Chicago vince la NFC North!

Chicago vince la NFC North per il secondo anno di fila e può finalmente festeggiare il primo traguardo stagionale. L’evento di un back-to-back non si verificava in Illinois dalla doppia vittoria nei campionati 1987-88, due stagioni che chiudevano una striscia di cinque primati conquistati nell’allora Central Division. Chicago difenderà la corona divisionale anche nel 2007, ma se oggi è giunto il momento di festeggiare questa piccola vittoria di tappa, il merito non va certo attribuito all’uomo che, tutto sommato, era il più atteso al rientro al Soldier Field dopo tre partite lontano da casa: Rex Grossman. Nel secondo festival dei turnovers consecutivo (oggi 10 in totale), Grossman cade di nuovo malamente, tenendo un rating di poco inferiore al 3 (sì, avete letto bene, tre!) grazie a (si fa per dire) 34 yards lanciate e tre intercetti. Un disastro. E stavolta la colpa è difficilmente attribuibile alle chiamate dalla sideline visto che il primo pallone è buttato senza troppe attenzioni in una zona centrale dove un linebacker avversario (Napoleon Harris) sta chiudendo la traccia, mentre il secondo (imbarazzante) è un pallone profondo sparato lento e corto per un Bernard Berrian che a pochi passi dalla endzone non può che limitarsi a guardare il facile anticipo di Antoine Winfield. Solo nel terzo Grossman è lievemente esente da colpe quando il pallone pizzicato da Darrion Scott è prima deflettato da un uomo in linea e va a cadere proprio a pochi passe dal defensive end dei Vikings… l’esecuzione, anche in questo caso, lascia comunque a desiderare.

Grossman parte indeciso ed impaurito, e lo stadio ne apostrofa il primo intercetto con un boato di disapprovazione rinforzato da fischi ingenerosi e crudeli. Ma, spiace dirlo, in un certo senso meritati. Fanno male quei fischi che riportano Rex alla preseason quando già buona parte del popolo di Chicago chiedeva a gran voce la sua testa per lasciar posto al veterano Brian Griese. Grossman non molla mai, ma quando prova a cambiare la partita da solo le cose peggiorano e, qualcuno, dovrà prendere provvedimenti prima o poi. Ormai per Rexy ogni partita è un calvario e la pressione sempre più schiacciante. Se ci mettiamo che Rashied Davies aveva perso persino il primo pallone della gara sul kick-off return, capiamo che questa sfida, per i Bears, non è stata semplicissima. Per costruire questo 23-13 Chicago ha avuto bisogno di una difesa esemplare (39 minuti in campo, 19 nel primo tempo) che ha sì concesso 192 yards di corsa, soffrendo Chester Taylor prima e Ciatrick Fason dopo, ma risolvendo benissimo le situazioni di redzone, imponendo a sua volte 5 turnover e lasciandosi perforare solo nel finale quando ormai le batterie erano a zero.

Quando Chicago va in vantaggio è davvero difficile riprenderla, quest’anno non è mai successo, e così è toccato a Devin Hester, vista la giornataccia di Grossman, sbloccare il risultato col suo quarto ritorno da TD (terzo punt) riportando in endzone l’ovale dopo 45 yards di pura velocità e tecnica. Alla fine il maggior numero di yards guadagnate per Chicago verrà proprio dagli Special Teams (155 yards) con un Hester a 22.7 di media sui kick off e 35 sui punt.

Minnesota, sempre e comunque bloccata nei pressi della redzone, riuscirà ad avvicinarsi fino al -1 tra il secondo e il terzo quarto con due field goal con l’ex Packer Ryan Longwell, ma dopo una serie di palle perse e riprese, Ricky Manning jr. intercetterà Brad Johnson (4 INT) per un meta da 54 yards. La partita gira in quel momento, con i Vikings incapaci di colpire una squadra “butta-palloni” come i Bears di oggi ed efficacissima in difesa. Passa poco tempo ed un monumentale Brian Urlacher intercetta di nuovo il quarterback di Minnesota che lascerà posto, nel drive successivo, a Brooks Bollinger. Posizione di campo ottima e un buon Cedric Benson (9/60, TD) trova il TD che ammazza la partita dopo una corsa da 22 yards.

Si chiude il terzo periodo e all’inizio dell’ultima frazione il disperato tentativo di recupero degli ospiti si spegne nella safety di Tank Williams, il quale va a placcare in endzone Fason. La meta dello stesso ed l’onsidekick recuperato dai Vikings non cambiano nulla a, anzi, la gara si chiude grazie all’ennesima grande giocata difensiva di Adewale Ogunleye che forza un fumble ricoperto da Hunter Hillenmeyer. La serie impressionante di blitz messa a referto contro il povero Bollinger (tre sacks), spinge Brad Childress a tentare la carta Tarvaris Jackson, rookie pronto, a questo punto, a prendersi le redini del comando per guidare una squadra da qui a fine stagione, giusto per testarne le doti per il 2007.

Dispiace, nel giorno in Chicago trionfa di nuovo nella division, non poter parlare dei ricevitori, ma una pessima giornata di Grossman, ormai una pessima abitudine, hanno tenuto lontano dal gioco i vari Berrian, Davies, Clark e Muhammad (1/5). Grossman dimostra ancora buon gioco nel medio-corto, dove non è obbligato a prendersi troppo tempo per seguire un solo receivers e andare in difficoltà se questi venisse coperto, ma la sua preferenza continua ad essere quella del gioco ad effetto sul profondo, con il benestare dell’allenatore; un gioco ormai poco efficace, prevedibile, e che nel momento che è fallito una volta (Desert Nightmare in Arizona) ha messo in condizioni Grossman di non giocare più tranquillo e di sentirsi costantemente obbligato a dimostrare numeri esagerati. Cosa cambierà in settimana? Tra un mese? Non si sa, forse niente, forse tutto. Di certo a Chicago serve riflettere e, stavolta, bisogna farlo intensamente. Intanto nessuno rovini questo momento di gioia. Due titoli divisionali consecutivi, da queste parti, erano una rarità da un pezzo. Ora si pensi al fattore campo per i playoffs e a gennaio; settimana prossima Monday Night Football a St. Louis, la vera vetrina nella quale, Grossman, può cercare di rifarsi.