Benson interrompe l’holdout e firma per Chicago.

La notizia era attesa da aprile, dai giorni successisivi al draft in cui venne scelto, e finalmente è arrivata: Cedric Benson ha firmato il contratto offertogli dai Chicago Bears e si è legato per cinque anni alla franchigia dell’Illinois. La storia ha quindi un lieto fine, una storia oscura e con poche idee sul perchè il giocatore si ostinasse a non firmare per Chicago. L’offerta della squadra era buona e, soprattutto, assolutamente proporzionata rispetto alle altre scelte del draft, in particolare la terza e la sesta, ossia quella precedente e quella successiva alla chiamata di Benson. Tutto era cominciato per il meglio a dire il vero, con Benson arrivato a Chicago per cercare casa e partecipare al rookie camp insieme ai nuovi arrivati. Poi il blackout, o meglio l’holdout. Benson sparisce, non si presenta al camp vero e proprio di Bourbonnais e fa sapere tramite il suo agente, Eugene Parker, di non voler attualmente firmare il contratto. Non chiede più soldi, semplicemente le trattative entrano in fase di stallo. I giorni passano e nulla cambia, mentre tra i media americani si rincorrono le voci di un Benson rientrato in Texas e già pronto a vendere la nuova casa nella Windy City. Successivamente un faccia a faccia improvviso col GM Jerry Angelo, un incontro misterioso dove si dice non si sia parlato del contratto ma dal quale non escono indiscrezioni. L’aut aut di Angelo è comunque lanciato, il giocatore firma o salta la stagione. Dopo trentasei giorni ecco la firma, proprio quando ormai nessuno ci sperava più. Diciassette milioni di dollari garantiti, comunque vadano le cose; dettagli in più non se ne conoscono per ora.

Benson entra tardissimo nel roster e va ad arricchire un backfield già molto forte grazie alla presenza di Thomas Jones e la rivelazione di questa preseason Adrian Peterson. Difficile sperare di vederlo presto in campo come primo RB, prescindendo dalle dichiarazioni di Ron Turner di qualche settimana fa che davano Jones come starter, Benson potrà sfruttare infatti soltanto altre undici sedute di allenamento e una partita di preseason. Vero che il ragazzo ha continuato ad allenarsi in solitario, ma vero anche che l’affiatamento con la squadra e con gli schemi di coach Smith non saranno il massimo. Questi giorni di “sciopero” hanno messo in netta evidenza i limiti caratteriali, noti un po’ a tutti, di Cedric Benson, giocatore che già in passato si è mostrato eccessivamente istintivo e poco malleabile. I suoi guai avuti con la polizia sono solo la punta dell’iceberg di una situazione che vede il RB da Texas come un personaggio molto difficile da gestire. L’estate che sta per terminare concretizza tutti i presunti sospetti sul suo conto. Ma come giocatore è indiscutibilmente un’acquisizione di valore. Forte fisicamente, veloce, porta benissimo il pallone e sa usare le mani anche per ricevere con sufficiente sicurezza. Ottimo nel backfield dove può sfruttare i dive o correre a “prendere” l’angolo verso la sideline ottenendo comunque sempre ottimi risultati. In quattro anni da starter in NCAA ha conquistato 5.540 yards su 1.112 portate nelle 49 partite disputate. Ha finito la carriera NCAA come sesto miglior RB di sempre della Division I-A, secondo nella storia dei Texas Longhorn. I suoi 64 TD su corsa sono il terzo miglior risultato NCAA di ogni tempo. Infine, last but not least, Benson è soltanto il quinto atleta nella storia dei tornei collegiali a raggiungere quota 1.000 yards in tutte e quattro le stagioni giocate. Un curriculum davvero notevole, non c’è che dire. Vedremo l’impatto NFL come sarà, ma il ragazzo pare avere le carte in regola per farcela.

Questa notizia ruba spazio in tutta Chicago a quella che vede Smith promuovere Kyle Orton a quarterback titolare. Sfruttando un altro innesto del genere, Orton potrebbe avere meno pressione e riuscire a giocare un football meno forzato sfruttando le uscite dal backfield di due giocatori come Benson e Jones, a questo punto una delle coppie più affidabili della lega. Almeno sulla carta.