Giornata nerissima per le formazioni dell’Ovest
Dopo 3 vittorie consecutive, si interrompe la striscia positiva degli Arizona Cardinals.
La formazione di Ken Whisenhunt è stata infatti piegata, col punteggio di 37-29, dai New York Giants, Campioni del Mondo uscenti.
Kurt Warner ha disputato ancora una volta una partita su altissimi livelli: 351 yards lanciate (sulle 371 di total offense dei Cards…), 1 TD pass e 1 INT.
Ottima prova anche per Tim Hightower: il rookie RB ha infatti messo a segno ben 2 TD su corsa; buone cose da parte del solito Anquan Boldin, bersaglio preferito di Warner anche in questa gara.
In difesa, da segnalare le performance di Berry (1 sack) e Dansby.
Veniamo alla cronaca: i Cardinals sono passati in vantaggio per primi, grazie ad un FG di Rackers.
Il sorpasso dei Giants è arrivato a pochi minuti dall’inizio del secondo quarto; dopo un bel lancio di Manning per Smith in red zone, ecco la corsa vincente da 1 yard di Derrick Ward.
Pochi minuti dopo, è arrivato il nuovo vantaggio di Arizona: Hightower ha seguito ottimamente i bloccaggi, ed ha varcato la goal line con una corsa corta.
I Cards hanno provato la conversione da 2 punti, ma l’holder ha commesso un muff, ed il suo passaggio alla disperata è terminato incompleto.
I Big Blue avrebbero potuto riportarsi subito avanti grazie ad uno splendido ritorno di kickoff di Hixon, ma Antrell Rolle ha evitato il patatrac; New York è comunque riuscita a segnare il 10-9 grazie al piede di Carney.
Dopo il nuovo vantaggio dei padroni di casa con Rackers, i Giants hanno messo a segno un’altra splendida giocata di special team: solo il placcaggio in extremis di Urban, ancora su Hixon, ha evitato la segnatura; quest’ultima è comunque arrivata pochi istanti più tardi, con il TD pass di Manning per Toomer, bravo a ricevere e a farsi largo fino in endzone.
New York, in vantaggio per 17-12, ha subito riconquistato palla grazie ad un’eccellente giocata difensiva: Justin Tuck si è sbarazzato di un paio di bloccatori, e da dietro ha colpito Warner, provocando un fumble ricoperto da Kiwanuka.
I Campioni del Mondo non si sono fatti pregare, ed hanno aumentato il divario grazie al TD pass da 2 yards di Manning per il FB Madison Hedgecock.
Ad accorciare le distanze è stato nuovamente Hightower, anche stavolta con una corsa corta.
Il primo drive offensivo dei Giants nell’ultimo quarto ha visto grande protagonista Kevin Boss: il TE dapprima ha ricevuto sulla sideline un bel lancio di Manning; poi quest’ultimo gli ha servito il TD pass del 30-19.
Il 33-19 è arrivato grazie al FG di Carney a poco più di 5′ dal termine.
I Cards hanno tentato la rimonta nel finale, grazie al rocambolesco TD di Boldin: il lancio di Warner, sotto pressione, è stato infatti deflettato, terminando tra le mani del WR che l’ha portato in endzone.
I FGs di Carney e Rackers hanno fissato il punteggio sul definitivo 37-29.
Passiamo ora ai San Francisco 49ers, impegnati contro i Dallas Cowboys: una delle classiche della NFL, sfida che ha infiammato gli anni ’80 e ’90, ha visto i texani travolgere i rosso-oro con il punteggio di 35-22.
Entrambi i QB, Romo e Hill, hanno lanciato per oltre 300 yards: ma il regista dei Cowboys ha chiuso con 3 TD pass e 0 intercetti, a differenza del collega (2 TD pass e 1 INT).
La difesa di Frisco non ha potuto nulla contro uno stratosferico Terrell Owens (213 yards ed 1 TD all’attivo); anche Isaac Bruce è stato autore di un’ottima prova (125 yards e 1 TD).
Ecco la cronaca dell’incontro: a sorpresa, sono stati i 49ers a chiudere in vantaggio il primo quarto per 6-0, grazie a 2 FGs di Nedney.
Il bottino avrebbe potuto anche essere più cospicuo: verso la fine del quarto, infatti, Vernon Davis non è riuscito per pochissimo a trasformare un lungo lancio di Hill sulla sideline in 6 punti, ciò grazie ad un intervento difensivo in extremis di Ken Hamlin.
