Steve Largent
Steve Largent nacque il 28 Settembre 1954 a Tulsa, Oklahoma.
I suoi genitori divorziarono quando aveva 6 anni, e la madre si risposò quando Steve ne aveva 9.
Il lavoro del suo nuovo patrigno costrinse la famiglia a trasferirsi per ben 4 volte in 2 anni. “Non ho mai avuto degli amici per la pelle“, ricordò una volta Steve. “Sentivo di non appartenere ad alcun posto“.
Su pressione dei genitori, Steve, come sophomore della Putnam High School di Oklahoma City, scelse il football ma, una volta vista la squadra di 140 aspiranti, decise che non era abbastanza grosso o veloce per giocare.
Tuttavia, sua madre insistette perchè ci provasse. “Così seguii il suo consiglio, e sono lieto di averlo fatto“, disse Largent.
Quest’ultimo venne assegnato ad un gruppo di aspiranti wide receivers.
Lì incontrò un assistant coach, Gene Abney, che lo mise alla frusta al sole dell’Oklahoma fino allo sfinimento.
Abney scoprì che Largent sapeva ricevere e Steve, che non si tirava indietro davanti al sacrificio, crebbe molto bene, lodato dal proprio allenatore.
Al college, fu per 2 volte il WR della All-Missouri Valley Conference che ricevette 136 passaggi in 3 anni e fu il migliore di tutta la Nazione con 14 TD passes ricevuti sia nel 1974 che nel 1975.
Nonostante ciò, la maggior parte degli scouts consideravano Largent troppo piccolo e lento per il pro football.
Gli Houston Oilers lo selezionarono al quarto giro (117ma scelta assoluta) nel draft 1976. Ricevette soli 2 passaggi prima di essere tagliato dopo il quarto ed ultimo incontro di pre-season.
“Piansi per tutto il viaggio da Houston ad Oklahoma City“, ha ammesso Largent. “Pensavo che il football fosse un discorso chiuso per me“.
Ma l’assistente di Seattle Jerry Rhome, che aveva fatto parte del coaching staff dell’Università di Tulsa, raccomandò il giovane all’Head Coach Jack Patera.
Così Seattle pose in essere una trade, dando a Houston un’ottava scelta al draft in cambio di un ricevitore che gli Oilers non volevano.
Il primo giorno di Largent al camp dei Seahawks fu un disastro. Droppò praticamente tutti i palloni lanciatigli.
Ma Rhome gli assicurò che avrebbe fatto parte della squadra.
“Lo sento, non verrai tagliato”, gli promise.
Rincuorato da quell’assicurazione, il piccolo e leggero Largent mostrò rapidamente di essere quel ricevitore dalle mani sicure e stakanovista che Rhome aveva già visto all’opera in quel di Tulsa.
Due settimane dopo, all’esordio contro i St. Louis Cardinals, Steve partì dalla panchina: entrato in campo, ricevette 5 passaggi e contribuì con alcuni eccellenti bloccaggi.
Agli occhi di Patera, si dimostrò un giocatore affidabile, una garanzia.
Steve nell’anno da rookie
L’expansion team di Seattle era un campionario di scarti veterani, una dozzina di scelte al draft ed alcuni giovani.
Tra questi ultimi, lo stesso Largent ed il quarterback Jim Zorn.
Come Steve, Zorn un anno prima era stato un rookie free agent tagliato dalla propria squadra, nel suo caso i Dallas Cowboys.
Per uno scherzo del fato, Zorn e Largent erano destinati a diventare le maggiori stelle offensive dei Seahawks nei successivi 7 anni.
Zorn riconobbe subito le doti di Largent ed i 2 giovani giocatori, che acquisivano sicurezza ad ogni partita, divennero una vera macchina da yard.
Nel 1976, Zorn venne nominato NFC Offensive Rookie of the Year, e Largent ricevette ben 54 passaggi per 705 yards, finendo terzo tra i ricevitori AFC.
Alla fine Largent, produttivo ricevitore di possesso, fu riconosciuto come modello da seguire quanto alle tracce su corsa.
Se un coach avesse potuto scegliere un solo ricevitore da indicare ad un rookie come punto di riferimento, quello sarebbe stato certamente Steve.
