Il vento spazza gli ultimi dubbi
(Articolo a cura di G-Man)
Và di scena l’ottava giornata di regular season che vede fronteggiarsi i New York Giants, provenienti da una serie di 3 vittorie consecutive , ed i Tampa Bay Buccaneers, vittoriosi nelle ultime due giornate con un paio di prestazioni maiuscole, una delle quali già consegnata alla storia grazie al field goal vincente trasformato da ben 62 yards allo scadere dal kicker Matt Bryant. Il protagonista di giornata è il vento, che obbliga gli allenatori a scelte straordinarie come tentativi di conversioni di 4° down al posto del più classico dei punt, e costringe gli special teams a giocate rischiose e a tratti rocambolesche.
La partita si decide per lo più nel primo tempo. Plaxico Burress (7/86 yd 1 TD) incanta i tifosi di casa con una delicata ricezione ad una mano in endzone anticipando il diretto avversario Ronde Barber per il primo ed unico TD Pass (7 yd) della partita di Eli Manning (16/31 – 154 yd 1 TD). Se la linea d’attacco sembra lavorare bene ormai dal secondo tempo della partita contro Philadelphia,è la difesa ad essere sotto esame. Mancano titolari del calibro di LaVar Arrington (Carlos Emmons), Usi Umenyora (Mathias Kiwanuka) e Sam Madison (R.W. McQuarters) ma la linea di difesa parte forte e, capitanata da un’immenso Michael Strahan impone una pressione spesso insostenibile all’attacco di Tampa. In seguito anche Brandon Short sarà costretto a lasciare il campo a causa di un problema muscolare ad un quadricipite Femorale e verrà sostituito dal rookie Gerris Wilkinson. Le secondarie di NY sono attente e non concedono grandi statistiche a Bruce Gradkowsky grazie anche alla scarsa vena dei ricevitori ed in primo luogo di Joey Galloway, veramente apparso sottotono. Costretti a 5 three and out consecutivi i Buc’s non demordono, ma Gradkowsky e Cadillac Williams pasticciano nell’esecuzione di una toss e provocano un fumble ricoperto da Fred Robbins, il quale propizierà il drive del secondo TD per i Giants.
Il solito Asse Manning-Burress accorcia il campo ad una yard dalla linea di endzone non senza la complicità delle secondarie di Tampa Bay, ed in seguito è Brandon Jacobs ad eseguire la segnatura dimostrando ancora una volta che sullo short yardage è forse il RB più affidabile della lega. Tampa accorcia le distanze grazie ad un calcio (43 yards) dell’eroe della settima giornata Matt Bryant che,nonostante l’insidia dei cambi di vento del Giants Stadium, porta il risultato sul 14 – 3,parziale che accompagnerà le squadre negli spogliatoi. Nella ripresa le squadre cercano di evitare le trappole del forte vento affidandosi alle corse.
Se “Cadillac” non è in giornata da big play, anche Tiki Barber (26/68 yd) soffre molto la buona guardia di Brooks e Co. e fatica a girare l’angolo. Ed ecco allora che a far la parte del leone risultano essere le corse di Jacobs (7/51yd. 5.1 per portata 1 TD) che dimostra non solo una potenza nelle gambe non comune, ma anche una buona agilità a dispetto della stazza da defensive-end. Il “Gigante” non sembra voler restare segregato ancora a lungo al ruolo di semplice backup o poco più, lancia segnali chiari a coach Coughlin partita dopo partita e il suo impatto e la sua utilità per la squadra sembrano essere ogni volta più determinanti…quando serve lui c’è !
Probabilmente a NY qualcuno ha già trovato su quale spalla piangere l’imminente addio a fine stagione di super Tiki Barber… Mentre Tampa fatica a gestire il pallone, NY riesce quantomeno ad avere dalla sua il tempo di possesso della palla, ed è proprio da un drive cospiquo (7,34 min.) alimentato dalle corse di Jacobs che nell’ultimo quarto arrivano altri 3 punti dalle 31 yds firmati Jay Feeley. Il resto è “Garbage Time”, il risultato finale si ferma sul 17–3 e risulta essere la quarta vittoria di fila per i ragazzi di Coughlin che si insediano prepotentemente al primo posto della NFC East, così come l’avevano lasciata nella scorsa stagione.
Da notare infine come la difesa al centro delle attenzioni alla vigiglia del match, abbia sicuramente impressionato per continuità grazie anche alla buona prestazione di Kiwanuka (1 sack) che non ha fatto rimpiangere l’assenza di Umenyora per ben tre quarti e all’ottimo lavoro dei DB’s che hanno completamente annullato il running game di Tampa Bay lasciando soltanto le briciole a Williams (8/20 yd) e costretto la squadra di coach Gruden a forzare il gioco aereo. Le note dolenti provengono,come spesso in passato dalle penalità, soprattutto in fase d’attacco, dove per l’ennesima partita Manning è costretto a chiamare ben 2 time-out per non incorrere in delay of the game. Scarsa comunicazione tra QB e Coaching Staff o game book non ancora ben assimilato? Questo è il dilemma…
Le statistiche parleranno alla fine del match di 4 penalità per 40 yds, sicuramente in netto miglioramento rispetto alle oltre 100 yds di inizio stagione contro i Colts del fratellone Peyton.
Prima del big-match con Chicago, il calendario dice Houston Texans tra le mura di casa; Coach Coughlin farà bene a sistemare le ultime sbavature se vorrà arrivare al meglio per la partita contro i Bears…per allora potrebbero davvero servire tutti e tre i time-out. Il vento questa volta ha spazzato via gli ultimi dubbi sulle potenzialità di questo gruppo, ma a tutti questi infortuni sarà meglio non aggiungere le ingenuità del passato.