Squadra vincente non si cambia

Vittoria e Bengals sono due parole che non si sono frequentate spesso nella stessa frase negli ultimi anni. Diciamo pure negli ultimi 15 anni. E’ infatti dal 1990 che i Bengals non si presentano all’appuntamento della post season, la più lunga assenza fra le squadre NFL.
Eppure negli ultimi 2 anni, da quando il coach Marvin Lewis è stato accolto nella Queen City alla stessa stregua di un messia davanti ai suoi fedeli, sempre più forti si fanno i segnali che il trend negativo possa definitivamente cambiare.
Per il definitivo salto in avanti la parola d’ordine quest’anno pare essere continuità. Più che guardare alla disponibilità che la free agency permetteva, i dirigenti dei Bengals si sono concentrati sul mantenere e rinnovare i contratti di alcuni giocatori chiave e che il loro status di free agents avrebbe potuto attrarre altre squadre bisognose dei loro servigi. TJ Housmandzadeh ha firmato un contratto di 13 millioni di dollari per 4 anni mentre Rudi Johnson, che aveva già firmato l’offerta di un anno relativa alla tag assegnatagli da Cincinnati, ha ottenuto il contratto pluriannuale a cui ambiva e che gli permetterà di ricevere 26 millioni di dollari in 5 anni dei quali 10 nel solo primo anno.
Il desiderio di Cincinnati è ora di rifirmare il centro Rich Braham che malgrado i suoi 35 anni e considerato ancora una pedina chiave per il buon andamento dell’attacco.
Ma il gioco della difesa, non brillante come quello dell’attacco la scorsa stagione, ha costretto a qualche squardo alle opzioni disponibili sul mercato. Ciò ha comportato l’acquisizione del DT Bryan Robinson, non uno dei nomi più conosciuti ma solamente quello di cui avevano bisogno i Bengals, un forte run-stuffer che gioca con grande intensità.
Ma pochi altri free agents lo raggiungeranno malgrado la presenza di giocatori che possano essere interessanti come Edgerton Hartwell e Jamie Sharper e che hanno una connessione con Marvin Lewis quando questi allenava la difesa di Baltimore, perchè la politica della società non è quella di allettare giocatori che demandano grossi guadagni. E il credo di Lewis, con la piena approvazione del presidente Mike Brown, è che le fondamenta di una squadra passino attraverso al draft piuttosto che il mercato dei veterani. E con la continuità.
Se i conti si riveleranno giusti, il messia nero avrà sempre più adepti nella città di Cincinnati.