Il tratto migliore di Largent era certamente la coordinazione perfetta tra mente e corpo, che permetteva a quest’ultimo di parlare, mentire, ingannare e rubare ai migliori defensive backs del pro football.
Il compagno di squadra Ken Easley, stella difensiva all-pro, era uno dei suoi più grandi tifosi.
“Ciò che separa Steve dal resto dei ricevitori“, spiegò, “è che ha un’abilità per le tracce di corsa che gli altri non hanno. Manipola i defensive backs, li seziona. Ha una capacità fenomenale nell’aggiustare a vista le tracce, nel senso che quando un defensive back non si trova proprio dove dovrebbe essere, Steve farà un aggiustamento istantaneo alla sua traccia per farsi trovare smarcato“.
Le ricezioni di Largent furono solo 33 per 643 yards nel 1977, ma ricevette 10 TD passes, venendo nominato MVP dei Seahawks.
Nella decima partita stagionale, il 20 Novembre contro Houston, Largent ricevette due passaggi, dando il via ad una striscia da record di 177 gare con almeno una ricezione, che proseguì fino alla fine della sua carriera.
In 8 delle 9 stagioni tra il 1978 ed il 1986 – tutte tranne quella del 1982, decurtata a 9 gare a causa degli scioperi nella NFL – Largent mise a segno 66 o più ricezioni, e per 6 volte ricevette 70 o più passaggi.
Nel 1978, si aggiudicò il titolo di miglior ricevitore della AFC con 71 prese.
I suoi primati personali di 79 ricezioni e di 1.287 yards (record NFL all’epoca) giunsero entrambi nel 1985.
Una spettacolare ricezione in salto
Nonostante i suoi eccellenti traguardi individuali, Largent venne incredibilmente ignorato dall’opinione pubblica nazionale, fino a quando Chuck Knox prese le redini del team nel 1983.
Una delle sue prime mosse fu quella di rimpiazzare Zorn con Dave Kreig in cabina di regia.
Il nuovo duo Kreig-Largent fu da subito un successo, e continuò ad eccellere per il resto della carriera di Steve.
I Seahawks ebbero sole 2 stagioni vincenti nelle prime 7 ma, sotto la guida di Knox, chiusero a .500 o meglio nelle successive 6 stagioni.
La prima squadra di Knox nel 1983 giunse fino al Championship AFC contro i Los Angeles Raiders.
Non appena i Seahawks cominciarono a vincere, la gente cominciò a notare Steve Largent.
Quest’ultimo si trovò di colpo proiettato nelle sale riunioni delle maggiori agenzie pubblicitarie e nelle sale stampa dei più importanti quotidiani.
Giustificò l’attenzione dedicatagli con una striscia ininterrotta di prestazioni superbe.
Largent venne nominato all-pro e all-AFC sia nel 1985 che nel 1987.
Era diventato il primo giocatore di Seattle convocato al Pro Bowl dopo la stagione 1978. Saltò la gara dell’anno successivo a causa di un infortunio, ma ritornò a Honolulu 2 anni più tardi.
Con Seattle in lotta per il titolo della AFC West ogni anno, Largent venne selezionato per 4 Pro Bowls consecutivi, tra il 1984 ed il 1987.
In azione contro i 49ers
Per la maggior parte della sua carriera, molti si interrogarono sulle reali doti atletiche di Largent, sostenendo che raccogliesse più di quanto ci si aspettasse da lui.
Ma Knox rifiutò sempre e con forza simili affermazioni: “Non è così. Ha un talento unico per diventare un grande ricevitore. Ha grande velocità laterale, grande equilibrio, controllo del corpo, incredibile coordinazione mano/occhio e mani straordinarie“.
Mike McCormack, Presidente e GM dei Seahawks, pensava che Largent stesse appositamente perpetuando il mito circa la sua scarsa velocità, così da poter continuare ad ingannare i difensori avversari il più a lungo possibile.
McCormack rimase sbalordito dalle lunghe ore che Largent passava sul campo di allenamento, ricvevendo fino a 200 passaggi scagliatigli da una macchina.
Nonostante la sua statura non certo stratosferica, Largent saltò soli 4 incontri a causa di infortuni nelle sue prime 13 stagioni.
