Roger Brown

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Roger Brown, uno dei più grandi colpitori di sempre, visse i suoi momenti migliori vestendo la divisa dei Detroit Lions dal 1960 al 1966.

Dopo essere stato ceduto nella preseason 1967 ai Los Angeles Rams, continuò a giocare alla grande per le successive tre stagioni con gli Arieti.
Si può ben dire, quindi, che Roger fu l’unico giocatore a far parte delle “Fearsome Foursome” difensive di entrambe le franchigie.
Una delle più grandi partite di Brown fu quella del Thanksgiving Day al Tiger Stadium, che vide i Lions opposti ai Green Bay Packers il 22 Novembre 1962.
Anche se alla furono i Packers, allenati da Vince Lombardi, a vincere il titolo NFL nel 1962, i Lions li bastonarono sonoramente quel giorno, piegandoli per 26-14, e Brown giocò un ruolo determinante.
Per Detroit quella era una partita molto sentita, dato che nella quarta giornata di campionato, i gialloverdi li avevano battuti per 9-7, grazie ad un FG di Paul Hornung a 27” dallo scadere.
Ma nel giorno del Ringraziamento, la difesa di Detroit mise a segno ben 11 sacks ai danni del malcapitato QB Bart Starr, ponendo così fine alla striscia positiva di 10 vittorie consecutive di Green Bay.
Forte, agile e veloce, ebbe il ruolo principale nel pacchetto difensivo di Detroit, che comprendeva Alex Karras come DT di sinistra, oltre a Darris McCord e Sam Williams come DEs.

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Il nomignolo “Foursome” (impiegato per definire il “front four” difensivo), venne utilizzato per la prima volta a Detroit nel 1960 dal giornalista sportivo Bruno Kerns del Pontiac Press, anche se la maggior parte degli appassionati crede che sia stato coniato per i L.A. Rams.
Brown guidò la rabbiosa ed inarrestabile pass-rush dei Lions“, scrisse George Puscas del Detroit Free Press, “che schiantò completamente e portò alla frustrazione l’attacco dei Packers, in quel momento il migliore nel panorama del football professionistico“.
Quel pomeriggio, Brown avrebbe dovuto essere bloccato dalla guardia All-Pro “Fuzzy” Thurston, ma il gioco non funzionò.
Onestamente, non penso che `Fuzzy’ abbia bloccato a dovere Brown per tutto l’incontro“, disse l’assistant coach di Green Bay Red Cochrane al giornalista sportivo Benn Dunn del Detroit News.
Ci ha ammazzato“.
Nel 1997, Brown venne introdotto nella Virginia Sports Hall of Fame, grazie alla sua eccellente carriera professionistica.
Pur essendo stato più volte nominato per la Pro Football Hall of Fame, Brown non vi è stato mai inserito.
Ma questo ragazzone, persona amichevole e simpatica, visse comunque una splendida carriera.
Disputò il Pro Pro Bowl in ogni stagione dal 1962 al 1967, l’ultima con i Rams.
Tra gli uomini di linea nella storia della franchigia di Detroit, solamente l’Hall of Famer Lou Creekmur ha collezionato più partecipazioni al Pro Bowl (8) di Roger.

Quest’ultimo venne inoltre nominato:
first team All-Pro nel 1962 nel 1963
• second team All-Pro nel 1961, 1964 e 1965
• Sporting News All-Conference nel 1965 e 1966.
• Los Angeles Times NFL Defensive Player of the Year nel 1962

