BCS National Championship e principali Bowls: definite tutte le contenders.

L’ultima settimana di regular season del college football non è soltanto quella delle “Finali” di conference, ma anche quella in cui spesso una serie di partite possono decidere l’esito di un’intera stagione, così come le vincitrici delle conference che non prevedono un incontro finale, le selezioni delle partecipanti ai principali Bowls BCS (quelli con un payout da 18 milioni di $) e la definizione della Classifica Finale NCAA (BCS Standings) dalla quale i primi due college vengono automaticamente ammessi a disputare il più importante di questi bowl, ovvero la finale nazionale. E anche quest’anno il primo week di dicembre non ha tradito le attese degli appassionati di college football.

Tutto è iniziato nella notte di giovedì 3 dicembre in una combattutissima Civil War dell’Oregon tra i Ducks di Eugene e gli Oregon State Beavers di Corvallis. Alla fine hanno vinto le “anatre” aggiudicandosi la sfida che valeva il titolo 2009 della Pacific-10 nonché un viaggio a Pasadena (LA) per disputare il Rose Bowl il primo gennaio. Ducks che a dirla tutta hanno meritato, anche perché avevano dimostrato di più nel corso della stagione, in particolare con le ampie vittorie sulle due principali pretendenti al trono della Pac-10, California e USC, sepolte entrambe sotto una valanga di punti con altrettanti impressionanti dimostrazioni di forza. Ducks che tuttavia hanno avuto non poche difficoltà (come di consueto peraltro) ad avere ragione dei “cugini” statali. Nel primo tempo pur commettendo presto una serie di errori (leggi turnovers) hanno comunque chiuso in svantaggio di sole due lunghezze (21-23). Poi, nella seconda frazione le corse del fenomenale redshirt freshman LaMichael James (166 yards e 3 td alla fine per lui) e del “ritrovato” senior LeGarrette Blount (51 yards e td) hanno indirizzato il match a favore di Oregon. 37-33 il punteggio finale e mazzo di rose rosse dal chiaro significato proprio per Blount che era stato squalificato dopo l’opener perso a Boise State (nel quale si era macchiato dell’ormai famoso pugno sferrato ad un avversario durante un alterco) e che finalmente ha riottenuto il campo giusto nell’occasione più importante. Blount, James, ed il duel-threat QB Jeremiah Masoli rappresentano il punto di forza dell’attacco dei Ducks, che rivincono la conference dopo 8 anni (2001) e ritornano al Rose Bowl (unica vittoria nel 1917!) dopo 15 anni per quella che sarà la loro quinta apparizione complessiva (l’ultima nel gennaio 1995, sconfitta da Penn State).

Questa volta i loro avversari saranno gli Ohio State Buckeyes di Jim Tressel, già da due settimane vincitori per il quinto anno di fila della Big Ten, eppure assenti dal Rose Bowl ormai da 12 anni (nei recenti 4 trionfi di conference hanno infatti preso parte ai primi due BCS National Championships del 2006/07 e 2007/08, hanno dovuto cedere il passo nel 2008/09 a Penn State che aveva un miglior record overall ed aveva vinto lo scontro diretto, mentre nel 2005/06 parteciparono al Fiesta perché Texas doveva giocare contro USC a Pasadena l’incontro che sarebbe valso anche per il titolo nazionale). Anche i Buckeyes preferiscono correre, con le qualità bilanciate dei due RB Dan “Boom” Herron e Brandon Saine e con il QB Terrelle Pryor che da quando ha iniziato a giocare “sotto controllo” (passaggi quando necessario, non uno spread QB ma un giocatore, in un sistema pro, in grado di mettere in difficoltà gli avversari in scramble grazie al suo fantastico gioco di gambe) è diventato quell’arma tattica che tutti aspettavano a Columbus, visto che sulle sue qualità non aveva di certo mai dubitato nessuno.
La prima sfida di Pasadena sarà decisa indubbiamente anche sul lato difensivo, e attributi come qualità di alcuni singoli, durezza e opportunismo del collettivo ci fanno preferire la defense dei Buckeyes e dunque Ohio State nel pronostico. Comunque sarà una gara da non perdere, anche se sarebbe stato sicuramente meglio assistervi dal vivo sotto il sole splendente della California…

