Cardinals a due minuti dalla storia, Steelers nella leggenda.
Pittsburgh Steelers – Arizona Cardinals = 27-23
Uno dei Superbowl più belli della storia, un ultimo quarto mozzafiato, emozioni a non finire, due squadre eccellenti guidate da due leader straordinari; questo è stato il Superbowl XLIII.
Dopo le monumentali cerimonie di rito con America the Beautiful, l’inno nazionale (la cui interpretazione non mi ha convinto per niente) e i caccia che sfrecciano nel cielo di Tampa, l’elettrizzante atmosfera del Superbowl si appropria del Raymond James Stadium.
Il primo drive è immediatamente illuminato da un big play. Secondo gioco del match, play-action con bootleg di Roethlisberger, lancio perfetto per Hines Ward che avanza sulla sideline per 38 yards. Dopo un altro bel completo di Big Ben per il te Heath Miller e qualche breve corsa di Parker, gli Steelers si ritrovano sul 3&1 sulla goal line. Ancora Big Ben con una bootleg, questa volta per correre in prima persona, si tuffa in endzone trascinato anche del c Justin Hartwig per il td Steelers. Il coach dei Cardinals Whisenhunt non ci sta e chiama il challenge, il replay chiarisce molto bene che il td non c’è e, al contrario di come successe tre anni fa tra le proteste dei Seahawks, il punteggio non cambia. Jeff Reed infila comunque i 3 punti al 4° down.
La risposta dei Cardinals non è delle più incoraggianti, holding e fumble tra Warner e Edgerrin James recuperato dallo stesso James che portano direttamente al punt.
Gli Steelers capiscono l’imbarazzo dei Cardinals, poco avvezzi a queste partite se si esclude Warner, e pigiano sull’acceleratore. Parte un drive da oltre 7 minuti in cui Roethlisberger è strepitoso evitando in più di un’occasione il sack e completando a ripetizione. Sulla goal line stavolta non ci sono dubbi, il poderoso hb Gary Russell irrompe nella endzone per il 10-0.
A questo punto Kurt Warner capisce di dover prendere per mano la squadra e lo fa. Dopo una serie di completi a medio-corta gittata, completa per una ventina di yards per Anquan Boldin che sprinta velocissimo e viene fermato sopo 45 yards totali sulla goal line. Nel gioco successivo play-action, Warner inciampa di nuovo nei piedi del suo centro, ma misteriosamente rimane in piedi e sforna un passaggio millimetrico per il te di riserva Ben Patrick, il quale è bravissimo a catturare l’ovale sulla testa del mlb Larry Foote per il 10-7.
L’inerzia cambia, nel drive successivo tutto quello che fino a quel momento era riuscito agli Steelers non funziona più. La difesa dei Cardinals sale di ritmo, guidata da uno strepitoso Darnell Dockett e gli Steelers sono costretti al punt.
I Cardinals sono in ritmo ma una penalità per chop block di James e uno strepitoso sack di Lamarr Woodley li costringe al punt a loro volta.
Gli Steelers ripartono ma, sul 2° down, il lancio corto e centrale di Roethlisberger viene deviato dall’onnipresente dt Darnell Dockett, la palla dopo essere finita altissima ricade nelle mani del sempre vigile olb Carlos Dansby.
Siamo nel Two Minute Warning, Warner completa ancora per Boldin e poi finalmente per Fitzgerald e porta i suoi sulla linea delle 5 yards. Al secondo down però il Superbowl ci ricorda che anche i difensori possono fare la differenza. Warner arretra per il lancio, classica zone blitz chiamata da quel diabolico defensive coordinator di Dick Lebeau, il Defensive Player of the Year, James Harrison, finta il blitz ma poi arretra, è comunque in contro tempo sul lancio di Warner per Boldin, ma con un guizzo da fuoriclasse occupa lo spazio e intercetta in endzone. Prendo fiato anche io perché, quest’uomo di 105 kg non si accontenta e sprinta sulla sideline dimostrando una velocità improponibile per un atleta di quella stazza e con quel ruolo, aiutato anche da bellissimi blocchi che i compagni gli piazzano, evita vari placcaggi e vola verso la endzone avversaria con 0 secondi sul cronometro. Breaston e Fitzgerald sembrano raggiungerlo, lo placcano, ma con determinazione e forza fisica incredibili, li trascina per 5 yards buttandosi in endzone per l’incredibile touchdown. Il challenge degli arbitri lascia qualche dubbio, ma effettivamente non si hanno prove inconfutabili che Harrison abbia toccato terra poco prima di oltrepassare la endzone. La sostanza è 17-7 ma soprattutto 100 yards di ritorno di intercetto per touchdown, in assoluto il gioco più lungo dell’intera storia del Superbowl, incredibile!
