La Storia dei Falcons
L’11 Settembre 1966, i Falcons fecero il loro esordio assoluto all’Atlanta Fulton County Stadium, sotto la guida di Coach Norm Hecker, opposti ai Los Angeles Rams.
Dopo che gli avversari erano passati rapidamente sul 16-0, i Falcons misero a segno 14 punti, riaprendo così l’incontro; tuttavia, gli Arieti misero in cassaforte il risultato grazie ad un FG, che valse loro il successo per 19-14.
La formazione della Georgia perse le prime nove gare in calendario, prima di rompere il digiuno il 20 Novembre, superando i New York Giants in trasferta per 26-14.
I Falcons alternarono vittorie e sconfitte nelle ultime quattro gare, chiudendo la prima stagione di vita con un record di 3-11.
Nel 1967 i Falcons si rivelarono una cocente delusione, terminando il campionato con un disastroso 1-12-1, nel quale il QB Randy Johnson lanciò più di due intercetti per ogni touchdown.
Un’altra pessima partenza (0-3), costò il posto a Norm Hecker, il quale venne silurato e rimpiazzato dal leggendario ex QB Norm Van Brocklin.
Dopo aver perso il primo incontro sotto la guida di “Dutch”, i Falcons sconfissero i Giants al Fulton County Stadium, col punteggio di 24-21. Ma in seguito i Falcons riuscirono a conquistare solo un altro successo, chiudendo la stagione con un pessimo 2-12.
Buon esordio quello della stagione 1969: la formazione di Atlanta piegò infatti i San Francisco 49ers tra le mura amiche del Fulton County Stadium. Giunsero poi tre sconfitte contro alcune delle migliori squadre NFL, e dopo 11 incontri il parziale era di 3-8.
Il 7 Dicembre il FB Harmon Wages giocò la partita della vita, lanciando un TD pass, ricevendone un altro, e realizzandone un terzo su corsa: i Falcons superarono così i New Orleans Saints per 45-17. Quella fu la prima delle tre vittorie che chiusero la stagione, terminata con un decisamente migliore 6-8.

Harmon Wages
Giocando un football solido e concreto, i Falcons si portarono sul 3-3. Tuttavia, sarebbe poi giunto un solo successo nel resto del campionato, chiuso con un deludente 4-8-2.
Il 19 Dicembre 1971, i Falcons giunsero all’ultima gara stagionale a New Orleans sul parziale di 6-6-1, con la possibilità, in caso di vittoria, di disputare il primo campionato di segno positivo.
Il rookie WR Ken Burrow, pur limitato da un polso fratturato, giocò la seconda partita in cui ricevette per 190 yards; i Falcons segnarono il TD decisivo a 40” dal termine, imponendosi sui Saints per 24-20 e chiudendo sul 7-6-1.

Ken Burrow
Nel 1972, sul 7-5, i Falcons volarono a San Francisco, pronti a disputarsi con i 49ers il titolo della NFC Western. Ma la formazione della Georgia non fu mai in gara e, piegata per 20-0, dovette sostanzialmente dire addio alle proprie speranze di playoff.
Nell’ultima di campionato al Fulton County Stadium, contro i Kansas City Chiefs, il RB Dave Hampton infranse la barriera delle 1.000 yards stagionali. Tuttavia, una sola azione più tardi, venne fermato con una perdita di sei yards e chiuse con 995 yards all’attivo, mentre i suoi, sconfitti, terminarono sul 7-7.
Grande esordio per i Falcons nel 1973, con un fragoroso 62-7 in trasferta ai danni dei New Orleans Saints. Ma il team di Atlanta fu in grado di mettere a segno soli 15 punti totali nelle successive tre gare, tutte quante perse.
I Falcons seppero però riprendersi, con ben sette vittorie di fila, che li rimisero in corsa per i playoff, realizzando più di 40 punti in tre occasioni.
Perdendo due delle ultime tre gare in calendario, i Falcons chiusero sul 9-5, fallendo l’appuntamento con la postseason per una sola gara. Nel contempo, Dave Hampton non riuscì, ancora una volta, a superare il traguardo delle 1.000 yards per un soffio, arrestandosi a 997.
La stagione 1974 si aprì con una striscia perdente di tre incontri di fila, cui seguirono due vittorie; la formazione di Atlanta perse nuovamente tre incontri, il che costò il posto a Norm Van Brocklin. Questi venne silurato e rimpiazzato da Marion Campbell, ma ciò non giovò affatto; giunsero infatti cinque battute d’arresto di fila, prima che la vittoria nell’ultima di campionato portasse il bilancio finale sul 3-11.
Nel 1975, guidati dal rookie QB Steve Bartkowsi in cabina di regia, i Falcons continuarono a faticare: prova ne fu un pessimo record di 4-10. Nonostante ciò, Dave Hampton riuscì finalmente a raggiungere il suo traguardo; con le 61 yards nell’ultima gara in calendario, chiuse infatti con 1.002 yards su corsa.

Steve Bartkowski
Anche nella stagione successiva, Bartkowski stentò decisamente, lanciando soli due TD passes e venendo intercettato nove volte.
Il giovane regista venne quindi panchinato, e rimpiazzato da Kim McQuilken, che, se possibile, riuscì a fare ancora peggio: dieci intercetti e soli due TD passes.
Sul parziale di 4-8, Marion Campbell diede le dimissioni. Perdendo anche le ultime due partite, allenati da Pat Peppler, i Falcons terminarono sul 4-10.
Agli ordini del nuovo coach Leeman Bennett, nel 1974 i Falcons poterono contare su una delle migliori difese nella storia della Lega; soprannominata “Gritz Blitz”, concesse soli 129 punti, stabilendo un record per una stagione da 14 partite.
