima stagione agli ordini del nuovo coach non fu molto differente dalle precedenti, con un gioco decisamente discontinuo, ed un record finale di 6-6.
Il vero colpo grosso giunse in offseason, con l’ingaggio del QB Bobby Layne, fresco campione NFL con i Detroit Lions.
Bobby Layne
Con l’arrivo della nuova stella, a Pittsburgh si respirava un’aria diversa, carica di ottimismo, cui non corrisposero, però, i risultati: nel 1958, Layne faticò decisamente, e gli Steelers persero quattro delle prime cinque partite, riprendendosi però nel prosieguo della stagione, chiusa sul 7-4-1, record che valse solo il terzo posto in classifica.
Le cose non cambiarono nel 1959, con un deludente 6-5-1.
Gli anni ‘60 non si aprirono positivamente per gli Steelers, perennemente mediocri ed inconsistenti: prova ne fu il record negativo di 5-6-1.
Il 1961 vide gli Steelers perdere le prime quattro partite, ma la squadra si risollevò, chiudendo sul 6-4, con Bobby Layne e Rudy Bukich ad alternarsi in cabina di regia.
Nel 1962, gli Steelers furono una delle ultime squadre della Lega ad apporre un emblema sui propri caschi gialli. Il marchio d’acciaio, utlizzato dalla U.S. Steel (Società con sede a Cleveland, città degli arcirivali Browns, n.d.t.), venne piazzato su uno solo dei due lati del casco, poiché la dirigenza non era del tutto sicura che sarebbe piaciuto.
Nelle prime otto partite, gli Steelers continuarono l’alternanza delle prestazioni, ma la stagione si chiuse col positivo record di 9-5, che garantì loro il secondo posto in classifica. La successiva partita, persa contro i New York Giants, vide il definitivo passaggio degli Steelers al casco completamente nero, con l’emblema su uno solo dei lati.
Nel 1963 Bobby Layne lasciò Pittsburgh, ed al suo posto arrivò Ed Brown: quest’ultimo disputò una stagione ad altissimo livello, lanciando per 2.982 yds, con ben 21 TD passes. Tuttavia, gli Steelers chiusero a centro classifica, con un 7-4-3.
Ed Brown
Nel 1964, dopo quattro anni di continui trasferimenti, per le partite casalinghe, tra il Forbes Field ed il Pitt Stadium, gli Steelers scelsero definitivamente quest’ultimo. La squadra andò di male in peggio, perdendo quattro partite di fila, dopo un avvio con un 3-3, e chiudendo la stagione sul 5-9. Nella off-season, coach Parker venne silurato, e sostituito da Mike Nixon.
Il cambio di allenatore non giovò alla squadra, che perse le prime cinque gare della stagione 1965, terminando con l’allucinante record di 2-12, e concedendo agli avversari la bellezza di 397 punti.
La gestione di Nixon si concluse dopo un solo anno, e Mike Austin venne chiamato a sostituirlo.
Il 1966 vide un discreto inizio, con due vittorie. Ma giunsero poi cinque sconfitte consecutive, ed il bilancio finale fu di 5-8-1, con gli Steelers che alternarono ben quattro QBs in stagione.
Nel 1967, i problemi in cabina di regia continuarono, con Kent Nix e Bill Nelsen a collezionare la bellezza di 28 intercetti. Il campionato si chiuse con un pessimo 4-9-1 e l’ultimo posto in classifica.
La stagione 1968 fu ancora peggiore della precedente (2-11-1), e gli Steelers concessero nuovamente 397 punti agli avversari.
Fu al termine di quel campionato che giunse la svolta decisiva, come la storia avrebbe poi dimostrato: Mike Austin fece le valige, e giunse a Pittsburgh Chuck Noll.
Chuck Noll
Il primo obiettivo del nuovo coach fu la ricostruzione della difesa: non a caso, la prima scelta del draft fu il DT “Mean” Joe Greene.
Il grande “Mean” Joe Greene
La prima vittoria degli Steelers giunse al Pitt Stadium contro i Detroit Lions, sconfitti per 16-13. Ma quello sarebbe stato l’unico successo stagionale, poiché la squadra perse tutte le successive tredici partite.
Una buona notizia fu però il premio di Defensive Rookie Of The Year attribuito a Joe Greene, nonostante i 404 punti concessi agli avversari dagli Steelers.
Questi ultimi iniziarono il nuovo decennio in una nuova Conference, con un nuovo stadio e con un nuovo QB. Dopo quasi quarant’anni nella NFL, nei quali solo una volta gli Steelers avevano disputato una partita di playoff, la squadra di Pittsburgh fu una delle tre formazioni a passare alla AFC, a completamento della fusione tra NFL ed AFL. In quell’anno, gli Steelers ebbero la prima scelta assoluta nel draft, e selezionarono il QB Terry Bradshaw, che divenne immediatamente titolare.
Terry Bradshaw in azione
Alla prima sfida interna nel nuovo impianto del Three Rivers Stadium, la formazione di casa venne sconfitta dagli Houston Oilers per 19-7. Anche il resto della stagione fu negativo, con un record finale di 5-9: Bradshaw lanciò soli sei TD passes e venne intercettato la bellezza di 24 volte, e venne bollato dai media come un brocco.
Il 1971 vide ancora Bradshaw in difficoltà, con tredici TD passes e 22 intercetti, ma gli Steelers diedero segni di miglioramento in stagione.
Dopo la consueta partenza 2-2, nel 1972 la squadra sciorinò prestazioni di altissimo livello, mostrando il proprio miglior football: il RB Franco Harris, nominato Offensive Rookie Of The Year, diede all’attacco la spinta della quale aveva disperato bisogno, in una striscia vincente di cinque gare consecutive.
Dopo una sconfitta per 26-24 contro i Cleveland Browns nella Week 10, gli Steelers si ripresero prontamente, mettendo a segno altre quattro vittorie consecutive. Con Harris che corse per 1.055 yards, la squadra mise fine a quarant’anni di frustrazioni, conquistando il primato nella AFC Central con il record di 11-3. Il 23 Dicembre di quello stesso anno, l’atmosfera a Pittsburgh era decisamente carica di elettricità ed aspettative: i padroni di casa si apprestavano a ricevere gli Oakland Raiders nel Divisional Playoff.
La gara fu principalmente difensiva, con gli Steelers a mantenere un leggero vantaggio (6-0) fino al quarto periodo. Ad 1’13” dal termine, i Raiders sembravano aver messo la parola fine alla gara, dopo che il QB Ken Stabler aveva realizzato un TD su corsa da 30 yds.
Gli Steelers partirono dalle proprie 40 yds, ed avevano bisogno di un vero e proprio miracolo; in situazione di 4° e 10, Bradshaw riuscì a liberarsi del pallone una frazione di secondo prima di essere colpito, e la palla, indirizzata a John Fuqua, venne deviata dal DB dei Raiders Jack Tatum. Fu allora che Franco Harris mise a segno quella che è passata alla storia come “The Immaculate Reception”, riuscendo miracolosamente ad afferrare la palla a pochi millimetri da terra, ed a correre intoccato fino in endzone, dando così la vittoria agli Steelers per 13-7.
Quella giocata fu la vera svolta per la franchigia della Pennsylvania: dopo aver condotto per lunghi tratti il Championship contro gli imbattuti Dolphins, gli Steelers vennero sconfitti grazie ad un trick play del punter Larry Siedler, che diede a Miami la vittoria per 21-17. Nonostante la battuta d’arresto, gli Steelers avevano finalmente imboccato la strada giusta.
Sull’onda dei buoni risultati della stagione precedente, gli Steelers aprirono il 1973 alla grande, con otto vittorie nelle prime nove gare. Tuttavia, tre sconfitte consecutive misero a repentaglio la partecipazione ai playoffs.
Vincendo le ultime due partite, la squadra si assicurò la Wild Card con il record finale di 11-4, venendo poi eliminata dagli Oakland Raiders, che vinsero in casa per 33-14.
Il draft del 1974 fu veramente incredibile per gli Steelers, che pescarono ben quattro futuri Hall Of Famers.
Per completare la Steel Curtain, la mitica linea difensiva, venne scelto il LB Jack Lambert, a rinforzare la linea offensiva il C Mike Webster, e per dare profondità all’attacco i WRs Lynn Swann e John Stallworth.
Nonostante i nuovi eccellenti acquisti, l’inizio di stagione fu davvero faticoso per Terry Bradshaw, che fu relegato in panchina e sostituito da John Gilliam. Quest’ultimo, comunque, non seppe fare di meglio, e prima della fine della stagione Terry si riprese il posto da titolare.
Le perle del draft 1974: Lambert, Webster, Swann e Stallworth
Nonostante la discontinuità dei QBs, gli Steelers conquistarono il primato nella AFC Central, con un record di 10-3-1, e la Steel Curtain (guidata da “Mean” Joe Greene) cominciò a dominare la NFL.
Nel Divisional Playoff, gli Steelers schiantarono O.J. Simpson ed i suoi Buffalo Bills, sconfitti per 32-14.