L’intervallo è allietato da un Bruce Springsteen in versione MVP, per il quale le 60 primavere sembrano non avere alcuna influenza né sulla sua grinta, né sulla sua voce, né sulla sua eccezionale presenza scenica.
Dopo il riposo, i Cardinals nonostante lo shock causato da Harrison ripartono discretamente con qualche buona portata di James. Subito dopo però il mlb James Farrior piomba su Warner causando un fumble che il solito incredibile Harrison ricopre. Whisenhunt però chiama di nuovo il challenge che, ancora una volta, ribalta il gioco a suo favore. La decisione che accredita Warner del movimento del suo braccio in avanti, in modo che il passaggio sia considerato incompleto, è alquanto discutibile.
Dopo il punt gli Steelers, comunque rinvigoriti dalla ritrovata vena difensiva, danno vita ad un drive di oltre 8 minuti. I maggiori protagonisti del guadagno di terreno di Pittsburgh sono però i difensori dei Cardinals che infilano una serie di penalità di frustrazione pura. Dopo il face mask di Rodgers-Cromartie e il roughing the passer di Dansby e dopo una serie di discrete corse di Parker, gli Steelers possono calciare il fg. Adrian Wilson, una delle migliori ss della lega, incomprensibilmente frana sul punter-holder Mitch Berger. Pittsburgh con un primo down nuovo di zecca può riprovare per il td, ma ancora una volta Big Ben viene respinto, questa volta dal dt Gabe Watson. Altri 3 punti arrivano comunque con il fg di Reed.
Dopo un drive inconcludente a testa, i Cardinals si ritrovano a ultimo quarto inoltrato sotto 20-7 e con poca fiducia in loro stessi. E’ in questi momenti che i fuoriclasse devono fare qualcosa di speciale, è in questi momenti che gente come Kurt Warner fa la differenza. In meno di 4 minuti pescando ripetutamente Fitzgerald, mette in ginocchio la miglior difesa della lega e si fa tutto il campo. I suoi passaggi sempre diversi, non consentono la giocata ai difensori avversari e il lob finale per lo strepitoso Fitzgerald riapre la partita sul 20-14.
Gli Steelers vogliono chiudere il match, ma ancora il superlativo Darnell Dockett piazza il sack e il punt diventa obbligatorio.
I Cardinals favoriti da una penalità del cb Ike Taylor si ritrovano a metà campo con oltre 5 minuti da giocare. Qui però l’ennesimo holding del ot Gandy e delle buonissime azioni difensive costringono i Cardinals di nuovo al punt. Il punter australiano Ben Graham fa un capolavoro e lo special team di Arizona ferma il pallone quasi sulla goal line.
Sul 3&10 Big Ben completa un passaggio strepitoso da primo down per Santonio Holmes che chiuderebbe il match, ma l’holding del c Justin Hartwig è plateale; questo vuol dire safety automatica e 2 punti più possesso per i Cardinals.
Con meno di 3 minuti sul 20-16 i Cardinals hanno la palla del sorpasso. Sul 2&10 slant di Warner per il miglior wr della lega, e mi sbilancio uno dei migliori di sempre, Larry Fitzgerald, che riceve e vola centralmente per 64 yards per il td del 23-20, incredibile! Fitzgerald con 546 yards e 7 td su ricezione stabilisce due nuovi incredibili record NFL nella post-season , superando il grande Jerry Rice.