Tuttavia, il reparto offensivo ebbe troppi problemi ad andare a segno, realizzando la miseria di 179 punti; il campionato si chiuse con un deludente 7-7.
Nel 1978, sotto per 17-6 a New Orleans con solo 2’23” sul cronometro, i Falcons conquistarono 80 yards, portandosi a – 4.
La formazione di Atlanta riprese il possesso del pallone allo scadere, bisognosa di un vero e proprio miracolo per vincere.
A fil di sirena, Steve Bartkowski lanciò un passaggio da 57 yards, ricevuto dal WR Alfred Jackson, il quale sbucò da un grappolo di giocatori e diede il successo ai suoi per 20-17. Quella vittoria fu la quinta consecutiva, e portò i Falcons sul parziale di 7-4.
Il team perse tre delle ultime cinque gare stagionali, ma riuscì comunque a qualificarsi per la postseason grazie al record finale di 9-7.
Ospitando i Philadelphia Eagles nella loro prima gara di playoff in assoluto, i Falcons misero a segno due TDs negli ultimi 14′, assicurandosi il successo per 14-13, mentre gli Eagles fallirono un FG a tempo scaduto.
Una settimana più tardi, i Falcons venivano dati per sfavoriti di 14 punti contro i Cowboys in quel di Dallas. In realtà, chiusero il primo tempo sul 20-13, ma i Cowboys si riportarono avanti per 27-20. Nell’ultimo disperato assalto, i Falcons non riuscirono per pochissimo a conquistare il primo down sulle 32 yards dei Cowboys, che ripresero palla e fecero scadere il tempo.
Il 1979 vide l’ottimo debutto del rookie FB William Andrews, che corse per 167 yards nella vittoria per 40-34 in overtime contro i Saints nella gara d’esordio a New Orleans.
Andrews avrebbe poi stabilito un record di franchigia con 1.023 yards, mentre Steve Bartkowski divenne il primo Falcon a sorpassare le 2.000 yards, lanciando per 2.505. Tuttavia, il punto debole della squadra fu la difesa, che concesse la bellezza di 388 punti.
La stagione si chiuse con un pessimo 6-10.

William Andrews in azione
Dopo una partenza sul 3-3, i Falcons spiccarono il volo, vincendo ben nove incontri consecutivi: grande protagonista fu Steve Bartkowski, che lanciò per qualcosa come 3.544 yards e 31 TD passes; la formazione di Atlanta conquistò, così, il suo prima titolo divisionale di sempre.
Nonostante la sconfitta per 20-17 rimediata per mano dei Los Angeles Rams in trasferta nell’ultima gara di regular season, che portò il bilancio sul 12-4, i Falcons ebbero comunque il vantaggio campo nei playoff. Giocando davanti a 60.022 tifosi al Fulton County Stadium, i Falcons si trovavano in vantaggio per 20-14 contro i Dallas Cowboys nell’ultimo quarto; ma i texani misero a segno ben 20 punti, e chiusero sul 30-27.
Buon avvio per i Falcons nel 1981, con tre vittorie di fila; tuttavia, nell’incontro vinto in casa per 34-17 contro i 49ers, il team della Georgia perse tre titolari.
La stagione si chiuse con un deludente 7-9: ben sette di quegli incontri furono persi per cinque punti o meno di scarto.
Nel 1982, in una stagione interrotta da uno sciopero di due mesi dei giocatori, i Falcons esordirono con un ottimo 5-2, assicurandosi un posto ai playoff. Tuttavia, perdendo le ultime due gare in calendario, furono costretti ad iniziare la postseason in trasferta, nel Minnesota. Il team georgiano cominciò l’ultima frazione di gioco in vantaggio per 21-16, pur senza aver segnato un TD in attacco, ma tornò a casa sconfitta per 30-24 dai Vikings.
Al termine dell’incontro, il coach Leeman Bennett venne licenziato, e sostituito da Dan Henning.
Grande stagione, quella del 1983, per William Andrews, che stabilì un nuovo record di franchigia con 1.567 yards su corsa, mentre Steve Bartkowski passò per 3.167 yards.
Ma il punto debole della squadra fu il reparto difensivo, che concesse agli attacchi avversari la bellezza di 389 punti; non deve soprendere quindi, il bilancio finale, un deludentissimo 7-9.
La stagione 1984 cominciò col piede sbagliato prima ancora dell’opener: William Andrews si infortunò gravemente al ginocchio durante un allenamento in preseason; quell’infortunio mise purtroppo fine alla sua carriera.
Nel vittorioso incontro d’esordio a New Orleans, il suo sostituto, Gerald Riggs, si gettò nella mischia e corse per ben 202 yards. Riggs chiuse poi la stagione con 1.486 yards e 13 TDs all’attivo.
Ma gli sforzi dell’attacco vennero nuovamente vanificati da una difesa a dir poco porosa (382 punti concessi); i Falcons chiusero con un disastroso 4-12.
Nel 1985, Gerald Riggs disputò un’altra stagione ad altissimi livelli, correndo per ben 1.719 yards; i Falcons dovettero peraltro giocare gran parte del campionato senza l’infortunato Steve Bartkowski. Tanto per cambiare, grazie alla consueta pessima difesa (452 punti concessi), i Falcons terminarono sul 4-12 per la seconda stagione consecutiva.
Con David Archer a rimpiazzare Steve Bartkowski, nel frattempo rilasciato, i Falcons iniziarono la stagione 1986 con un ottimo 5-1-1. Tuttavia, il team di Atlanta conquistò solo due vittorie nelle restanti gare, chiudendo sul 7-8-1. Al termine della stagione, il coach Dan Henning venne silurato, e rimpiazzato da Marion Campbell, che già aveva guidato la squadra dal 1974 al 1976.