La striscia vincente continuò con la vittoria esterna per 24-13 contro i Raiders, che proiettò la formazione di Pittsburgh al Superbowl IX. La partita si disputò a New Orleans in condizioni atmosferiche a dir poco avverse: ad affrontare gli Steelers furono i Minnesota Vikings. Il match fu prettamente difensivo, tant’è che i primi punti arrivarono al termine del primo quarto con una safety, grazie ad un placcaggio messo a segno da Dwight White ai danni del QB dei Vikings, Fran Tarkenton, nella sua endzone.
All’inizio del terzo quarto, gli Steelers recuperarono un fumble sulla linea delle 33 yds dei Vikings. Franco Harris mise a segno tutte le sue 33 yds con tre portate consecutive, che portarono gli Steelers sul 9-0. La Steel Curtain continuò a dominare, ma i Vikings rialzarono la testa bloccando il punt di Bobby Walden e riportandolo in meta. Dopo l’errore di trasformazione dei Vikings, gli Steelers misero la partita in cassaforte, con un drive da 66 yds in undici giochi, chiudendo sul 16-6. Franco Harris venne nominato MVP, ed un emozionato Art Rooney ricevette finalmente il Vince Lombardi Trophy, dopo quarant’anni di delusioni.
Il 1975 vide ancora il dominio incontrastato della Steel Curtain, che concesse soli 167 punti agli avversari, ed il CB Mel Blount fu il secondo Steeler ad essere nominato Defensive Player Of The Year.
Al contempo, Bradshaw disputò una grande stagione, passando per 2.055 yds, mettendo a segno 18 TD passes e subendo nove intercetti. Gli Steelers conquistarono la AFC Central per la terza volta in quattro anni, con un record di 12-2, impreziosito da ben undici successi consecutivi.
Nel Divisional Playoff, gli Steelers ribaltarono il risultato al Three Rivers Stadium, passando da uno svantaggio di 10-7 alla vittoria per 28-10 contro i Baltimore Colts.
Nel Championship della AFC, andò nuovamente in scena l’eterno scontro con gli Oakland Raiders: nel gelo polare, Jack Lambert provocò ben tre fumbles, consentendo ai suoi di portarsi sul 16-0 nel quarto periodo. Tuttavia, i Raiders si rifecero sotto sul 16-10, grazie a 3 palle perse dagli Steelers, che rischiarono di compromettere il risultato, con un onside kick che venne recuperato dai Predoni. Ma la Steel Curtain non tradì le aspettative, e la partita si chiuse con la vittoria e l’accesso al Superbowl X.
Ad affrontare gli Steelers questa volta furono i Dallas Cowboys, che erano in vantaggio per 10-7 all’inizio dell’ultimo quarto. Reggie Harrison riaprì l’incontro, bloccando un punt di Dallas in endzone, mettendo a segno due punti. Sul possesso successivo, gli Steelers si portarono 12-10 con un FG di Gerela da 36 yds, che si ripetè due minuti più tardi. Gli Steelers colpirono ancora, con uno straordinario passaggio da 64 yds di Bradshaw per Lynn Swann. Ma fu grazie ad un errore del kicker che i Cowboys si rifecero sotto, riportandosi sul 21-17. Dopo che gli Steelers ebbero ricoperto un onside kick, i Cowboys ripresero le operazioni dalle proprie 39 yards, con l’attacco di Pittsburgh privo di Bradshaw, infortunatosi nel frattempo.
La Steel Curtain fu ancora una volta implacabile, e Glen Edwards intercettò un passaggio forzato di Roger Staubach. Grazie a quattro ricezioni acrobatiche per 161 yds, Lynn Swann fu nominato MVP, nonostante molti pensassero che non avrebbe giocato, dopo il trauma cranico rimediato nel Championship.
L’esordio della stagione 1976 non fu certo all’altezza delle due precedenti, con quattro sconfitte nelle prime cinque gare. Fu ancora la Steel Curtain a risollevare le sorti della squadra, dimostrandosi il miglior pacchetto difensivo di tutti i tempi, con ben nove successi consecutivi. In otto occasioni, vennero concessi sette punti o meno, e per quattro volte i rivali rimasero a secco.
Questa striscia vincente garantì a Jack Lambert il premio di Defensive Player Of The Year, ma ad impressionare furono i soli 28 punti lasciati agli avversari. Nell’intera stagione ne concessero solo 128, e gli Steelers vinsero la AFC Central per la quarta volta in cinque anni. Il dominio continuò anche ai playoffs, con il successo esterno contro i Colts, sconfitti per 41-10.
Tuttavia, sia Franco Harris che Rocky Bleier, entrambi con più di 1.000 yds in stagione, non poterono disputare il Championship, in quanto infortunati. Il cammino degli Steelers si concluse per mano dei Raiders, che si imposero per 24-7 ad Oakland.
Il 1977 vide gli Steelers ancora primi nella Division (record 9-5), ma questa volta a fatica, con prestazioni molto al di sotto delle aspettative, anche da parte della Steel Curtain, che concesse 243 punti agli avversari.
Nel Divisional Playoff, i Broncos eliminarono gli Steelers, battendoli a Denver per 34-21.
Nel 1978, Bradshaw disputò un’altra grandissima stagione, con ben 2.951 yds di passaggi, mettendo a segno anche 28 TD passes. Ancora una volta la Steel Curtain fece il proprio dovere (solo 195 punti concessi) e di nuovo gli Steelers conquistarono la AFC Central con uno splendido 14-2.
Nei playoffs, gli Steelers si presero la rivincita sui Broncos, sconfiggendoli per 33-10 al Three Rivers Stadium, cui fece seguito la vittoria sugli Oilers nel Championship, col punteggio di 34-5, che valse loro l’accesso al Superbowl XIII.
Dopo tre anni di assenza, gli Steelers trovarono ancora sulla propria strada i Cowboys. Questa volta furono gli attacchi a farla da padrone, e Pittsburgh chiuse il primo quarto sul 21-14. Nel terzo periodo, Dallas mise a segno un FG, e nell’ultimo quarto gli Steelers realizzarono ben due TDs in 19″, con la partita che pareva ormai chiusa. Tuttavia, i Cowboys rimontarono furiosamente, mettendo a segno due mete negli ultimi tre minuti. A 22″ dallo scadere, gli Steelers misero fine all’incontro, ricoprendo un onside kick, e divenendo così la prima squadra nella storia a conquistare tre titoli. Bradshaw fu nominato MVP, grazie a ben 318 yds di passaggi.
Il 1979 si aprì alla grande per gli sportivi di Pittsburgh: i Pirates erano in procinto di vincere le World Series, e gli Steelers si apprestavano a difendere il loro titolo.
Anche quell’anno, i numeri furono impressionanti: Bradshaw passò per qualcosa come 3.274 yds, e la squadra vinse il proprio ottavo titolo Divisionale (sesto consecutivo) in nove anni, con un eccellente 12-4.
In quella stagione l’attacco fu veramente determinante, mettendo a segno 416 punti, mentre la difesa ne concesse 226 agli avversari.
Nel Divisional Playoff, gli Steelers sconfissero i Dolphins per 34-13, mentre nel Championship batterono gli Houston Oilers, dopo una partita combattutissima, spuntandola per 27-13 e giungendo nuovamente al Superbowl, a Pasadena. Gli avversari, questa volta, furono i Los Angeles Rams i quali, benché sfavoriti nei pronostici, cominciarono l’ultimo quarto in vantaggio 19-17 (avendo sbagliato, peraltro, ben due extra points). Gli Steelers si risvegliarono con uno straordinario passaggio di 73 yds di Bradshaw per John Stallworth, che valse loro il vantaggio; la Steel Curtain salì in cattedra, e gli Steelers segnarono ancora. La partita si chiuse 31-17, gli Steelers festeggiarono il loro quarto Vince Lombardi Trophy, e Bradshaw fu nuovamente nominato MVP, grazie alle 309 yards lanciate.
Nel 1980, gli Steelers partirono bene, con quattro vittorie nelle prime cinque partite, ma la seconda metà di stagione fu negativa, con la Steel Curtain che mostrò evidenti segni di stanchezza. La franchigia terminò col record di 9-7, mancando i playoffs.
La stagione 1981 proseguì sulla falsariga della precedente, con un record di 8-8 ed il ritiro del grande “Mean” Joe Greene.
Per festeggiare il loro 50° compleanno, nel 1982 gli Steelers giunsero ai playoff con un 6-3, in una stagione caratterizzata dagli scioperi nella NFL. L’avventura terminò bruscamente, con la sconfitta casalinga per mano dei San Diego Chargers per 31-28.
Continuò la diaspora dei campioni: Lynn Swann e Jack Ham se ne andarono da Pittsburgh.
Il 1983 vide la fine della carriera per Terry Bradshaw, a causa di un infortunio al braccio. Comunque, con il suo sostituto in cabina di regia, Cliff Stoudt (2.553 yds in stagione), gli Steelers si mantennero su ottimi livelli, vincendo nove delle prime undici partite. Tuttavia, la squadra perse cinque degli ultimi sei incontri, aggiudicandosi comunque la AFC Central con un record di 10-6. Ma la corsa al titolo si arrestò subito, con la pesantissima sconfitta esterna per 38-10 contro i Los Angeles Raiders.