Saltò una gara ad Oakland nel 1979 (frattura al polso), una a Houston nel 1982 (ginocchio), una nel 1983 contro i Los Angeles Raiders (ginocchio) ed una nel 1988 contro New England con infortuni al pollice ed al piede.
Non era nel suo stile, ma se la situazione lo richiedeva, Largent, dotato di grande forza mentale, sapeva rispondere in modo altrettanto deciso sul piano fisico.
Rischiò di terminare anzitempo la carriera nel 1988, quando venne selvaggiamente sbattuto sul turf dal CB dei Denver Broncos Mike Harden, un colpo che costò a quest’ultimo una sanzione di 5.000 $.
La griglia del casco di Largent venne praticamente disintegrata, ed il ricevitore si ruppe 2 denti, rimanendo fuori dal campo per 5 minuti.
Nella gara successiva contro Denver, Harden intercettò un passaggio e Largent reagì con un placcaggio vizioso, che fece letteralmente volare il difensore.
Largent ammise di aver voluto colpire Harden più forte che poteva.
“Non voleva essere una vendetta, ma certamente mi ha fatto sentire bene“, ammise.
Nella sua ultima stagione, quella del 1989, gli infortuni tennero Largent lontano dal campo per 6 partite, 2 in più rispetto a quanto accaduto nei precedenti 13 anni da pro.
Ma fu comunque un anno positivo, nonostante tutto: Steve ricevette il 100° TD pass contro Cincinnati il 10 Dicembre, infrangendo così il precedente record di 99 stabilito da Don Hutson nel 1945.
Al termine di quella stagione, Steve appese il casco al chiodo.
In una carriera di 14 stagioni e 200 partite, iniziata con la prima gara in assoluto dei Seattle Seahawks nel 1976, Largent fu certamente uno dei migliori ricevitori della sua epoca, ed uno dei più grandi di sempre.
Quando abbandonò l’attività, salutato dalla folla che gremiva il Kingdome di Seattle, Largent aveva le seguenti statistiche:
– 14 stagioni NFL;
– 200 incontri disputati;
– 819 ricezioni; *
– 13.089 yards su ricezione; *
– 16.0 yards di media a ricezione;
– 100 touchdowns su ricezione; *
– 177 partite consecutive con almeno una ricezione; *
– 10 stagioni con 50 o più ricezioni; *
– 8 stagioni con 1.000 o più yards ricevute; *
– 17 corse;
– 83 yards su corsa;
– 1 TD su corsa ;
– 7 passaggi tentati;
– 2 passaggi completati;
– 29 yards su passaggio;
– 8 punts ritornati;
– 68 yards su ritorno di punt ;
– 8 kickoffs ritornati;
– 156 yards su ritorno di kickoff.
Al momento del suo ritiro, le statistiche evidenziate rappresentavano records assoluti NFL.
Il 1995 fu un anno davvero particolare nella vita di questo grande atleta, caratterizzato da due eventi diversi ma egualmente importanti.
Uno di essi non poteva essere nemmeno previsto un anno prima, mentre dell’altro si parlava ormai da molti anni.
All’inizio di Gennaio, infatti, Largent iniziò la sua prima esperienza in politica, come deputato dello Stato dell’Oklahoma.
Solo 5 tra i 15.000 atleti che hanno giocato da professionisti nella NFL hanno lavorato al Congresso. Largent non ci aveva seriamente pensato sino al Giugno del 1994.
Largent in veste di deputato dell’Oklahoma
Alla fine di quello stesso mese, il giorno 28 per la precisione, Largent venne introdotto nella Pro Football Hall of Fame, al primo anno di eleggibilità.
Per il mondo del pro football, quel riconoscimento era considerato come un atto dovuto sin dal suo ritiro dai Seahawks.
Prima della sua elezione, Largent aveva con molta umiltà ammesso di non avere molte possibilità contro gli altri 14 finalisti, tutti delle vere stelle nel proprio campo.
Ma per i selezionatori della Hall of Fame, la scelta fu invece semplicissima.
Steve in posa per il suo busto a Canton
Fin qui abbiamo parlato del Largent giocatore di football: ma anche l’aspetto umano è decisamente interessante.
