Draft Prospects 2010: Defensive Back
La classe 2010 del reparto secondarie garantisce buona qualità e una più che discreta profondità.
Il ruolo di cornerback, forse quello con il maggior livellamento di valori, pur scarno di top prospects, presenta come consuetudine un certo numero di elementi validi, ciascuno in possesso di differenti caratteristiche, pronti a produrre nuova linfa per i diversi sistemi di gioco delle 32 franchigie NFL.
Il ruolo di safety, complice un’elevata qualità media, risulta se vogliamo migliore, con tre/quattro rappresentanti, peraltro incredibilmente interessanti per talento, requisiti fisico-tecnici e versatilità, in grado di giocarsi anche una chiamata al primo giro del draft.
Cerchiamo allora di individuare i defensive backs che si apprestano ad essere selezionati, provando ad indicare quali possano essere quelli meritevoli di monetizzare le proprie capacità con una chiamata nella prima serata del nuovo frame dell’evento mediatico draft (1° round), quali probabilmente verranno selezionati nella seconda giornata dei “lavori” (2°/3° round) ma da cui potrebbero uscire, perché no, anche futuri campioni, e quali infine dovranno presumibilmente attendere il terzo giorno di scelte (4°/7° rounds), andando tuttavia a rappresentare gli innesti utili per completare o sistemare i rosters (mid-rounds), o le vere e proprie scommesse (late rounds) tra i quali gli scout tenteranno di individuare l’elemento caduto troppo in basso rispetto al suo reale valore (steal of the draft) ovvero il player semisconosciuto o poco considerato ed invece pronto magari ad esplodere come efficiente titolare al piano di sopra in un breve lasso di tempo (sleepers).
CORNERBACK
Il migliore quest’anno è Joe Haden (video) (5-11, 193) junior da Florida. In una lega sempre più pass-oriented le franchigie NFL desiderano backs in grado di restare con ricevitori più grossi, atletici e veloci, ed i CB che possono limitare l’avversario diretto, o meglio addirittura annullarlo come arma offensiva, sono ovviamente i più ricercati. In tal senso Haden è senza alcun dubbio il miglior shutdown corner della classe. Player tremendamente atletico, fisico, dalle braccia lunghe e dalle buone mani. Sempre titolare in ogni singola partita disputata al college, dove in press man coverage ha cancellato spesso dal campo il WR di riferimento (anche molto forti, vedere ad esempio il 2009 SEC Championship contro il 6-4 Julio Jones dei campioni di Alabama per farsi un’idea) e dove ha vinto il titolo nazionale nel 2008 e lo Sugar Bowl nell’ultima stagione.
Cornerback in grado di essere un fattore importante anche in run-support (218 tackles in 40 gare totali), blitzer efficace (3 sacks e 3 QB hurries per lui nel 2009), elemento produttivo (8 intercetti e 34 broken-up pass in carriera) e rapido nelle chiusure. Probabilmente ha rischiato di pagare anche troppo la pessima prestazione (forse a causa di dolori alla schiena) sulle ormai ritenute “fondamentali” 40 yards (la fatidica prova di velocità) della Combine di Indianapolis (tempo 4.57), ma al pro-day di Florida è poi sceso ad un basso 4.4, tempo che già vedendolo giocare con i Gators si pensava avesse tranquillamente, ed ora difficilmente uscirà dal range delle prime 13-15 scelte. Può ancora migliorare la lettura delle tracce, la copertura specialmente di quelle interne e la consistenza dei placcaggi; va testato in zone-coverage. È comunque un franchise player, il Leon Hall del 2010.
Un CB molto intrigante, che può valere il primo giro, è Kyle Wilson (video) (5-10, 194) senior da Boise State. Atletico e muscolare, veloce (accreditato di un 4.42 sulle 40), rapido nei cambi di direzione ed in possesso di grande agilità, ha guadagnato molte posizioni dopo il termine dell’ennesima ottima stagione collegiale (3 intercetti, di cui 2 riportati in endzone), dapprima con una settimana fantastica al Senior Bowl, poi con un’incredibile prestazione alla Combine dove, tra l’altro, ha sollevato il bilanciere del bench press da 225 libbre per ben 25 volte (per darvi un’idea, il DT Gerald McCoy lo ha alzato 23 volte…). Elemento istintivo, produttivo (11 intercetti e 27 PBU in carriera), fisico, dotato di notevole accelerazione e recupero, man-to-man cover corner che risulta comunque più che adeguato anche in zone coverage dove è alquanto disciplinato. Può migliorare la run-support e la propria tecnica di placcaggio, a volte inconsistente. Gli manca un pizzico di altezza, ma è un giocatore estremamente competitivo, versatile, e farà sicuramente bene anche come special teamer dove ha esperienza da vendere e risulta produttivo non solo come punt-returner (3 td in carriera).
