Young Guns
La segreteria telefonica del cellulare di Tyson Thompson (running back rookie di Dallas) si è riempita di messaggi durante le fasi finali della gara di preseason dei Cowboys contro Jacksonville giovedi scorso.
Ma tonnellate di messaggi sono poi arrivati quando coach Parcells ha annunciato durante l’intervista post-partita che la prestazione del giovanotto nativo di Irving (il primo a calcare il terreno del Texas Stadium con la maglia di Dallas) gli aveva procurato un posto nei 53 del roster finale.
Questo Thompson, un undrafted free agent che coraggiosamente aveva lasciato l’Università di San Jose State con un solo anno di esperienza in Division 1-A per essere preso dai “suoi” Cowboys, è il protagonista di una storia che per certi versi ha dell’incredibile. Ma è semplicemente un capitolo in questo vorticoso movimento di giovani che ruota attorno al roster dei Cowboys di quest’anno.
Coach Parcells non ricorda di aver mai avuto 10 rookies nel suo roster. Almeno in nessuno dei suoi teams vincenti. E ne ha allenati, di vincenti più che di perdenti, nei suoi 17 anni di carriera.
Quest’anno, Parcells si è tenuto tutte le otto scelte del draft – la safety Justin Beriault è stato messo nella injury list per il suo ginocchio – insieme ai rookies free-agent Thomas “Pepper” Johnson (DT), Jon Condo (deep snapper) e Thompson.
Aggiungendo la guardia Stephen Peterman, i Cowboys hanno 12 giocatori che non hanno mai giocato una partita ufficiale. Il fullback al primo anno Losaka Polite, che lo scorso anno era in practice squad e venne chiamato a giocare uno scampolo finale di partita contro i Giants, è considerato il veterano del gruppo. “Credo si possa dire anche questo”, ha detto Polite, che compirà 24 anni mercoledi prossimo con quasi una partita NFL al suo attivo…
E non è che Parcells non avesse scelta: basti pensare al veterano DT Leo Carlson, al linebacker Eric Ogbogu o al deep snapper Jeff Robinson. “Ho fatto il letto” ha detto lunedi il coach, apparentemente sereno per le scelte fatte “Adesso mi sto riposando”.
Una botta di gioventù, quindi, e comunque sorprendente quando si considera come alcuni di questi rookies siano emersi dall’oscurità più profonda.
“C’è un paio di ragazzi che sono saltati fuori dal nulla.” ha detto Parcells “Ratliff, ad esempio, proprio non me l’aspettavo. Pepper Johnson invece è stato come un dono dal cielo. Abbiamo fatto i compiti a casa con tanto impegno, e credo che verremo ripagati per questo”.
Di questi 12 rookies e giocatori al primo anno, solo Johnson, Barber e forse Ratliff non partiranno per San Diego. Ware, Petitti, Polite e Condo giocheranno contro i Chargers, e se Parcells deciderà di lasciare Thompson come kick returner, il ragazzo di Irving potrebbe essere il primo giocatore dei Cowboys a toccare palla nella stagione 2005. E, a parte ciò, tutto il resto del gruppo dovrebbe riuscire a ritagliarsi il suo spazio sul terreno di gioco.
I Cowboys non solo si sono svecchiati rapidamente, ma lo hanno fatto in buona parte nella zona alta del roster. “Questa può essere una buona notizia ed una cattiva notizia” ha detto Parcells. “E’ una buona notizia per il futuro, ma può essere cattiva per il momento presente. Ma forse, tra sei settimane potremmo non aver più brutte notizie”.
Parcells, che ha già preparato il suo letto, spera davvero di aver ragione…
N.d.A: RICORSI STORICI.
I Dallas Cowboys, con 12 rookies in squadra, nel 1975 giunsero al Wild Card game, batterono i Minnesota Vikings 17-14 nel Championship game con il famoso “Hail Mary Pass” di Staubach per Drew Pearson, per perdere poi il Superbowl 21-17 contro Pittsburgh. Historia magistra vitae…