Al termine della stagione, anche il grande Franco Harris se ne andò, per trasferirsi ai Seattle Seahawks.
L’obiettivo della stagione 1984 era la ricostruzione, dopo l’addio di tanti campioni. Gli Steelers mostrarono ancora segni dell’antica gloria, conquistando ancora la AFC Central con un ottimo 9-7.
La miglior partita fu quella del 14 Ottobre contro i 49ers, che patirono in quell’occasione l’unica sconfitta stagionale.
Altre buone notizie vennero dal WR Louis Lipps, che conquistò il titolo di Offensive Rookie Of The Year. Nei playoffs, gli Steelers sconfissero i Broncos in trasferta per 24-17, venendo però battuti dai Dolphins nel Championship, col punteggio di 45-28.
Dopo una buona partenza, con un record di 7-5, la stagione 1985 si concluse amaramente per gli Steelers, che terminarono con un deludente 7-9, per la prima volta dopo quattordici anni di successi.
Il 1986 fu realmente pessimo, e la stagione si concluse con un pesantissimo 6-10.
Dopo un avvio incerto, con due sconfitte, nel 1987 gli Steelers si ripresero, ma chiusero comunque con un deludente 8-8. Quell’anno il QB Mark Malone fu protagonista di una stagione a dir poco disastrosa, lanciando 19 intercetti e soli sei TD passes.
A dieci giorni dall’avvio della stagione 1988, gli Steelers persero per sempre Art Rooney, cui succedette il figlio Dan. L’avvio fu discreto, con la vittoria casalinga sui Cowboys per 24-13, ma le dieci sconfitte nelle successive undici partite valsero a Pittsburgh l’ultimo posto. Con tre vittorie negli ultimi quattro incontri, gli Steelers si portarono sul 5-11.
Al termine della stagione, se ne andò anche il grande Mike Webster, ultimo componente della gloriosa squadra plurititolata.
Il 1989 si aprì con due sconfitte consecutive, nelle quali gli Steelers incassarono ben 92 punti, mettendone a segno solo dieci. La squadra riuscì a recuperare, rimanendo a centro classifica per quasi tutta la stagione, terminata con il record di 9-7, che valse la Wild Card.
Gli Steelers superarono gli Houston Oilers per 26-23 ai supplementari, ma vennero sconfitti, una settimana più tardi, per mano dei Denver Broncos che, guidati da John Elway, si imposero con una grande rimonta per 24-23.
Nel 1990, gli Steelers riuscirono a superare la crisi iniziale (1-3), affrontando infine gli Oilers nell’ultima gara stagionale, venendo però battuti per 34-14. La stagione terminò col record di 9-7, che non fu però sufficiente per approdare ai playoffs.
Il 1991 vide Neil O’Donnell prendere le redini della squadra in posizione di QB, rimpiazzando il deludente Bubby Brister, e la stagione si chiuse con il record di 7-9.
Il coach Chuck Noll annunciò il ritiro, concludendo una carriera straordinaria: quattro titoli NFL ed un record complessivo di 209-156-1.
L’era di Bill Cowher ebbe inizio nel 1992, con tre vittorie nelle prime tre partite stagionali.
Gli Steelers conquistarono nuovamente la AFC Central per la prima volta dopo otto anni, con l’eccellente record di 11-5. Ma la stagione si interruppe bruscamente, con la sconfitta interna per 24-3 da parte dei Broncos nel Divisional Playoff.
Bill Cowher
La stagione 1993 si aprì con sei vittorie nelle prime nove gare. Ma con quattro sconfitte nei successivi sei incontri, gli Steelers si ritrovarono a dover vincere e sperare nei risultati degli altri per conquistare il sesto ed ultimo posto utile per accedere ai playoffs.
L’aiuto venne loro dai Jets e dai Dolphins, le cui sconfitte li portarono sul 9-7. Ma ad estromettere gli Steelers dai playoffs furono iKansas City Chiefs che, all’Arrowhead Stadium, si imposero per 27-24.
Nel 1994 gli Steelers, dopo aver perso le prime quattro gare stagionali, si ripresero alla grande, vincendo dieci delle successive partite, ponendosi alla guida della AFC Central, ed assicurandosi il vantaggio campo con un eccellente 12-4. La difesa ricordò a tratti la leggendaria Steel Curtain (soli 234 punti concessi), e venne soprannominata “Blitzburgh” per l’elevato numero di blitz effettuati, guidata da Kevin Greene, autore di ben 14 sacks in stagione.
Gli Steelers approdarono al Championship AFC battendo i Browns per 29-9, e trovarono sulla propria strada i San Diego Chargers, che li sconfissero al Three Rivers Stadium per 17-13. Le chances di vittoria di Pittsburgh svanirono allorquando, nel finale, il passaggio di O’Donnell in endzone venne deflettato, divenendo imprendibile per i ricevitori.
La stagione 1995 si aprì con l’addio del RB Barry Foster e l’infortunio del CB Rod Woodson: nelle prime sette gare, gli Steelers realizzarono un misero 3-4. A dare una spinta decisiva all’attacco ed all’intera squadra fu il rookie QB Kordell Stewart, che guidò il team ad una striscia vincente di otto partite. Stewart mostrò di essere versatile, venendo impiegato anche come HB e ricevitore, guadagnandosi il nomignolo di “Slash”, e divenendo un giocatore estremamente pericoloso per gli avversari.
Kordell Stewart
Gli Steelers, con un record di 11-5, fecero propria nuovamente la AFC Central, ed esordirono in casa nei playoffs, asfaltando i Buffalo Bills per 40-21. Con una vittoria, ottenuta per 20-16 sui Colts al termine di una sfida al cardiopalma, gli Steelers conquistarono l’accesso al Superbowl XXX.
Per la terza volta, furono i Cowboys a contendere il titolo agli Steelers. Ma in quell’occasione il team di Pittsburgh non riuscì a spuntarla. Dopo una partita incolore (disputatasi a Tempe, Arizona), infarcita di errori (tra i quali ben tre intercetti di O’Donnell), Dallas si impose per 27-17. Al QB degli Steelers venne dato il permesso di andarsene, e Neil firmò un contratto da free agent con i New York Jets.
Il 1996 vide l’arrivo a Pittsburgh, dai St. Louis Rams, del RB Jerome Bettis, detto “The Bus”, chiamato a rinforzare il reparto d’attacco. Bettis tenne fede al proprio soprannome, correndo per 1.431 yards e permettendo alla propria squadra di partire alla grande con un 9-3, che avrebbe poi consentito di conquistare la AFC Central per la terza volta consecutiva.
Jerome “The Bus” Bettis
Tuttavia, le sconfitte nelle ultime tre partite stagionali costarono il bye alla formazione di Cowher, e gli Steelers chiusero sul 10-6. Nella sfida di Wild Card, la squadra di Pittsburgh si sbarazzò senza problemi dei Colts per 42-14, ma trovò poi sulla propria strada i New England Patriots, che si imposero per 28-3.
Nel 1997, dopo due stagioni da jolly tuttofare, Kordell Stewart fu chiamato a ricoprire il ruolo di QB titolare. Le statistiche furono decisamente buone, con 3.020 yds e ben 21 TD passes, cui si aggiunsero ben undici TDs e 476 yds su corsa. Bettis corse per 1.465 yds, e per il quarto anno consecutivo Pittsburgh si aggiudicò la AFC Central, con un record di 11-5. In occasione del Divisional Playoff, Stewart faticò moltissimo, e fu la difesa a salvare il risultato contro i New England Patriots, sconfitti per 7-6. Ma la settimana successiva, gli Steelers dovettero cedere ai Denver Broncos per 24-21, davanti al proprio pubblico.
La stagione 1998 vide un Kordell Stewart in grande difficoltà, ma gli Steelers sembravano in grado di concorrere per i playoffs, con un parziale di 7-4. Tuttavia, il finale di campionato fu decisamente pessimo, e con cinque sconfitte consecutive Pittsburgh diede l’addio alla post-season, chiudendo sul 7-9.
Il 1999 vide Stewart relegato in panchina a causa delle troppe palle perse e degli intercetti, rimpiazzato in cabina di regia da Mike Tomczak. Quest’ultimo, tuttavia, non seppe fare di meglio, e gli Steelers vinsero solo una delle restanti otto partite, chiudendo con un pessimo 6-10.
Nel 2000, gli Steelers partirono con il piede sbagliato, perdendo le prime tre sfide stagionali. Stewart riuscì a sbloccarsi, e Pittsburgh si aggiudicò le successive cinque partite. Tuttavia, una striscia perdente di tre incontri mise a repentaglio l’accesso ai playoffs, e con tre vittorie nelle ultime quattro partite, gli Steelers chiusero sul 9-7.
Tale record non fu però sufficiente per raggiungere la postseason, nonostante la vittoria per 24-3 sui Redskins all’ultima giornata.
Il 2001 fu segnato, come tutti purtroppo sappiamo, dal vile attacco terroristico alle Twin Towers di New York, che provocò uno stop delle attività sportive professionistiche.
