Herschel Walker

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Molti appassionati di sport identificano un atleta come simbolo, usano il suo nome come nickname, indossano abbigliamento che ne richiami l’immagine e via discorrendo.
Non parliamo del calcio, dove c’è l’imbarazzo della scelta, chi ama il tennis sceglie il suo Borg, Lendl o Federer, per il basket NBA ci sono MJ, Larry Bird, Magic o Kobe Bryant.
Anche il football NFL non è da meno, qui sul forum sono molti gli utenti che hanno adottato un atleta nella scelta del nickname o nella firma del profilo.
Quando avevo una quindicina d’anni ho praticato un po’ di touch and flag e, al momento della scelta del numero di maglia, non ho avuto esitazioni: il 34, il numero di Herschel Walker.

Quest’ultimo nacque a Wrightsville, in Georgia, il 3 marzo 1962.
Per i primi 11 anni della sua vita mostrò scarso interesse negli sport, preferendo leggere libri e scrivere poesie.
Ma all’età di 12 anni iniziò un programma di allenamenti che l’avrebbe fatto esplodere come un atleta formidabile.
Alla Johnson County High School di Wrightsville praticò basket, atletica (correva i 100 metri in 10.22) e football, realizzando il record di 85 touchdowns come runningback e trascinando le squadre di football e atletica alle finali di Stato, pur mantenendo il massimo dei voti.

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Durante gli allenamenti di atletica

Al college giocò come running back per l’Università della Georgia, stabilendo 10 record NCAA, 15 nella Southeast Conference, 30 records all-times dell’Università, venendo eletto All American per tre stagioni consecutive e contribuendo alla vittoria del Sugar Bowl contro Notre Dame nella sua stagione da freshman.
Nel 1982 venne insignito dell’Heisman Trophy, concludendo i suoi tre anni all’Università con un record di 33-3.

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In azione con la maglia dei Bulldogs

A questo punto della sua vita Walker fece una scelta importante, decidendo di lasciare l’Università anzitempo per dedicarsi alla carriera professionistica.
Poiché il regolamento NFL prevedeva che gli atleti potessero diventare professionisti solo dopo quattro anni di Università, egli scelse la franchigia dei New Jersey Generals nella USFL, attirato dalla possibilità di emergere subito ad alti livelli e di ottenere contratti importanti con vari sponsor, riuscendo però solo a firmare con Mc Donald’s e Adidas (celebre il suo spot “First the Big Mac meal – then the Adidas deal”).
Per concedere al giocatore un contratto superiore al salary cap, i proprietari dei Generals trovarono una formula particolare, che fu oggetto di contenzioso giudiziario, ma Walker e i Generals vinsero la causa, anche perché gli altri proprietari della Lega non opposero molte resistenze, convinti che il nuovo arrivato avrebbe portato interesse nei confronti di tutto il movimento.
Nei suoi tre anni nella USFL (1983-1985) esplose in tutta la sua potenza, stabilendo una serie di record (1.800 yards in 18 partite nel 1983 e 2.411 yards nel 1985) e trovando anche il tempo di tornare all’Università per terminare il corso di Scienza Criminale.

Nel 1985 Walker venne scelto dai Dallas Cowboys, con i quali disputò tre stagioni, venendo convocato al Pro Bowl nel 1987 e nel 1988, anno in cui corse per 1.514 yards, stabilendo il record NFC.
Il 1989 segnò una svolta per i destini di Walker, al culmine della sua carriera, e dei Cowboys, che decisero di cederlo ai Minnesota Vikings in una delle trade più famose della storia NFL, la quale coinvolse ben 18 tra giocatori e scelte del draft.
Infatti, mentre per Walker le stagioni seguenti non furono coronate dal successo che avrebbe meritato (pur macinando yards per i Vikings prima e per i Philadelphia Eagles ed i New York Giants poi), i Cowboys ottennero dalla sua cessione ben 5 giocatori e 6 scelte al draft, che portarono all’acquisizione di giocatori come Emmitt Smith, Russell Maryland, Kevin Smith e Darren Woodson, costruendo la squadra che avrebbe dominato la NFL negli anni ’90.

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Un plastico tuffo di Walker, qui in veste di ricevitore

Dopo aver giocato con Vikings, Eagles e Giants, Walker decise di tornare a Dallas nel tentativo di conquistare un Super Bowl, accettando di giocare anche in ruoli più defilati e al minimo salariale, ma l’epoca d’oro dei Cowboys era già finita, così decise di ritirarsi.

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Con la divisa degli Eagles

Tralasciando l’esperienza USFL, le statistiche di Herschel Walker nella National Football League sono impressionanti: in 12 stagioni ha totalizzato 8.225 yards su corsa, 4.859 su ricezione e 5.084 come ritornatore, per un totale di 18.168 yards, cifra che lo posiziona all’ottavo posto di tutti i tempi.
È anche uno dei sei giocatori (insieme a Jim Brown, Lenny Moore, Marcus Allen, Marshall Faulk e Thurman Thomas) ad aver superato 60 touchdowns su corsa e 20 su ricezione, realizzandone rispettivamente 61 e 21.

L’Università della Georgia ha ritirato la maglia numero 34 non solo dalla squadra di football, ma dalle squadre di tutte le discipline!

Concludo con una nota di colore, che rende ancora più l’idea di quanto eclettico fosse questo atleta: nel 1992 ha partecipato alle Olimpiadi Invernali di Albertville, con la squadra americana di bob a due, classificandosi al settimo posto.

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