Chicago vince ma non domina più.

Chicago vince secondo pronostico la gara contro i Lions, ma lo fa, di nuovo, senza imporre quel dominio che caratterizzava quasi tutte le vittorie di inizio stagione. Le defezioni sulle secondarie preoccupano sempre di più, ed è normale sia così quando ogni avversario che esplora le tue deep difensive ha successo. Come contro i Buccaneers una settimana fa si assiste a un primo tempo di dominio, dove la difesa limita i Lions a tre primi down e 90 yards totali, ma riesce comunque a concedere un TD grazie a due big play di Jon Kitna e ad un imbarazzante placcaggio mancato da Hunter Hillenmeyer su Dan Campbell per il 7-3 in favore dei Lions.

Per espugnare il Ford Field servirà però di più, molto di più, fino al salvataggio di Devin Hester nel finale. Primo tempo, dicevamo, con Rex Grossman (20/36, 197 yds, TD) bravo a far girare il pallone ed il solito duo Thomas Jones-Cedric Benson capace di alzare in coppia 111 yards; Bernard Berrian è il target per il primo TD, mentre Adrian Peterson concede il bis sempre nel secondo quarto mandando al riposo due squadre con una sola in grado di controllare davvero il gioco, i Bears.

Ci sarebbe il tempo di festeggiare le 700 ricezioni in carriera di Muhsin Muhammad (più la più lunga da quando è a Chicago, 40 yards) se non fosse che due drive tremendi da 71 e 61 yards colpiscono di nuovo Chicago; i Bears soffrono sempre dietro, con un Nathan Vasher totalmente in affanno per via di un acciacco che sembra non abbandonarlo mai e quell’assenza di Mike Brown che continua pesare come un macigno. Ora che i Bears sembrano aver trovato il modo di limitare, di nuovo, le corse avversarie senza l’aiuto di Brown nel box e di Tommie Harris sulla linea, sui lanci sembra che non ci sia nulla da fare. Kitna lancia 283 yards e tre TD (di Mike Furrey e Roy Williams i due nel terzo periodo che portano in vantaggio i Lions) e la difesa dei Bears, tra defezioni e rotazioni, fatica a opporre davvero resistenza.

Brian Urlacher
segue buona parte della gara dalla sideline, vedendo circolare in campo LB come Darrell McClover e Rod Wilson, davvero poco conosciuti ai fans della NFL, così come sulla linea difensiva cominciano decine di rotazioni. Anche Grossman, fatta la sua parte, esce dal campo, e Brian Griese fatica a trovare la stessa fluidità del titolare nel far girare palla via aerea. Marc Anderson riprende in mano il controllo del backfield avversario creando pressione, due sacks e forzando un fumble, garantendo così all’attacco la tranquillità di conquistare il 26-20 finale grazie anche solo ai calci di Robbie Gould (4/4) che ne mette tre consecutivi nell’ultimo periodo.

L’ultimo sospiro di sollievo viene però tirato su un pallone che Hester defletta in piena endzone e diretto alle mani di Mike Williams, pallone che avrebbe regalato la vittoria a Detroit e rovinato un po’ il Natale dei Bears, i quali hanno sempre più bisogno di consolidare il record ottenuto finora. La speranza è di vedere un miglioramento tra le retrovie, sulle secondarie, per sperare di trovare qualcosa di meglio ai playoffs e non rischiare l’uscita prematura come un anno fa; domenica, intanto, arrivano i Packers, eterna rivale con la quale Smith dovrà vincere praticamente a tutti i costi, senza esagerare con le rotazioni… il pubblico del Soldier Field vuole la sua parte.