In quell’anno, Jeff Van Note appese il casco al chiodo dopo diciotto anni di carriera tra i pro; i Falcons onorarono il loro centro ritirandone la maglia, e donandogli una Chevy del ’57 prima della sua ultima partita.
Il ritorno di Marion Campbell sulla sideline dei Falcons non diede gli effetti sperati: la stagione 1987 si chiuse infatti sul 4-12, con la squadra ancora alla disperata ricerca di un adeguato sostituto di Steve Bartkowski, la cui carriera era stata pesantemente condizionata da troppi infortuni.
Nel 1988, i Falcons vissero un’altra stagione travagliata, chiusa con un pessimo 5-11. Tuttavia, il CB Scott Case mise a segno ben dieci intercetti, venendo nominato Player of The Month in Novembre.
Nel 1989, solo pochi giorni dopo aver messo fine al suo holdout e battuto un Home Run per i New York Yankees, Deion Sanders iniziò la sua carriera NFL col botto, mettendo a segno un TD grazie ad un ritorno di punt da 67 yards; nonostante ciò, i Falcons uscirono sconfitti dalle mura amiche, superati per 31-21 dai Los Angeles Rams. Quella fu la prima volta che un atleta segnò un HR e mise a segno un TD nella stessa settimana.
I Falcons seguitarono a faticare, e sul parziale di 3-9, Marion Campbell venne silurato e sostituito da Jim Hanifan.
Atlanta perse anche le restanti quattro gare, terminando sul 3-13 una stagione deludente, e al contempo stellare per Deion Sanders, che totalizzò oltre 1.000 yards su ritorno.
Nel 1990, allenati da Jerry Glanville, noto per il suo guardaroba nero, i Falcons ritornarono alle divise nere degli esordi, e passarono ad un nuovo casco, del medesimo colore.
L’esordio fu molto positivo: i Falcons superarono in casa, col punteggio di 47-27, gli Houston Oilers, che avevano licenziato Glanville nove mesi prima.
I Falcons incapparono poi in quattro sconfitte consecutive, prima di ospitare i Cincinnati Bengals in un Sunday Night trasmesso in diretta nazionale; quello fu il Sunday Night col più alto ascolto della stagione, e vide “Neon Deion” sugli scudi, grazie ad un ritorno di punt vincente da ben 79 yards. I Falcons si assicurarono la vittoria per 38-17, ma terminarono la stagione sul 5-11, mentre Deion Sanders divenne uno dei giocatori più popolari della NFL.
Sulle note della canzone di MC Hammer “Too Legit to Quit“, i Falcons realizzarono l’ennesima rimonta da ultimo quarto nell’ultima stagione disputata tra le mura del Fulton County Stadium.
Nessuna di quelle rimonte fu più bella di quella contro i San Francisco 49ers, superati per 17-14 con un TD pass da 44 yards ricevuto all’ultimo secondo da Michael Haynes. Quella fu la sesta vittoria in sette gare, che valse ai Falcons un eccellente 7-1 contro le dirette rivali di Division, ed il record finale di 10-6, sufficiente per il sesto seed nei playoff. Quel passaggio dell’ultimo secondo si rivelò decisivo, dato che la qualificazione alla postseason fu possibile via tiebreaker, proprio ai danni dei 49ers.
Nella sfida di Wild Card, i Falcons volarono a New Orleans per sfidare i Saints. Michael Haynes mise a segno due TDs su ricezione, uno dei quali da 67 yards nell’ultimo quarto: i Falcons si imposero così per 27-20.
Ma la loro stagione terminò anzitempo una settimana più tardi, con la sconfitta esterna per 24-7 contro i futuri Campioni del Mondo, i Washington Redskins.
Prima dell’inizio della stagione 1992, i Falcons cedettero un giovane QB al secondo anno, un certo Brett Favre, ai Green Bay Packers in cambio di una scelta al draft. Quella mossa di mercato si rivelò uno dei più clamorosi errori nella storia della franchigia.
Atlanta esordì con la vittoria per 20-17 sui New York Jets davanti ai 65.585 tifosi che afffollarono il nuovissimo Georgia Dome.
Dopo aver perso tre delle successive quattro gare, Deion Sanders giocò sia in attacco che in difesa nella gara persa in trasferta per 21-17 contro i Miami Dolphins, prima di tornare ad indossare la maglia dei Braves in una gara di playoff quella stessa sera.
I Falcons chiusero la stagione con un pessimo 6-10, mentre la loro difesa concesse 414 punti agli avversari, costretta a giocare più di metà della stagione senza “Primetime” Sanders.
Quest’ultimo continuò ad avere un grande impatto anche nel 1993, intercettando sette passaggi ed imbrigliando i migliori ricevitori della Lega. Tuttavia, un solo giocatore non poteva fare la squadra, ed i Falcons, impossibilitati a coprire adeguatamente le altre posizioni in difesa, concessero ben 385 punti, e terminarono nuovamente sul 6-10.
Al termine della stagione, Jerry Glanville fu licenziato, ed il suo posto venne preso da June Jones.
Nel 1994, perso Deion Sanders nella free agency, i Falcons misero da parte le doti da showman di “Primetime”, che era diventato più una distrazione che un’arma letale.
Atlanta migliorò la cabina di regia, acquistando Jeff George. Nella sua prima stagione in Georgia, quest’ultimo passò per 3.734 yards, imbeccando il WR Terrance Mathis per ben 111 volte. Pur giocando un football solido, i Falcons chiusero sul 7-9.

Terrance Mathis
Ottimo inizio quello del campionato 1995, con il parziale di 5-2. Jeff George disputò una stagione stellare, con 4.143 yards all’attivo.
