Si vola a Miami!
Dopo ventuno anni il sogno si avvera, Chicago vola a Miami per disputare il secondo Super Bowl della propria lunghissima storia, e l’ultimo ostacolo si chiama Peyton Manning, il quale raggiunge l’evento insieme ai suoi Indianapolis Colts dopo una finale AFC memorabile. Chicago dal canto suo alza il trofeo di conference, il George Halas Trophy, dopo una partita dove si è rivista l’immensa difesa che tutti erano abituati a conoscere. E’ stata una prestazione suprema, una partita che ha visto la pressione nei confronti di Drew Brees trovare buon gioco, con tre sacks (Mark Anderson, Adewale Ogunleye e Israel Idonije), ma soprattutto una difesa in grado di forzare tre fumble di cui due recuperati.
Non è stato facile avere la meglio dei New Orleans Saints, anche se il 39-14 finale lascia intendere tutto il domino avuto sulla gara da parte degli uomini di Lovie Smith. Non è stato facile perchè, a fronte di una difesa immensa, l’attacco ha avuto più punti morti durante la gara, soprattutto all’inizio quando, nonostante le buone posizioni di campo, ci si è dovuti accontentare di tre field goals di Robbie Gould. Poi è cominciato lo show di Thomas Jones (19/123), decisamente più incisivo del collega Cedric Benson e arma letale per l’attacco dei Bears.
Mentre Brian Urlacher e Lance Briggs, insieme alla linea difensiva riuscivano a mettere le briglie a Deuce McCallister e tutto il running game dei Saints, l’attacco soffriva sui lanci di un Rex Grossman (11/26, 144 yards, TD) spesso nervoso e impreciso, ma comunque in grado di sfuggire a ogni tentativo di sack avversario e di non generare turnover. Nonostante la buona prova delle secondarie con Nathan Vasher capace anche di arrivare all’intercetto, il gioco aereo di Brees ha creato comunque non pochi grattacapi agli uomini di Chi-Town, generando 354 yards e due TD, uno su uno splendido lancio per Marques Colston e l’altro su uno screen che il rookie Reggie Bush ha trasformato in oro per 88 yards.
Le due mete dei Saints giungevano a cavallo dell’half time, quando Chicago si trovava sul 16-0 e nonostante qualche errore offensivo sembrava aver preso in pugno la gara. L’attacco si era di nuovo bloccato e la chance di mettere in difficoltà gli ospiti veniva anche dagli special team, con un Brad Maynard (da poco eletto giocatore più sexy dei Bears) a una media punt di 47.4 e Reggie Bush fermato a 3.3 per ritorno. Su questi giochi la difesa ha costruito la pressione da riservare agli ospiti, mentre sulle secondari Chris Harris (8-1, 1 FF) dimostrava di poter reggere il colpo guidando le secondarie.
Chicag o approfitta così del momento difensivo per forzare una safety su intentional grounding di Brees e aggiungere due punti allo scoreboard prima di entrare nel quarto periodo dove Bernard Berrian (5/85) inventava una ricezione da TD che mandava il Soldier Field in paradiso. Pallone profondo di Grossman, doppia copertura con l’ovale che scavalca il primo uomo e trova B-Dog che saltando e cadendo sulla schiena fa suo un pallone che sembrava perso; trovato il tempo, Berrian si rialzava ricoprire le tre yards che lo dividevano dalla endzone.
Tutta l’inerzia passava ai Bears che trovavano la meta di Benson e la splendida segnatura di Thomas Jones, il quale correva a destra per poi rovesciare il campo e finire in endzone sulla sinistra di una difesa ormai a pezzi. Partita vinta, dominata, e Miami è raggiunta, anche se Indianapolis sarà un osso durissimo, con il suo attacco stellare; servirà ancora un Thomas Jones d’eccellenza e, soprattutto, una grandissima difesa in grado di replicare quanto visto ieri. Ma limitare Manning e soci non sarà semplice, per questo servirà un attacco in grado di non perdere palloni e generare punti su punti, senza sprecare le chance come quelle avute ieri nel primo tempo. Robbie Gould è una garanzia, ma dall’altra parte ci sarà Adam Vinatieri, per cui non sembra il caso di giocarsela punto su punto con tanti field goal. Servirà correre, e farlo bene come ieri.
“Il nostro running game è stato incredibile” ha detto Grossman, “ha corso perfettamente per la loro giugulare nel secondo quarto, con una O-line capace di aprire grandi spazi e i nostri RB’s eccellenti nell’aggredire gli spazi e tagliare il campo”. Quasi in lacrime, a fine gara, Virginia McCaskey, proprietaria dei Bears e figlia del mitico George Halas; dopo aver consegnato il premio ha mostrato a tutti un sorriso pieno di orgoglio e gioia, un sorriso che non può non spingere i ragazzi di Smith verso l’ultimo importantissimo passo della stagione.
“Potete vedere dal suo volto quanto sia eccitata” ha dichiarato coach Smith poco dopo la consegna del premio, “era tanto tempo che aveva questo sogno. Le abbiamo detto che lo avremmo realizzato. La squadra le ha detto che avrebbe agguantato questo sogno per lei. Ora è felice e dopo la prossima gara lo sarà ancora di più”.
E’ quanto ci auguriamo coach, non solo per Virginia, ma per un popolo di tifosi che da ventuno anni aspetta di vedere riscritta la storia come merita.