Gli Steelers fecero il proprio esordio casalingo all’Heinz Field il 7 Ottobre, sconfiggendo i Cincinnati Bengals per 16-7. Con una difesa guidata dal Defensive Rookie Of The Year, Kendrell Bell, gli Steelers misero a segno ben nove vittorie nelle prime undici partite.
Una vista dall’alto dell’Heinz Field
L’infortuno a Jerome Bettis sembrò pregiudicare il cammino di Pittsburgh, ma Chris Fuamatu – Ma’afala lo sostituì più che degnamente: gli Steelers vinsero quattro delle ultime cinque partite, conquistarono la AFC Central col record di 13-3 e si assicurarono il vantaggio campo. Nei playoffs, Pittsburgh dovette ancora fare a meno di “The Bus”, ma la difesa salì in cattedra, e permise agli Steelers di imporsi sui Ravens per 27-10.
Bettis fece il suo ritorno in tempo per il Championship, ma i troppi errori degli special teams costarono la vittoria agli Steelers, che cedettero per 27-10 ai New England Patriots.
Nel 2002, l’avvio di stagione fu pessimo: gli Steelers persero infatti le prime due partite contro Patriots e Raiders, concedendo loro ben 60 punti e realizzandone solo 31.
Dopo il turno di riposo, Pittsburgh continuò a faticare, riuscendo a battere Cleveland solo all’overtime, con l’ingresso in campo del QB Tommy Maddox, chiamato a rimpiazzare un sempre più deludente Kordell Stewart.
La settimana successiva, Maddox divenne titolare per la prima volta in dieci anni. Nonostante la sconfitta contro i Saints, Tommy fu la vera sorpresa, il grande ritorno di quell’anno. Nei dieci anni successivi all’esordio nella NFL, il QB aveva completamente abbandonato l’attività sportiva, facendo anche l’assicuratore, e si era riavvicinato allo sport giocando nell’Arena Football League e nella XFL, di cui era stato anche MVP.
Tommy Maddox
Maddox guidò gli Steelers a quatrro successi consecutivi, ed insieme ritornarono in corsa per il titolo della neonata AFC North. Ma il regista dovette subire una durissima battuta d’arresto: il 17 Novembre, placcato da Keith Bulluck dei Tennessee Titans, perse i sensi e rimase temporaneamente paralizzato. Tuttavia, Maddox si riprese prontamente, tornando in campo dopo sole due settimane, durante le quali Stewart aveva condotto la squadra ad altrettante vittorie consecutive.
Il ritorno di Tommy non fu esaltante, con due intercetti contro i Texans, che si imposero per 24-6. Maddox non si perse d’animo, e guidò gli Steelers a tre successi di fila, conquistando il titolo divisionale e chiudendo col record di 10-5-1.
Nei playoffs, la sfida contro i Browns (guidati da un eccellente Kelly Holcombe) pareva ormai compromessa, con meno di 5′ da giocare e Cleveland avanti nel punteggio per 33-21. Ma il signal caller dei Black & Gold si mise in azione, e gli Steelers la spuntarono per 36-33. La vittoria riportò Maddox sul luogo del delitto, per una nuova sfida contro i Titans. I tempi regolamentari si chiusero sul 31-31. Il primo possesso dell’overtime fu conquistato da Tennessee, che calciò un FG con Joe Nedney: il calcio, tuttavia, non fu convalidato, poiché gli Steelers avevano chiamato time – out. Nedney calciò una seconda volta, e sbagliò. Tuttavia, Pittsburgh subì una controversa penalità per un running into the kicker, dando così a Nedney la terza possibilità, che stavolta non venne sprecata. I Titans si imposero, così, per 34-31.
La stagione 2003 si è aperta con il successo casalingo per 34-15 contro i Baltimore Ravens; in quell’occasione Maddox ha lanciato ben tre TD passes. Quella è stata la miglior partita del QB in tutta la stagione, caratterizzata da una preoccupante mediocrità, con 18 TD passes e 17 intercetti. Bettis ha corso per sole 811 yds, trovando pochissimo spazio in attacco. La secondaria è stata davvero inguardabile, concedendo troppe yards su passaggio agli avversari, specie contro Chiefs, Rams, Browns e Titans all’inizio di stagione, con una pessima partenza (2-6).
Gli Steelers hanno chiuso con un deludente 6-10.
Gli Acciaieri sono partiti con il piede giusto nella stagione 2004, iniziata con una vittoria all’ultimo minuto per 24-21 sugli Oakland Raiders; una settimana dopo, tuttavia, gli Steelers sono stati sonoramente bastonati dai Baltimore Ravens per 30-13, ed hanno inoltre perso Tommy Maddox a causa di un infortunio al gomito. L’incidente ha così costretto il rookie Ben Roethlisberger, prima scelta degli Steelers al draft, a gettarsi nella mischia.
La prima gara da titolare di Roethlisberger l’ha visto trascinare i suoi alla vittoria per 13-3 contro i Miami Dolphins. Big Ben non ha mostrato alcun segno di nervosismo, divenendo presto una bella realtà, e guidando i suoi a due vittorie casalinghe consecutive, rispettivamente contro i Cincinnati Bengals ed i Cleveland Browns, prima del successo in trasferta contro i Dallas Cowboys.
Reduci dal turno di riposo, Roethlisberger e gli Steelers hanno messo fine alla striscia di ventun successi consecutivi dei New England Patriots, piegandoli con un convincente 34-20 ad Halloween. Una settimana più tardi, opposti all’unica squadra sino a quel momento imbattuta, gli Acciaieri hanno sconfitto i Philadelphia Eagles per 27-3: Ben Roethlisberger, ormai da molti definito il QB del futuro, lo stava facendo in quel momento. La striscia positiva degli Steelers ha continuato ad estendersi: conquistando qualcosa come quattordici successi di fila, hanno chiuso col record di 15-1. Ben Roethlisberger, grazie ad un rating di 98.1 e 17 TD passes, è stato nominato Offensive Rookie of the Year, mentre il veterano Jerome Bettis ha mostrato a tutti che il Bus aveva ancora molta benzina nel serbatoio (tredici segnature all’attivo); inoltre, la difesa Black & Gold è stata la migliore della Lega. Nel Divisional, gli Steelers hanno affrontato i New York Jets. Alla sua prima apparizione in postseason, tuttavia, Roethlisberger ha stentato, vedendosi intercettare e riportare in meta un lancio nel terzo quarto. Gli Steelers hanno dovuto rimontare per raggiungere il pareggio: ma anche i Jets ci hanno messo del loro, specie a causa di due FGs sbagliati di Doug Brien all’ultimo minuto, uno dei quali dopo il secondo intercetto lanciato da Big Ben. Ai supplementari, dopo aver fermato i Jets sul loro primo possesso, gli Steelers hanno attraversato tutto il campo, mettendo Jeff Reed in condizione di calciare il FG della vittoria, che è valso la vittoria per 20-17 e l’approdo al Championship AFC.
Così, nella finale di Conference Steelers e Patriots hanno nuovamente incrociato i caschi. Ma stavolta le cose sono andate diversamente: i Pats si sono portati da subito in vantaggio e non si sono più guardati indietro, imponendosi con un sonoro 41-27 e staccando così il biglietto per il Super Bowl XXXIX.
“Big Ben” Roethlisberger
Reduci da una regular season con un record di 15-1, gli Steelers avevano ottime ragioni per essere ottimisti, mentre Ben Roethlisberger era intenzionato a dimostrare che la sua stagione d’esordio non era stata un caso. Nell’opener contro i Tennessee Titans, gli Acciaieri si sono imposti facilmente per 34-7, con Roethlisberger a lanciare due TD passes e 218 yards, mentre il RB al secondo anno Willie Parker ha corso per ben 161 yards.
Dopo un’agevole vittoria contro gli Houston Texans, Pittsburgh ha affrontato i New England Patriots, perdendo di misura per 23-20. La settimana seguente, gli Steelers hanno mostrato tutta la loro tenacia nella sfida del Monday Night Road contro i San Diego Chargers, che ha visto Jerome Bettis andare a segno all’esordio stagionale; Ben Roethlisberger, pur giocando con una distorsione al ginocchio, è riuscito a portare i suoi in raggio da FG: il calcio da 40 yards di Jeff Reed allo scadere ha dato a Pittsburgh la vittoria per 24-22. Costretti a fare a meno di Big Ben, sette giorni più tardi gli Steelers hanno perso in overtime contro i Jacksonville Jaguars, a causa dell’intercetto lanciato da Tommy Maddox e ritornato in meta per 41 yards.
Roethlisberger è poi rientrato, guidando gli Steelers alla vittoria nelle due gare seguenti, ma il ginocchio seguitava a provocargli dolore, costringendolo a sottoporsi ad un intervento in atroscopia ed a restare fermo per un mese- Questa volta gli Acciaieri hanno puntato su Charlie Batch, continuando la striscia vincente: il backup ha condotto i suoi al successo contro i Green Bay Packers ed i Cleveland Browns, vittorie grazie alle quali gli Acciaieri si sono portati sul parziale di 7-2. Ma anche Batch si è a propria volta infortunato, costringendo il coaching staff a rimettere in campo Maddox, che ha stentato nuovamente nell’incontro perso per 16-13 in overtime contro i Baltimore Ravens.