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Tuttavia, dopo aver vinto il titolo NFL nel 1957, il quarto nella storia di Detroit, i Lions non ne conquistarono altri.
La squadra ci andò vicino, terminando al secondo posto nel 1960, 1961 e 1962, i primi tre anni di Brown nel Michigan.
Detroit chiuse al quarto posto nel 1963 e 1964, passando poi al sesto nel 1965 e 1966.
I Lions erano ancora belli da vedere, specialmente in difesa.
Roger era ancora un perno di quel pacchetto difensivo.
In seguito, Brown conquistò altri successi.
Nel 1994, i media di Detroit decisero di stilare una lista per costituire il miglior team nelle prime 30 stagioni dei Lions, dal 1934 sino al 1963, quello dell’Età dell’Oro.
I 4 uomini di linea difensiva nominati nella prima squadra furono Brown, Darris McCord, Thurman “Thum” McGraw, ed il massiccio Les Bingaman.
L’All-Modern Era Team (dal 1964 al 1993) vedeva Brown nella seconda squadra.
Perchè Brown non ha ancora un busto a Canton?
Forse perché era efficiente e mai esplosivo, un atleta costante che viveva per giocare sempre al meglio ogni volta che scendeva in campo.
Va anche sottolineato che, nel mondo del football, gli uomini di linea d’attacco e difesa raramente ottengono i riconoscimenti solitamente accordati a quarterbacks, running backs o ricevitori.
Roger non fu fortunato a sufficienza da giocare in una squadra in grado di vincere il titolo.
Invece, per ironia della sorte, l’All-American di colore disputò il Runner-up Bowl, che si tenne negli anni ‘60, per 5 volte nella sua carriera decennale tra i pro.
Green Bay era al primo posto, e noi al secondo quando li battemmo nel Thanksgiving Day del 1962“, disse Brown.
Alla domanda circa i suoi sacks in quell’incontro, rispose: “Penso di avene messi a segno 6 da solo, ed uno valse una safety. Eravamo realmente arrabbiati dopo aver perso la prima gara a Green Bay, perché avremmo dovuto vincerla. Eravamo determinati a dimostrare di essere la squadra migliore. Scendemmo in campo e li battemmo sonoramente. È stato un peccato non aver vinto la prima sfida, perché avremmo potuto esserci noi in finale“.
Detroit chiuse con il record di 11-3 nel 1962, che avrebbe potuto assicurare il primo posto in diverse stagioni, ma il record di Green Bay fu di 13-1.
In seguito, i Packers si aggiudicarono il titolo NFL battendo i New York Giants in un freddo polare allo Yankee Stadium, imponendosi per 16-7.
Parteciparono alla finalissima per il titolo NFL“, spiegò Brown, “e noi andammo al Runner-up Bowl. Quell’incontro vedeva opposte le seconde classificate della Eastern e Western Division. La Lega organizzò quella gara per 10 anni. La maggior parte degli introiti andò al piano pensionistico elaborato da Bert Bell. Nei 10 anni di vita del Runner-up Bowl, ne disputai 5. Ecco cos’è stata la mia carriera. Sono arrivato secondo 5 volte, niente Super Bowl, niente finalissime“.
Devo far rilevare un aspetto curioso ed ironico, del quale molte persone non si sono accorte. Fu dopo quella partita che Vince Lombardi decise di non giocare mai più nel giorno del Ringraziamento. Fu dopo il 1962 che altre squadre vennero invitate a giocarvi“.
Quella famosa gara ebbe luogo nella terza stagione tra i pro di Brown, draftato dai Lions dopo essere uscito dal college di Maryland State, sito a Princess Anne, Maryland.
A quell’epoca, Maryland State era frequentata esclusivamente da studenti di colore, nell’ordine di circa 280.
Avevamo squadre da titolo nel baseball, nel football e nel basket“, disse Roger.
Che ci crediate o meno, avevamo numerose poi approdate alla NFL, prodotti di un college che non arrivava nemmeno a 300 studenti. C’erano Johnny Sample, Sherman Plunkett, Emerson Boozer, Art Shell, Gerald Irons, Bob Taylor. E potrei continuare…
Primo di tre fratelli, Roger nacque il 1° Maggio del 1937 a Surrey, Virginia, figlio di Altemus e Nancy Brown (che morì quando Roger aveva solo 4 anni).
La famiglia Brown – con Roger, Altemus Jr. e Laura – si trasferì prima a Newport News e successivamente a Nyack, New York, dove Roger crebbe e frequentò il liceo.
Il giovane non praticò sport fino a 14-15 anni, quando il suo fisico iniziò a svilupparsi rapidamente.
Alle medie, gli piaceva il corpo di sicurezza giovanile. Una volta, un gruppo venne ad una partita di football per garantire la sicurezza dei presenti, e Roger ne rimase colpito. L’anno successivo fu freshman, poi junior varsity, e poi entrò nei varsity teams.
Prima della fine della stagione, il ragazzone (6’2″ per 230 libbre) giocava da fullback.
Veloce per la sua età, Roger riusciva a correre le 100 yards a piedi scalzi in 10” sulla pista da atletica.
Quando firmò per Detroit nel 1960, correva le 50 yards in 5.4”.
Venni selezionato dopo essere uscito da Maryland State“, disse l’atleta. “Sarei dovuto andare a Michigan State, ed a Syracuse. Ma i miei voti al liceo non erano abbastanza buoni. Così mi dissero che se avessi frequentato un junior college ed avessi avuto una media intorno al C, avrebbero accettato un mio trasferimento“.
Allenato da Skip McCain, a Brown piacque Maryland State: per mantenersi, lavorava come disc jockey.
Conquistava una media di 3.0 a portata, e nell’anno da sophomore fu spostato da fullback a defensive tackle, decidendo di non trasferirsi.
Grazie alle sue eccellenti prestazioni nel football, venne nominato All-American come atleta di colore nelle stagioni da junior e da senior.
Fui il quarto giocatore selezionato 1960, ed all’epoca si trattava della scelta più alta per un atleta di colore, sia per un college di soli neri che per l’università. Alcuni resoconti sostengono che arrivai ai Detroit Lions da Pittsburgh. Ciò che realmente accadde fu che i Lions ricevettero una quarta scelta supplementare dagli Steelers quando cedettero Bobby Layne a Pittsburgh. Così, utilizzarono quella scelta in più per draftare me“.
Roger si guadagnò il posto da titolare in posizione di DT di destra nella prima gara di regular season dei Lions, superando il veterano Gil Mains.

