Jerry Azumah lascia, Brian Griese firma.

Dopo la firma del quarterback Brian Griese di ieri, la giornata di Chicago si è arricchita di nuove notizie. La prima riguarda il defensive end Israel Idonije, per il quale Jerry Angelo ha deciso di coprire l’offerta giunta da Buffalo. Una cifra piuttosto alta (1.85 milioni a stagione e 1.6 milioni di singing bonus) per un uomo di “rotazione”, giustificata dal GM dei Bears come una mossa per trattenere a tutti i costi un giocatore giovane e piuttosto dotato per concedergli il futuro del lato destro della D-line nel periodo che diverrà, prima o poi, il dopo Alex Brown. Per un difensore che viene “trattenuto” un altro che dice addio. Jerry Azumah ha infatti annunciato il ritiro dall’attività professionistica dopo sette stagioni passate in NFL e nei Chicago Bears. Il corner back, che al college di New Hampshire giocava running back, è costretto a lasciare per i continui infortuni, ultimo dei quali quello all’anca occorso durante il training camp del 2005 che obbligò il giocatore all’ennesimo intervento chirurgico. Giocatore di grande impatto, veloce ed ottimo ritornatore, Azumah è stato schierato spesso come nickel back nella passata stagione dopo la promozione a titolare del valido Nathan Vasher, mostrando comunque parecchie difficoltà di condizione. Dopo 106 partite nei Bears, il ventottenne di Oklahoma City abbandona in lacrime. Il momento più alto di una carriera che avrebbe potuto essere davvero di vertice resta la stagione 2003 quando Jerry conquistò il Pro Bowl. Il flash da incorniciare è invece il primo TD in lega, all’esordio ai playoff quando Azumah riportò in meta un lancio intercettato a Donovan McNabb.

Nuovo quarterback in depth chart.

Era nell’aria da qualche giorno, dopo che l’ex quarterback di Denver, Miami e Tampa aveva incontrato altre squadre, la destinazione più probabile era diventata proprio la Windy City e ieri è giunta la conferma. In una off season piuttosto spenta il nome importante è comunque arrivato. Non serviva un QB, si dirà, ma Chicago ha certamente optato per abbassare il rischio nello spot andando a firmare un veterano di grande esperienza e buone capacità. Brian Griese firma un triennale con 5 milioni di singing bonus che porteranno il suo contratto a circa 6 milioni per il primo anno. Serviva, Griese, ad una squadra che ha ricevuto troppe delusioni nei passer provati in questi anni e non è mai riuscita a sfruttare a fondo il potenziale dell’eternamente infortunato Rex Grossman. Rimarrà l’ex Gator, comunque, lo starter nella depth chart guidata da Lovie Smith, ma stavolta con una certezza in più, un backup come Griese capace di prendere in mano le redini dell’attacco e di guidare un offensive game con maturità e buon gioco. Kyle Orton non sarebbe una garanzia in questo suo secondo anno nel caso in cui Grossmann dovesse accusare nuovi infortuni o dimostrare di non essere pienamente recuperato, mentre Griese è capace di gestire le situazioni con più esperienza ed è certamente in grado di dare profondità ad un gioco aereo che nelle ultime stagioni è stato piuttosto latitante. Da non sottovalutare, inoltre, la possibilità per Grossman di avere un ottimo confidente sulla sideline.

Scelto al terzo giro (91° pick assoluto) del draft 1998 dopo aver speso la propria carriera NCAA a Michigan, il figlio dell’Hall of Famer Bob Griese si è accasato ai Denver Broncos per 5 stagioni, mettendosi in luce all’avvento del nuovo millennio con discreti numeri. Il 2000 in particolare è stato un buon anno per il trentunenne (ha compiuto gli anni il 18 marzo) nato a Miami, prima stagione con buone opportunità di giocare e chiusa con un rating di 102.9. Lasciato il posto a Jake Plummer, Griese si trasferì nella città natale in Florida per una stagione dove viene ricordato per la troppa panchina. Così l’anno seguente, siamo nel 2004, il salto a Tampa Bay alla corte di John Gruden, dove il nuovo quarterback guadagna fiducia del coach e posto da titolare alla week 5. Griese diventa inamovibile fino all’infortunio ai legamenti dello scorso anno che chiudono la sua stagione mentre i Buccaneers si trovano 5-1.

Giocatore non troppo mobile Griese dispone di una discreta lettura del gioco e di un braccio che, pur non essendo eccelso, è certamente in grado di colpire in più zone del campo ed evidenzia un buon tocco che lo rende piuttosto preciso nel servire. Arriva senza essere strapagato e senza pretendere il posto da titolare, anzi, dimostrando di avere un ottimo carattere e uno spirito di sacrificio tutto dedicato alla squadra. Upgrade importante per lo spot di quarterback dove ora Chicago può contare su un rinforzo di grande qualità per non farsi sorprendere da spiacevoli inconvenienti a stagione avviata. Griese arriva con un bottino di 103 td pass in carriera a fronte dei 78 intercetti, con un percentuale di lancio di 63.1% e un rating pass di 84.8.