John Albert Elway
John Albert Elway nacque il 28 Giugno 1960 a Port Angeles, nello Stato di Washington, e sin dalla più tenera età dimostrò le sue grandi doti atletiche.
Era un passatore talmente forte e preciso nella Pop Warner League ed alle scuole elementari che, una volta pronto per il liceo, suo padre fece armi e bagagli, trasferendo l’intera famiglia nell’area di Los Angeles; il tutto per consentire a John di giocare nell’attacco, prevalentemente basato sul passing game, della squadra della Granada Hills High School, i Cougars.
La mossa si rivelò decisamente positiva: Elway completò il 60% dei passaggi per 5.711 yards e 49 touchdowns nei suoi quattro anni di scuole superiori.
Nel 1979, John era il miglior giocatore della Nazione.
Alto, forte, con grande mobilità in scramble, veniva considerato dagli scouts universitari come una micidiale macchina da punti, sia nel gioco aereo che su corsa.
Era anche un ottimo prospetto nel baseball, addirittura scelto dai Kansas City Royals appena uscito dalla high school.
Nonostante ciò, John decise di frequentare la Stanford University, nota per i suoi elevati standards accademici, ed altresì per il suo attacco votato al gioco di passaggio.
Al termine della sua carriera universitaria, John Elway realizzò i records della NCAA Division I per tentativi di passaggio e completi, il record assoluto NCAA per la più bassa percentuale di intercetti (3,13%), nonché per il numero di partite con più di 200 yards lanciate (ben 30).
In quattro anni, passò per qualcosa come 9.349 yards e 77 touchdowns, guadagnandosi meritatamente il titolo di All-America nell’anno da senior (terminando alle spalle di Herschel Walker nella corsa al Heisman Trophy), e laureandosi in Economia nel 1983.
Scherzo del destino: l’ultima partita di John all’università, contro gli arci-rivali di sempre, i Bears di California, si chiuse con una delle giocate più famose nella storia del college football, nota come “The Play”.
Dopo un FG che aveva portato Stanford in vantaggio di un punto a pochissimi secondi dalla fine, Cal riportò in meta il successivo kickoff, con ben 5 passaggi laterali, aggiudicandosi l’incontro.
La banda di Stanford, che era già entrata in campo, venne stordita dal ruggito di vittoria dei Bears.
Il giovane QB ai tempi di Stanford
Come ben sappiamo, spesso al college si praticano due sport diversi: Elway, che aveva anche giocato a baseball in quel di Stanford, fu addirittura scelto dai New York Yankees nel draft 1981, e passò l’estate giocando per Oneonta, con una media battuta di .318 e 25 RBIs in 42 partite, record di squadra.
Con la maglia di Oneonta
Nell’Aprile del 1983, venne selezionato al draft dai Baltimore Colts. A fargli compagnia nell’ingresso tra i pro, vi furono altri grandi QBs: Dan Marino, Jim Kelly, Todd Blackledge, Tony Eason e Ken O’Brien.
I Colts ne fecero la prima scelta assoluta di quell’anno, ma John lasciò di stucco il mondo del football, rifiutando di vestire la maglia della formazione del Maryland.
I diritti sul giocatore vennero quindi ceduti ai Denver Broncos, in cambio del QB Mark Herrmann, dei diritti sull’OL Chris Hinton, ed una prima scelta nel draft 1984.
La franchigia del Colorado non ci pensò due volte a mettere il ragazzo sotto contratto, assicurandoselo per 6 anni a 12.7 milioni di dollari.
Prima dell’arrivo di Elway, il successo dei Denver Broncos si era fondato sulla mitica difesa dei tardi anni ’70, soprannominata “Orange Crush”, che si era aggiudicata il Championship AFC del 1977, prima di cadere sotto i colpi dei Dallas Cowboys nel Super Bowl XII.
Nella stagione 1983/84, il rookie John Elway giocò 10 incontri da titolare (il primo dei quali nell’opener contro Pittsburgh, con solo 1 su 8 per 14 yards, 1 intercetto e 4 sacks, n.d.r.), sostituendo l’infortunato Steve DeBerg.
Il 18 Settembre, Elway lanciò il suo primo TD pass (33 yards per Rick Parros); ma con solo 1 passaggio vincente e 5 intercetti, venne panchinato in favore di DeBerg, e rimase sulla sideline per i successivi 4 incontri.