Roethlisberger è rientrato in tempo per il Monday Night contro gli Indianapolis Colts, ma non è parso assolutamente in palla, tanto che gli avversari si sono imposti agevolmente con un sonoro 26-7. La settimana seguente è giunta la seconda sconfitta di fila, questa volta in casa contro i Cincinnati Bengals, per 38-31, nonostante le ben 386 yards lanciate da Roethlisberger. Sul parziale di 7-5, la partecipazione degli Steelers ai playoffs era seriamente a repentaglio, in vista della sfida contro i Chicago Bears, reduci da ben otto successi consecutivi. Gli Steelers hanno vinto per 21-9, sospinti da un Jerome Bettis autore forse della miglior prestazione stagionale, con 101 yards su corsa e due mete. La vittoria ha riportato in carreggiata gli Steelers, che da quel momento in poi non avrebbero più perso, aggiudicandosi le ultime quattro gare in calendario e conquistando il sesto seed ai playoffs, grazie al record di 11-5.
Nella postseason gli Steelers hanno nuovamente ritrovato i Bengals: la partita è da subito svoltata, quando Kimo von Oelhoffen ha involontariamente messo fuori combattimento il QB dei Bengals Carson Palmer nel primo drive offensivo dell’incontro. Nonostante la perdita di Palmer, i Bengals si sono rapidamente portati sul 10-0 dopo il primo quarto e sul 17-7 a metà del secondo. Ma la difesa degli Steelers è progressivamente salita di tono, non concedendo più punti agli avversari; gli Acciaieri si sono riportati a – 3 dopo un corto TD pass di Ben Roethlisberger per Hines Ward. Il secondo tempo ha visto il completo dominio degli Steelers: Jerome Bettis li ha portati in vantaggio con una corsa vincente da cinque yards nel terzo periodo, seguita da un TD pass da 43 yards di Big Ben per Cedric Wilson; gli uomini di Cowher si sono così imposti col punteggio finale di 31-17.
Nel Divisional Playoff, opposti agli Indianapolis Colts, gli Steelers sembravano non avere alcuna chance: i Colts avevano dominato per l’intera stagione, chiusa con un perentorio 14-2, ed avevano già superato agevolmente i Black & Gold in Novembre. Ma le cose sono andate diversamente sin da inizio gara, poichè Pittsburgh ha condotto metodicamente un primo drive vincente. Dopo aver fermato i Colts sul loro primo possesso, gli Steelers hanno rapidamente riconquistato palla, andando nuovamente a segno al termine di un lungo drive, e portandosi così sul 14-0. La difesa degli Steelers ha imbrigliato Peyton Manning, mentre l’attacco ha portato il vantaggio a 21-3 verso la fine del terzo quarto, grazie alla corsa di Bettis in prossimità della goal line. Nella quarta frazione di gioco, l’attacco dei Colts è tornato in vita, mettendo a segno quindici punti consecutivi e portandosi sul – 3. La difesa di Pittsburgh, chiamata a difendere il vantaggio, ha messo nuovamente sotto pressione Manning, infliggendogli due sacks, uno dei quali sulla linea delle 2 yards dei Colts in situazione di 4° down a meno di 2′ dal termine. Con ancora 1’20″sul cronometro e sulle 2 avversarie, gli Steelers dovevano solo far scorrere il tempo per aggiudicarsi l’incontro, mettendo palla tra le mani di Jerome Bettis. Inaspettatamente, The Bus ha commesso un sanguinoso fumble, recuperato da Nick Harper, che sembrava ormai destinato a percorrere tutto il campo per segnare il TD della vittoria. Ma l’ultimo ostacolo da superare, Ben Roethlisberger, è riuscito ad afferrare in extremis la gamba dell’avversario, atterrandolo vicino alla linea di metà campo. I Colts sono entrati in raggio da FG, ma il calcio da 46 yards di Mike Vanderjagt è terminato largo a destra; gli Steelers hanno tenuto duro, aggiudicandosi la vittoria per 21-18, e divenendo la prima squadra di sempre con il sesto seed ad approdare al Championship.
Opposti ai Denver Broncos, gli Steelers sono partiti nuovamente forte, frenando l’attacco dei Broncos e chiudendo il primo tempo in vantaggio per 24-3. Denver si è rifatta sotto, portandosi a – 10 a metà dell’ultimo quarto, ma gli Steelers si sono dimostrati troppo forti, chiudendo definitivamente l’incontro con la corsa vincente da quattro yards di Ben Roethlisberger, che ha fissato il punteggio sul 34-17, ed ha consentito a Pittsburgh di accedere al Super Bowl XL.
L’elemento di maggior richiamo per l’edizione del Grande Ballo di quell’anno è stato certamente Jerome Bettis, che avrebbe giocato l’ultima partita da professionista nella sua città natale, Detroit, giungendo al Super Bowl al termine di una carriera da Hall of Famer durata ben tredici stagioni. Anche gli Steelers hanno voluto sfatare una maledizione, decidendo di indossare la maglia bianca pur essendo la squadra di casa designata, continuando il proprio ruolo di sfidanti dopo essere divenuti la seconda squadra di sempre ad approdare al Super Bowl con tre vittorie esterne. L’inizio di gara è stato tutto degli avversari, i Seattle Seahawks, che si sono portati in vantaggio per 3-0 con un FG da 47 yards verso la fine del secondo periodo. Ma a 2′ dall’intervallo, gli Steelers si sono finalmente sbloccati, con una controversa QB sneak di Roethlisberger: dai molti replay, sembra infatti che la palla non abbia mai varcato la goal line. Le squadre sono così andate negli spogliatoi sul 7-3 in favore di Pittsburgh. Nel terzo quarto, gli Steelers non hanno tardato ad andare nuovamente a segno, con una corsa da record di Willie Parker, da ben 75 yards, che è valsa il 14-3. Proiettati verso la endzone per un’altra segnatura, gli Steelers si sono trovati improvvisamente nei guai, allorquando Roethlisberger, che aveva stentato per tutto l’incontro, si è fatto intercettare sulle 4 dei Seahawks, che hanno riportato palla sino alle 20 di Pittsburgh; l’intercetto è stato il prodromo del TD pass di Matt Hasslebeck per Jeremy Stevens, che ha portato il punteggio sul 14-10. All’inizio dell’ultimo quarto, i Seahawks si trovavano in territorio avversario, pronti a passare in vantaggio, quando Ike Taylor ha intercettato Hasslebeck vicino alla endzone, riportando palla sino a metà campo. Dopo una decisiva sneak da cinque yards di Roethlisberger, gli Steelers hanno aperto il libro dei trucchi: Big Ben ha ceduto palla a Willie Parker, che a sua volta l’ha passata ad Antwaan Randle-El su una reverse; la mossa ha confuso la difesa di Seahawks, la quale ha lasciato Hines Ward tutto solo a ricevere il TD pass da 43 yards di Randle-El, che ha portato gli Steelers avanti per 21-10. I tifosi Black & Gold sugli spalti del Ford Field sono andati letteralmente in visibilio. Da lì in avanti, la difesa di Pittsburgh è salita in cattedra, stoppando ogni iniziativa dei Seahawks e portando a casa la vittoria per 21-10, che è valsa il fatidico quinto anello.
Quella partita è stata l’ultima di Bettis, che ha annunciato il ritiro durante la consegna del trofeo; il titolo di MVP dell’incontro è andato ad Hines Ward.
Nel 2006, reduci dalla conquista del Super Bowl, gli Steelers hanno vissuto una offseason agitata: Ben Roethlisberger è stato infatti coinvolto in un serio incidente stradale, mentre si trovava in sella alla propria motocicletta. All’avvio della stagione, Roethlisberger ha avuto ulteriori problemi di salute, venendo sottoposto ad un’appendicectomia d’urgenza.
Con Big Ben fuori causa nella Week 1, il backup Charlie Batch ha giocato bene, guidando i suoi alla vittoria per 28-17 nel Thrursday Nighy contro i Miami Dolphins. Ma l’ex Steeler Jerome Bettis, che all’epoca lavorava per la NBC, ha la scena a tutti, annunciando che l’HC Bill Cowher avrebbe lasicato Pittsburgh al termine della stagione per dedicarsi maggiormente alla famiglia. La rivelazione, che certamente ha reso inviso Bettis agli ex compagni, non è stata però smentita da Cowher. Big Ben ha fatto rientro nella Week 2, ma ha giocato malissimo, e gli Steelers sono stati battuti per 9-0 dai Jacksonville Jaguars. Roethlisberger e gli Acciaieri non hanno fatto di meglio nelle successive due gare, entrambe perse, rispettivamente contro i Cincinnati Bengals ed i San Diego Chargers. Opposti ai Kansas City Chiefs, gli Steelers sono sembrati nuovamente in palla: Roethlisberger ha completato 16 lanci su 19, nell’incontro vinto in casa per 45-7. Big Ben ha giocato bene una settimana dopo ad Atlanta, lanciando tre TD passes prima di essere costretto ad uscire dal campo a causa di un trauma cranico: senza il loro leader, gli Steelers sono però stati sconfitti in overtime dai Falcons per 41-38.
