La vita secondo Jim

La morte spesso enfatizza le gesta positive delle persone, nascondendone scientificamente le ombre, ma in questo caso siamo davanti ad una personalità passata a miglior vita, del quale si possono solo avere buoni ricordi.
L’indimenticabile defensive coordinator dei Philadelphia Eagles ci ha lasciato martedì 28 luglio dopo aver combattuto strenuamente, negli ultimi mesi, con un melanoma alla spina dorsale che non gli ha impedito di praticare, sino all’ultima stilla di energia, quella che è stata la sua vita: il football.
Dopo la vittoria nell’NFC Championship contro i Falcons nel 2004, abbracciando la sua famiglia si è lasciato andare ad una frase che è rimasta indelebile negli occhi e nel cuore dei tifosi bianco verdi: “Questo è il giorno più bello della mia vita“.
Affermare ciò dopo una vittoria così attesa e desiderata, in un sincero abbraccio con i componenti della propria famiglia, dice già molto sulla caratura morale ed etica di questo autentico “unicum” nel panorama del pro football.
In ventisei anni di carriera, coach Johnson ha visto quello che “voi umani neanche potete immaginare” e, proprio per questo, è stato il pioniere di una difesa fatta di continui blitz e pressioni sul quarterback avversario. Chi ha avuto l’onore di orchestrare un attacco contro una difesa di Jim ha sempre dovuto preoccuparsi di aumentare il personale della pass protection, anche solo per avere la possibilità di mettere la palla per aria.
Johnson ha praticamente ridefinito il concetto di safety attraverso Brian Dawkins, facendolo diventare uno dei migliori giocatori del ruolo nella storia di questo sport. Ha reso “Dawk” un vero e proprio playmaker difensivo in grado di gestire da dietro i compagni e di dominare psicologicamente una partita con le sue interpretazioni di “attacco all’attacco”. Se vi state chiedendo come mai giocatori come Polamalu e Reed hanno tutta questa incidenza nel football di oggidì, bussate a casa Johnson, perché l’efficacia dei due fenomeni sopra citati deriva da una diversa applicazione della sua idea, che ha estremizzato e perfezionato il concetto di difesa.
Dawkins ha detto: “Ha dato una visione nuova del ruolo di safety e tutto quello che io ho fatto in questa lega (9 Pro Bowl, n.d.r.) è stato merito di Jim e del fatto che ha creduto in me, spremendo tutto il talento che la natura mi ha dato. Ogni anno ha inserito qualcosa di nuovo nel mio gioco e mi ha reso il giocatore che sono oggi“.
E’ chiaro che il maggior beneficiario del “blitz system” sia proprio il neo-Broncos, ma quello che rende Johnson una persona speciale è il credito ed il rispetto che si è guadagnato da avversari, Lega e stampa.
Andy Reid si è recato in sala stampa assieme a Joe Banner (Executive degli Eagles n.d.r.) per parlare della scomparsa di Jim, e con incredibile serenità e lucidità ha fornito alcune chiavi di lettura che ci parlano della caratura morale del suo ex collega. E’ sembrato sinceramente felice di poter dire alla stampa tutto ciò che ha significato per lui e per la città di Philadelphia. “Ho ricevuto sms e chiamate da un numero incredibile di persone, che mi mostravano il loro cordoglio e dispiacere, ma quello che più mi stupisce è il rispetto che tutti hanno mostrato nei suoi confronti in ogni singolo momento della sua carriera. Era un grandissimo allenatore, ma soprattutto l’epitome del maestro di football e di vita. Ogni giocatore che ha lavorato per lui è stato suo fan, perché oltre alla sapienza con cui allenava era anche un’influenza positiva sulla vita extra football dei suoi giocatori, ma soprattutto era uno “young maker”, ovvero un forgiatore di giovani campioni“.