Sabato 5 dicembre sono continuate poi le sfide decisive per la definizione delle partecipanti agli altri Bowls BCS (Sugar, Fiesta e Orange bowl) le cui contenders sono state selezionate nel “Bowl selection show” della domenica sera USA.
Nella “finale mascherata” della Big East disputata alle 12 ET sotto il nevischio dell’Heinz Field tra i Panthers di Pittsburgh ed i Bearcats di Cincinnati non sono di certo mancate le emozioni. Alla fine l’hanno spuntata quest’ultimi per 45-44 con un TD last minute lanciato dal QB Tony Pike (3 td ma anche 3 intercetti) al WR Armon Binns. Assoluto protagonista dell’incontro peraltro è stato l’altro WR, l’all-american Mardy Gilyard che alla fine del primo tempo, sul punteggio 31-10 Pitt dopo una bella draw play del QB Bill Stull, aveva riaperto subito i giochi con un kickoff return TD da 99 yards e poi nel terzo quarto aveva trasformato in TD un lancio di Pike per altre 68 yards (chiudendo alla fine con 118 yards in 5 ricezioni, una valida anche per una 2 points convention). Peccato per i Panthers, sempre davanti, che conducevano (38-24) anche dopo 3 minuti nell’ultimo quarto, e che addirittura ad 1 min. 36 sec. dal termine erano tornati di nuovo in vantaggio con il bravissimo RB n° 28 Dion Lewis (194 yards e 3 td; 1446 yards con 13 td nella sua season) fallendo tuttavia il kick aggiuntivo, quel misero punticino che però alla fine ha fatto una grandissima differenza.

I Cincinnati Bearcats chiudono quindi per la prima volta una stagione da imbattuti e per il secondo anno di fila prenderanno parte ad un bowl BCS. Stavolta saranno di scena all’ “All State Sugar Bowl” che sempre il primo dell’anno sarà disputato al Louisiana Superdome di New Orleans.

I loro avversari saranno i grandi sconfitti del SEC Championship, vale a dire i campioni uscenti Florida Gators di Tim Tebow. Nella ripetizione della finale SEC del 2008 disputata ad Atlanta infatti, Nick Saban e i suoi Alabama Crimson Tide si sono presi la rivincita tanto agognata annientando letteralmente i Gators 32-13 grazie alla loro proverbiale difesa e ad un controllo del gioco “totale”, non solo “via terra” (quasi 40 min. di ball possession). Tra gli eroi della serata il fenomenale RB sophomore Mark Ingram (113 yards su corsa e 3 touchdowns ma anche 2 ricezioni per altre 76 yards) ed il QB Greg McElroy che, autore di alcune giocate ad effetto (memorabile il “doppio passo” stile “gioco campana” sulla sideline nel secondo quarto con il quale ha guadagnato in corsa un first down) e protetto benissimo dalla propria offensive line, ha giocato una gara precisa (12/18, 239 yards e 1 TD) lanciando in endzone il TE Colin Peek ad inizio terzo quarto per il TD che di fatto ha indirizzato il match in favore dei Tide.
Ora quindi lo sconfitto Tim Tebow (20/35 per 247 yards, con 1 TD da 23 yards e 1 intercetto in endzone, oltre a 63 rushing yards), uscito in lacrime dal Georgia Dome (dove peraltro a mio modo di vedere è stato lasciato fin troppo solo dai compagni, che sinceramente non sono sembrati all’altezza in tale circostanza), avrà in ogni caso l’opportunità di rifarsi per chiudere comunque vittoriosamente la sua straordinaria carriera collegiale. Il pronostico è aperto, personalmente contro “Superman” preferisco non pronunciarmi.

I Crimson Tide invece, nuovi numeri 1 della nazione, faranno anch’essi i bagagli per Pasadena, ma per la gara del 7 gennaio, lo strameritato “BCS National Championship Game” che proclamerà i campioni NCAA di Division I per il 2009. I loro avversari nello showdown saranno dei bravi ma anche fortunati Texas Longhorns che da pronostico hanno vinto la Finale Big 12 di Arlington (TX) contro i Nebraska Cornhuskers. Una vittoria (13-12) ottenuta all’ultimo secondo con un FG dalle 46 yards del valido K Hunter Lawrence. Decisamente meno bene invece, almeno in tale occasione, il QB Colt McCoy che pur segnando su corsa un TD dalle 2 yards, ha prodotto una gara sotto i suoi standard, si è fatto intercettare 3 volte ed ha subìto per tutto l’incontro la grande pressione della linea difensiva di Nebraska ed in particolare del monumentale DT Ndamukong Suh autore di un’altra eccellente prestazione (da Heisman “morale”..) conclusa con 12 tackles e ben 4 sacks. Texas merita comunque di essere in finale, anche per l’assenza dello scorso anno a vantaggio di Oklahoma (che pure aveva perso lo scontro diretto). E credo ci sarà da divertirsi, come sempre quando si scontrano due filosofie ed impianti di gioco contrapposti.

