Jan Stenerud, dai fiordi alla Hall of Fame
Per anni, si è pensato che chi non faceva altro che calciare la palla su un campo da football non potesse legittimamente ambire ad essere insignito del titolo più importante in questo sport, ovvero l’introduzione nella Pro Football Hall of Fame.
“I kickers non pagano il prezzo”, questo era il leitmotiv. “Il loro lavoro fa sì che non debbano colpire nè essere colpiti. Anche in allenamento si richiede loro molto meno rispetto a tutti gli altri giocatori“.
Poi Jan Stenerud, talentuoso saltatore con gli sci nato in Norvegia, giunse nella NFL firmando per i Kansas City Chiefs nel 1967. Vi rimase per i successivi 19 anni, prima di ritirarsi con la maglia dei Minnesota Vikings al termine della stagione 1985. Mise a segno la bellezza di 1.699 punti, alle spalle del solo George Blanda, e si guadagnò l’unanime reputazione di miglior specialista nel suo ruolo.
Nel 1991, al primo anno di eleggibilità, Stenerud completò il suo improbabile viaggio dai trampolini della Norvegia alla Pro Football Hall of Fame, il tanto agognato traguardo che nemmeno i suoi più accaniti sostenitori ritenevano raggiungibile. La sua introduzione lo rese il primo giocatore di sempre ad aver avuto la sola responsabilità di calciare la palla lunga un piede.
I 31 componenti del Board di Canton riconobbero, da un lato, che i placekickers non devono affrontare le fatiche della maggior parte degli altri giocatori, ma dall’altro che quegli stessi giocatori vengono spesso chiamati in causa sotto pressione per far vincere gli incontri alla propria squadra. L’unanime opinione fu che quel norvegese biondo e riccioluto fosse una spanna sopra la maggior parte di coloro che avevano svolto quel lavoro.
I traguardi raggiunti in carriera da Stenerud sono leggendari. Oltre ai 1.699 punti, detiene il record di 373 field goals segnati, 38 più di Blanda. Fino al 1990, fu in parità con Nick Lowery (suo successore a Kansas City), quanto a stagioni con oltre 100 punti segnati, ben 7. E’ al secondo posto con 17 field goals oltre le 50 yards – il più lungo fu da 55 contro Denver nel 1970. I suoi 580 extra points in carriera lo pongono al terzo posto in questa speciale classifica.
Stenerud partecipò a 2 AFL All-Star Games ed a 4 AFC-NFC Pro Bowls. Con 4 field goals, tra i quali uno da 48 yards (record per l’epoca), e 2 extra points, si aggiudicò il titolo di Most Valuable Offensive Player nell’edizione 1972 del Pro Bowl. Tra il 1967 ed il 1970, trasformò il 72% dei tentativi di field goal, mentre la media AFL si aggirava sul 50%.
Il successo del forte e vigoroso Stenerud è ancor più impressionante, se solo si pensi al fatto che non aveva il vantaggio del turf artificiale, di stadi al coperto o delle reti per il riscaldamento a bordo campo. Il concetto offensivo di manovrare fino in raggio da field goal in partite tirate era solo agli albori.
“In quei giorni, non lavoravamo molto sugli special teams“, disse una volta Len Dawson, QB dei Chiefs e holder di Stenerud per diversi anni. “Chissà che carriera avrebbe fatto Jan se avesse iniziato a giocare 10 anni dopo“.
La storia dell’approdo di Stenerud all’Olimpo del football americano è realmente incredibile, quanto lo sono i traguardi da lui raggiunti tra i pro.
Nato a Fetsund, in Norvegia, il 26 Novembre 1942, Stenerud in gioventù aveva praticato il calcio e l’hockey, ma grazie alle proprie doti di saltatore con gli sci si guadagnò una borsa di studio alla Montana State University.
Nel viaggio verso la sua nuova casa, nel 1963, Jan si fermò a far visita a sua sorella Berit, che all’epoca frequentava un giornalista sportivo di Buffalo, New York. Il giornalista, Larry Felser, poi membro del Board della Hall of Fame, suggerì a Jan e Berit di andare a vedere l’incontro tra Buffalo e Kansas City che si sarebbe svolto quel pomeriggio.
Più tardi, Felser chiese a Stenerud cosa pensasse della partita. “E’ la cosa più pazza che io abbia mai visto“, rispose Jan. “Non riesco a capire perchè tutti quei tizi continuino a saltarsi addosso a vicenda“.
Così, Stenerud lasciò perdere il football americano e andò a Montana State, dove divenne All-America come saltatore con gli sci. Il football ricomparve per caso nell’anno da sophomore.
