Draft enigmatico
E’ terminato il draft 2006 della NFL e i tifosi di Chicago non si sentono per nulla soddisfatti dalle chiamate eseguite da Jerry Angelo e la sua “crew”. Per la prima volta il lavoro del GM appare incomprensibile, di difficile analisi, e pone obbligatoriamente delle domande alle quali risulta difficile rispondere. Alcuni di questi interrogativi riguardano certamente il perchè l’attacco, fonte di grossi problemi produttivi nelle ultime due stagioni, non abbia beneficiato di nessun upgrade e perchè un TE non sia stato scelto nemmeno dopo aver risolto la tanto spinosa questione dei defensive backs. Sfugge inoltre il motivo della chiamata gemella al secondo giro, dove due giocatori molto simili sono stati scelti per la priorità di trovare un giocatore in grado di ricoprire un ruolo nelle secondarie e giocare come returner. Misteri che ci verranno forse svelati in un futuro prossimo o che troveranno soluzione in stagione regolare come i supporters si augurano.
Al primo giro del draft Chicago rinuncia alla propria chiamata (26° pick) accordandosi con i Buffalo Bills per una trade down che permette ai Bears di avere una doppia scelta al secondo giro e di recuperare quella del terzo, persa nella affare Ricky Manning in favore di Carolina. E qui il primo colpo di scena. Chicago che rinuncia al primo round è un chiaro segnale di come il tanto dichiarato tight end non arriverà; fuori Vernon Davis e Mercedes Lewis i Bears si buttano sulle secondarie e cercano un giocatore all in one, una safety in grado di non rivoluzionare lo schieramento in campo e di sfruttare grande velocità e movimenti per riportare i calci. La risposta è Danieal Manning, junior da Abilene Christian, college di Division II. Sorprendente. Manning riporta un uomo di Abilene in NFL dopo ventuno anni, da quando cioè nel 1985 fu scelto Dan Remsberg. Il pick di Chicago sorprende per più di un motivo, soprattutto visto che si tratta di una prima scelta assoluta per la franchigia: in primo luogo un college di II^ divisione offre meno garanzie sui propri programmi rispetto ai più celebri di IA e IAA, in secondo luogo sarebbe probabilmente rimasto eleggibile anche al terzo o addirittura quarto round. In ultima analisi, la scelta successiva rende questa chiamata ancora più assurda. Il secondo nome chiamato è infatti quello di Devin Hester (Miami, Fla.), CB con poca esperienza sul campo ma grandissima esplosività come returner. Dopo la scelta di Manning, Jerry Angelo aveva spiegato che le secondarie erano un reparto che aveva assoluto bisogno di rinforzi, ma un giocatore di Div. II e un ritornatore puro con poca esperienza di ruolo vero e proprio sono due scommesse azzardatissime, ed entrambe giocate al primo giro di chiamate (secondo round del draft).
I numeri di Manning parlano comunque bene a livello collegiale, e le sue caratteristiche fisiche sono uscite alla grande durante le combine. Il 5 piedi e 11 per 202 libbre nato a Corsicana nel Texas ha messo in evidenza infatti una grande velocità (4.46 sulle 40), un ottimo fisico e un grandissimo istinto di gioco. Tempestivo negli interventi, buon lettore di offensive game avversari, ottimo colpitore ha bisogno di allenamenti da professionista e di maturare parecchio. Jerry Angelo fa sapere che, ovviamente, a Chicago hanno tutte le carte in regola per far crescere questo atleta il quale, nel frattempo, può abituarsi alla NFL giocando negli special teams.