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Nonostante un infortunio al ginocchio nel 1966, Brown fu titolare fisso per 7 anni di fila.
Con i Rams nel 1967, Brown prese il posto dell’infortunato “Rosie” Greer, e mantenne quella posizione per 3 anni.
Ma nella preseason del 1969, Roger subì la frattura di una mano.
Durante la regular season, si divise il tempo di gioco (solitamente il secondo e l’ultimo quarto) con il rookie Coy Bacon.

Ecco i record realizzati da Brown e dalle squadre in cui ha militato:

1960 Lions 7-5-0 2nd Runner-up Bowl
1961 Lions 8-5-1 2nd All-Pro 2nd Team; Runner-up Bowl
1962 Lions 11-3-0 2nd Pro Bowl; All-Pro 1st Team;
Runner-up Bowl
1963 Lions 5-8-1 4th Pro Bowl; All-Pro 1st Team
1964 Lions 7-5-2 4th Pro Bowl; All-Pro 2nd Team
1965 Lions 5-7-1 6th Pro Bowl; All-Pro 2nd Team;
Sporting News All-Conf.
1966 Lions 4-9-1 6th Pro Bowl; Sporting News
All-Conference
1967 Rams 11-1-2 1st (T) Pro Bowl; Runner-up Bowl
1968 Rams 10-3-1 2nd
1969 Rams 11-3-0 1st (T) Runner-up Bowl

