Situazione di parità dopo due gare di preseason

San Francisco 49ers-Chicago Bears 24-14
Chicago Bears-San Diego Chargers 24-3

Se ne sono andate le due prime partite di preseason per i Chicago Bears, vittime di qualche acciacco di troppo e pronti a recuperare più sugli infortuni che sui record W-L di agosto. Com’è noto difficilmente le gare amichevoli d’estate danno una reale idea di come si muoveranno le squadre, sulla loro condizione, playbook o depth chart; per quello i coaches NFL preferiscono puntare sui vari camp primaverili ed estivi, per ultimo il vero e proprio training camp, dove le strategie vengono assorbite dalla squadra mentre lo staff valuta tutti gli uomini e le posizioni da ricoprire sul campo. Per la cronaca, comunque, Chicago comincia a muoversi discretamente, perde la prima a San Francisco e stravince la seconda, con esordio al Soldier Field, su San Diego.

La partita di San Francisco ha nascosto molte cose, per stessa ammissione di Lance Briggs i giochi selezionati durante la gara non sono “ufficiali”, e si è cercato di giocare molto coperti per non dare troppe informazioni ad una futura avversaria di regular season. Senza RB titolari a disposizione, Lovie Smith ha scelto di rischiare il meno possibile le gambe di Adrian Peterson, dando la palla ai giovani P.J. Pope e Andre Hall, comunque poco produttivi. Nota positiva dell’attacco, dopo il mediocre inizio di Rex Grossman (3/11 per 47 yards), è stato il gioco di Brian Griese, già molto fluido ed inserito al meglio. Senza contare sui tre principali WR a roster (una ricezione a testa per Muhammad, Berrian e Bradley), Griese ha guidato l’attacco con un ottimo 6/7 per 134 yards e 2 TD.

In difesa i titolari non si sono praticamente mai visti e si è potuto godere dell’opportunità di osservare alcuni elementi davvero vogliosi di entrare nella competizione per un posto in squadra. In primis citiamo Dusty Dvoracek, rookie da Oklahoma davvero molto reattivo già in questo periodo, e Cameron Worrell, DB che sta tentando di dimostrare di essere un atleta da NFL anche se il suo quarto anno sarà di nuovo una stagione da giocatore di “situazione”. Nota positiva per Antonio Garay che a San Francisco è stato molto utilizzato per testarne le condizioni fisiche dal momento che il defensive end ex Browns viene da tre anni di sideline.

La partita in sé ha visto i Niners partire a razzo segnando tre volte in un tempo, con un field goal, un fumble riportato e una meta di Frank Gore dopo un drive da quasi 70 yards. Griese ha suonato la carica spedendo in endzone Gabe Reid (12 yards) e, nel terzo periodo, Rashied Davies con un TD pass da 41 yards. Poi un altro field goal e la meta finale dei Niners hanno sancito il risultato.

Nella seconda partita non c’è invece stata storia per i San Diego Chargers: la difesa titolare, in pochi snap giocati, ha prodotto molta pressione sulla tasca avversaria e Brian Urlacher ha riportato in meta, per 64 yards, un intercetto a Philip Rivers durante il terzo gioco della gara. Rex Grossman, pur subendo un intercetto, si è mosso decisamente meglio rispetto al test precedente (7/14 83YDS), mentre Brian Griese ha mostrato di nuovo una buona disinvoltura: 4 lanci, due completi dei quali uno per sei punti. Con Muhsin Muhammad tenuto precauzionalmente a riposo, è stato concesso qualche scatto in più i receivers Bernard Berrian e Mark Bradley, ma è stato Rashied Davis la sorpresa del giorno. Il sempre poco utilizzato ricevitore ha provato alcune giocate come kick returner, segnando una meta con 100 yards di bottino proprio dopo il field goal dei Chargers, portando la partita sul 14-3 e completando la più spettacolare giocata della serata. Nel reparto corse si è dato qualche pallone in più a Peterson, mentre Pope ha portato a casa 54 yards, cercando ancora una volta di dimostrare che, se Thomas Jones se ne dovesse andare, il terzo posto nel ruolo fa al caso suo.

Dopo un avvio devastante il gioco difensivo si è concentrato sul contenimento e, con le seconde e terze scelte in campo, non ha concesso nessun punto sulle 298 yards totali conquistate dai Chargers. Nota positiva l’intercetto di Jason Harmon, DB da Michigan State rimasto libero dopo il draft 2005 ed invitato al camp dai Bears.

Il resto della gara ha visto l’attacco muoversi un po’ meglio, anche se con pochi possessi, e garantirsi altri 10 punti grazie a una ricezione di Justin Gage nel terzo e ad un field goal di Robbie Gould nel quarto periodo.

Possibili conclusioni.

Difficile dire che strade stia prendendo la squadra a metà agosto da poco passato, certo qualche infortunio in meno non farebbe male ma questo, come detto, soprattutto in ottica training camp dove si svolge il vero lavoro di preparazione. Le assenze di Cedric Benson, Thomas Jones, Tank Williams e Mike Brown, gli acciacchi di Mushin Muhammad e Terrence Metcalf non sono ottimi segnali nel periodo clou della preparazione. Di sicuro si sono viste cose buone, Griese si conferma una sicurezza nel ruolo e, oltre ad essere un gran backup, è l’uomo giusto per sostituire Grossman se le cose si mettessero male. Con i problemi fisici di Mike Brown le secondarie non nascondono i propri problemi e questa rotazione di giovani che vengono provati in preseason è ottima. Se Danieal Manning dovesse riscoprirsi titolare prima del previsto, il compagno di Devin Hester come returner sarebbe certamente Rashied Davis, il quale ha mostrato grande rapidità e un buon possesso palla. Il resto della difesa non preoccupa, né sui cornerback, dove Nathan Vasher, Charles Tillman e Ricky Manning offrono buona copertura, né tra i linebacker dove, oltre al trio titolare, emergono interessanti novità come il rookie Jamar Williams, ottimo in questo TC, e Brendon Ayanbadejo, da sempre grande giocatore da special team pronto al salto direttamente nel box di Chicago. Nonostante l’infortunio di Tank Williams, importante nel gioco delle rotazioni sulla D-line, non si segnalano infine grossi problemi sulla linea difensiva, all’apparenza solida e con buona profondità come la stagione scorsa.
Tutto girerà di nuovo intorno all’attacco, obbligato a migliorarsi ma che, ancora, non dà troppe risposte anche per i motivi espressi in precedenza.