Forse ancora non perfettamente ristabilito, Roethlisberger ha subito ben quattro intercetti dai Raiders, due dei quali riportati in meta: gli Steelers sono stati così sconfitti dai disastrati Predoni per 20-13 pur concedendo all’attacco avversario solo 98 yards.
Le cose sono peggiorate in casa una settimana dopo, allorquando gli Steelers hanno commesso qualcosa come sei turnovers, precipitando sul 2-6 con la sconfitta per 31-20 contro i Denver Broncos.
In cerca di una grande prova per ritornare su livelli decenti, Willie Parker ha corso per 213 yards e due TDs nella vittoria per 38-31 sui New Orleans Saints. Parker ha faticato oltremodo per concedere il bis nell’incontro successivo: i Cleveland Browns, infatti, l’hanno limitato a 46 yards. Sotto per 20-10 nell’ultimo quarto, gli Steelers sembravano in procinto di perdere ancora, ma con due segnature nei minuti finali sono stati in grado di rimontare e di imporsi sui Browns per 24-20.
Dopo la disfatta per 27-0 contro i Baltimore Ravens, la difesa degli Steelers è salita in cattedra nelle tre successive gare, concedendolo solo tredici punti in occasione delle vittorie contro i Tampa Bay Buccaneers, i Cleveland Browns ed i Carolina Panthers.
Sul parziale di 7-7, gli Steelers sono prepotentemente tornati in corsa per i playoffs, ma contro i Ravens le loro speranze sono svanite: passati in vantaggio per 14-0, i Corvi hanno chiuso imponendosi per 31-7.
Cercando di chiudere la stagione sul 8-8 e di mandare in frantumi le speranze di postseason di un’altra rivale diretta, gli Steelers sono volati a Cincinnati, sconfiggendo i Bengals per 23-17 con un drammatico TD pass da 67 yards di Roethlisberger per Santonio Holmes in overtime.
Al termine del campionato, Bill Cowher si è effettivamente dimesso: gli Steelers, chiamati a scegliere il loro terzo coach in quarant’anni di storia, hanno usato la consueta formula, ingaggiando un giovane assistente. La scelta è caduta sul 35enne OC dei Minnesota Vikings, Mike Tomlin. Per la prima volta, un allenatore di colore si sarebbe seduto sulla panchina di Pittsburgh.
Gli Steelers hanno festeggiato la loro 75ma stagione con un nuovo coach, Mike Tomlin, che sperava di tornare ai playoffs.
Inizialmente le cose sembravano andare bene: gli Steelers sono partiti bene, con tre vittorie di fila, ognuna conquistata con almeno 21 punti segnati.
Dopo la sconfitta per 21-14 contro gli Arizona Cardinals, allenati dall’ex OC degli Steelers Ken Whisenhunt, gli Acciaieri hanno piegato i Seahawks per 21-0, nel rematch del Super Bowl XL. Dopo la settimana di sosta, gli Steelers sono ripartiti col freno a mano tirato contro i Denver Broncos, che si trovavano in vantaggio per 21-7 all’intervallo. Con due mete nell’ultimo quarto, gli Steelers sono pervenuti al pareggio all’ultimo minuto; ma i Broncos si sono aggiudicati l’incontro per 31-28 grazie al FG da 49 yards di Jason Elam a fil di sirena. Dopo la sconfitta di Denver, gli Steelers hanno vinto tre incontri di fila, battendo i Cleveland Browns per la seconda volta e salendo in vetta alla Division col parziale di 7-2. Ma gli Steelers hanno iniziato a mostrare segni di debolezza, perdendo in trasferta contro i New York Jets (allora sul parziale di 1-8) in overtime per 19-16. Una settimana dopo, in un piovoso Monday Night casalingo, contro i Miami Dolphins ancora a secco di vittorie, l’attacco degli Steelers si è piantato nel fango, rimanendo a quota zero per ben tre quarti. Fortunatamente per loro, neppure l’inefficace reparto offensivo dei Dolphins è andato a segno. Gli Steelers hanno controllato la palla per quasi tutto l’ultimo quarto: la vittoria è arrivata grazie al FG di Jeff Reed a 17″ dal ternine. Dopo aver sconfitto i Cincinnati Bengals per 24-10, gli Steelers hanno avuto un’altra pesante battuta d’arresto, venendo demoliti per 34-13 dai New England Patriots.
Tornati a casa, gli Acciaieri hanno continuato a stentare, trovandosi sotto per 22-17 contro i Jacksonville Jaguars nell’ultimo quarto; ma gli Steelers sono riusciti a pareggiare. Sfortunatamente per loro, i Jaguars hanno conquistato il successo per 29-22, grazie alla corsa vincente di Fred Taylor da 12 yards a 1’57” dal termine.
Gli Steelers hanno comunque vinto il titolo divisionale, bastonando impietosamente i St. Louis Rams per 41-24 nella Week 16. Tuttavia, con molti dei titolari a riposo, la stagione regolare si è chiusa con la sconfitta per 27-21 contro i Baltimore Ravens.
Gli Steelers sono approdati ai playoffs col record di 10-6, pronti a sfidare nuovamente in casa i Jacksonville Jaguars. Ancora una volta, gli Acciaieri si sono trovati subito in grossi guai, con i Jaguars in vantaggio per 28-10 all’inizio della terza frazione di gioco. Ma nell’ultimo quarto gli Steelers hanno cambiato passo, segnando tre TDs e passando in vantaggio. Tuttavia, coach Tomlin ha deciso di tentare la trasformazione da due punti (non riuscita), e gli Steelers si sono trovati sul + 1 a 6′ dallo scadere. I Jaguars hanno speso al meglio tutto quel tempo, portandosi in raggio da FG ed aggiudicandosi l’incontro per 31-29 grazie al FG da 25 yards di Josh Scobee a 37″ dalla fine.
La stagione 2008 si preannunciava durissima per gli Steelers: l’approdo al Super Bowl sarebbe stato un’impresa, visto che Pittsburgh si trovava ad affrontare la schedule più ostica di tutta la Lega.
Questo significava dover approfittare di qualunque occasione favorevole, ad iniziare dall’opener contro gli Houston Texans; gli Steelers si sono imposti agevolmente per 38-17. Una settimana più tardi si sono trovati opposti ai diretti rivali di Division, i Cleveland Browns, battendoli in trasferta per 10-6 in prima serata. Dopo la sconfitta per 15-6 contro i Philadelphia Eagles nella Week 3, gli Steelers hanno compiuto una strepitosa rimonta, colmando un deficit di dieci punti e superando i Baltimore Ravens in overtime per 23-20, grazie al FG di Jeff Reed da 46 yards. Con un gioco di corsa sempre più stentato, è toccato a Ben Roethlisberger prendere le redini dell’attacco, guidando i suoi alla vendetta contro i Jacksonville Jaguars, sconfitti per 26-21 in trasferta: in quell’occasione, Big Ben ha lanciato per 309 yards e tre TD passes.
Dopo la settimana di sosta, gli Acciaieri hanno alternato vittorie e sconfitte nelle successive quattro gare, perdendo partite difficili contro le due squadre che si erano aggiudicate i due precedenti Super Bowl all’Heinz Field. Sul parziale di 6-3, gli Steelers si sono trovati nuovamente in trincea contro i San Diego Chargers, sconfitti per 11-10 solo grazie al FG da 32 yards di Jeff Reed a 11″ dal termine. Quello è stato l’inizio di una striscia vincente durata cinque gare: la difesa degli Steelers ha giocato con una ferocia paragonabile a quella della mitica Steel Curtain, guidando la NFL quanto a minor numero di yards e punti concessi; emblematico, in questo senso, il titolo di Defensive Player of the Year assegnato a James Harrison, un tempo membro della practice squad di Pittsburgh.
Ad arrestare la marcia degli Steelers sono stati i Tennesse Titans, impostisi a Memphis per 31-14: quella partita ha avuto non pochi strascichi polemici, dato che alcuni giocatori dei Titans hanno calpestato la “Terrible Towel”, mentre gli Acciaieri hanno perso la chance di giocare i playoff in casa. Ciò nonostante, gli Steelers hanno chiuso la stagione piegando i Browns per 31-0, aggiudicandosi il titolo divisionale col record di 12-4 e conquistando il bye al primo turno. Nei playoffs gli Steelers hanno affrontato nuovamente i San Diego Chargers: ma in quell’occasione è stato l’attacco a decidere l’incontro; gli Acciaieri si sono portati sul 28-10, trascinati da un Willie Parker capace di correre per 146 yards e due mete, vincendo per 35-24 ed approdando così al Championship. Nella finale di Conference, gli Steelers si sono ritrovati ancora una volta di fronte i Baltimore Ravens, già battuti due volte in regular season. La settimana precedente, i Ravens avevano estromesso i Titans, riportando la finale AFC all’Heinz Field, dove un mare di tifosi ha salutato i rivali sventolando la “Terrible Towel”. I padroni di casa si sono portati rapidamente sul 13-0: da ricordare, in quel primo scorcio di partita, il TD pass da 65 yards di Roethlisberger per Santonio Holmes. Ma i Ravens sono rientrati in partita, grazie a due mete di Willis McGahee, accorciando le distanze sul 16-14 all’inizio dell’ultima frazione di gioco. A 4’24” dal termine, la difesa degli Steelers ha messo la parola fine all’incontro, allorquando Troy Polamalu ha riportato in meta un intercetto per 40 yards. Al contempo, Ryan Clark ha spento i riflettori sui Ravens, con un colpo terrificante ai danni di McGahee su uno screen pass. Così, gli Steelers hanno chiuso sul 23-14, staccando il biglietto per il Super Bowl XLIII.