Roger venne anche draftato dai vecchi New York Titans dell’American Football League, e contattato dai Saskatchewan Rough Riders della Canadian Football League.
Pur avendo ricevuto offerte più sostanziose per giocare nella CFL, l’All-American di Maryland State sognava di giocare nella NFL.
Così, firmò per Detroit un contratto da 8.000 $.
Fu impressionante sin dal primo giorno.
Il coach della linea difensiva, nonché grande ex giocatore dei Lions Les Bingaman disse ai giornalisti: “Brown ha tutto ciò che occorre per essere un grande in questa Lega, la stazza, la velocità, ed un grande desiderio, e se lavora duramente per svilupparsi, può diventare un grande tackle“.
Dopo 3 stagioni passate ad osservare Brown, Bingaman dichiarò: “Roger ha giocato una delle più grandi partite di sempre per un tackle contro i Packers l’anno scorso [Thanksgiving 1962, n.d.t.], ma pur non essendo sempre così spettacolare, ha sempre giocato costantemente ad altissimo livello per noi sin dal 1960“.
Bingaman aggiunse: “Non smette mai di provare a migliorarsi“.
È stato un onore giocare con Roger”, disse il DE Gail Cogdill, un altro dei rookies selezionati dai Lions nel 1960, che fu il miglior ricevitore di Detroit per diverse stagioni.
Roger era uno dei migliori dell’intera Lega. Era un tipo divertente, ma era molto serio quando indossava la divisa da gioco”.
Brown stabilì un record NFL nel 1962 mettendo a segno 2 safeties, la seconda delle quali ai danni di Bart Starr.
La prima volta toccò invece a Johnny Unitas dei Colts.
Brown mise a segno la terza safety contro Chicago nel 1965.
Quando gli venne chiesto di una giocata nella quale alzò da terra la guardia avversaria, Ted Karras (fratello di Alex) e lo lanciò contro il QB in endzone, Roger la ricordò così: “Fu contro i Chicago Bears, e non riuscivo ad acciuffare Billy Wade, così l’unica cosa che potei fare”, disse ridendo, “fu quella di scaraventargli contro la guardia!“.
Nel Thanksgiving del 1962 contro Green Bay, Detroit si portò sul 23-0 in soli 18’16” di gioco.
Milt Plum lanciò 2 passaggi da 34 e 27 yards per Gail Cogdill, che valsero altrettante segnature.
Con Brown e la difesa asfissiante dei Lions a mettere pressione su Starr ed i RBs avversari, arrivarono 9 punti.
Starr commise un fumble dopo un colpo terrificante assestatogli da Brown all’interno delle 10 yards, dopodiché Sam Williams recuperò il pallone e segnò.
Pochi minuti dopo, Brown placcò Starr in endzone, portando Detroit sul 23-0.
I Lions arrotondarono il punteggio con un FG, portandosi sul 26-0 nel terzo quarto.
Infine, i Packers segnarono 2 volte verso la fine dell’ultimo periodo, dopo un paio di turnovers commessi da Detroit.
Il punteggio finale fu di 26-14, ma le squadre non furono mai vicine, grazie alla superlativa difesa dei Lions.
Gli osservatori di lungo corso della NFL considerano quella sconfitta come la più severa batosta, dal punto fisico, mai subita dai Packers allenati da Lombardi.
Infatti, il grande sforzo di Brown portò alla vittoria, nella seconda più grande partita di sempre nella storia della franchigia del Michigan.
Ma Roger, solitamente dall’appetito vorace (tanto da dover pagare diverse multe per essersi presentato al training camp oltre le 300 libbre), ebbe diverse difficoltà a Detroit nel 1966 e nel 1967.
Prima della stagione 1966, rimase brevemente in holdout per rinegoziare il contratto.
Ma dopo 2 giorni, Roger decise che il suo futuro sarebbe stato a Detroit, dove aveva un’attività discografica.
Per la maggior parte di quella stagione, Brown fu perseguitato da forti dolori al ginocchio sinistro, ma giocò ugualmente stringendo i denti.
I Lions chiusero sul 4-9-1.
Ma ancora, secondo il Super Bowl Program del 1967, “i giocatori più spettacolari di Detroit sono oggi i DTs Alex Karras e Roger Brown“.
Roger si sottopose ad un intervento chirurgico nel Febbraio del 1967 per risolvere il problema; il ginocchio, però, gli doleva ancora durante il training camp a Cranbrook.
Evidentemente, gli allenatori di Detroit dubitavano circa le sue capacità di tornare in piena forma.
Improvvisamente, il 07 Settembre 1967, il nuovo HC Joe Schmidt, ex LB dei Lions ed Hall of Famer, decise di cedere il 30enne Brown ai Rams di George Allen.
Detroit ricevette 3 scelte al draft 1968, inclusa la prima di Los Angeles.
Roger ha giocato alla grande per noi per molti anni“, disse Schmidt al Detroit News.
Ma stiamo lavorando per il futuro, e crediamo che i nostri giocatori più giovani siano adeguati“.
Sulle prime, Brown si sentì ferito.
Prima che Roger apprendesse della cessione, l’assistente allenatore Carl Brettschneider gli disse che Coach Schmidt aveva un contratto per lui. Brown credeva si trattasse di una sponsorizzazione.
Ho un ottimo contratto per te, Roger“, gli disse Schmidt nel suo ufficio.”Ti ho ceduto ai L.A. Rams“.
Bé, ero a terra. Non riuscivo a crederci. Mi ero appena sposato ed avevo appena comprato casa, e volevo pensarci. Si rivelò un contratto migliore per me. Ricevetti più soldi e notorietà. Andai in una squadra in grado di vincere un titolo“.
Rosie Greer era fuori per tutta la stagione a causa di un tendine d’Achille fratturato, e George Allen amava molto le squadre costruite intorno ai veterani.
Brown si unì quindi ai restanti membri della Fearsome Foursome: Merlin Olsen, Deacon Jones, e Lamar Lundy.
Ero davvero elettrizzato all’idea di andare là e giocare con quei ragazzi“, disse Roger. “Erano grandiosi“.
Le grandi performance di Brown contribuirono a tre ottime stagioni dei Rams.
Infatti, gli Arieti conquistarono la Coastal Division nel 1967 e nel 1969.
Tuttavia, persero le sfide di playoff della Western Conference, rispettivamente per 28-7 contro Green Bay nel 1967 e per 23-20 contro i Minnesota Vikings nel 1969.
Al termine della stagione 1969, l’unica in cui saltò una partita di regular season, il peso di Roger superò le 320 yards.
Nel 1970, anzichè affrontare un altro rigoroso training camp all’età di 33 anni, decise di ritirarsi dall’attività.