Quando il kicker titolare di MSU cominciò ad allenarsi dopo aver recuperato da un infortunio, Stenerud decise di tenergli compagnia, facendo da holder. Non ci volle molto prima che Jan decidesse di calciare da solo la palla lunga un piede.
“Cercai di calciare con la punta, come chiunque altro“, ricorda Stenerud. “Poi cominciai a farlo con l’interno del piede. Era molto più facile per me, come se stessi battendo un corner o un rigore a calcio“.
Il coach della squadra di basket di MSU, Roger Craft, notò l’abilità di Stenerud nel piazzare palla tra i pali, e riferì al collega della squadra di football, Jim Sweeney, quanto aveva visto. Stenerud divenne così un giocatore di football.
Jan mise a segno 18 FG su 33 in 2 anni a MSU, tra i quali uno da 59 yards, il più lungo di sempre nel football a quell’epoca. Il suo record complessivo risentì del fatto che Sweeney, mancando di un buon punter, tentasse la conversione di field goal in situazioni nelle quali normalmente si andava al punt. A suo avviso, un field goal sbagliato da Stenerud sarebbe stato meglio di un punt. L’ultimo esempio della sua geniale strategia? Un tentativo da 113 yards, che Stenerud calciò fino alle 30 avversarie…
Anche se i Chiefs avevano già draftato Jan come futura scelta nel 1966, il coach Hank Stram decise di dare un’occhiata alla nuova recluta in una gara contro Tulsa. “Sul kickoff iniziale, Stenerud piazzò la palla tra i pali, e 7 file tra le gradinate. Avevo visto tutto quello che dovevo vedere“, ricordò Stram.
Con la maglia dei Chiefs
Anche gli Atlanta Falcons, formazione della NFL, avevano draftato Stenerud, ma Jan optò per Kansas City soprattutto per via di Stram, che era stato a sua volta un kicker al college di Purdue. “Mi impressionò davvero”, disse una volta Stenerud. “Non parlava soltanto di firmare il contratto. Parlava di calciare e mi piaceva“.
Mentre Stram cercò sempre di minimizzare il suo contributo, Stenerud insisté sempre nel dire che l’allenatore aveva giocato un ruolo fondamentale nel suo successo.
“Mi portò a Kansas City un mese prima dell’inizio della mia stagione d’esordio”, disse Stenerud. “Ogni giorno mi faceva calciare 50 palloni – e mi faceva da holder. È stato coach Stram a notare che avrei più facilmente fallito un FG dall’hask mark di destra. Non me n’ero accorto, ma le statistiche mostravano che era vero. Mi fece quindi allenare da quel lato finché il problema non si risolse“.
Popo dopo aver ricevuto un signing bouns da 80.000 $ da parte dei Chiefs, Stenerud tornò a casa in Norvegia per rivedere la famiglia. Portò con sé alcuni filmati dei tempi di Montana State, per mostrare ai genitori cosa avrebbe fatto per guadagnarsi da vivere.
“Mia madre era curiosa di tutto ciò“, disse Stenerud, “e mio padre sperava che avrei gareggiato per la Norvegia alle Olimpiadi invernali Quando guardarono i filmati, nessuno capì cosa stesse succedendo“.
Ma una volta rientrato a Kansas City, tutti sapevano cosa stesse accadendo, ovvero che i Chiefs avevano trovato una vera e propria gemma.
Mentre Pete Gogolak era diventato il primo kicker di potenza del pro football nel 1964, Stenerud, con la sua grande precisione e la sua abilità relizzativa dalla lunga distanza, fece molta più impressione.
Mise a segno un FG da 54 yards nell’incontro inaugurale della stagione 1967 contro Houston, e chiuse il campionato con 21 field goals, miglior record AFL e nuovo primato di franchigia.
I suoi 108 punti, seconda miglior prestazione AFL, diedero il via ad una striscia di 5 stagioni consecutive nelle quali realizzò più di 100 punti.
Nel 1969, calciò 16 FGs consecutivi, infrangendo il primato di 13 detenuto dal grande Lou Groza, tackle di Cleveland nella Hall of Fame.
Il valore di Stenerud non fu mai così chiaro come nel Super Bowl IV, quando i Chiefs maltrattarono gli strafavoriti Minnesota Vikings per 23-7. Stenerud aprì le segnature con un FG da 48 yards (record per il Grande Ballo), seguito da altri 2, da 32 e 25 yards, che diedero ai Chiefs i punti necessari alla vittoria.
Nel Super Bowl IV contro i Vikings
Mentre Dawson venne nominato MVP dell’incontro, il contributo di Stenerud non passò inosservato. “Ogniqualvolta sei in grado di colpire così da lontano come facemmo in occasione del primo FG, questo ha un grande effetto psicologico sulla tua squadra“, disse Stram.
