Benson, nulla di rotto.

Che la stampa americana, distratta da continui anni di insuccesso, non consideri troppo i Bears dell’ultima decade è un dato di fatto, ma che si cercasse di montare un caso “punizione fisica” contro Cedric Benson è suonato come una stonatura nel mondo dei fan di Chicago, una forzatura che non trova troppi riscontri nelle immagini del colpo e che getta polvere in un ambiente finora piuttosto tranquillo. La notizia della negatività delle lastre eseguite ieri mattina dal running back secondo anno fanno tirare un sospiro di sollievo, le dichiarazioni di Benson tranquillizzano ulteriormente. “Non c’è nulla di rotto, e questo è sicuramente un buon inizio” ha detto l’ex runningback di Texas, “ho eseguito un piccolo trattamento stamane e ho cominciato a ruotare pian piano la spalla. Tutto sembra a posto”. Bene, perfetto. Anzi no. Con Thomas Jones fermo sulla sideline da una settimana l’infortunio di Benson sarebbe stato un grosso problema per i Bears, amplificato dall’infortunio occorso al FB Bryan Johnson ieri pomeriggio. Un altro importante elemento del backfield si ferma per un colpo duro subito in allenamento in un’azione simile a quella che aveva già coinvolto Benson. Lancio breve in uscita dalla tasca, ricezione e corsa del runningback. Anche per Johnson sembra non sia nulla di grave, ma il fullback va ad aggiungersi agli altri giocatori in attesa di guarigione, più o meno breve. Airese Currie (receiver al secondo anno già in injured reserve per tutto il 2005), Bernard Berrian e l’offensive lineman Terrence Metcalf. E’ evidente che il problema di Benson sarebbe stato ben più grave e il gioco della stampa non ha abituato l’ambiente a starsene lontano dalle polemiche.

Al di là di Jim Crist, columnist convinto al 100% dalla propria esperienza “sul campo” che la spalla di Benson fosse rotta, sia il Chicago Tribune che vari siti on-line di informazione sportiva concordavano sul fatto che Mike Brown e Brian Urlacher avessero colpito per fare male. Sarà per il grado che accompagna i due (capitano delle secondarie e leader della difesa) e il “peso” che Brown e Urlacher hanno nell’ambiente, ma sostenere che il colpo sia stato portato o per favore all’amico Thomas Jones o, addirittura, per punizione contro l’holdout del 2005 di Benson suona francamente ridicolo. Certo, se un giovane estroverso dovesse essere punito sul campo, il compito spetterebbe ad un veterano cui va tutta la fiducia della squadra, ma sono certo che, visto l’attaccamento mostrato alla maglia dai due difensori citati, a nessuno può essere venuto in mente di fare del male a un proprio compagno, tantopiù per favorire un amico attualmente infortunato. La scusa sull’holdout 2005 è posa su basi ancor meno solide visto che nello sport, tanto più nel mondo del football, certe cose vengono risolte ben più rapidamente. Rivedendo le immagini, infine, il colpo non sembra assolutamente violento e serve a poco comportarsi come il già citato Crist e sostenere che Adrian Peterson (terzo RB di Chicago) non sarebbe stato minimante sfiorato se avesse giocato il drill al post di Benson.

Le dichiarazioni di Urlacher e Brown a fine allenamento sono state un po’ vaghe, con il primo a dire di non aver nemmeno capito cosa fosse successo, ed il secondo ad affermare semplicemente che chiedendo a lui si chiedeva alla persona sbagliata. Un dubbio può venire dal fatto che Lovie Smith avesse chiesto alla difesa di forzare dei turnover e, di conseguenza, di andare a cercare il pallone e non l’avversario, di strappare l’ovale generando un fumble piuttosto che completare un tackle. Il colpo non è sembrato cattivo, non necessario o eccessivamente forte nemmeno al diretto interessato, il quale ha spazzato via ogni cattivo pensiero nei confronti dei due compagni imputati dopo aver rivisto il filmato.

“All’inizio tendi a pensare cose cattive, a cercare di capire se ti hanno voluto colpire duro e perchè lo hanno fatto. Poi ho riguardato il filmato, non c’è nessuna violenza, nessuna intenzione di colpirmi, di farmi male o altro” sostiene Benson; caso chiuso, più o meno, con il problema infortunio che rallenta la preparazione del runningback fino ad oggi semplicemente perfetta. Smith assicura che Benson continuerà la preparazione, ma non sa esattamente quando potrà ricominciare a stare tra i compagni. Bourbonnais è così teatro di un nuovo stop, il terzo nel backfield, con l’incidente, già citato in avvio di questo articolo, occorso a Bryan Johnson. Come per tutti gli uomini fermi sulla sideline non sembra nulla di grave e i tempi di recupero dovrebbero essere brevi anche se, ad agosto avviato, ogni stop rappresenta un problema per chi deve farsi trovare pronto a settembre.

Nuovi aggiornamenti si avranno in settimana e solo all’ultimo sapremo chi seguirà la squadra a San Francisco per la prima partita di preseason di venerdì.