Tutto e il contrario di tutto

E’ dunque passato questo primo atto ufficiale della stagione NFL 2006, in modo inaspettato, a volte addirittura sorprendente, tanto da spingere qualcuno, da entrambe le parti dell’Oceano Atlantico, a dire che il draft sia stato addirittura più eccitante dell’ultimo Superbowl tra Pittsburgh e Seattle.
Noi poveri tifosi dei Cowboys siamo stati un pò destabilizzati dalle scelte effettuate: non tanto per i giocatori selezionati, quanto per tutto quello che ha preceduto l’inizio del draft.
Si era infatti sparsa nella mattinata newyorkese del 29 aprile la voce incontrollata di una trade tra i Cowboys ed i Saints che addirittura ipotizzava lo scambio Julius Jones per la seconda scelta assoluta: in pratica Reggie Bush, dato che si vociferava già circa l’intenzione dei Texans di assicurarsi il DE Mario Williams. Gli ottimi rapporti tra Bill Parcells e Sean Peyton (suo vice a Dallas ed ora HC dei Saints, grande estimatore di Jones) davano oltretutto la necessaria credibilità alla voce, che però è rientrata dopo un paio d’ore in seguito alla notizia lanciata da ESPN e FOX circa il pagamento fatto da una non precisata società di 100.000 dollari alla famiglia del runningback di USC in cambio della promessa di un contratto in esclusiva. Addirittura la pagina dedicata a questa trade veniva fatta scomparire dal sito della FOX in fretta e furia, lasciando solo la foto dell’ignaro Julius Jones senza commento alcuno.
Circa un’ora e mezzo prima della scelta dei Cowboys, sul Dallas Cowboys Radio Network veniva intervistato Tyson Thompson, giovane runningback dei Cowboys, il quale confermava la sensazione che Dallas avesse deciso di muoversi verso un OT, o in seconda possibilità per un OLB. Questo confermava tutte le analisi fatte sia dal sito ufficiale della squadra che da chi vi scrive, il quale gongolava assai, ascoltando il parere del giovane talento di Dallas.
E invece, come volevasi dimostrare, nulla è stato come ci si aspettava… o perlomeno non completamente.
Aiutandoci col Draft Tracker del sito di Fox Sports, eccovi un breve commento sulle scelte dei Cowboys.

1a scelta (18a assoluta): Bobby Carpenter, OLB, Ohio State
Qualche analista, con un pò di malignità e molta fantasia, ha voluto vedere dietro questa scelta la mania di Parcells di circondarsi da giocatori di sua fiducia. In questo caso Robert Carpenter jr., figlio di quel Rob Carpenter che giocava, sotto Parcells, come runningback nei New York Giants. Eccellente come fisico e reattività, viene considerato più un linebacker di contenimento che un blitzatore. Alcuni sottolineano che il ragazzo abbia un carattere non semplice da gestire, ma la fiducia in lui riposta a Dallas è notevole: basti pensare che gli è stato dato il numero di maglia 54, che era il numero di un autentico colosso difensivo, Randy “Manster” White. Com’è noto, a Dallas nessun numero viene mai ritirato, e dare il 54 ad un difensore equivale a dare il numero 8 o il 12 ad un quarterback…

2a scelta (53a assoluta): Anthony Fasano, TE, Notre Dame
Parcells evidentemente desidera avere una buona profondità in questo ruolo dietro Jason Witten. Fasano ha un istinto naturale per il gioco, ma sembra mancare della velocità e dell’atletismo necessari per realizzare grandi giocate aeree. Di sicuro però può garantire un buon contributo sul gioco di bloccaggio, e potrebbe rendere bene nei giochi di corsa mettendo su peso e migliorando nella tecnica.

3a scelta (92a assoluta): Jason Hatcher, DE, Grambling State
Molto dotato fisicamente, sembra un DE adatto a giocare nello schieramento 3-4, ma capace anche di shiftare all’interno di una 4-3. Dopo un paio di stagioni in cui ha giocato alternativamente sia in attacco che in difesa (e questo, per Parcells, potrebbe addirittura costituire una qualità aggiuntiva) si è definitivamente affermato come difensore, anche se tecnicamente è ancora considerato una specie di diamante grezzo.

4a scelta (125a assoluta): Skyler Green, WR, Louisiana State
Il suo valore attuale è soprattutto in chiave di special teams: ha i numeri del grande ritornatore, visione di gioco, pazienza ad aspettare i blocchi, mobilità del corpo ed ottimi cambi di direzione. Come ricevitore può assicurare una grande velocità di base ed un notevole controllo del corpo, ottimo per sbilanciare i cornerbacks avversari.

5a scelta (138a assoluta): Pat Watkins, S, Florida State
Sveglio, ma con qualche limite. Watkins è alto, un difensore con l’istinto sul gioco di lancio ed una grande capacità di occupare la zona centrale del campo. Qualche squadra lo aveva anche tenuto in considerazione come possibile wide receiver.

6a scelta (182a assoluta): Montavious Stanley, DT, Louisville
Atleta fortissimo fisicamente, ha giocato DE prima di essere spostato definitivamente a DT. Ha ottime potenzialità, ma potrebbe faticare non poco una volta sottoposto alle fortissime pressioni di un allenatore come Parcells.

7a scelta (211a assoluta): Pat McQuistan, OT, Weber State
Un giocatore di cui praticamente nessuno sa nulla, a parte gli scouts dei Cowboys. L’unica notizia certa riguarda il fatto che sia il fratello di Paul McQuistan, 69a scelta assoluta, preso dagli Oakland Raiders.

8a scelta (224a assoluta): E.J. Whitley, G-T, Texas Tech
Un giocatore di linea davvero versatile: basti pensare che durante la stagione 2005 ha ricoperto tutti i ruoli della linea d’attacco. Molto forte nella pass protection, ha bisogno di migliorare nei blocchi a protezione delle corse.

Tirando dunque le somme, che dire? L’offensive tackle tanto atteso da tutti è stato scelto, assieme ad un lineman “jolly”, solo in fondo al draft. Le scelte fatte sembrerebbero quasi insensate, ma forse alla fine un senso c’è. E, come sempre in questi casi, è successo tutto ed il contrario di tutto…