Gli Steelers erano i grandi favoriti per la finalissima, opposti agli Arizona Cardinals, chiamati a cancellare un passato fatto di sconfitte. Una volta, gli Steelers avevano condiviso quel passato proprio con i Cardinals, con i quali si erano fusi nella stagione 1944, a causa della penuria di atleti dovuta al secondo conflitto mondiale.
L’inizio dell’incontro è stato di marca Steelers, che si sono rapidamente portati sul 10-0. Tuttavia, prossimi all’intervallo, i Cardinals hanno avuto la possibilità di pareggiare, trovandosi in profondità in territorio avversario. Ma James Harrison ha intercettato un lancio di Kurt Warner sulla goal line, attraversando tutto il campo e portando il punteggio sul 17-7 alla fine del primo tempo. Nel terzo quarto, gli Steelers sono passati a condurre per 20-7 grazie al FG da 21 yards di Jeff Reed. Quando sembrava che la partita fosse ormai nelle mani di Pittsburgh, ecco giungere la furiosa rimonta di Arizona nell’ultimo quarto. Dopo essersi portati sul – 6, la difesa dei Cards ha cominciato ad aumentare la pressione: a Justin Hartwig è stata chiamato un holding in endzone, dando ai Cardinals una safety con meno di 3′, che li ha portati sul – 4. All’improvviso, la situazione si è totalmente ribaltata: gli storditi Steelers si sono addirittura trovati in svantaggio, allorquando Kurt Warner ha lanciato una bomba da 64 yards per Larry Fitzgerald, che ha portato avanti i Cards per 23-20 a 2’37″dal termine.
Gli Steelers hanno quindi dovuto giocare il drive della disperazione, dovendo provare almeno a pareggiare. Le cose non sono iniziate nel migliore dei modi, con un holding chiamato a Chris Kemoeatu, che ha portato gli Steelers in situazione di 1° e 20 sulle proprie 12 yards. Ma Ben Roethlisberger ha mantenuto i nervi saldi, imbeccando due volte Santonio Holmes, ed iniziando la lunga marcia verso l’endzone avversaria. Giunti a metà campo, Roethlisberger e Holmes si sono nuovamente trovati, con un lancio da 40 yards che ha portato gli Acciaieri sulle 6 di Arizona, a 60″ dallo scadere. Dopo un tentativo infruttuoso sul primo down, Roethlisberger è riuscito a pescare Holmes, che è riuscito a tenere i piedi in endzone con una ricezione vincente davvero spettacolare, riportando avanti i suoi a 42″ dalla fine. Dopo che un replay aveva sancito la regolarità della presa, è toccato alla difesa preservare il vantaggio: la vittoria, per 27-23 è giunta col sack di LaMarr Woodley ai danni di Kurt Warner, mentre questi tentava il lancio della disperazione a fil di sirena.
Con quel successo, gli Steelers sono entrati nella storia: nessun’altra squadra, infatti, era mai stata capace di aggiudicarsi per sei volte il Lombardi Trophy; ciliegina sulla torta, il titolo di MPV assegnato a Santonio Holmes.
Dopo la vittoria nel Super Bowl, gli Steelers hanno iniziato la difesa al titolo sfidando i Tennessee Titans tra le mura amiche dell’Heinz Field nel Thursday Night. La partita è stata tiratissima, e gli Steelers si sono imposti solo all’overtime col punteggio di 13-10, grazie al FG da 33 yards di Jeff Reed. La vittoria ha avuto però un prezzo altissimo: Troy Polamalu ha infatti riportato la distorsione del legamento collaterale mediale di un ginocchio, che gli ha fatto saltare diverse partite. Sette giorni dopo, a causa di due mancate trasformazioni di Reed, i Black & Gold sono usciti sconfitti dall’incontro con i Chicago Bears per 17-14. Nella Week 3, gli Steelers sono stati piegati a sorpresa per 23-20 dai Cincinnati Bengals, capaci di segnare 14 punti di fila nell’ultimo quarto: a sigillare il successo delle Tigri, il TD si ricezione di Caldwell a 14″ dal termine. Con Rashard Mendenhall nominato titolare in posizione di RB, gli Steelers si sono rapidamente ripresi, vincendo le successive cinque gare e preparandosi ad affrontare nuovamente i Bengals all’Heinz Field, con in palio il titolo della AFC North. Ancora una volta la gara ha visto soccombere gli Acciaieri, il cui attacco non è stato in grado di entrare in endzone: i Bengals si sono così imposti per 18-12. Una settimana più tardi, gli Steelers hanno perso incredibilmente contro i disastrati Kansas City Chiefs, perdendo in overtime per 27-24. A rendere ancor più amara la sconfitta, il trauma cranico subito da Ben Roethlisberger, che l’ha costretto a saltare la successiva gara contro i Baltimore Ravens. Il suo backup Charlie Batch era a sua volta infortunato, e così gli Steelers hanno gettato nella mischia il giovane Dennis Dixon, alla sua prima partita da titolare tra i pro. Dixon ha giocato bene, ma un sanguinoso intercetto in overtime è costato la vittoria agli Steelers, sconfitti per 20-17 nel Sunday Night. Roethlisberger ha fatto ritorno la settimana successiva, ma gli Steelers hanno continuato la propria striscia negativa, venendo sconfitti dagli Oakland Raiders per 27-24, grazie al TD pass da 11 yards di Bruce Gradkowski per Louis Murphy a 11″ dal termine.
Gli Steelers sono finito sotto quota .500 sette giorni dopo, piegati per 13-6 dai pessimi Cleveland Browns, che hanno loro inflitto la quinta sconfitta consecutiva. Non succedeva dal 1987 (New York Giants) che la squadra Campione del Mondo uscente subisse così tante sconfitte di fila. Con sempre più esili chance di playoff ed un disperato bisogno di vincere, gli Steelers hanno ricevuto la visita dei Green Bay Packers. Nel primo gioco dell’incontro, Ben Roethlisberger ha imbeccato il WR Mike Wallace con un TD pass da 60 yards. I Packers hanno risposto prontamente, con una bomba da 80 yards di Aaron Rodgers per Greg Jennings. La partita è stata una vera e propria altalena. Sotto per 36-30 a 3″ dal termine, Roethlisberger ha nuovamente pescato Wallace allo scadere, con il TD pass vincente da 19 yards, che ha ricordato quello di Santonio Holmes nel Super Bowl della precedente stagione; Roethlisberger ha chiuso con 503 yards e tre TD pass lanciati. Una settimana dopo, gli Steelers si sono riportati sopra quota .500 vincendo per 23-20 contro i Ravens. Ma, giunti all’ultima giornata, per approdare ai playoff dovevano sperare anche nei risultati di altre squadre. Gli Steelers hanno fatto la loro parte superando i Miami Dolphins 30-24, chiudendo col record di 9-7, ma a causa dei tiebreaker hanno mancato l’appuntamento con la postseason.
Dopo aver fallito l’aggancio alla postseason, gli Steelers hanno vissuto una offseason tumultuosa: Ben Roethlisberger è stato sospeso per la prima parte della stagione, dopo essere stato accusato di aver aggredito sessualmente una studentessa di college nella toilette di un nightclub in Georgia. Pur in assenza di strascichi sotto il profilo penale, il Commissioner Roger Goodell ha voluto mandare un messaggio, decidendo di sanzionare il QB degli Steelers dopo una serie di incidenti fuori dal campo. Anche Santonio Holmes, MVP del Super Bowl XLIII è stato sospeso per vari problemi, tra i quali un test antidroga fallito, che gli ha fatto saltare quattro partite. Gli Steelers hanno addirittura considerato fino all’ultimo la possibilità di cedere Big Ben, spedendo invece Holmes ai New York Jets in cambio di una quinta scelta al draft, a sua volta ceduta agli Arizona Cardinals per riprendersi Bryant McFadden. All’inizio della stagione, la sospensione di Roethlisberger è stata ridotta da sei a quattro partite, e Dennis Dixon ha esordito da titolare contro gli Atlanta Falcons. La partita è stata tiratissima, ed ha visto la difesa degli Steelers molto impegnata: a dimostrazione di ciò, i tempi regolamentari si sono chiusi sul 9-9. In overtime l’eroe di partita è stato Rashard Mendenhall, che ha mandato in delirio l’Heinz Field grazie ad una corsa vincente da ben 50 yards, grazie alla quale Pittsburgh si è imposta per 15-9. Nella Week 2 gli Steelers si sono visti costretti a dover nuovamente improvvisare, a seguito dell’infortunio al ginocchio subito da Dennis Dixon nel secondo quarto contro i Tennessee Titans; in cabina di regia è quindi tornato l’esperto backup Charlie Batch. I Black & Gold sono riusciti nuovamente a vincere in trasferta per 19-11, grazie alla difesa: il LB James Harrison ha totalizzato tre sack ed un fumble forzato, mentre Troy Polamalu ha messo a segno un intercetto e fermato il QB avversario Kerry Collins in situazione di goalline. Nella Week 3 Batch è partito da titolare, ed ha imbeccato due volte Mike Wallace con altrettanti TD pass da oltre 40 yards, spingendo i suoi al successo per 38-13 contro i Tampa Bay Buccaneers 38-13.
