Anthony Drew “Tony” Dorsett

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Tony nasce a Rochester, PA, il 7 aprile 1954 da Wes e Myrtle Dorsett, quinto di sette fratelli. La famiglia si trasferisce ad Aliquippa vicino alle acciaierie quando Tony è ancora molto giovane. Il ragazzo è spaventato dalla prospettiva di una vita miserevole legata a quel centro industriale, e sogna qualcosa che possa andare oltre il muro di acciaio della Pennsylvania dell’Ovest: sarà il primo dei Dorsett ad andare al college. La svolta avviene mentre Tony frequenta la Hopewell High School, vicino Aliquippa. Il suo coach Butch Ross decide saggiamente di spostarlo da linebacker a runningback: Dorsett guadagna 1.034 yards nel suo anno da junior, e il suo eccellente rendimento continua ininterrottamente fino al momento in cui Tony si iscrive all’Università di Pittsburgh.

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La carriera di Dorsett con i Panthers è semplicemente leggendaria: nominato All-America come freshman, junior e senior. Giocando per il coach Johnny Majors è diventato il primo giocatore universitario a correre 1.000 o più yards per quattro anni consecutivi, e il primo a guadagnare 1.500 o più yards per tre anni. Nel 1976, sua ultima stagione al college, ha portato la sua università a vincere il titolo nazionale con 1.948 yards e 21 touchdowns, vincendo l’Heisman Trophy, il Maxwell Award, il Walter Camp Award (giocatore dell’anno) e chiudendo la sua carriera scolastica con 6.082 yards, record NCAA fino al 1998 quando è stato battuto da Ricky Williams.

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Dall’inizio degli anni ’70, il GM dei Dallas Cowboys Tex Schramm si era costruito una reputazione effettuando spettacolari trades il giorno del draft che avevano portato all’acquisizione di potenziali superstar del football. Con queste strategie erano stati acquisiti giocatori eccezionali come Bob Lilly, Ed “Too Tall” Jones e Randy White. Subito prima del draft del 1977, Schramm è pronto a colpire per la quarta volta: stavolta il bersaglio è Tony Dorsett. L’unico problema è che i Seattle Seahawks (seconda scelta assoluta) non fanno mistero di voler draftare il runningback da Pennsylvania. E così, Schramm fa la classica offerta che non si può rifiutare: la prima scelta di Dallas (24) e tre seconde scelte. La trade regala ai Seahawks (al loro secondo anno di vita) l’opportunità di costruire la loro giovane squadra, mentre dona ai Cowboys un esplosivo runningback che aggiunge un’altra dimensione alla potente macchina da guerra condotta magistralmente da Roger Staubach.

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Tony colpisce la NFL con la potenza di un tornado: diventa il primo giocatore della storia a guadagnare più di 1.000 yards nelle sue prime cinque stagioni da professionista, e colleziona 1.000 yards otto volte in nove anni. Manca il traguardo soltanto nel 1982, la stagione abbreviata dallo sciopero dei giocatori; in quell’anno è schierato tra gli “arrabbiati”, e prende parte ai picchetti al di fuori degli stadi, alienandosi anche le simpatie di molti dei suoi tifosi che non mancano di far sentire i loro “boo” di disapprovazione al suo rientro in campo dopo lo sciopero. Ironicamente, il 1982 sarà anche l’unico anno in cui si aggiudicherà il titolo di miglior corridore della NFC! E proprio in quella stagione, al Metrodome contro i Minnesota Vikings, Tony Dorsett suggella l’unico record impossibile da battere nella NFL: una corsa dalla linea di scrimmage fino al touchdown di 99 yards. Un record ancora più rimarchevole se si considera che i Cowboys erano schierati in campo con soli 10 uomini. Mancava il fullback che avrebbe dovuto essere il lead-blocker di Dorsett, e che era rimasto fuori per un problema di miscommunication tra il coaching staff e la squadra.

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La sua stagione di massimo rendimento è stata quella del 1981, in cui ha corso per 1.646 yards a cui ha aggiunto anche 325 yards in 32 ricezioni. Ha passato 11 stagioni della sua carriera (12 anni e 173 partite) con la gloriosa casacca dei Cowboys prima di essere ceduto, nel 1988, ai Denver Broncos per una quinta scelta. Ha guidato i Broncos con 703 yards su corsa in quella stagione, prima di ritirarsi durante il training camp del 1989 a causa dei ripetuti infortuni alle ginocchia. In quei 12 anni, ha corso per 12.739 yards, totalizzandone 16.326 dalla linea di scrimmage. Ha segnato 546 punti in 91 touchdowns: 77 su corsa, 13 su ricezione ed uno su ritorno di fumble. Tre volte scelto come All-NFC, All-Pro nel 1981 e veterano di quattro Pro Bowl, ha giocato cinque NFC Championship Games e due Superbowl (XII e XIII), vincendone uno nel suo anno da rookie. Ha inoltre avuto statistiche di post-season impressionanti: 1.383 yards su corsa e 1.786 totali in 17 partite. Al momento del suo ritiro aveva sorpassato un autentico gigante come Jim Brown, ed era secondo dietro al solo Walter Payton: l’effetto avuto sulla sua squadra si può misurare dal fatto che ha corso più di 100 yards in ben 46 partite. I Cowboys, di quelle 46 partite ne hanno vinte 42.

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Durante la sua carriera, i suoi tifosi hanno sempre sostenuto che Tony Dorsett sarebbe stato introdotto nella Pro Football Hall of Fame nel suo primo anno di elegibilità. Non si sbagliavano: nel 1994, Tony è stato uno dei sei designati a quest’onore. In quello stesso anno, viene introdotto sia nella College Football Hall of Fame che nel Dallas Cowboys Ring of Honor. Nel 1999 è inserito al 53° posto della lista dei più grandi giocatori di football dalla rivista Sporting News. Suo figlio, Anthony Dorsett, ha giocato defensive back nella NFL dal 1996 al 2003, partecipando a due Superbowl con la casacca dei Tennessee Titans (XXXIV) e degli Oakland Raiders (XXXVII).
E lo stadio della Hopewell High School di Aliquippa, PA, porta oggi il suo nome.

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Questa la semplice eppure straordinaria storia di Tony Dorsett, un giocatore che ha contribuito, con le sue gesta, a fare amare il football ed i Dallas Cowboys ad un’intera generazione di appassionati.

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