La reputazione di Stenerud per i calci dalla lunga distanza spesso intimidiva gli avversari. Il coach di una squadra in trasferta domandò a Gorge Toma, responsabile della manutenzione del campo di Kansas City, cosa significassero le dozzine di X disegnate sul muro dello stadio 10 buone yards dietro la endzone. “Sono i punti nei quali i kickoffs di Stenerud hanno colpito la recinzione“, rispose Toma allo sbalordito allenatore.
Nell’Agosto del 1980, i Chiefs decisero che avevano bisogno di un kicker più giovane, e Stenerud venne così rilasciato. Jan pensava che la sua carriera fosse finita, ma in realtà alcuni dei suoi migliori anni erano ancora di là da venire.
Nel Novembre del 1980, firmò un contratto da free agent per giocare gli ultimi 4 incontri stagionali con i Green Bay Packers.
In divisa Packers contro i Dallas Cowboys
L’estate successiva, dovette superare la concorrenza di 2 veterani, Benny Ricardo e Rick Danmeier, per assicurarsi un posto. Un FG da 54 in preseason, per il quale il coach Bart Starr aveva optarto solo a causa della pessima giornata del proprio punter, mantenne viva la carriera di Stenerud.
La percentuale di 91.6 (22 FGs realizzati su 24) nel 1981 fu la migliore di tutta la sua carriera. La stagione successiva, Jan contribuì all’approdo dei Packers ai playoffs, e calciò un FG da primato di franchigia (46 yards) contro St. Louis.
Nel 1983, fece vincere o portò in parità 5 gare negli ultimi 2 minuti, infrangendo il primato di FGs realizzati in carriera da George Blanda, con 4 FGs nella vittoria per 12-9 in un Monday Night contro Tampa Bay.
“Quando la partita entrava nella fase decisiva, non avrei voluto altri che Jan a calciare“, disse l’ex quarterback dei Packers, Lynn Dickey. “Più invecchiava, più lavorava duro, e quindi non perse mai le sue doti fisiche“.
Nel Luglio del 1984, Stenerud venne ceduto ai Minnesota Vikings in cambio di una settima scelta al draft. Dato che i Vikings giocavano in uno stadio al coperto, Jan vide il trasferimento come un fatto positivo, che avrebbe potuto allungargli la carriera.
Con la casacca di Minnesota
La stagione 1984 nel Minnesota si dimostrò infatti una delle migliori in assoluto per Stenerud. Realizzò 20 FGs su 23, con un eccellente 87%, seconda miglior prestazione personale.
All’età di 42 anni, divenne il giocatore più vecchio di sempre a partecipare al Pro Bowl.
La percentuale di realizzazioni si abbassò nel 1985, anche se totalizzò comunque 86 punti grazie a 15 FGs su 36 e 41 extra points. Al termine della stagione, i problemi alla schiena, che lo infastidivano da tempo, lo costrinsero al ritiro.
L’affidabile e coriaceo norvegese poté quindi guardarsi indietro con orgoglio, dopo 19 stagioni nelle quali aveva giocato 263 partite – terzo miglior record nella storia del football – senza mai saltarne una.
Stenerud, in seguito divenuto uomo d’affari a Kansas City, è stato un giocatore eccellente nei momenti topici, nei quali la vittoria o la sconfitta dipendevano spesso dalla sua abilità.
“Il pro football è un gioco fatto di tremendi alti e bassi, ma cerco di mantenermi in equilibrio più che posso“, disse una volta. “Se sei nell’ambiente da un pò di anni, ti succederà di tutto. Speri solo che i successi siano più dei fallimenti“.
Jan Stenerud è stato introdotto nella Hall of Fame nel 1991, con queste eccezionali statistiche:
– 19 stagioni;
– 263 incontri disputati;
– 580 extra point realizzati;
– 601 extra point tentati;
– 373 FGs realizzati;
– 558 FGs tentati;
– 1699 punti segnati.
Per l’infaticabile Stenerud, che affrontava il proprio lavoro con calma, ma con altrettanta abnegazione e precisione, il successo personale coincidente con quello delle proprie squadre è divenuto un vero e proprio marchio di fabbrica.
Fonte: http://www.profootballresearchers.org/Coffin_Corner/17-06-624.pdf
Autore: Don Smith
Originariamente pubblicato su “The Coffin Corner”
Il sopra riportato testo costituisce una traduzione dell’elaborato originale, i cui diritti di proprietà intellettuale ed economica spettano al relativo Autore.
Come sempre un grande articolo Diego… e stavolta su un ruolo che non ha molta visibilit
Ne avevo solamente sentito parlare. Ora, grazie a Diego, posso leggere con piacere delle gesta misconosciute di un grande atleta. Grazie !