Tuttavia, i Falcons persero cinque delle ultime otto gare, e dovevano assolutamente vincere l’ultima di campionato contro San Francisco per agganciare il treno playoff. Le cose si misero male per i Falcons, subito sotto nel punteggio al Georgia Dome: a rendere il tutto più difficile, il trauma cranico rimediato da George, che lo estromise dalla gara. Ma il suo backup, Bobby Hebert, guidò i Falcons alla rimonta, completata con il TD pass della vittoria per Terrance Mathis, che portò il punteggio finale sul 28-27, proiettando i Falcons ai playoff col record di 9-7.
Da registrare, sotto il profilo statistico, ben quattro giocatori oltre le 1.000 yards; nel gioco su corsa, Craig “Ironhead” Heyward (1.083), mentre Eric Metcalf, Terrance Mathis e Bert Emmanuel ne totalizzarono 1.000 su ricezione.
Tuttavia, la stagione dei Falcons si concluse con la sconfitta per 37-20 a Green Bay, per mano dei Packers di quel Brett Favre scartato con troppa fretta.

Craig Heyward
Il 1996 fu un anno di grandi frustrazioni: sul parziale di 0-8, Jeff George ed il coach June Jones furono protagonisti di un furioso litigio durante il Sunday Night perso per 33-18 contro i Philadelphia Eagles al Georgia Dome. George venne cacciato dalla squadra, che chiuse con un disastroso 3-13. Ma il QB non fu l’unico a pagare per quella sfuriata: al termine del campionato, anche Jones fece le valige.
Guidati dal nuovo allenatore capo Dan Reeves, nel 1997 i Falcons si trovarono sull’1-7 al giro di boa. Tuttavia, una volta assimilato il sistema di gioco, la squadra chiuse bene la stagione, conquistando sei successi in otto partite e terminando col record di 7-9.
La stagione vide anche la fine di un’era: Rankin Smith, proprietario della franchigia sin dai suoi esordi, scomparve all’età di 72 anni, a poche ore dal Sunday Night contro i Carolina Panthers.
Il 1998 vide l’esplosione del RB Jamal Anderson, che corse per ben 1.846 yards e mise a segno 16 TDs. Trascinati dal proprio runner, i Falcons proseguirono nel trend positivo della fine della precedente stagione, partendo con un ottimo 5-1.
Dopo una brutta sconfitta esterna per 28-3 contro i Jets, i Falcons vinsero ben nove incontri consecutivi, fino a conquistare il titolo della NFC West col record di 14-2.
Ma anche quella stagione non fu esente da momenti di tensione: coach Reeves fu costretto a saltare le ultime due partite in calendario, a causa di un intervento in urgenza per l’applicazione di un quadruplo bypass.
Reeves, che conquistò il titolo di Coach of the Year, ritornò in tempo per il Divisional Playoff, in casa contro i San Francisco 49ers.
I Falcons si portarono subito avanti per 14-0; ma l’attacco andò in stallo, e toccò alla difesa portare a casa il risultato. Con la vittoria per 20-18, Atlanta giunse al Championship NFC per la prima volta nella propria storia.
Opposti ai Vikings (protagonisti di una stagione eccezionale, col record di 15-1), i Falcons erano gli ovvi sfavoriti per la trasferta a Minneapolis. Sotto per 20-7 verso la fine del secondo quarto, i Falcons sembravano pronti a soccombere; invece, seppero volgere in proprio favore l’inerzia dell’incontro grazie ad un turnover. Così facendo, rientrarono in partita, chiudendo il primo tempo sul 20-14. La difesa georgiana riuscì a limitare il fortissimo attacco dei padroni di casa a soli sette punti nel secondo tempo. Ma allo scadere, i Falcons erano ancora sotto per 27-20. L’infallibile kicker dei Vikings, Gary Anderson, era pronto a piazzare tra i pali un FG da 38 yards. Pur essendo stato perfetto per tutta la stagione, Anderson fallì la trasformazione, e ridiede vita alle speranze dei Falcons. Questi ultimi raggiunsero il pareggio, con un TD pass di Chris Chandler per Terrance Mathis subito dopo il 2-minute warning.
Si andò così all’overtime, nel quale Morten Andersen mise a segno il FG da 39 yards che diede ai Falcons una vittoria assolutamente insperata, permettendo loro di staccare il biglietto per il Grande Ballo.
Opposti ai Denver Broncos in quel di Miami, i Falcons furono, loro malgrado, coinvolti nelle aspre discussioni tra il loro coach e quello di Denver, Mike Shanahan, nonché il QB avversario John Elway; con entrambi, Reeves aveva avuto pessimi rapporti negli anni in cui aveva allenato in Colorado. Le cose andarono di male in peggio: la notte prima della gara, la FS Eugene Robinson venne arrestata per aver tentato di abbordare una prostituta.
I Broncos chiusero sul 17-6 all’intervallo: il già citato Robinson venne irrimediabilmente bruciato su un TD pass da 80 yards.
Denver si portò sul 31-6, poi Tim Dwight fu protagonista della miglior giocata dei Falcons, riportando in meta un kickoff con un eccezionale ritorno da 94 yards.
La stagione dei Falcons si chiuse mestamente, con la sconfitta per 34-19.

Jamal Anderson
Nella seconda partita del campionato 1999, Jamal Anderson chiuse anzitempo la stagione a causa di un infortunio al ginocchio.
I Falcons persero le prime quattro gare in calendario, e vincendo le ultime due chiusero con un disastroso 5-11. La partecipazione al Super Bowl sembrava ormai uno sbiadito ricordo.
La stagione 2000 si aprì col parziale di 2-1, ma poi gli infortuni falcidiarono la squadra, che perse undici delle successive dodici partite. I Falcons terminarono sul 4-12, ma era ormai chiaro a tutti che urgeva un cambio di rotta.
Jamal Anderson totalizzò 1.024 yards su corsa, pur avendo saltato circa metà della stagione a causa di vari acciacchi.