L’11 Dicembre, ecco la gemma: Elway orchestrò la prima delle molte rimonte in carriera; sotto per 19-0 contro i Colts, John lanciò 3 TD passes (l’ultimo dei quali in situazione di 4° down per Gerald Willhite), conducendo i Broncos alla vittoria per 21-19. In quell’occasione, il giovane QB passò per 345 yards senza alcun intercetto.
La sua prima annata tra i pro si chiuse col 17mo posto nel ranking dei quarterbacks.
La stagione successiva vide John disputare tutti gli incontri, lanciando 18 TD passes e guidando i suoi ad un 13-3 in regular season.
Giunto al 1985-86, Elway stava ormai riscrivendo i libri delle statistiche dei Broncos, con 237 completi su 605 tentativi e 3.891 yards.
Grazie al proprio QB, Denver era al comando della Lega in fatto di total offense e di giochi su passaggio.
L’annata 1986-87 fu ancora incredibile sotto il profilo delle statistiche, ma viene universalmente ricordata per una straordinaria performance di John nella postseason, che segnò il suo passaggio da ottimo quarterback a leggenda della NFL: una serie offensiva da 15 giochi per 98 yards nell’AFC Championship, nota come “The Drive“.
In svantaggio di 7 punti con meno di 6 minuti al termine e dovendo partire dalle proprie 2 yards dopo un punt dei Cleveland Browns, Elway prese la bacchetta e diresse una sinfonia perfetta ed emozionante, che culminò in un TD pass da 5 yards per Mark Jackson.
La segnatura, giunta a 39 secondi dal termine, mandò l’incontro ai supplementari; in overtime, John guidò i Broncos per altre 60 yards, mettendo Rich Karlis in condizione di calciare il FG della vittoria, per 23 – 20.
Nonostante la sconfitta patita due settimane dopo contro i New York Giants nel Super Bowl XXI, John aveva cominciato a costruire le propria reputazione di miglior QB da rimonta di sempre.
A testimonianza degli straordinari risultati di quell’anno, John ricevette la convocazione, per la prima volta, al Pro Bowl.
Le stagioni successive videro la continua crescita di Elway, che si confermò come uno dei migliori quarterbacks della Lega.
Nel 1987-88, passò per 300 yards in 4 diversi incontri, guidando ancora una volta i Broncos al Championship AFC, ma solo per soccombere ancora nel Grande Ballo: nonostante fosse stata Denver a passare in vantaggio con una bomba da 55 yards di Elway per Ricky Nattiel nella prima azione dell’incontro, il Super Bowl XXII vide prevalere i Washington Redskins.
Sulla copertina di “Sports Illustrated”
John venne selezionato ancora al Pro Bowl, stavolta come titolare, e fu altresì nominato MVP della NFL.
Nonostante i molti infortuni del 1988-89, Elway venne nominato, per la quarta stagione consecutiva, come MVP dei Denver Broncos.
Nel 1989-90, John guidò Denver al suo terzo Championship, ma ancora una volta il sogno di conquistare il Vince Lombardi Trophy si infranse; stavolta furono i San Francisco 49ers di Joe Montana ad imporsi, con un impietoso 55-10, nel Super Bowl XXIV. John mise a segno l’unico TD della gara per i suoi.
Ci sarebbero voluti quasi 10 anni perché Elway avesse la possibilità di risorgere nella partita più importante. Al contempo, ricevette per la terza volta la convocazione al Pro Bowl.
I Broncos, forse ancora storditi dalla sconfitta rimediata nella finalissima, vissero una stagione 1990-91 decisamente deludente, nonostante il record personale di John Elway nella percentuale di passaggi completati.
Quella del 1991-92 fu un’altra annata stellare, che vide Elway mettere a segno l’unico suo TD su ricezione, grazie ad un passaggio del compagno Steve Sewell: in quella stessa partita, la prima di campionato contro i Cincinnati Bengals, John realizzò anche 2 TDs su corsa e lanciò altrettanti TD passes.
I Broncos tornarono così ai playoffs, nei quali sconfissero gli Houston Oilers nel Divisional, al termine di una straordinaria rimonta. Dopo essersi trovata in svantaggio per 21-6, Denver era riuscita a portarsi a -1, sul 24-23, con la palla sulle proprie 2 e 2’07” dal termine, senza più timeouts. Nel drive successivo, Elway conquistò un primo down in scramble in situazione di 4° e 6, scagliando poi un missile da 44 yards per Vance Johnson, che mise David Treadwell in condizione di calciare il FG della vittoria. Qualcuno definì quella serie come “The Drive II.”
