Ottima la seconda, Detroit battuta 38-6.

Chicago esordisce nel migliore dei modi davanti al proprio pubblico del Soldier Field. Vince la prima gara stagionale, la stravince contro un’avversaria di division ed evidenzia ottime cose in ogni reparto. Una partita che ci dice due cose fondamentalmente: la difesa è ancora il punto forte dei ragazzi di Lovie Smith, nonostante una buona prestazione dell’attacco, ma anche che Chicago c’è, è una squadra e può togliersi qualche soddisafzione per il 2005. I Lions escono dall’incontro nettamente ridimensionati dopo la bella vittoria in week 1 su Green Bay e mettono in evidenza ancora molti limiti. Per Steve Mariucci ci sarà ancora da lavorare sui giovani giocatori di Detroit, ma la stagione è lunga e oggi, onestamente, era davvero difficile fermare una Chicago in gran spolvero e con tanta, troppa voglia di rifarsi e dimostrare di essere squadra. Andiamo comunque con ordine a vedere come tutti e tre i reparti dei Bears siano risultati fondamentali per la vittoria di oggi.

ATTACCO

Da tanto non si vedeva l’offensive game di Chicago rendere in questo modo sul terreno di gioco. Una rondine non fa primavera, lo sappiamo, ma oggi i Bears hanno davvero fatto ottime cose e 24 punti segnati sono un ottimo bottino per il reparto più sterile di tutta la NFL durante la stagione passata. Solo quattro volte al punt, i giocatori di Smith hanno fatto ciò che l’head coach aveva chiesto per tutta la settimana: tenere il pallone, farlo girare con calma e precisione, usare le corse per colpire la difesa avversaria nel profondo. Alla fine i Bears hanno avuto un possesso nettamente superiore agli avversari in termini di tempo e si sono conquistati 336 yards. Ottimo nelle giocate di conversione di terzo down, dove i padroni di casa hanno ottenuto un 8 su 15 determinante ai fini di molti drive. Thomas Jones ha fatto quello che serviva sul running game ed è stato devastante. Il runningback di Chicago ha aperto le segnature dell’incontro dopo un turnover dei Lions, ha giocato tutta la partita ad altissimi livelli chiudendo con ben 139 yards in tabellino e due touchdown: il migliore. Segno che la linea stavolta ha retto benissimo, aiutando Jones a corerrere e Kyle Orton a mettere il proprio primo td pass in NFL. Buona la prova del rookie che gioca sapendo che il lancio è giocoforza una seconda scelta nel game plan del team, ma che ne è ovviamente parte fondamentale. Buon lavoro sul gioco mediocorto, preciso e con pochissime sbavature. Orton chiude con 14/21 per 150 yards e un td lanciato magnificamente per Mushin Muhammad da 28 yards. Il receiver ex-Carolina è stato ovviamente il primo target del giovane quarterback che lo ha pescato sei volte per ben 81 yards. Ma non sono mancati lanci per ogni giocatore che partisse dalla linea di scrimmage, dal rookie Mark Bradley al TE Desmond Clark, fino al secondo WR Justin Gage. Un attacco efficace e ben orchestrato, che deve ancora imparare ad osare via aerea ma che gioca comunque sulla base fondamentale del non commettere errori.
Nota a margine per il rookie Cedric Benson, il quale ha oggi avuto a disposizone qualche possesso in più rispetto alla week 1. Tre snap a fine secondo quarto e un’altra dozzina verso il finale di gara; Benson appare ancora fuori forma, ma certamente il suo apporto diventerà utile nel proseguo della stagione. Oggi, da backup di un Jones immenso, si regala 16 portate per 49 yards, converte qualche primo down e riesce anche in una “fuga” da 19 yards. A Chicago lo aspettano, lui sta cominciando a rispondere, ma serve ancora pratica e allenamento per togliere un po’ di ruggine causata dall’holdout estivo.

DIFESA

Non ci sono parole per descrivere la partita di Brian Urlacher, leader di una difesa che ha rimandato a Detroit il povero Joey Arrington con cinque intercetti (career high). Urlacher (7 tkl e 2 sacks) ha dominato come sempre la difesa, gestendola e guidandola a un’impresa maiuscola contro l’attacco di un Roy Williams in gran spolvero (96 yards e un td da 51 di ricezione) e limitando Kevin Jones, fermo a 22 yards corse sulle sole 29 totali di squadra. Il match era cominciato con un impressionante intercetto di Ian Scott, saltato”in faccia” ad Arrington direttamente dalla D-line. Il secondo drive aveva trovato però impreparate le secondarie e regalato un big play sull’asse Arrington-Williams da touchdown, con successivo extra-point bloccato da Alfonso Boone. Poi solo il dominio difensivo di Chicago, con altri quattro intercetti (due di Vasher e uno di Briggs), compreso quello della safety Mike Brown riportato in meta a fine secondo quarto. Un po’ di sofferenza si è notata sui lanci sul profondo, ma solo raramente le giocate di Detroit hanno avuto una certa efficacia, Harrington è spesso stato sotto pressione e si è dovuto accontentare di 196 yards e lanci spesso forzati nel tentativo di trovare la giocata giusta. Alla fine la difesa ha concesso 234 yards, impedito tre conversioni di quarto down su altrettanti tentativi e di nove terzi down su quattordici, oltre ai già citati cinque turnovers, un touchdown e due sacks.

SPECIAL TEAM

La nota stonata della giornata è il kicker Doug Brien, giocatore che altre volte ha mostrato parecchi limiti sui field goal e che oggi chiude con un misero 1/3 sbagliando anche dalle 36 yards. C’era molto vento, vero, ma se quei sei punti fossero serviti realmente oggi saremmo qui a rimuginare su una sconfitta strana, una vittoria sfumata proprio come a Washington, dove Chicago doveva fare di più e dove, a onor del vero, Brien non ha mai avuto possibilità di calciare ed è quindi pienamente assolto. Comunque, per la cronaca, a Chicago sarebbe bene abituarsi al vento. Paul Edinger a qualcuno manca già, ma diamo tempo al tempo. Il resto delle squadre speciali riesce a bloccare un extra-point di Remy Hamilton con Boone e, soprattutto, riporta un punt in meta dopo un grandissimo ritorno di Bobby Wade da 72 yards. Se i due errori in attacco di Brien non hanno avuto quindi nessun esito vero e proprio sulla gara ma servono solo a fini statistici, le altre due giocate ci hanno permesso di rimanere prima in vantaggio nonostante la segnatura dei Lions (7-6), e successivamente di aprire il break decisivo nel secondo quarto e portarci, grazie a Wade, sul 17-6 per poi dilagare.

Quale conclusione?

Segnare con ogni reparto schierato è sempre molto positivo, e il preciso e attento attacco dà segnali di fiducia per il futuro. Domenica prossima contro i Cincinnati Bengals, grande sorpresa di avvio stagione, sarà probabilmente più dura, ma la difesa resta una certezza e l’attacco comincia probabilmente a trovare una certa quadratura. La stagione di Chicago sarà tutta da vedere, non c’è nulla di certo, ma pare cominci a funzionare qualcosa dove prima c’erano tantissimi problemi. Ogunleye ha abbandonato il campo per infortunio e il suo recupero appare necessario per la prossima sfida contro una squadra davvero in grandissima forma in questo avvio. Nalla division perdono ancora Minnesota e Green Bay che vanno entrambe a 0-2. Questo lascia supporre, anche se siamo solo all’inizio, che la North Division potrebbe essere molto combattuta ed equilibrata, nonché aperta a tutte e quattro le franchigie, anche se il record di vittoria rischia di essere piuttosto basso.