Come dare torto a Reid, visto che in dieci anni di carriera con gli Eagles ha orchestrato la quarta miglior difesa della Lega e generato ben 26 Pro Bowler difensivi. A fine conferenza stampa, si è spinto anche ad un aneddoto riguardante lui e Lito Sheppard durante una partita di qualche anno fa. – Lito era visibilmente nervoso per l’andamento del suo match ed allora avvicinandosi a lui, coach J gli ha detto: “Stai calmo, Lito. Pensa dolcemente, la prossima giocata sarà dolce“. Come nelle migliori favole, Lito è tornato in campo e ha messo a segno un intercetto, facendo impazzire di gioia Johnson che dalla sideline continuava ad urlare con voce stridula “Dolce Lito, dolce Lito!“. Di conseguenza, il cornerback si è girato verso di lui e con pollice alto ha dedicato al grande saggio la giocata. Il tutto un pò romanzato da un Reid che si è anche divertito a fare l’imitazione della voce alla “Zio Fester”, che ha dato quell’alone di mito alla storia.
L’aspetto che rende unico questo personaggio e caratterizza solo i grandissimi campioni (giocatori e non) è il rispetto e la considerazione che raccolgono dai tifosi avversari. Sui blog e i forums degli Eagles si sprecano i topics, ma si può piacevolmente notare come tifosi di Giants, Falcons, Vikings ecc. si accodino al tributo per il coach, nonostante sul campo abbia riservato loro sempre dei grossi dispiaceri. Proprio per questo vorrei riportare un post che ho letto sul forum ufficiale degli Eagles e che ha trasmesso in me il vero senso della grandezza di questo personaggio. “Ero triste quando oggi ho appreso la notizia della scomparsa di Jim Johnson. Pensavo di dover rispetto ad un valoroso avversario e guru difensivo. Non solo i Giants hanno direttamente beneficiato della provenienza di Spagnuolo dal coaching staff di JJ, ma lui era riuscito a mantenere a lungo la difesa degli Eagles su altissimi livelli. Non era un compito facile. Mi infastidisce il fatto che tutto ciò che vedo e sento sia la vicenda di Favre. Penso che alla maggior parte dei veri tifosi non importi nulla di Favre. Jim Johnson merita ammirazione e lodi. Odio gli Eagles tanto quanto qualunque altro tifoso dei Giants, ma ho sempre avuto grande rispetto per Jim Johnson e per ciò che ha fatto. Mancherai a tutti, sir: su entrambe le sidelines“.
Tralasciando il commento sull’affaire Favre, queste parole così sincere, dette da un tifoso dei Giants, non possono che far contento il grande che da lassù ci guarda.
Nel cuore dei tifosi delle Aquile, invece, uno dei migliori ricordi di Jim è sicuramente la grande vittoria contro i Falcons nell’NFC Champions, poi l’incredibile prova difensiva contro gli Steelers della stagione appena passata, assieme al 44-6 contro gli odiati Cowboys. Senza dimenticare la partita da cui è nata, forse, la grande difesa degli Eagles: quella contro i Rams nel 2001, quando l’attacco più imponente e forte della Lega fu quasi totalmente imbrigliato, per consegnare alla squadra quella convinzione nel sistema che si è portata dietro sino ad oggi.
Ce ne sarebbero milioni di ricordi da incorniciare, io voglio lasciare a chi legge la possibilità di viaggiare liberamente con la mente a quei momenti che più li hanno toccati. Io, come ultimo ricordo/tributo, mi tengo dentro la presenza ad allenare le ultime partite della scorsa stagione e la presenza in uniforme Eagles sulla sedia a rotelle del draft-camp di questa stagione.

Non ci sono altre parole per definire la passione, la voglia e la caratura morale di una persona che mancherà agli Eagles e a tutto il football NFL.
Riposa In Pace, Jim: coach, mentore ed amico.
La statura morale e professionale di una persona è direttamente proporzionale alle manifestazioni di stima e rispetto che avversari e a volte nemici fanno.
Veramente un bell’articolo Simone, il valore del personaggio risalta pienamente.
Intanto ti ringrazio Carlo ed in più sottoscrivo pienamente ciò che dici. Nel suo caso la stima e il rispetto dei (tanti) avversari, forse conta ancora di più di quello di chi gli era vicino.
Bell’articolo, scritto veramente con competenza e con cuore. Come giustamente hai scritto sono tantissimi gli attestati di stima incondizionata che Jim ha ricevuto da supporters e giocatori avversari. Io sono un fan degli Eagles da anni, sono rimasto devastato da questa notizia, certo ci si aspettava che non sarebbe stata una battaglia facile la sua, ma quando si arriva a questo punto fa sempre molto male, per la perdita di un tecnico difensivo che come nessuno mi ha fatto entusiasmare, ma anche per l’uomo eccezionale al di fuori del campo. Sapere che e’ stato fedele alla sua vocazione, ai suoi uomini, alla sua squadra fino all’ultimo non fa che accrescere la mia ammirazione gia’ enorme. Voglio approfittare per ringraziare Jim, per le emozioni che mi ha saputo dare coi suoi blitz e il suo genio tattico, e voglio ringraziare te Simone per avergli reso questo omaggio. Ciao Jim. Grazie di tutto.
Ti ringrazio molto Alessandro. Fa moltissimo piacere leggere commenti come i tuoi e ti fa ancor più apprezzare chi come noi e Jim nutre una genuina passione per questo sport.