Sorte alla quale pare destinato anche Devin Hester (5-11 per 189, 4.32 sulle 40), giocatore con poca esperienza di gioco ma che probabilmente è il miglior returner presentato a questo draft. Abilissimo con le mani, tratta la palla come un RB puro ed è abilissimo nei cambi di direzione e nei movimenti in mezzo al “traffico”. Potenzialmente può essere un receiver tanto quanto un RB, ma a Chicago di certo avrà solo, per ora, il posto di kick returner, pratica nella quale ha mostrato cose incredibili in Florida. Possibile il suo utilizzo in qualche situazione di dime defense, giusto per saggiarne le abilità anche durante il gioco “vero”.
Sarà per l’infortunio a Tank Johnson e ad una strategia societaria che eventualmente prevede qualche taglio che la pur forte D-line dei Bears ha richiesto la necessità di uomini anche in questo settore, probabilmente per continuare a sfruttare al meglio una rotazione in grado di mettere sempre molta pressione sulla tasca avversaria. Al terzo e quinto giro sono infatti giunti un tackle ed un end. Il primo è Dusty Dvoracek da Oklahoma, ragazzo difficile come carattere ma dal gioco duro e prepotente sulla linea. I Sooners lo tennero fuori squadra per un anno dopo che, completamente ubriaco, aveva picchiato a sangue un amico che era finito all’ospedale. Agile sullo snap, Dvoracek ha totalizzato 16 sacks in quattro anni di college. Pur non usando benissimo le braccia l’ex Oklahoma è un giocatore in grado di non perdere mai la tensione e trova le giocate di peso dal primo all’ultimo snap. Le sue misure parlano di 6-3 per 305, mentre le sue difficoltà caratteriali non sono quelle che di solito cerca Angelo, poco propenso a trattare con personaggi “difficili”. Mark Anderson (Alabama, 6-4 per 254) è invece un bel “regalo” pescato al 5° giro quando teoricamente avrebbe già dovuto essere uscito. Guardia piuttosto rapida (4.61 sulle 40 alle combine) è un vero lavoratore, giocatore dal motore sempre acceso e coi nervi sempre in tensione. Abile nel pass rush ha accumulato notevole esperienza in NCAA dove è più volte riuscito a mettere pressione ai QB avversari collezionando tra gli altri 13.5 sack. Giocatore da curare ma che potrebbe davvero crescere bene. La sua stazza non è eccezionale e non mi meraviglierei nel vederlo provare come OLB piuttosto che come guardia leggera, visto che la NFL non concede le stesse chances del mondo collegiale.
Tra i due defensive lineman, al fatidico quarto round dove Angelo pesca spesso uno steal, ecco il LB esterno Jamar Williams (6-0 per 236) da Arizona State. Giocatore da scoprire che potrebbe inserirsi pian piano al posto di Hunter Hillenmayer alla sinistra di Brian Urlacher. Molto veloce come giocatore, Williams pecca di negligenza, rispettando a tratti gli ordini impartiti e non risultando troppo efficace nei piazzamenti e sulle coperture. Indisciplinato deve imparare a gestire l’aggressività spesso eccessiva e controproducente.
Se in attacco si spera di recuperare al meglio Rex Grossman riuscendo a proporre con continuità Bernard Berrian e Mark Bradley, nell’ultima sessione di chiamate arrivano comunque due giocatori che andranno valutati durante l’estate. I due pick del sesto giro sono il FB J.D. Runnels, 5-11 per 237 da Oklahoma, atleta che dovrebbe dare supporto maggiore alle corse in off tackle e sulle draw e dare respiro a Bryan Johnson, vittima di una stagione travagliata per via degli infortuni. Ultima chiamata riservata per la guardia Tyler Reed da Penn State, un 6-3 per 307 tutto da scoprire.
L’attacco non varia di molto quindi e la fiducia data a Desmond Clark nel ruolo di TE dimostra che l’attacco che Ron Turner sta preparando non subirà molti cambiamenti, con gran presenza del running game e ricevitori cercati con tracce esterne e su incroci centrali giocati con dig o drag routes. Il ruolo di TE resterà quello del bloccatore aggiunto e, molto spesso, del receiver in situazioni di short yardage.