John volò ad Honolulu per la quarta volta in carriera.
Nonostante i Broncos non fossero stati in grado di puntare al Super Bowl nel 1992-93, Elway aggiunse un’altra splendida vittoria in rimonta al proprio carniere, lanciando 2 TD passes nell’incontro di regular season contro i Kansas City Chiefs.
In azione contro KC, mentre la tormenta infuria
John Elway venne nominato MVP della AFC nel 1993-94, e ricevette la quinta convocazione al Pro Bowl.
Fu il migliore della Lega in fatto di tentativi di passaggio, completi e percentuale di questi ultimi: inoltre, guidò la AFC in fatto di yards, lanciandone almeno 4.000 per la prima volta in carriera.
Nelle due stagioni seguenti, Elway infranse altri records.
Nel 1994-95 si guadagnò la sesta convocazione al Pro Bowl, mentre nel 1995-96 divenne il secondo giocatore nella storia della Lega a lanciare per almeno 3.000 yards in 10 stagioni, ed il settimo a raggiungere le 40.000 su passaggio.
Nel 1996-97, John stabilì un nuovo primato NFL per vittorie in carriera di un QB titolare, e divenne il terzo giocatore di sempre a passare per 45.000 yards.
Raggiunse Fran Tarkenton, divenendo il solo altro giocatore a passare per 40.000 yards e correre per 3.000 in carriera, superando Randall Cunningham in fatto di tentativi su corsa di un QB.
Dopo 14 anni a Denver, era il quarterback titolare più vincente nella storia della Lega.
Ma ancora qualcosa mancava, la vittoria più importante, che era ormai divenuta una sorta di maledizione per lui.
I cambiamenti fatti nei 2 anni precedenti a Denver, in termini di front office, roster e persino di design delle uniformi, cominciarono a dare i propri frutti nella stagione 1997-98.
L’Head Coach Mike Shanahan aveva costruito una squadra di livello superiore in pressoché ogni posizione, creando intorno a John Elway la miglior formazione da questi mai guidata sul terreno del Mile High Stadium.
Con un attacco su corsa stratosferico, guidato dal grande running back Terrell Davis, John guidò i Broncos al loro quinto Super Bowl.
Nella marcia di avvicinamento al Grande Ballo, infranse il record di franchigia con 27 TD passes, e superò il traguardo delle 50.000 yards di total offense in carriera.
Il Super Bowl XXXII venne da molti ritenuto una sfida all’ultimo sangue tra John Elway e Brett Favre, alla guida dei Campioni del Mondo uscenti, i Green Bay Packers.
Questi ultimi avevano il favore del pronostico ed andarono a segno nel drive di apertura al Qualcomm Stadium di San Diego.
Questa volta, però, la gara non sarebbe stata una ripetizione delle precedenti apparizioni dei Broncos al Super Bowl.
Denver partì a testa bassa e pareggiò velocemente; l’incontro ebbe un andamento altalenante per tutta la sua durata.
Il terzo quarto vide una giocata che ben riassume il coraggio, la determinazione e le prodigiose doti fisiche di John Elway.
In situazione di terzo down dalle 10 di Green Bay, con un primo down cruciale da conquistare ad ogni costo, Elway giocò una bootleg a destra, e guadagnò 6 yards prima di scontrarsi con 2 difensori di Green Bay. Se esiste un momento in cui si può vincere un Super Bowl, bè, era arrivato. Dopo il contatto, John si lanciò in avanti, abbassò la testa, ed in salto conquistò le restanti 2 yards per il primo down.
I Broncos misero a segno una meta. Era chiaro a tutti che Elway non aveva alcuna intenzione di venire nuovamente sconfitto.
Nell’ultimo quarto, John diresse un altro drive magistrale, conclusosi con la terza segnatura di Terrell Davis, che diede ai suoi il vantaggio e spense la luce ai difensori di Green Bay.
La retroguardia di Denver pensò al resto e John Elway, con la squadra che aveva guidato per 15 anni, finalmente vinse un Super Bowl.
Le nuvole nere, cariche di dubbi ed incertezze, che si erano addensate su di lui sin dalla prima sconfitta nel Grande Ballo, vennero spazzate via da un’indimenticabile festa, di vittoria e di riscatto.
Un commosso Elway portato in trionfo dai compagni: ha appena vinto il suo primo Super Bowl
La stagione 1998-99 sarebbe stata l’ultima di John, ma ciò non si potè certo desumere dalle sue prestazioni.