In occasione del draft, i Falcons posero in essere una trade per non lasciarsi sfuggire il miglior prospetto nella posizione di QB, Michael Vick, che divenne la prima scelta assoluta.

Michael Vick
Nella stagione 2001, i Falcons alternarono vittorie e sconfitte, chiudendo sul 7-9. Michael Vick passò per 785 yards, conquistandone 300 su corsa.
Al termine del campionato, i Falcons rilasciarono il QB Chris Chandler, nominando Vick titolare. Inoltre, la franchigia di Atlanta tagliò Jamal Anderson dopo l’ennesima stagione contrassegnata dagli infortuni, nella quale aveva conquistato sole 190 yards. Per rimpiazzarlo, venne messo sotto contratto il free agent Warrick Dunn.
Nella prima stagione con Vick stabilmente in cabina di regia, i Falcons partirono a rilento, perdendo due incontri al cardiopalma. Dapprima vennero sconfitti in overtime dai Green Bay Packers, poi persero all’esordio casalingo per 14-13 contro i Chicago Bears, a causa di un FG sbagliato da Jay Feeley.
Ma contro i Cincinnati Bengals, una settimana più tardi, giunse finalmente la prima vittoria: il grande pubblico potè ammirare in diretta nazionale il talento del giovane regista di Atlanta.
Passati sull’1-3 dopo la sconfitta interna contro i Tampa Bay Buccaneers, i Falcons si ripresero piegando in trasferta i New York Giants, guidati dal QB Doug Johnson, gettato nella mischia per sostituire l’infortunato Michael Vick. Quest’ultimo ritornò in campo la settimana seguente, trascinando i suoi a ben sette vittorie di fila; la striscia vincente culminò nella vittoria ai supplementari per 30-24 sui Minnesota Vikings, nella quale Vick mise a segno un TD su corsa da 46 yards; in quell’incontro ne avrebbe conquistate ben 173.
I Falcons, però, riuscirono in seguito ad aggiudicarsi una sola vittoria nei restanti quattro incontri. Nonostante tutto, il record finale di 9-6-1 fu comunque sufficiente per partecipare ai playoff: Michael Vick terminò la regular season con 777 yards su corsa e 2.936 yards su passaggio. Nella postseason, Vick mostrò le doti di un veterano, correndo per 64 yards sotto la neve di Green Bay: i Falcons, infatti, furono la prima squadra di sempre a violare il Lambeau Field nei playoff, piegando i Packers per 27-7. Una settimana dopo, però, la stagione di Atlanta si interruppe, a causa della sconfitta per 20-6 contro i Philadelphia Eagles.
Le speranze di tornare ai playoff si infransero ancor prima dell’inizio della stagione 2003: Michael Vick, infatti, si ruppe una gamba nel corso della preseason. Pur privi di Vick, i Falcons esordirono positivamente in trasferta, con Doug Johnson in cabina di regia, vincendo in trasferta per 27-13 contro i Dallas Cowboys. Parevano destinati alla vittoria anche una settimana dopo, in vantaggio per 17-0 contro i Washington Redskins tra le mura amiche del Georgia Dome. Tuttavia, i Pellerossa rimontarono alla grande, imponendosi per 33-31.
Le cose non fecero che peggiorare: seguì infatti una striscia negativa di sette incontri, nei quali i Falcons furono ben poco competitivi, perdendo sei partite per 20 punti in media.
Con Vick in lentissima ripresa, cominciarono a serpeggiare frustrazione e dubbi: anche Dan Reeves mise in dubbio la forza del suo regista.
La striscia perdente terminò con la vittoria in trasferta per 27-7 contro i New York Giants, ma era ormai troppo tardi per salvare la stagione; ancora privi di Vick, i Falcons persero i due incontri successivi.
La giovane stella fece ritorno durante l’incontro esterno, perso per 17-13, contro gli Houston Texans; Vick partì nuovamente da titolare la settimana successiva contro i Carolina Panthers. Con braccia e gambe, il QB conquistò 320 yards, ed i Falcons piegarono per 20-14 i futuri Campioni NFC in overtime. La vittoria non salvò la panchina di Dan Reeves, che venne silurato il giorno dopo, rimpiazzato nelle ultime tre gare da Wade Phillips.
Sotto la guida di quest’ultimo, i Falcons persero il primo incontro con gli Indianapolis Colts, ma vincendo le ultime due partite chiusero col record di 5-11, che valse loro l’ultimo posto nella NFC South.
Dopo un anno di infortuni e frustrazioni, nel 2004 Michael Vick fu da subito in forma, e guidò a quattro successi consecutivi i Falcons, allenati dal nuovo coach Jim Mora Jr.
I Falcons approfittarono di quella partenza al fulmicotone per aggiudicarsi agevolmente il titolo della NFC South, grazie al record di 11-5; da segnalare il fatto che Michael Vick, solitamente considerato un passatore normale, lanciò per 2.313 yards e mise a segno quattordici TD passes.
Tuttavia, con palla in mano Vick corse per 902 yards, terza miglior prestazione di sempre per un QB nella storia della NFL, rimanendo a sole 66 yards dal record assoluto; Mora, ormai certo del titolo divisionale, preferì tenere a riposo il suo campione.
Le corse di Vick furono certamente importanti per l’attacco, ma a rivelarsi fondamentale fu una difesa completamente trasformata, capace di mettere a segno qualcosa come 48 sacks: grazie ad essa, i Falcons conquistarono il bye per il primo turno di postseason.
Opposti ai St. Louis Rams nel Divisional Playoff, i Falcons controllarono da subito la gara: Vick corse per 119 yards e lanciò due TD passes, portando i suoi sul 28-17 all’intervallo. Atlanta non fece prigionieri, ed inflisse agli Arieti un pesante 47-17, che la proiettò al Championship NFC per la seconda volta nella propria storia.
