“Dog Fight” al Cleveland Browns Stadium: Browns 20 – Bears 10
Un vero e proprio “Dog Fight” è andato in scena al Cleveland Browns Stadium ieri. I Browns hanno avuto ragione dei Chicago Bears per 20 – 10 dopo un classico “defensive struggle”. Del resto dopo aver visto le prime giornate di entrambe le squadre non ci si poteva aspettare niente di diverso.
Il risultato sta probabilmente un po’ stretto ai Bears che tutto sommato hanno fatto vedere più gioco offensivo, ma la fortuna ha voltato loro le spalle nel momento decisivo quando nel 4° periodo, subito dopo aver subito il TD Dilfer-to-Bryant del 13-10 (100° TD per Dilfer nella sua 100° partita da titolare), si sono trovati a giocarsi il drive chiave senza l’infortunato RB Thomas Jones (che aveva giocato fino a quel momento una partita eccezionale correndo per 137 yards in 24 portate) e, appena al 3° gioco del drive, un pasticcio A. Peterson/K. Orton causava un fumble ricoperto da Cleveland. Questo turnover portava ad un altro TD Dilfer-to-Bryant (2 TD in appena 38 secondi di gioco effettivo) che chiudeva la partita.
A parte i due lampi di cui sopra, l’attacco dei Browns è stato inguardabile per tutta la partita (278 yards totali, di cui 61 sui due TD) . Il gioco di corsa non riusciva a guadagnare le yard necessarie a rendere le play action credibili e la difesa dei Bears portava l’attacco di Cleveland costantemente a rischiare la conversione di terzi-e-lungo (5 su 13 sui terzi down a fine partita). Cleveland si è scoperta ancora una volta una squadra “Tight End dipendente” in quanto, sempre lasciando perdere per un momento i due lampi offensivi Dilfer-to-Bryant, per gran parte della partita i giochi importanti sono venuti dai TE Aaron Shea e Steve Heiden (poche yards ma, come sempre, importantissime per l’economia della partita).
La palla della partita idealmente va consegnata alla difesa di Cleveland, perché ancora una volta linea offensiva, linebackers e secondaria sono riuscite a coprire le magagne di un attacco balbettante. Il defensive coordinator Todd Grantham ha dissimulato le coperture in modo impeccabile, l’ormai abituale 3-4 diventava in rapida successione 4-3 e perfino 5-2 mettendo ripetutamente in crisi il QB di Chicago.
Ma mai come oggi i Browns hanno bisogno di lavorare sull’attacco. La prestazione offensiva non lascia tranquilli in vista della trasferta a Baltimore di Domenica prossima (a chi fuori dal Cleveland Browns Stadium gli faceva i complimenti, Trent Dilfer rispondeva con una buona dose di sarcasmo: “Grazie. Si, veramente due bei lanci”). Occorre tenere i piedi per terra e trovare il modo per arrivare al gioco aereo in modo più stabile e convincente. Bisogna evitare che la super-difesa dei Ravens occupi in pianta stabile il “box”, bloccando Reuben Droughns e rendendo così l’attacco dei Browns prevedibile e monodimensionale. Prevediamo una settimana intensa per Maurice Carthon.
I Browns comunque prendono, incartano e portano a casa la 15a. vittoria in casa su 50 partite giocate a Cleveland dal loro rientro nell’NFL nel 1999. E, si sa, dopo una “W” si lavora tutti molto meglio.