In regular season, Elway tagliò il traguardo delle 50.000 yards su passaggio, il secondo giocatore di sempre a riuscirci.
Divenne altresì il terzo QB nella storia a lanciare 300 TD passes in carriera. John portò Denver ad un parziale di 13-0, eguagliando il secondo miglior record nella storia della Lega, disputando, nell’ultima di campionato, la sua 36ma partita con almeno 300 yards lanciate.
In Gennaio, John Elway divenne il primo quarterback a giocare 5 Super Bowls da titolare.
Qualora avesse avuto detrattori dopo la sua vittoria dell’anno precedente, la sua straordinaria performance nel Super Bowl XXXIII li avrebbe messi tutti quanti a tacere.
Contro gli Atlanta Falcons, guidati dall’ex coach dei Broncos, Dan Reeves, John completò 18 passaggi su 29 per 336 yards ed un touchdown, realizzandone un altro su corsa, nella partita vinta per 34-19.
Oltre al secondo Super Bowl, John venne anche nominato MVP dell’incontro.
John solleva il per la seconda volta di fila il Vince Lombardi Trophy
Ad una domanda, John Elway non aveva ancora risposto: sarebbe tornato con i Broncos l’anno successivo, per tentare di vincere il terzo titolo NFL consecutivo?
Dopo essersi gustato la vittoria contro Atlanta per qualche settimana, Elway diede la tanto attesa risposta. Menzionando l’età, gli infortuni e la necessità di preparare il proprio corpo per l’ennesima stagione, decise di ritirarsi da Campione del Mondo in carica e godersi il meritato riposo.
Oggi, John Elway vive ad Englewood, Colorado.
Si mantiene impegnato, dividendo il suo tempo tra la famiglia, gli affari (è proprietario e GM dei Colorado Crush nella Arena Football League, oltre ad aver ideato la “Elway Home Collection”, una linea di mobili, in partnership con la Bassett Furniture Industries, n.d.r.) e la Elway Foundation, ente nonprofit creato da John stesso nel 1987 per fare prevenzione ed aiutare i bambini vittime di violenza.
L’08 Agosto 2004, nel suo primo anno di eleggibilità, Elway è stato introdotto nella Pro Football Hall of Fame di Canton, Ohio, insieme ad altre grandi stelle, come Barry Sanders, Carl Eller e Bob Brown.
Questi i numeri della sua eccezionale carriera:
– 234 incontri disputati;
– 148 vittorie (record NFL);
– 7.250 passaggi tentati;
– 4.123 passaggi completati;
– 56,9 % completi;
– 51.475 yards su passaggio;
– 7,10 yards per tentativo;
– 300 touchdowns;
– 226 intercetti;
– 79.9 rating su passaggio;
– 774 corse;
– 3.407 yards su corsa;
– 4.4 yards di media a portata;
– 33 touchdowns su corsa;
– 137 fumbles;
– 206 punti totali;
– 47 drives dell’ultimo quarto con pareggio o vittoria (record NFL).
John Elway è stato il leader indiscusso dei Denver Broncos per 16 stagioni.
Sarà ricordato non solo per le sue impressionanti statistiche, ma, soprattutto, per il suo spirito indomito e la sua determinazione d’acciaio, che l’hanno portato dalla più grande delle delusioni per un giocatore di football professionista al più importante dei successi: il trionfo nel Super Bowl.
Fonte: http://www.johnelway.com/johnelwaybio.aspx
Il sopra riportato testo costituisce una traduzione dell’elaborato originale, i cui diritti di proprietà intellettuale ed economica spettano al relativo Autore.
Un grandissimo John.Bravo Diego complimenti.E non sapevo che avesse giocato anche a baseball,
Ottimo …. direi che il grande merito di Elway sono i superbowl persi in cui porto la squadra quasi da solo alla finale !!
Grande Diego, hai trasmesso benissimo le tensioni e le gioie che hanno costellato la carriera di uno dei pi
una descrizione veritiera, John e’ un mito sul campo quanto lo e’ fuori
Grande Zio Warner….ottimo articolo, degno tributo ad uno dei migliori, a un combattente nato. Grazie di cuore.
Bellisima emozionante (come sempre)descrizione di uno dei migliori talenti nella storia di questo sport, oltre che mio idolo personale nei miei ricordi di ragazzino…poteva essere un perdente di successo, ma negli ultimi 2 anni di carriera la sorte gli ha reso quello che gli aveva negato anni prima.
Bellissimo articolo.