I Falcons si trovarono di fronte i Philadelphia Eagles, ansiosi di vincere finalmente il primo dei quattro Championships di fila disputati. In trasferta e con una partita decisamente in salita, i Falcons si ritrovarono sotto per 14-3 all’inizio del secondo quarto. Riuscirono a riavvicinarsi mettendo a segno un TD poco prima dell’intervallo; ma una volta rientrati in campo, Michael Vick venne limitato a sole 26 yards su corsa e 136 su passaggio.
Così, gli Eagles non ebbero problemi ad imporsi per 27-10, conquistando l’accesso al Super Bowl XXXIX.
All’esordio della stagione 2005, i Falcons si sono vendicati, piegando i Philadelphia Eagles per 14-10 nel primo Monday Night dell’anno, il quale ha visto una grande tensione in campo ancor prima di iniziare; Kevin Mathis, difensore dei Falcons, si è infatti azzuffato con il LB avversario Jeremiah Trotter durante il riscaldamento pre-partita.
Ma una settimana più tardi, i Falcons sono stati battuti in trasferta dai Seattle Seahawks per 21-18.
Dopo aver vinto i due successivi incontri, i Falcons sono stati costretti ad affrontare i Campioni del Mondo uscenti, i New England Patriots, senza Michael Vick. La partita è stata combattuta, con i Pats subito avanti per 14-0; i Falcons hanno risposto, riportandosi a -1 all’intervallo. Ma, nel terzo quarto, i Pats sono passati nuovamente in vantaggio sul 28-13. Nell’ultimo periodo, i Falcons, trascinati dal backup di Vick, Matt Schaub, hanno rimontato ancora, pareggiando sul 28-28, . I Patriots sono comunque riusciti a spuntarla, grazie ad un FG del solito Adam Vinatieri a 31” dal termine.
Dopo quella sconfitta, Vick è tornato in campo, guidando i suoi a tre vittorie di fila e consentendo ai Falcons di installarsi in vetta alla NFC South col parziale di 6-2.
Tuttavia, una brutta scontitta interna contro i Green Bay Packers ha fatto precipitare i Falcons in una spirale negativa: non solo Atlanta ha perso il primo posto, ma ha anche fallito la qualificazione ai playoff, vincendo solo due delle restanti otto gare in calendario. Un deludentissimo 8-8 è valso solo il terzo posto, continuando così la pessima tradizione dei Falcons, incapaci di giocare due stagioni di fila con record positivi.
Michael Vick ha faticato oltremodo nella seconda metà di stagione, con solo 2.412 yards lanciate e 15 TD passes, a fronte di ben 13 intercetti. Se Vick ha deluso, non altrettanto ha fatto un rivitalizzato Warrick Dunn, capace di correre per 1.416 yards.
I Falcons hanno iniziato la stagione 2006 battendo i Carolina Panthers e i Tampa Bay Buccaneers, ma hanno perso il Monday Night contro i New Orleans Saints.
La settimana successiva, la squadra si è ripresa superando per 32-10 gli Arizona Cardinals. Grandi protagonisti dell’incontro, il rookie RB Jerious Norwood, prodotto di Mississippi State, capace di correre per oltre 100 yards, ed il veteranissimo Morten Andersen, con cinque FG su cinque tra i pali.
Andersen, uno dei kicker più prolifici nella storia della NFL e membro della squadra che nel 1998 disputò il Super Bowl, era stato rimesso sotto contratto il 19 Settembre, per dare man forte a Michael Koenen, fino a quel momento l’unico kicker della squadra. Koenen ha poi continuato a calciare in situazioni di lungo yardaggio.
La settimana successiva, il team ha osservato il turno di riposo, preparandosi alla sfida contro i New York Giants. Questi ultimi si sono poi imposti per 27-14. L’unico momento da ricordare è stato il TD messo a segno nel terzo quarto da Warrick Dunn, al termine di una galoppata da ben 90 yards, il più lungo nella storia della franchigia.
Atlanta sperava di rifarsi la settimana dopo contro i Pittsburgh Steelers, ed è riuscita nel suo intento, disputando un’ottima gara. In una partita dall’alto punteggio, i Falcons hanno piegato gli Acciaieri per 41-38 in overtime, grazie al FG vincente di Morten Andersen da 32 yards. Michael Vick ha messo a segno quattro TD passes (record personale in carriera), tre dei quali ad uno dei suoi bersagli preferiti, il TE Alge Crumpler. Le squadre hanno messo a segno nove TD passes e 872 yards di total offense. Con la vittoria, i Falcons sono passati sul 4-2.
Nella Week 8, i Falcons hanno sconfitto i Cincinnati Bengals per 29-27. Vick ha ripetuto quanto di buono aveva mostrato nella gara precedente, completando 19 passaggi su 27 per 291 yards e tre TD passes, correndo anche per 55 yards. Un TD pass nel terzo quarto, lanciato al terzo ricevitore, il FB Justin Griffith, ha disorientato i defensive coordinators di tutta la Lega, ed entusiasmato i sostenitori dei Falcons; Vick ha mostrato un’ottima visione di gioco, pazienza, capacità di sorprendere e precisione sui passaggi anche sotto pressione.
Sul 5-2, i Falcons hanno sfidato i Lions al Ford Field di Detroit, uscendone però sconfitti. Altrettanto è successo contro i Cleveland Browns ed i Baltimore Ravens, ed il bilancio è passato sul 5-5.
La quarta sconfitta è giunta contro i New Orleans Saints il 26 Novembre, col risultato di 31-13.