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Parlando dei Rams, Roger ebbe modo di osservare che: “Come ho detto, giocare con quei ragazzi era una cosa da brividi. È stato il momento più alto della mia vita. Giocare in due delle linee difensive più forti nella storia del football, quello è stato il momento migliore. Giocare per Detroit e poi per George Allen ed i Rams, lo è stato altrettanto. Mi piaceva il cameratismo di Los Angeles. Mi piaceva lo spirito di squadra nel suo complesso. Era una situazione nella quale ciascuno giocava come un’unità. Era come dire `Facciamolo insieme, possiamo farlo, ce la faremo’.
I momenti da ricordare a L.A. furono molti, con gli spettacoli TV, con i dischi incisi insieme ad alcuni di quei ragazzi. Abbiamo fatto un paio di dischi, con Rosie Greer come lead singer. Eravamo soliti andare ai talk show, ai varietà, come Milton Berle ed Operation Entertainment. Credo che abbiamo venduto una sola copia di quel disco. Ognuno di noi ne ha comprata una!“.
Fino a quel momento, Brown aveva investito nell’attività di ristorazione a Chicago.
Nel 1969 avviò una catena di rosticcerie chiamate Afri-Kingdom.
L’attività si espanse fino ad 8 ristoranti, prima che sold out.
Nel 1977 Roger iniziò a lavorare per McDonald’s, dapprima come apprendista manager operativo.
In seguito, divenne il responsabile delle risorse umane per la California e l’Ovest.
Nel 1991, l’ex All-Pro si trasferì a Portsmouth ed acquistò un esercizio di McDonald’s in franchising, comprandone in seguito un altro.
Decise poi di aprire un ristorante che ancora oggi porta il suo nome (potete visitare qui il relativo sito web).

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Riflettendo sui suoi anni a Detroit, Brown disse: “Le cose che più ricordo dei momenti migliori con i Lions è che avevamo un grande reparto difensivo. Avevamo le `Quattro L’ nel backfield ed il miglior front four del football a quell’epoca. Le quattro L erano Dick LeBeau, Yale Lary, Dick `Night Train’ Lane e Gary Lowe.”
Aggiunse: “Noi [la difesa] ci guardavamo il film più bello ogni Lunedì, perché stavamo un bel pò in campo. A Detroit avevamo dei buoni reparti offensivi, ma non lo erano abbastanza. In altre parole, il nostro attacco non era forte come quello di altre squadra“.
Alla domanda circa la differenza tra la NFL di oggi e quella in cui giocava, Brown rispose così: “C’erano 12 squadre quando entrai nella Lega. Avevamo 34 o 35 giocatori in squadra. Non esistevano parole come `injured reserve’ o `taxi squad.’ O giocavi a football, o te ne andavi a casa. Lo ricordo come fosse ieri. A quei tempi, se ti facevi male o sanguinavi, non ti lamentavi. Giocavi e basta. Quando mettevi a segno un sack o stendevi qualcuno, non ti mettevi a ballare il boogie. Quando mettevi a segno un placcaggio, non agitavi le mani in ogni direzione. A volte qualcun altro si prendeva il merito. Avevi un lavoro da fare, scendevi in campo e lo facevi. Giocavi tutta la partita, acciaccato o meno. Niente poteva tenerti fuori. Non vedo quell’atteggiamento del tipo ‘Giocherò indipendentemente da tutto’ che avevamo all’epoca, ed oggigiorno si guadagna un mucchio di soldi per giocare“.
Brown è orgoglioso di quanto ha ottenuto: “La cosa davvero unica è che ho giocato in entrambe quelle grandi linee difensive per 10 anni, ed ho avuto un impatto“.
L’ex All-American di colore ha avuto un grande impatto sui Lions ed i Rams.
La carriera di Roger Brown, difensore eccezionale e talvolta spettacolare per 10 lunghe stagioni, meriterebbe un riconoscimento dalla Pro Football Hall of Fame.

Fonte: http://www.profootballresearchers.org/Coffin_Corner/22-01-836.pdf

Autore: Jim Sargent

Originariamente pubblicato su “The Coffin Corner

Il sopra riportato testo costituisce una traduzione dell’elaborato originale, i cui diritti di proprietà intellettuale ed economica spettano al relativo Autore.