Colts, i giorni dell’attesa

C’è voluto un challenge per verificare che Josh McCown aveva perso il pallone prima di entrare in end zone e quindi per annullare il TD che avrebbe regalato la vittoria ai Cardinals. Invece il punteggio è rimasto 17-13 per i Colts, che hanno così potuto festeggiare la loro vittoria numero 14 (record di sempre, anche se nel 1968 il 13-1 era un risultato percentualmente migliore) e regalare il pallone della partita a Tony Dungy che, acclamato da tutto l’Rca Dome di Indianapolis, alla fine ha alzato la palla al cielo in segno di saluto verso il pubblico e come evidente dedica al figlio James, da poco scomparso.

La partita non aveva altri significati e i Colts l’hanno giocata senza tantissimi titolari: Peyton Manning ha lanciato due sole volte per tutelare la sua striscia di partenze da titolare in stagione regolare (arrivata a 128 partite) e poi si è seduto in panchina, dove invece è rimasto per tutto il tempo Edgerrin James anche se sanissimo. Un solo drive per Reggie Wayne (che per la prima volta in carriera ha più ricezioni di Harrison), un paio di ricezioni per Marvin Harrison, che ha testato il completo recupero della sua mano.

Per il resto tanti assenti per infortuni più o meno importanti (Sanders, Mathis, June, Reagor, Simon, Diem e Stokley) che dovrebbero però essere recuperati per il week-end del 14-15 gennaio, quando i Colts torneranno in campo per l’inizio dei loro play-off.
L’avversario è ovviamente ancora da definire: potrebbero essere i New England Patriots se batteranno i Jaguars, ma pure i Pittsburgh Steelers se questi ultimi passeranno a Cincinnati. In ogni caso un avversario tostissimo, anche se entrambi già battuti in regular season e anche abbastanza nettamente.

Questo il commento finale di Dungy: “Questo è il modo migliore di concludere la stagione. Le 14 vittorie sono un record per noi, e sono molto orgoglioso della squadra. Ora abbiamo una settimana di tempo per rimetterci a posto in vista dei play-off“.