Con 2.37 da giocare gli Steelers possono comunque sperare in un fg che mandi la partita al primo overtime della storia del Superbowl, ma la difesa dei Cardinals ha contrastato bene gli ultimi drive di Pittsburgh. Il primo gioco oltretutto è caratterizzato da un holding del og Kemoeatu, per cui il 1&20 arretra il pallone sulle 12 yards difensive. Roethlisberger arretra aggredito da quattro difesori, in maniera del tutto incomprensibile riesce a uscire dalla pressione e a completare per 14 yards su Santonio Holmes. Poi dopo il Two Minute Warning ci sono ancora un paio di buoni passaggi, ma la difesa dei Cardinals giudiziosamente concede il corto evitando di scoprirsi sull’eventuale bomba. Manca poco più di un minuto e gli Steelers con un solo timeout da spendere sono ancora sulle 46 yards di Arizona, quando qualcosa di strano accade. Quattro ricevitori per Big Ben, i Cardinals misteriosamente invece di continuare quello che stavano facendo cambiano copertura, passando ad una cover 2. Rodgers-Cromartie in questo modo rimane a zona e non segue a uomo il velocissimo Santonio Holmes, che dopo averlo oltrepassato si trova solo la fs di riserva Aaron Francisco da affrontare. Francisco chiude a tempo, ma la velocità del taglio di Holmes è eccessiva per le capacità atletiche della fs che scivola nel tentativo di seguirlo. Big Ben dopo un pump fake vede tutto e lancia in modo perfetto per il suo miglior ricevitore, il quale riceve e vola per 40 yards prima di essere fermato sulla linea delle 6 yards.
2&6 dopo un incompleto, Big Ben chiude il suo drive da annali del football con un passaggio perfetto sopra la testa di tre difensori dei Cardinals, ricevuto in maniera sublime da Santonio Holmes, proprio con le punte dei piedi nei pressi della linea laterale nella endzone. E’ il td della vittoria e non poteva che arrivare dai due protagonisti offensivi degli Steelers.
Con 35 secondi da giocare e 77 yards da percorrere serve qualcosa oltre il miracolo, ma Warner non si arrende, completa due bei passaggi centralmente e in soli 20 secondi porta i suoi quasi a metà campo. Ma il punto esclamativo per gli Steelers arriva. Blitz di Woodley e sack, Warner perde il pallone che viene recuperato dal de Brett Keisel.
E’ sempre difficile dire di un Superbowl che è stato il più bello di sempre, in passato altre volte questo fantastico evento è stato deciso nelle ultimissime battute e Kurt Warner se lo ricorda bene. Di certo è stata una partita fantastica, ancora una volta l’atto finale di una lunga stagione ha espresso il meglio dell’agonismo e dell’emozione di questo bellissimo sport. Chi si è avvicinato per la prima volta al football in Italia, grazie alla diretta di Raidue, difficilmente se ne allontanerà dopo uno spettacolo simile.
Al di là del meritato MVP di Santonio Holmes, il vero vincitore di questo Superbowl è stato l’uomo con il numero 7. Il drive della vittoria che ha condotto Ben Roethlisberger, assomiglia palesemente a uno di quegli incredibili 47 game-saving drive che un suo illustre predecessore ha ammassato qualche anno addietro, per un attimo è sembrato che quella maglia fosse arancione e che sulle spalle ci fosse scritto Elway. Big Ben non è ancora paragonabile al mitico John, ma i 19 game-saving drive della sua giovane carriera, e in particolare quello di questo Superbowl, rendono plausibile almeno un timido accostamento.
Le ultime doverose parole vanno a Kurt Warner, un autentico campione, un leader che sa comandare e tirare fuori il meglio di sé quando il momento è decisivo. Il suo quarto quarto rimarrà comunque nella storia del football e anche se questo Superbowl l’ha perso, la sua matrice da leader vincente non può che uscirne ulteriormente rafforzata.
Bravissimo Carlo, splendida analisi la tua!!!
Complimenti agli Steelers, ma che rammarico per Kurt…
In effetti bella partita. Io tenevo per i Cardinals, son quasi svenuto alla fine del 2
Splendido Carlo!!!!!
Meravigliosa analisi della partitona….restere indimenticabile.
Solo:GRAZIE!!!!
Ciao ragazzi,
ho visto un SB con una superiorit