Al secondo anno di liceo, Steve incontrò Terry Bullock, popolare studentessa dai voti altissimi e cheerleader.
Cominciarono a frequentarsi nel suo anno da junior, ed in pratica non smisero mai.
Terry fu un’influenza costante quando Largent si trasformò in un giocatore di liceo all-state, e seguì da vicino la sua carriera all’Università di Tulsa.
Si sposarono nel 1974.
Sin da allora, o almeno fino a quando Steve divenne deputato, il Venerdì sera è stata la serata delle uscite in casa Largent.
Un’uscita non troppo appariscente, un concerto, una cena o un frullato sulla via del ritorno a casa.
I Largent hanno 4 figli, 3 maschi ed una femmina.
Il football ha rappresentato una grande parte della vita di Largent, ma non ha mai lasciato che diventasse la sua vita.
È profondamente religioso, un padre ed un marito affettuoso.
Stava guardando suo figlio che giocava a basket sul campo della Chiesa Battista di South Tulsa quando gli venne comunicata l’elezione alla Hall of Fame.
Nei suoi anni a Seattle, Largent fu inoltre coinvolto in molteplici attività benefiche a supporto della comunità.
Quando nacque suo figlio Kramer, al piccolo venne diagnosticata una grave patologia: ecco perché Steve ha sempre dato un grande contributo alla Spina Bifida Foundation.
Quale riconoscimento per tutti gli anni passati al servizio della comunità, nel 1988 Steve fu nominato NFL Man of the Year, premio attribuito ogni anno al migliore “cittadino atleta” della Lega.
Dopo il ritiro, Largent passò alcuni anni come consulente d’affari, prima di entrare in politica nell’estate del 1994.
Quando Largent apprese che il deputato del suo distretto avrebbe abbandonato il suo posto per tentare la corsa al Senato, Steve decise di provarci.
“Sono un cristiano, e penso che Dio faccia accadere certi eventi nella tua vita per uno scopo“, spiegò. Nelle elezioni svoltesi nel successivo Novembre, conquistò il 65% dei consensi.
Largent aveva tanta disciplina ed attenzione come politico di quanta ne aveva come giocatore sul campo.
Ma poco dopo la sua elezione, capì che avrebbe dovuto trovare del tempo, di lì a qualche mese, per la sua vecchia carriera.
Dapprima, volò a New York per rendere omaggio ad Art Monk per aver infranto il suo primato in fatto di partite consecutive, poi alle Hawaii per la presentazione della Classe del 1995 della Hall of Fame in occasione del Pro Bowl.
Infine, nel Luglio di quell’anno, la sua introduzione a Canton.
Terminata l’esperienza politica, Steve è attualmente a capo di una grande Società di telefonia mobile: l’aver fatto parte del Congresso gli ha assicurato la possibilità di restare a contatto col pubblico, ma la sua carriera avrebbe portato comunque allo stesso risultato.
Una frase pronunciata dal Commissioner NFL Pete Rozelle, al momento del ritiro di Steve, descrive molto bene la sua personalità, come atleta e come uomo: “Ci sono voluti soli 7 mesi per trovare il mio successore, ma ci vorranno anni prima che si possa trovare qualcuno con il carattere, la modestia e le doti sul campo in grado di sostituire Steve Largent”.
Fonte: http://www.profootballresearchers.org/Coffin_Corner/17-04-613.pdf
Autore: Don Smith
Originariamente pubblicato su “The Coffin Corner”
Il sopra riportato testo costituisce una traduzione dell’elaborato originale, i cui diritti di proprietà intellettuale ed economica spettano al relativo Autore.
Bravo Diego: un personaggio tanto singolare quanto interessante. Questo era il football con cui sono (siamo) cresciuti, non quello dei rappers sniffati che vogliono presentarci adesso…
davveroi come tanti della ns generazione e come tanti come me privi di peso ed altezza Steve era un idolo per le prestazioni che anno dopo anno collezzionava ed erano stimolo per cercare di emularne le gesta….
adesso come in tutti gli sport un po tutto e cambiato e non denigro gli atleti di oggi, ma venero quelli che mi hanno emozionato tanti anni fa….