La settimana successiva, i Falcons hanno interrotto la striscia perdente superando in trasferta i Washington Redskins, battuti per 24-14. In quell’incontro, i Falcons erano sotto per 14-0, ma hanno rimontato e messo a segno 24 punti consecutivi. Una corsa vincente da 69 yards di Jerious Norwood ha contribuito a mettere in ghiaccio la partita.
Una settimana più tardi, i Falcons hanno superato i Tampa Bay Buccaneers, mantenendo vive le speranze di playoff.
Sono poi però incappati in due sconfitte consecutive, per mano dei Dallas Cowboys e dei Carolina Panthers. Anche con un record di 7-8, i Falcons non erano completamente eliminati dalla corsa ai playoff, fino a quando i New York Giants hanno battuto i Washington Redskins.
L’ultima gara di Atlanta è stata un’insignificante sconfitta contro dei Philadelphia Eagles imbottiti di seconde linee, ed ha portato il bilancio finale sul 7-9.
Il giorno dopo, il 1° Gennaio 2007, i Falcons hanno silurato Jim Mora Jr. Per puntare con forza su Michael Vick, i Falcons hanno ingaggiato il coach di Louisville Coach Bobby Petrino, il cui credo offensivo sembrava calzare a pennello al QB dei Falcons. Al contempo, hanno ceduto il backup Matt Schaub, per togliersi di dosso la pressione della tifoseria, la quale sperava che il numero 2 potesse avere una chance di giocare.
Nel 2007, circa un mese dopo il passaggio di Schaub agli Houston Texans, è giunta voce di un’operazione di polizia in un’abitazione di proprietà di Michael Vick in Virginia; dall’ispezione, sono emerse prove di combattimenti clandestini tra cani. Vick ha immediatamente smentito qualsiasi coinvolgimento mella vicenda, ma le indagini hanno fatto emergere una realtà ben diversa. Vick è stato uno dei quattro imputati in un procedimento federale: tra le accuse mosse al giocatore, anche quella di aver ordinato l’assassinio degli animali che non si erano ben comportati nei combattimenti.
Non appena le accuse sono state formalizzate all’inizio del training camp, a Vick è stato ordinato di allontanarsi, mentre la Animal Rights Protesters ha minacciato di boicottare la NFL se a Vick fosse stato consentito di giocare.
Vick è finito dalla padella nella brace: gli altri tre coimputati si sono dichiarati colpevoli dei reati loro ascritti, indicando proprio il QB come il capo dell’organizzazione. Con il rischio di passare vent’anni in prigione se dichiarato colpevole da un Grand Jury federale, il 27 Agosto Vick si è visto costretto ad accettare un patteggiamento. La NFL l’ha sospeso a tempo indeterminato, dopo che gli sono stati inflitti diciotto mesi di detenzione a far data dal 10 Dicembre.
Mentre i Falcons hanno cercato di recuperare venti milioni di $ in signing bonus da parte di Vick, la squadra non ha avuto altra scelta se non quella di nominare Joey Harrington titolare; l’era Vick, iniziata con un inedito ottimismo per la franchigia di Atlanta, si è conclusa amaramente, con il QB in galera e senza apparenti speranze di ritornare nella Lega.
Il disastro dei Falcons non è stato certo una sorpresa: la squadra, costruita intorno a Vick, è rapidamente crollata, perdendo le prime tre gare in calendario. Dopo aver sconfitto gli Houston Texans dell’ex Matt Schaub per 26-16, le disavventure dei Falcons sono proseguite con altre tre sconfitte, che hanno portato il parziale sull’1-6.
Il bye è parso un toccasana per i Falcons, che hanno conquistato due vittorie di fila, grazie soprattutto ad un solido gioco difensivo: ma è stato solo un fuoco di paglia, dato che Atlanta ha poi perso ben sei gare di fila, con Harrington panchinato in favore di Chris Redman.
Le cose sono andate di male in peggio: Bobby Petrino ha lasciato il team, tornando al college per guidare Arkansas.
Emmitt Thomas è stato quindi nominato coach ad interim per le ultime tre gare stagionali: i Falcons attendevano la fine del campionato sperando in una fine pietosa, pronti ad affrontare i Seattle Seahawks nell’ultima di campionato. I Seahawks, ormai certi della qualificazione alla postseason, hanno giocato la partita come se fosse un incontro di preseason, con i titolari scarsamente impiegati. Ciò ha consentito ai Falcons di chiudere la stagione con la vittoria per 44-41, trascinati da un Chris Redman capace di lanciare ben quattro TD passes.
I Falcons, reduci da un disastroso 2007, hanno iniziato la stagione 2008 con scarse aspettative. Si sono ritrovati con un nuovo coach, Mike Smith, ed un nuovo franchise QB, il rookie Matt Ryan, terza scelta assoluta al draft.
Con Ryan in veste di titolare sin dall’inizio del campionato, i Falcons hanno affrontato i Detroit Lions nell’opener, esordendo alla grande: il primo lancio da professionista del giovane regista è stato niente meno che un TD pass da 62 yards per Michael Jenkins nel primo drive offensivo dell’incontro, poi vinto per 34-21. Ma ad avere un impatto immediato sul rendimento della squadra è stato anche il RB Michael Turner, free agent proveniente dai San Diego Chargers, capace di stabilire un nuovo record di franchigia con 220 yards su corsa al debutto con la maglia dei Falcons.
Dopo aver alternato vittorie e sconfitte nelle prime quattro gare, i Falcons hanno firmato il primo risultato prestigioso della stagione, con la vittoria esterna a sorpresa sui Green Bay Packers, trascinati da un Matt Ryan che seguitava a mostrare il piglio del veterano.
Una settimana dopo, Ryan ha disputato il suo primo incontro con almeno 300 yards su passaggio, trascinando rapidamente i suoi in raggio da FG dopo che i Chicago Bears si erano portati sul 20-19 a 11″ secondi dallo scadere: Jason Elam ha dato ai Falcons la vittoria per 22-20 con un calcio da 48 yards.