Al “Tostitos Fiesta Bowl” di Glendale, Arizona (University of Phoenix Stadium) del 4 gennaio, ci saranno dunque i TCU Horned Frogs di Fort Worth (campioni MWC), mentre i loro avversari saranno (evvai!) i Boise State Broncos dell’Idaho (campioni WAC) per quello che sarà il primo BCS bowl della storia (esclusi i National Championship) che vedrà di fronte due formazioni imbattute e due college appartenenti a conference NON-BCS (ovvero senza invito automatico).
L’anno scorso TCU e Boise State si trovarono di fronte nel Poinsettia Bowl (uno dei bowl minori) ed i Frogs la spuntarono 17-16. Fu l’unica sconfitta della stagione per i Broncos. Sfida aperta dunque, anche se personalmente la difesa di TCU quest’anno mi ha fatto una notevole impressione.

Nell’ultimo bowl BCS, l’ Orange di Miami (FL) che avrà luogo al Landshark Stadium il 5 gennaio prossimo, saranno invece in gara i Georgia Tech Yellow Jackets e gli Iowa Hawkeyes.
Nella finale ACC di sabato notte a Tampa i Jackets hanno sconfitto per 39-34 i Clemson Tigers. Protagonista il solito duo della triple-option offense di coach Paul Johnson: da un lato il RB Jonathan Dwyer autore di 110 yards su corsa e 2 TD, uno da 15 yards che ad 1 min. 20 sec. dal termine ha regalato il definitivo vantaggio a G.Tech; dall’altro il QB Josh Nesbitt che ha lanciato un TD da 70 yards per il WR Demaryus Thomas e ha corso per un altro TD. Non è servita molto quindi la superba prova del RB tuttofare C.J. Spiller che conclude la sua carriera ai Tigers con una gara da 233 yards corse (e 301 “all-purpose” ) e soprattutto con 4 touchdowns.
Iowa aveva già concluso la sua ottima season (10 W, 2 L) il 21 novembre scorso con uno shutout su Minnesota dopo aver perso, ma solo all’overtime, lo scontro decisivo all’Horseshoe di Columbus contro Ohio State, una gara che valeva per il titolo Big Ten 2009 e per il Rose Bowl. E allora giusto così, anche perché i ragazzi di Kirk Ferentz, che probabilmente riavranno il QB titolare Ricky Stanzi (aveva saltato le due gare perse dalla squadra), hanno mostrato grande compattezza e una grande difesa quest’anno, in particolare la secondaria, una delle migliori del paese, con elementi di spicco nel LB Pat Angerer e nel SS Tyler Sash.
Dura fare un pronostico, provo a dire Hawkeyes.

Ultime parole spese per segnalare alcuni dei più importanti bowl tra quelli di minor prestigio, ma che peraltro propongono sfide interessanti. Segnalo in particolare il Capital One Bowl di Orlando (1° gen. payout da 4,25 mil. $) dove si sfideranno i Penn State Nittany Lions di Joe Paterno e gli LSU Tigers di Les Miles (campioni NCAA due stagioni fa). Poi il Cotton Bowl di Dallas (2 gen.) tra Oklahoma State Cowboys e OleMiss Rebels.
Sempre il primo dell’anno avrà luogo il Gator Bowl a Jacksonville tra Florida State e West Virginia. Questa sarà la gara di addio del venerabile Bobby Bowden (il secondo head coach più vincente della storia, 388W, dopo Paterno) e probabilmente i Seminoles (6-6) quest’anno non avrebbero partecipato ad un bowl così conosciuto e sostanzioso (payout da 2,75 mil. $) se non fosse stato che gli organizzatori per nulla al mondo si sarebbero lasciati sfuggire un addio così pubblicizzato, oltretutto in una sfida tra la “sua” Florida State (allenata dal 1976) e la… “sua” West Virginia (HC dal 1970 al 1975, prima offensive coordinator).
Infine, altro incontro da segnalare, quello del Chick-Fil-A Bowl di Atlanta (notte del 31 dicembre, payout da 2,4 a 3,2 mil. $) dove si affronteranno la seconda forza di ACC, i Virginia Tech Hokies ed i Tennessee Volunteers (SEC) di Lane e Monte Kiffin.
Da vedere in azione sicuramente il RB frosh Ryan Williams da una parte e la difesa “Tampa 2” dall’altra, capitanata dal fenomenale SS Eric Berry uno prossimo al grande salto tra i professionisti.

Buon divertimento.