Robert MCune, un soldato a Washington

Robert McCune, linebacker scelto da Washington al quinto giro al n. 154 assoluto nello scorso draft, ha recentemente raccontato la sua esperienza al primo mini-camp tenuto dalla squadra, esperienza che gli ha ricordato dei particolari della sua esperienza come soldato arruolato.

Il camp non dev’essere stato nulla in confronto all’esperienza passata dal giocatore nel 1998 durante una missione in Corea del Sud, quando una violenta tempesta si abbattè sul capanno dove McCune ed alcuni suoi commilitoni si stavano riparando.
Mentre molte persone all’esterno venivano letteralmente spazzate via dalla violenza del vento, McCune ed i suoi compagni si accorsero che l’acqua stava salendo di livello all’esterno provocando il blocco dell’uscita e costringendo i ragazzi ad uscire dal tetto, prendendosi quella pioggia fittissima in testa per altre due ore.

“A quel tempo non pensavo certo alla Nfl” ha dichiarato ai media, “non avevo mai visto così tanta pioggia in vita mia.”

Tre anni di servizio alla Army Academy ed altri tre anni presso la Guardia Nazionale alla Louisville University rappresentano il ruolino di marcia di McCune in campo militare.

Proprio a Louisville, esperienza iniziata nel 2000, il giocatore riesce a pagarsi la retta grazie al salario che riceve come soldato e nel secondo semestre riesce ad avere anche una borsa di studio.
Diventa titolare solo nel 2003 dopo un anno di redshirt ed il conseguimento del titolo di miglior giocatore di special teams; nel suo primo anno da starter colleziona 143 placcaggi e guida la squadra nella speciale graduatoria.

McCune ha senz’altro impressionato bene i coach dei Redskins, in quanto in possesso di una combinazione di fisico e velocità molto interessante e si sta allenando duramente con l’obbiettivo di competere per il posto di middle linebacker titolare, spot lasciato vuoto dalla perdita via free agency di Antonio Pierce.

Gregg Williams, suo coach di reparto, ha detto:”Non vedo l’ora di vederlo all’opera in partite ufficiali, ha un ottimo fisico ed è potente. Deve lavorare molto mentalmente, perchè l’esercizio mentale è parte integrante delle qualità che un linebacker interno deve avere nel nostro sistema. Mi fa sorridere il fatto che non gli faccia differenza subìre i miei metodi militareschi, perchè lui ha visto ben di peggio in giro.”

Dunque il soldato da Louisville ha ancora molto lavoro davanti a sè ed un training camp vero e proprio da affrontare nella prossima estate. Il suo mix di potenza e velocità potrebbero riparare ai vuoti lasciati nel mezzo della difesa nella offseason e potrebbe garantirgli un futuro da special teamer di prima qualità.

Joe Gibbs ci spera.