Dopo la battuta d’arresto per 27-14 contro i Philadelphia Eagles in seguito al turno di riposo, i Falcons hanno seguitato a disorientare gli esperti ai lavori, vincendo quattro delle cinque partite successive, ritrovandosi in piena corsa per i playoff. Batutti per 29-25 dai New Orleans Saints, i Falcons hanno vinto un incontro chiave per mantenere vive le speranze di postseason, sconfiggendo i Tampa Bay Buccaneers in overtime per 13-10, trascinati da un Michael Turner capace di correre per 150 yards e da John Abraham, autore di tre sacks decisivi.
Una settimana più tardi, Atlanta ha conquistato l’accesso ai playoff, superando per 24-17 i Minnesota Vikings in trasferta. La stagione regolare si chiusa con un eccellente 11-5; Matt Ryan è stato nominato Offensive Rookie of the Year con 3.440 yards lanciate e 16 TD passes, mentre a Mike Smith è andato il titolo di Coach of the Year.
Nel turno di Wild Card, i Falcons si sono ritrovati opposti agli Arizona Cardinals. Per la prima volta in stagione, Matt Ryan è parso in difficoltà, commettendo tre sanguinosi turnover, tra i quali un fumble che, riportato in meta per 27 yards, ha dato ai Cardinals il vantaggio per 21-17 in apertura di secondo tempo. Ryan è stato anche sackato in endzone, ed i Cardinals si sono aggiudicati la prima vittoria nei playoffs in 61 anni, imponendosi per 30-24.
Reduci dalla loro inattesa partecipazione ai playoff, i Falcons hanno iniziato la stagione 2009 alla grande, sconfiggendo i Miami Dolphins per 19-7: il neo acquisto e futuro Hall of Famer, il TE Tony Gonzalez, proveniente dai Chiefs, ha debuttato ad Atlanta con cinque ricezioni per 73 yards e una meta.
I Falcons sono partiti col piede giusto, totalizzando quattro vittorie ed una sconfitta nelle prima cinque gare in calendario. Opposti ai Dallas Cowboys, dopo il vantaggio per 7-0 nel primo quarto, la difesa dei Falcons ha iniziato a faticare, e Dallas ha messo a segno 17 punti di fila nel secondo quarto. I Falcons hanno più volte tentato la rimonta, ma hanno finito per soccombere col punteggio di 37-21.
Sette giorni dopo, hanno affrontato i New Orleans Saints nel Monday Night. Ancora una volta, un brutto secondo quarto ha segnato la partita dei Falcons: i Saints hanno segnato tre TDs, dopo che i Falcons avevano chiuso il primo quarto in vantaggio per 14-7. Atlanta ha finito per soccombere col punteggio di 35-27; a sigillare la vittoria dei Saints è stato l’intercetto di Darren Sharper ai danni di Matt Ryan.
Dopo due sconfitte esterne, i Falcons hanno fatto ritorno a casa, e sono tornati in carreggiata superando i Washington Redskins per 31-17. Ma sette giorni dopo è giunta un’inattesa battuta d’arresto per mano dei Carolina Panthers, impostisi per 28-19. A rendere le cose ancor più difficili, la distorsione al ginocchio subita dal RB Michael Turner, che l’ha costretto a saltare ben cinque gare ed a giocare a sprazzi il resto della stagione.
Il mal da trasferta è proseguito la settimana dopo: con la sconfitta in overtime per 34-31 contro i Giants, i Falcons sono passati sul 5-5; a nulla è servito l’eroico sforza di Matt Ryan, che aveva portato al pareggio i Falcons con un TD pass da 11 yards per Tony Gonzalez.
Sette giorni dopo al Georgia Dome, i Falcons sono stati nuovamente colpiti dagli infortuni: Matt Ryan ha infatti dovuto lasciare il campo a causa di un problema al piede. Con il backup Chris Redman in cabina di regia, i Falcons hanno vinto in rimonta contro i Tampa Bay Buccaneers per 20-17, grazie al TD pass da cinque yards di Redman per Roddy White a 26″ dal termine in situazione di 4° e goal.
Ancora privi di Matt Ryan, i Falcons hanno subito un’umiliante sconfitta per 34-7 da parte dei Philadelphia Eagles, nelle cui fila c’era un certo Michael Vick, che al suo ritorno al Georgia Dome ha segnato due TDs.
Senza Ryan, i Falcons hanno seguitato a stentare, superati in casa per 26-23 dai Saints, scendendo sotto quoata .500 e vedendo svanire le speranze di playoff.
Ryan è tornato una settimana dopo, ed ha guidato i suoi alla rimonta contro i Jets nell’ultimo quarto, espugnando Meadowlands col punteggio di 10-7. La vittoria, benché ormai estromessi dalla corsa ai playoff, ha dato ai Falcons nuove speranze, in vista degli ultimi scontri con Buffalo Bills e Tampa Bay Buccaneers.
Solitamente, saltare i playoff con un record di 9-7 sarebbe una delusione. Tuttavia, per la prima volta nei 44 anni della loro storia i Falcons hanno concluso due stagioni consecutive di segno positivo, facendo loro nutrire speranze di avere qualcosa su cui costruire in futuro.

I miei pi? sinceri complimenti a Diego per questo grande resoconto sulla storia dei mitici Atlanta Falcons, la MIA squadra NFL del cuore da sempre !!!
Preciso, dettagliato, con splendide foto storiche, davvero un tuffo nei ricordi pi? o meno felici della storia della franchigia di Atlanta ! Per usare un riferimento alla frase d’apertura… “continuiamo a volare, alla caccia dell?ambita preda !!!”