Colts, Dungy si tiene stretto James

Mentre è stato annunciato che il campionato 2005 dei Colts scatterà con la trasferta di Baltimore il prossimo 11 settembre (match che sarà trasmesso in diretta dall’Espn), tiene ancora banco la questione Edgerrin James. Il 26enne running back, che ha appena firmato un contratto anche per la prossima stagione (percepirà 8 milioni di dollari), si aspetta che Indy gli offra un accordo a lunga scadenza, cosa che la franchigia dell’Indiana difficilmente potrà fare, dati i noti problemi di salary cap. Si è parlato a lungo della possibilità che James venga scambiato con una scelta altissima al prossimo draft, ma proprio ieri Tony Dungy, coach dei Colts, ha detto all’Indy Star, che “Stiamo programmando il nostro futuro considerando che James torni a giocare per noi, e anche se non c’è nulla di certo, credo che le probabilità che questo accada siano alte“. Dungy ha poi aggiunto che “I team che hanno le prime scelte per il prossimo draft stanno probabilmente pensando ad un running back, considerando però che con un giocatore di 21 anni in quel ruolo la corsa verso il Super Bowl diventa più difficile. Ma sarebbe ovviamente un investimento sul futuro. Questa considerazione la stiamo facendo anche noi, però la nostra prima scelta resta Edgerrin“.
Intanto ad Indianapolis tiene banco anche la questione relativa al nuovo stadio, condizione irrinunciabile affinchè i Colts restino nell’Indiana. L’amministrazione della città sta faticando più del previsto per reperire le risorse necessarie, e anche l’ultima proposta del senatore Luke Kenley, aumentare le tasse per alcuni servizi (dal taglio dei capelli alle riparazioni auto), è stata accolta tra le polemiche del sindaco della città, degli uomini d’affari e dei Colts stessi, insoddisfatti dalla piega che sta prendendo la situazione. Il proprietario dei Colts, Jim Irsay, si è detto preoccupato che “L’introduzione di nuove tasse possa avere riflessi negativi sull’affluenza del pubblico e sul merchandising in generale, visto che apparteniamo già, in questo senso, ad una delle realtà meno floride di tutta l’Nfl“.