Boys are back…

Se l’altra volta era stato un Marion Barber Show, stavolta la scena l’hanno rubata Tony Romo e Terrell Owens, connettendosi per tutta la durata dell’incontro e portando i Dallas Cowboys ad una vittoria per 35-22 sui San Francisco 49ers molto più netta di quanto il punteggio sembri dire. Merito anche di una robusta prova difensiva, che ha fermato per ben due volte i Californiani a poche yards dal touchdown prima che i due protagonisti della serata dessero inizio al loro concerto.

Basta enunciare i numeri della partita per avere la dimensione delle prestazioni viste sul campo: 23/39 per 341 yards e 3 TD per il quarterback, 7 ricezioni per 213 yards e 1 TD per il receiver, 4 sack 1 fumble ricoperto e 1 intercetto per la difesa, oltre ad una grande sensazione di solidità sulle corse che ha lasciato solo 26 yard totali agli avversari. Per la verità anche Barber ha faticato molto a portare palla, votandosi ad una partita di grande sacrificio per il bene della squadra e terminando con 109 yard all-purpose (59 su corsa e 50 su ricezione). Bene anche Roy Williams, Patrick Crayton e Tashard Choice, che hanno dato il cambio ai primi attori della serata. Ancora un pò ai margini Jason Witten, e per questo il gioco sul medio-corto risente ancora di qualche incertezza.

I Cowboys, una volta raggiunto un discreto margine di sicurezza (29-6 all’inizio del terzo quarto), hanno allentato la presa ruotando le seconde linee e pensando già alla partita di giovedì contro i Seattle Seahawks, consentendo un minimo recupero a San Francisco. Ma l’impressione ricavata dall’incontro è che – una volta completamente ristabiliti Romo e Witten – i Cowboys potrebbero tornare ad essere la letale macchina da punti vista in azione nella scorsa stagione.

Macchina da punti che invece rimangono i New York Giants, che hanno fatto un solo boccone dei pur pericolosi Arizona Cardinals usando soprattutto la loro arma preferita: la tremenda pressione sul quarterback. Kurt Warner è stato investito più volte dai TIR newyorkesi, e si sa che quando manca la tranquillità diventa complicato giocare bene. Se poi ci mettete la prestazione-monstre del folletto Domenik Hixon (269 all-purpose yard, con una media su kickoff return di 80 yard) ed il solito Eli Manning di quest’anno (26/33 per 240 yards e 3 TD), il punteggio di 37-29 acquista la sua logica.

A Seattle i Washington Redskins restano aggrappati per soli tre punti al loro sogno playoffs, battendo i Seahawks per 20-17. Jason Cambell (20/33 per 206 yards e 1 TD) e Clinton Portis (29 corse per 143 yards) i trascinatori dei pellerossa, che lasciando palla per soli 22 dei 60 minuti di gioco all’attacco avversario, hanno consentito alla loro difesa di restare sufficientemente fresca per assestare le giocate decisive nella parte cruciale della gara, specialmente l’intercetto di Shawn Springs a 1:30 dalla fine dell’incontro, che ha definitivamente frustrato le ambizioni di vittoria dei falchi di mare.

Nella baia di Baltimora, invece, sembra siano definitivamente affondate le ambizioni dei Philadelphia Eagles e di Donovan McNabb: il punteggio recita impietosamente 36-7 per i Ravens, ma ciò che non dice è la reale dimensione della disfatta, che coinvolge il quarterback titolare panchinato durante l’intervallo, sembra a causa dei tre turnovers commessi, ma più probabilmente per dissapori tecnici col proprio allenatore. Brian Westbrook come al solito è stato inopinatamente ignorato (14 corse per 39 yard, a fronte di 41 giochi di lancio complessivi tra McNabb e Kevin Kolb, che lo ha sostituito). Nulla di nuovo rispetto alle scorse partite, ma stavolta non c’è stato il “solito” McNabb a cavare le castagne dal fuoco.

E ora Dallas incrocerà i Seahawks giovedì per il Thanksgiving Game, per poi mettersi alla finestra e vedere cosa succederà la stessa sera tra Eagles e Cardinals. Ma il piatto forte della Division sarà in programma domenica, con lo scontro diretto a Washington tra Redskins e Giants. E se i Cowboys avranno vinto, comunque vada sarà stato un successo…