Nell’ultima gara senza Roethlisberger, gli Steelers hanno ospitato i Baltimore Ravens. La difesa di Pittsburgh ha disputato un’altra partita eccellente, mantenendo il vantaggio per 14-10 verso la fine dell’ultimo quarto. Ma Joe Flacco ha pescato T.J. Houshmandzadeh in endzone a soli 33″ dal termine, dando la vittoria ai Ravens per 17-14. Dopo il turno di riposo, Ben Roethlisberger ha fatto ritorno per la sfida contro i Cleveland Browns. Pur partendo col freno a mano tirato, Roethlisberger ha chiuso la partita con 257 yards lanciate, guidando i suoi al successo per 28-10. Quella gara ha avuto però degli strascichi, in quanto James Harrison si è visto comminare una pesante multa per colpi illegali ai danni di Mohammed Massaquoi e Josh Cribbs, episodi che la Lega ha voluto prendere ad esempio per la propria politica volta a sanzionare le testate. Harrison, sentendosi isolato, ha meditato di ritirarsi; ma sette giorni dopo ha fatto parte della squadra che ha affrontato i Miami Dolphins in trasferta. In una gara altalenante, contrassegnata dai FG, Roethlisberger ha imbeccato Mike Wallace con uno splendido TD pass da 53 yards. Alla fine, a fare la differenza è stato un agevole calcio di Jeff Reed, che ha dato agli Steelers il successo per 23-22. Nel Sunday Night, gli Steelers hanno perso contro i New Orleans Saints, impostisi per 20-10 al Superdome. Pittsburgh si è ripresa la settimana successiva, piegando in trasferta i Cincinnati Bengals per 27-21, con Antwan Randle-El a lanciare un altro TD pass per il compagno Mike Wallace nell’ultimo quarto.
Tornati a casa dopo tre partite esterne di fila, gli Steelers hanno giocato la peggior gara dell’anno, il Sunday Night perso contro i New England Patriots per 39-26. I Black & Gold si sono rimessi in carreggiata, vincendo le due gare successive, che li hanno portati alla sfida esterna contro i Ravens con in palio il titolo divisionale. In quel Sunday Night, Roethlisberger ha mostrato tutta la propria tenacia, trovandosi a fronteggiare una frattura del naso (che gli ha imbrattato la divisa) ed una distorsione al piede. Ma a mettere a segno la giocata decisiva è stata la difesa degli Steelers: Troy Polamalu ha forzato un fumble mettendo a segno un sack ai danni di Joe Flacco verso la fine dell’ultimo quarto. La palla è stata raccolta da Lamarr Woodley e riportata fino alle 9 avversarie: da lì Roethlisberger ha pescato Issac Redman con un TD pass che ha completato la rimonta e dato a Pittsburgh il successo per 13-10.
Sul parziale di 9-3, gli Steelers si sono insediati in vetta alla AFC North, finendo per aggiudicarsi il titolo grazie a tre successi nelle ultime quattro gare in calendario, con l’unico nei della sconfitta interna nella Week 15 contro i New York Jets. Grazie al record finale di 12-4, gli Steelers sono giunti ai playoff con il bye, mentr Troy Polamalu è stato nominato Defensive Player of the Year.
Nella postseason gli Steelers hanno nuovamente incrociato i caschi con i Baltimore Ravens nel Divisional Playoff. I Ravens si sono portati rapidamente in vantaggio per 21-7. Nel terzo quarto, l’attacco di Pittsburgh ha mostrato i primi segni di vita: Ben Roethlisberger ha lanciato due TD pass, rispettivamente per Heath Miller e Hines Ward, che hanno portato al pareggio. Nell’ultima frazioen di gioco, gli Steelers si sono riportati in vantaggio grazie al FG da 35 yards di Shaun Suisham. Ma i Ravens non hanno tirato i remi in barca, rispondendo col FG da 24 yards di Billy Cundiff. La partita si è decisa a 1’33” dal termine, grazie alla meta segnata da Rashard Mendenhall, che ha fissato il punteggio finale sul 31-24 e consentito agli Steelers di accedere al Championship AFC.
Opposti ai New York Jets tra le mura amiche dell’Heinz Field, gli Steelers sono passati a condurre, grazie al TD su corsa da 1 yards di Mendenhall, al termine di un drive durato ben 9′. La difesa dei padroni di casa non ha dovuto faticare granché per contenere l’attacco dei Jets, apparso poca cosa nei primi due quarti. Dopo l’agevole FG di Shaun Suisham, gli Steelers sono passati sul 24-0, con due TD in 37″; il primo grazie ad una bootleg di Ben Roethlisbeger, il secondo con un ritorno di fumble da 19 yards da parte di William Gay. I Jets hanno messo i primi punti a referto poco prima dell’intervallo, grazie ad un FG di Nick Folk. Nel secondo tempo, i Jets hanno dato vita ad una furiosa rimonta, iniziata dall’ex Steeler Santonio Holmes, che ha ricevuto un TD pass da 45 yards di Mark Sanchez nel primo gioco del terzo quarto. La difesa degli Steelers ha mantenuto il doppio vantaggio, fermando i Jets sulla goaline nell’ultimo quarto. Ma nella successiva serie offensiva Ben Roethlisberger è stato placcato in endzone da Mike Devito a 7’38”. I Jets hanno seguitato a rimontare, grazie al TD pass di Sanchez per Jericho Cotchery che ha portato il punteggio sul 24-19 a 3’06” dalla fine. Alla disperata ricerca di un primo down, Roethlisberger (che aveva stentato per tutto il secondo tempo) ha imbeccato Antonio Brown, consentendo agli Steelers di far scadere il tempo sul cronometro e di staccare il biglietto per il Super Bowl XLV.
Nella sfida contro i Green Bay Packers, gli Steelers erano dati leggermente favoriti nella corsa al loro settimo Lombardi Trophy. Ma a passare in vantaggio sono stati i Packers, grazie al TD pass da 29 yards di Aaron Rodgers per Jordy Nelson verso la fine del primo quarto. Dopo soli 24″, Green Bay è andata nuovamente a segno grazie a Nick Collins, che ha riportato in meta l’intercetto lanciato da Ben Roethlisberger al termine di una galoppata da 37 yards. Gli Steelers hanno messo i primi punti sul tabellone nel secondo quarto, grazie al FG di Shaun Suisham da 33 yards; ma verso la fine del primo tempo, Aaron Rodgers ha imbeccato Greg Jennings con un TD pass da 21 yards, che ha portato il punteggio sul 21-3. Col primo tempo ormai agli sgoccioli, gli Steelers sono improvvisamente rientrati in partita: Roethlisberger ha pescato Hines Ward con un TD pass da otto yards a 39″ secondi dall’intervallo, per il 21-10 in favore dei Packers. Pur sotto di 11 punti, le cose sembravano mettersi bene per gli Steelers: il capitano della difesa dei Packers, Charles Woodson, è infatti dovuto uscire anzitempo per la frattura di una clavicola. La rimonta di Pittsburgh è proseguita nel secondo tempo, con la corsa vincente da otto yards di Rashard Mendenhall nelle prima serie offensiva. I Packers hanno serrato i ranghi, ed il terzo quarto si è chiuso senza ulteriori segnature. L’attacco gialloverde è andato nuovamente a segno all’inizio dell’ultima frazione di gioco, allorquando Aaron Rodgers ha trovato libero Greg Jennings. Gli Steelers non hanno però mollato, e Roethlisberger ha lanciato un TD pass sda 25 yards per Mike Wallace a 7’34”, portando Pittsburgh a -3 sul 28-25. Tuttavia, i Packers hanno risposto con un FG, lasciando agli Steelers ancora 2’07” per tentare l’ennesimo drive da Super Bowl dell’ultimo minuto. Stavolta, però, le cose sono andate diversamente per gli Steelers: la loro serie si è infatti interrotta prima di giungere alla metà campo, con tre incompleti consecutivi di Ben Roethlisberger. I Packers hanno così conquistato il loro quarto Super Bowl e la tredicesima finalissima NFL col punteggio di 31-25.
Fonte: http://www.sportsecyclopedia.com/nfl/pitt/steelers.html
Il sopra riportato testo costituisce una traduzione dell’elaborato originale, i cui diritti di proprietà intellettuale ed economica spettano al relativo Autore.
Grande Diego 😉
Grande Diego, bell’articolo!!!!!