La reazione dei texani è arrivata all’inizio del secondo quarto: dalla shotgun, Romo è sfuggito alla pressione degli avversari, ed ha lanciato una bomba da 75 yards sul profondo; Owens l’ha ricevuta e, resistendo al ritorno della secondaria, ha messo sul tabellone i primi punti per Dallas.
I Cowboys sono passati a + 3 pochi minuti dopo: dopo un paio di sack consecutivi ai danni di Hill, Andy Lee si è visto costretto a calciare il punt dalla propria endzone; il calcio, però, è stato bloccato da Polk, ed è uscito dal campo dopo essere ballonzolato in endzone, con conseguente safety.
L’America’s team ha poi incrementato il punteggio grazie a due FGs di Folk.
E’ poi arrivato il primo turnover dell’incontro, a poco meno di 3′ dall’intervallo: in occasione dello snap, Hill ha commesso fumble, recuperato da Zach Thomas.
I Cowboys hanno capitalizzato al meglio, con un corto lancio di Romo per Bennett in prossimità della goal line.
A poco più di 2′ dall’inizio del secondo tempo, Romo ha nuovamente imbeccato Owens con un lungo lancio, da ben 52 yards; questo è stato il preludio alla segnatura di Crayton, con un lancio da 10 yards.
I 49ers hanno accorciato le distanze con un FG di Nedney; dopodichè, hanno avuto l’occasione di portare l’inerzia dell’incontro dalla propria parte, ma l’hanno clamorosamente sprecata: dopo un fumble commesso da Romo e recuperato da Lawson, Hill si è fatto intercettare in endzone da Newman.
I Cowboys sono poi andati nuovamente a segno all’inizio dell’ultima frazione di gioco, grazie al piedone di Folk.
I 49ers hanno poi segnato 2 TDs, con altrettanti lanci vincenti di Hill per Bruce e Foster, intervallati da un altro FG di Dallas.
E’ ora il turno dei Seattle Seahawks.
I ragazzi di Mike Holmgren hanno subito la quarta sconfitta di fila, stavolta per mano dei Washington Redskins (allenati, curiosamente, da Jim Zorn, in passato grande QB proprio della formazione di Seattle).
La partita è stata comunque molto tirata, ed i Pellerossa l’hanno spuntata di soli 3 punti.
Tra le fila dei Seahawks, in attacco ottime prove di Morris (103 yards su corsa ed una meta su ricezione) e Carlson (1 TD); in difesa, si segnalano quelle di Peterson (1 sack), Russell e Tapp (1 sack e 1 FF ciascuno).
Decisamente in chiaroscuro la performance di Matt Hasselbeck (2 TD passes ed altrettanti intercetti).
I Seahawks sono passati in vantaggio per primi, grazie ad un FG di Olindo Mare (preceduto da una splendida corsa di Morris).
Il sorpasso dei Pellerossa è giunto a poco meno di 5′ dall’intervallo, grazie ad una corsa di Ladell Betts, bravo a seguire i bloccatori ed a varcare la goal line abbattendo i difensori avversari.
Ma a poco più di 30″ dallo scadere del secondo quarto, i Seahawks sono ripassati in vantaggio, al termine di un drive ben orchestrato da Hasselbeck; dopo una bella ricezione in tuffo di Robinson ed un’ottima corsa di Morris, è stato quest’ultimo a convertire in 6 punti un corto screen del suo QB in red zone.
Il pareggio di Washington è giunto all’incirca a metà del terzo quarto, grazie al FG messo a segno da Suisham (Mare, in precedenza, ne aveva fallito uno da 53 yards).
Un paio di minuti dopo, ed ecco arrivare il primo turnover della partita: un lancio centrale di Hasselbeck è stato “pizzicato” da Landry, che l’ha riportato per 13 yards.
I Redskins hanno capitalizzato l’errore avversario, andando in meta con Randle El, ben servito da Campbell.
I Seahawks sono pervenuti al pareggio in apertura di ultimo quarto, grazie al TD pass da 10 yards di Hasselbeck per Carlson.
Washington si è portata sul 20-17 grazie al FG di Suisham da 22 yards a poco più di 9′ dalla fine dell’incontro.
Seattle ha avuto la possibilità di ribaltare le sorti della gara a poco più di 1′ dallo scadere, allorquando il fumble di Betts è stato recuperato da Atkins sulle proprie 22; ma il successivo lancio sul profondo di Hasselbeck è stato intercettato da Shawn Springs, che ha così fatto calare il sipario sul QWest Field.
