Chicago al minicamp.
Lontano dai riflettori dei grandi media i Chicago Bears 2006 stanno nascendo nei workouts primaverili e, dopo il rookie camp che ha seguito il draft di aprile, è cominciato il minicamp nei campi adiacenti alla Halas Hall e vero prologo al training camp estivo. Non sono solo gli interrogativi a tenere banco in questi giorni sul lago Michigan, ma anche la difesa diventa una specie di enigma per gli osservatori. Il ritiro di Jerry Azumah ha complicato i piani sulle secondarie e, nonostante il recupero di Mike Brown sembri completo e senza possibilità di ricadute durante la preparazione estiva, anche il ruolo di safety si è trovato scoperto dopo la partenza di Mike Green verso Seattle. Danieal Manning viene quindi registrato a roster come safety (indosserà la maglia numero 38) mentre Devin Hester trova la definitiva posizione nel ruolo di CB (#23). Se Ricki Manning jr. non avrà più problemi legati legali per quella rissa che lo ha visto coinvolto a Los Angeles un paio di mesi fa la rotazione sui primi tre uomini da inserire come CB non dovrebbe essere un problema ma, a differenza del sottoscritto, John Mullin del Chicago Tribune vede nell’ex Carolina Panthers il nuovo nickelback dei Bears. A mio personale parere Manning comincerà invece come titolare nella rotazione dei CB, lasciando come uomo fisso sul campo Nathan Vasher e trovando in Charles Tillman un buon secondo spot ed il nickelback numero uno. Devin Hester, seconda scelta al draft, riporterà molti palloni durante l’anno, ma la sua presenza on field sarà molto probabilmente limitata in favore dell’utilizzo di Chris Thompson.
Il problema safety invece imporrà alla prima scelta assoluta dei Bears nel 2006, Danieal Manning dal college di Abilene Christian, un rapido apprendimento dei playbook difensivi e delle “fatiche” del professionismo. Il giovane back di Chicago ha lavorato tantissimo sin dal primo giorno sulle coperture e sui raddoppi, mostrando una fisicità e un atletismo davvero invidiabili. Se Mike Brown è “l’intoccabile” dei Bears nel gioco in downfield, è vero anche che Chris Harris ha avuto una stagione da rookie che ne ha evidenziato ottima velocità e un’abilità di colpitore non indifferente, ma ha caratteristiche che spesso obbligano la squadra a puntare sulla cover 1 defense piuttosto che sulla più tradizionale cover 2.
Ecco spiegato il perchè di due returner puri al draft: Lovie Smith sarà obbligato a forzare l’ingresso in campo di Manning, potendo optare così sui ritorni di Hester, vero specialista negli special team e troppo poco esperto del gioco vero e proprio. Al minicamp volano complimenti anche per i progressi di Dusty Dvoracek, DT che ritrova il compagno di Oklahoma Tommie Harris con il quale ha formato per un paio di stagioni una grande coppia di tackles ribattezata dai tifosi “Salt and Pepper”. Dvoracek si è mostrato subito un gran lavoratore, coccolato dal suo mentore Harris si è inserito appieno nella D-line dei Bears all’interno della quale risulterà utilissimo già dai primi snap visto l’infortunio di Tank Johnson. Le carriere collegiali dei due tackles di Oklahoma (2001-03) non sono scivolate via in modo parallelo nonostante il buon legame che li unisce; Harris abbandonò la NCAA da junior per rendersi eleggibile al draft, mentre Dvoracek fu allontanato per problemi di alcool nel 2004, prima di rientrare da vero leader nell’ultima stagione da senior durante la quale ha totalizzato il proprio career high in fatto di tackle (44), provocando per 18 volte una perdita di yards degli avversari ed intercettando il primo pallone della sua carriera collegiale.
“E’ un grande defensive tackle” dice di lui Tommie Harris, “Gioca duro ed ha tutti gli attributi per essere un first-rounder, ma alcune cose come il fatto di aver perso alcune partite al college ne hanno condizionato la scelta. Non sono stato contento di vederlo scivolare al terzo round” ha proseguito il pro-bowler dei Bears, “sapendo che il calibro del giocatore è molto migliore del pick a cui lo hanno draftato. Sono convinto che sia lo steal of the draft e ce lo mostrerà”.
Il problema di Chicago non è quindi sulla linea che pare aver aggiunto un buon upgrade, mentre sui linebacker l’unico problema sembra quello di trovare il modo per firmare sia Lance Briggs che Hunter Hillenmayer, entrambi in scadenza nel 2006. Il dilemma sarà quindi come giocare sulle secondarie, con una probabile alternanza tra Chris Harris e Danieal Manning in base alle situazioni difensive e la scelta sul CB che potrà dare maggiore spessore in copertura tra Ricky Manning e Charles Tillman. Proprio quest’ultimo ha però mostrato una discontinuità non troppo incoraggiante nella scorsa stagione, fallendo clamorosamente la partita del Divisional Playoff contro i Panthers. Per questo il quarto anno ex Carolina punta a diventare, più che il nuovo nickelback, il CB titolare nel minor tempo possibile.
Durante il minicamp si è rivisto al lavoro a tempo pieno Mark Bradley, WR al secondo anno che all’esordio nella lega aveva mostrato buone doti di ricezione e velocità nei pochi snap in cui era stato disponibile. Anche Bernard Berrian ricomincia a lavorare e con loro il velocissimo Airese Currie, attivo in un drill 7-on-7 nei giorni scorsi dal quale sono uscite note molto positive. Positivo anche l’inserimento di Tim Day, TE rimasto incredibilmente fuori al draft e subito pescato dai Bears tra i rookie rimasti senza contratto. Messo a roster col numero 86, Day ha iniziato con entusiasmo l’avventura che per un attimo credeva gli fosse definitivamente sfuggita. L’ex giocatore di Oregon sembra l’uomo adatto a dare il cambio a Desmond Clark; fisicamente molto simile, Day sembra avere dalla sua velocità e mani migliori del veterano di Chicago, rendendosi utile in più situazioni rispetto a quelle in cui solitamente viene impegnato proprio Clark.
Il problema offensivo, lo sappiamo tutti, sarà quello di riuscire a trovare continuità nel gioco aereo dal momento che la O-line è rimasta la stessa e già da due anni mostra come possa creare i varchi giusti per Thomas Jones. Nell’attesa di vedere se Cedric Benosn diventerà davvero il titolare del running-game, le aspettative più grandi sono di nuovo rivolte verso Rex Grossman, giocatore talentuoso ma troppo spesso infortunato in questi quattro anni di NFL. Con lui in campo Chicago ha mostrato di poter muovere discretamente il pallone anche via aerea e, se Grossman non avrà più problemi fisici, trovando continuità potrebbe essere davvero interessante visto che la batteria dei WR è in prospettiva molto buona e conta sull’aiuto del veterano Muhsin Muhammad.