La maledizione è finita!

Bisogna tornare indietro al novembre 1993 per trovare una vittoria interna dei Chicago Bears contro i rivali di sempre, quei Green Bay Packers che con Brett Favre in campo detenevano fino ad oggi un record di 12-1 al Soldier Field, inclusa la partita su campo neutro mentre il nuovo stadio di casa era in costruzione. Dodici lunghi anni di attesa per tirare finalmente un sospiro di sollievo, per poter esultare di una vittoria che anche se non mancava da così tanto in trasferta nel Wisconsin (dove i Bears si sono imposti più di frequente negli ultimi due lustri), sembrava ormai irraggiungibile sul terreno di casa. Una maledizione finalmente vinta, una giornata di nuovo positiva nella gara NFL più antica che si conosca. E anche stavolta non è stato facilissimo avere la meglio, con un Kyle Orton in difficoltà nel forte vento di Chicago e una difesa che, come al solito, ha gettato le basi della vittoria e segnato l’unica meta della squadra. Green Bay è uscita sconfitta per 19-7 ma certamente a testa alta, in una partita nella quale non avrebbe certo potuto sperare molto di più visto l’andamento della stagione, la serie infinita di infortuni avuti finora e la difesa che si trovava di fronte oggi, la migliore della lega e alla caccia di record da battere.

Green Bay tiene spesso il pallone approfittando soprattutto di un primo tempo di discreta fattura a parte l’intercetto che nel finale dava la possibilità a Chicago di Mettersi avanti. Brett Favre ha lanciato molto, moltissimo, nel vento di Chicago per cercare di sfruttare il profondo e cogliere di sorpresa le secondarie dei padroni di casa. Sam Gado ha svolto un lavoro discreto per essere un rookie, le sue 20 portate hanno portato 75 yards, ma il gioco centrale ed in off tackle oggi non poteva molto di più contro Lance Briggs (9-2) e Brian Urlacher (12-1), assolutamente onnipresenti nel box contro il gioco di corsa e sempre pronti al raddoppio sui lanci nel mezzo. Ottimo anche il lavoro della strong safety Mike Brown, con 6 tackle totali e un sack con fumble forzato durante uno dei frequenti attacchi al backfield avversario. Difesa che lavora benissimo anche nel punto che Favre cerca di aggredire di più quel “campo lungo” che spesso ha messo in difficoltà la retroguardia di coach Lovie Smith. Favre lancia ben 58 palloni, ma i difensori avversari ne vanno a sporcare parecchi, intercettandone due che portano dieci punti e senza lasciarsi scappare troppe volte i receivers di Green Bay. I 31 completi del #4 delle Cheeseheads hanno fruttato alla squadra 277 yards sulle 358 totali, soprattutto grazie alle giocate per il RB Tony Fisher (7/69) e per Donald Driver (8/64), ma i Packers non sono riusciti a concludere un solo drive positivamente, eccezion fatta per quello che ha visto Gado varcare su corsa la linea di endzone avversaria per il momentaneo 7-6. Il primo tempo ha visto Green Bay cercare di portare avanti il risultato giocando persino un quarto down e provando a sfruttare un avvio piuttosto a rilento dei padroni di casa, ma la difesa di Chicago ha tenuto bene nonostante sia stato il secondo tempo il momento in cui i Bears sono riusciti a mettersi in condizione di dominare con maggior costanza l’avversario.

La linea offensiva di Green Bay ha retto molto bene in copertura del quarterback in modo che gli ends Ogunleye e Brown non riuscissero a trovare il solito gioco di prepotenza nel backfield avversario. Così sono serviti blitz da lontano per atterrare Favre e provocare fumble, nonché obbligare il passer in gialloverde a sparare alcuni palloni un po’ confusi per aria. Così Charles Tillman (6-1, sack, INT) a fine primo tempo riusciva prendere un pallone importante all’interno della propria redzone e riportarlo per 95 yards; il poco tempo a disposizione obbligava ii Bears al calcio del 9-6. Nel quarto periodo era invece Nathan Vasher, sempre più impressionante nelle sue giocate, a pizzicare l’ovale messo in cielo da Favre e segnare l’unico TD dei Bears per il 19-7 finale. Ma nonostante il buon gioco dofensivo e i 4 take aways a favore, l’attacco dei Bears non è riuscito ad essere determinante come ci si aspettava. Kyle Orton ha avuto grossi problemi, lanciato pochi palloni (17) e piuttosto male (6 completi e un intercetto), conquistato solo 68 yards e lasciato più di una perplessità agli osservatori. Il secondo pallone è costato l’intercetto e nonostante le buone posizioni di campo né lui né il comunque ottimo gioco su corsa (139 yards su 188 totali) sono mai riusciti a trovare la giocata giusta. Dei tre ingressi in redzone solo tre field goal tentati di cui due andati a segnno. E’ stato infatti Robbie Gould (4/5) il miglior marcatore dei Bears, grazie ai suoi calci Chicago è quasi sempre stata davanti in partita senza riuscire però mai a chiudere il risultato fino all’intercetto di Vasher. Le note positive nell’offensive game dei Bears sono il buon recuper di Bernard Berrian (3/59) capace di essere il miglior ricevitore di giornata e di un paio di ricezioni importanti, il solito grande Thomas Jones (19/93) che ha superato le 1000 yards in stagione per la prima volta in carriera e il backup Adrian Peterson (11/48) fondamentale nell’entrare in campo quando a Jones serviva un attimo di pausa. Non tutto da buttare quindi, ma l’ennesima prova così così del quarterback non dà troppa sicurezza a Chicago in attesa del match contro Pittsburgh, fortissima a difendere sul running game e dove servirà di conseguenza maggior incisività sui lanci.

La partita è stata fondamentalmente brutta, con parecchi errori e due attacchi poco incisivi aldilà dei numeri, con un Favre come al solito a fare gli straordinari e forzare troppi palloni e una difesa di Chicago solida e compatta come non mai. I Packers ci mettono anche molto coraggio nel primo tempo, giocano convinti su ogni pallone prima di spegnersi, come sempre, negli ultimi due quarti; a tenerli in vita fino a quattro minuti dalla fine l’attacco opposto, bravo a correre meno a chiudere down e tenere palla come di solito riesce comunque a fare. Orton spaesato e pochi rischi presi dalla sideline che preferisce addirittura un field goal (che non avrebbe dato certezze) su un gioco da 4° & 2 nella quarta frazione sulle 17 yards avversarie. Lovie Smith tende a non voler osare in una partita così, dando piena fiducia a una difesa che ome al solito lo ripaga, ma in attacco serve davvero qualcosa di più per il futuro prossimo.

Intanto Chicago si gode la vittoria nel rivarly game per eccellenza dell NFL, lo conquista in casa dopo un tempo che sembrava infinito dall’ultimo trionfo. Il record di 9-3 avvicina sempre più gli uomini di Smith alla postseason, e anche se la corsa contro i Vikings (7-5) è tutt’altro che finita per la NFC North cominciano ad aprirsi addirittura gli spiragli di una wild card.