E chiudiamo con i disastrosi e disastrati St.Louis Rams: credetemi, faccio una grande fatica a scrivere qualcosa sulla squadra che amo.
Questo perchè non solo è di una pochezza imbarazzante, ma anche perchè, al di là delle lacune tecniche, non vedo la minima reazione allo status quo.
Giocatori strapagati ed incapaci di fare il loro lavoro, un coaching staff in evidente difficoltà, un front office incapace di valutare appieno le qualità degli atleti: insomma, una squadra allo sbando. E non da oggi.
Anche la partita contro i Chicago Bears è stata una vera e propria disfatta: contando anche l’incontro di Domenica, i Rams hanno subito qualcosa come 99 punti (mettendone a segno solo 10) nei primi tempi delle ultime 3 gare.
A mero titolo di esempio, il confronto nel gioco di corsa tra le 2 squadre è quantomeno impietoso: il solo Matt Forte ha corso per qualcosa come 132 yards e messo a segno 2 TDs; per contro, i Rams hanno totalizzato la miseria di 14 yards sul terreno.
Marc Bulger, colui dal quale ci si aspetterebbe il piglio del capitano (ah, bei tempi quelli con Kurt Warner…), è uscito anzitempo in seguito ad un colpo al capo subito ad inizio partita; Haslett si è quindi visto costretto a gettare nella mischia Trent Green. Risultato? 4 intercetti, tanto da dover far entrare il terzo QB a roster, Brock Berlin, nell’ultima frazione di gioco.
Steven Jackson è rimasto fuori per la quinta gara di fila, a causa di un infortunio alla coscia: Pittman e Darby hanno messo insieme, in due, ben 18 yards…
Holt ha ricevuto per 84 yards, ma ancora una volta senza segnare.
In difesa, vanno evidenziati solo i FF di Long e Atogwe.
Veniamo alla cronaca della gara: i Bears sono partiti a spron battuto, ed in meno di 2′ dal fischio d’inizio sono passati a condurre; grande protagonista del drive è stato Matt Forte, che l’ha chiuso con una corsa vincente in endzone (ovviamente senza incontrare particolari resistenze da parte della difesa bluoro…).
Nel drive successivo, Bulger si è infortunato: partito dalla shotgun, dopo aver ricevuto lo snap è stato colpito violentemente da un liberissimo Ogunleye, venendo costretto a lasciare il campo.
A poco meno di 2′ dalla fine del primo quarto, i Bears hanno aumentato il divario: dopo una bella ricezione di Hester sulla sideline, Orton ha lanciato un corto passaggio al FB McKie, che l’ha convertito in 6 punti.
La prima frazione di gioco si è chiusa con un sack ai danni di Trent Green; il secondo tempo, invece, con l’errore di Josh Brown, che ha fallito un tentativo di conversione da 40 yards.
Nel drive seguente, i Rams avrebbero potuto cercare di riportarsi in partita: in situazione di 1° e 10 dalle 43 avversarie, Forte ha commesso un fumble, recuperato da Atogwe; ma ovviamente il turnover non è stato capitalizzato a dovere.
Tuttavia, l’ulteriore allungo di Chicago era solo questione di tempo: ed infatti, il solito Forte ha messo il proprio secondo sigillo personale a poco meno di 5′ dall’intervallo, con una splendida corsa da 47 yards.
Gli unici punti dell’incontro di marca Rams sono stati messi a segno da Brown, con un FG da 43 yards a poco più di 5′ dal termine della seconda frazione di gioco.
Passiamo al terzo quarto: a poco più di 6′ dal suo inizio, è giunto il primo intercetto di Green che, nel tentativo di servire Holt, ha invece lanciato il pallone tra le mani di Tillman.
I Bears hanno capitalizzato con il FG di Gould.
Non contento, Green ha voluto concedere il bis nel drive seguente, stavolta servendo Tillman anziché Avery.
Per la serie “non c’è due senza tre“, Trent Green ha pensato bene di regalare la terza perla della serata, lanciando un altro intercetto, stavolta messo a segno da Briggs.
Successivamente, i Rams hanno recuperato un altro fumble, commesso da McKie: ma anche in quest’occasione, gli Arieti non hanno saputo approfittarne.
Infine Green, dopo il quarto omaggio ai Bears (gentilmente ricevuto ancora da Briggs), è stato cacciato in panchina da un esausto Haslett.
Un grande sportivo, Gino Bartali, diceva sempre: “qua l’è tutto da rifare“; un motto, questo, che pare calzare a pennello ai Rams.