Il miracolo Everett

Riportiamo l’articolo a firma di Chiara Rancati e pubblicato su http://www.ifgonline.it/

Due vertebre spostate, eppure cammina – Frattura con dislocazione tra la terza e la quarta vertebra cervicale, con lesione alla colonna e compressione del midollo spinale. Un infortunio potenzialmente letale, che di norma lascia paralizzati dal collo in giù. Eppure Kevin Everett, giovane tight end dei Buffalo Bills, sette mesi dopo averlo subito è di nuovo in piedi, e domenica è potuto andare a ringraziare i medici che lo hanno assistito camminando sulle proprie gambe.

Un brutto incidente – La sua vicenda è cominciata il 10 settembre 2007, durante la prima partita di campionato contro i Denver Broncos: dopo un violento scontro con il difensore Damenik Hixon, casco contro casco, Everett crollò a terra privo di coscienza. Per alcuni minuti rimase sdraiato sull’erba, incapace di muoversi, mentre il personale medico tentava di capire cosa esattamente fosse successo al suo corpo. E proprio alla prontezza di uno dei medici che lo soccorse, l’ortopedico Andrew Cappuccino, va probabilmente il merito della sua miracolosa guarigione. Durante il trasporto verso l’ospedale di Buffalo, infatti, Cappuccino applicò su Everett una tecnica sperimentale di trattamento delle lesioni spinali, che prevede l’abbassamento della temperatura corporea fino a 33 gradi per “congelare” il danno.

Procedura sperimentale – L’ipotermia terapeutica in casi d’urgenza viene normalmente utilizzata per i pazienti che vanno in arresto cardiaco fuori dall’ospedale, secondo le linee guida fornite nel 2002 dal Comitato internazionale sulla rianimazione. A proporne l’utilizzo sperimentale in caso di danni alla colonna vertebrale sono stati i ricercatori del Miami project to cure paralysis, il più grande centro di ricerca sulle lesioni spinali al mondo. Fondato nel 1985 dal neurochirurgo Barth A. Green insieme alle famiglie di tre persone divenute tetraplegiche in seguito a incidenti, il progetto porta avanti programmi sperimentali di riabilitazione presso la Miller school of medicine dell’Università di Miami, con l’ambizioso obiettivo di trovare una cura alla paralisi.

Ironia della sorte – Uno dei tre malati che furono alla base della nascita, nominato nel 2007 presidente del progetto, era proprio un giocatore di football americano. Marc Buoniconti, figlio dell’ex campione dei Miami Dolphins Nick, militava come linebacker (ruolo difensivo di contrasto) nella squadra del suo college quando, durante una partita di campionato contro East Tennessee, si ruppe una vertebra cervicale in uno scontro di gioco. Proprio come Kevin Everett, che però è stato decisamente più fortunato.