Un altro corner che di recente ha aumentato il proprio stock, tanto da ricevere considerazioni da tardo primo giro (Ravens e Vikings sembrerebbero interessate) e che comunque, indipendentemente da questo, ritengo un elemento da tenere d’occhio è Devin McCourty (video) (5-11, 193) senior da Rutgers.
Gemello di Jason (6° giro 2009 e buon rookie nei Titans), forte nel fisico, rapido e particolarmente veloce (official time di 4.48 alla Combine, ma in tanti lo hanno misurato a 4.34..), è dotato di un’ottima accelerazione e della long speed ideale per restare al passo con i migliori wideouts della NFL. Ottimo tackler (80 nell’ultima stagione, 245 in totale) risulta valido anche in run-support. Eccezionale special teamer, forse il migliore in assoluto del draft, è un gunner e “jammer” di incredibile efficacia (7 kicks bloccati in carriera) e anche un più che discreto ritornatore. Buone mani, non sembra mancargli produttività (6 intercetti e 27 broken-up pass nei 4 anni al college). Personalmente lo ritengo uno dei migliori CB prodotti di recente dalla Big East. Non sarà Derrelle Revis, del quale evidentemente non ha l’eccezionale istinto, eppure raramente si fa trovare fuori posizione o impreparato rispetto all’avversario diretto. E’ stato uno dei migliori per tempi registrati nei positional drills (20 yard shuttle – 4.07 – e 3 cone drill – 6.70) sia alla Combine, sia nei recenti Pro-days.
In molti ritengono Patrick Robinson (video) (5-11, 190), senior da Florida State, il miglior talento alla posizione, inserendolo giocoforza al primo giro. Ed il ragazzo con le treccine probabilmente lo vale, anche se restano alcune perplessità riguardo le sue attitudini in campo. Robinson, da un punto di vista tecnico, tattico ed atletico, somiglia tantissimo ad un altro ex Seminoles, l’appena traddato ai Jets Antonio Cromartie (che pure è più alto di circa 8-9 cm…). Tremendamente agile, istintivo, esplosivo, dotato di grande accelerazione e velocità (4.42 sulle 40), gioca d’anticipo grazie all’ottima rapidità di piedi, ha buone mani (anche se ha prodotto poco nelle ultime due stagioni: 1 solo intercetto), è aggressivo sia in press coverage, sia come tackler, pur risultando talvolta inconsistente nel placcaggio dove manca di fisicità, è incostante (gioca una gara come fosse il migliore di tutti, l’altra come se non gli importasse del risultato) e deve essere quindi “invogliato” anche per diventare più efficace contro le corse. Classica high risk – high reward pick che potrebbe finire ovunque, dalla seconda metà del primo giro alla fine del secondo.
La seconda giornata del draft potrebbe prevedere tante chiamate al reparto considerando la presenza di diversi elementi che valgono il range da 2°- 3° round. Oltre ai già citati, Kareem Jackson (video) (5-10, 196) junior da Alabama, campione nazionale con lo squadrone di Nick Saban nell’ultima stagione al college, che grazie anche all’ottima prestazione in velocità della Combine (4.48) spera di essersi guadagnato una early pick. Sempre titolare (RCB) nei suoi tre anni con i Crimson Tide, elemento atletico, competitivo, fisico nelle marcature (con Bama ha giocato tanto bump-and-run in press coverage), disciplinato negli allineamenti a zona, è molto bravo nella “lettura” anticipata dei lanci, in particolare sul corto. Tackler più che affidabile, deve essere più consistente in run-support e migliorare rapidità di piedi ed esplosività. Potrebbe essere overdrafted provenendo da un programma di fama nazionale il cui HC è peraltro noto agli addetti per la sua capacità di massimizzare il talento dei propri defensive backs. Manca qualcosa in centimetri, tuttavia ha istinto e ball skills per essere un solido starter.
Perrish Cox (video) (5-11, 195), senior da Oklahoma State, ha eccellenti mani ed ha guidato la NCAA nell’ultima stagione per passes defended (stat somma di intercetti e broken-up pass). Atleta agile, con grande controllo del corpo, versatile (potrebbe anche giocare free safety), è molto istintivo e produttivo (10 intercetti e 36 PBU in carriera). Buona velocità e capacità di chiusura e recupero. Durissimo contro le corse (forse il migliore del lotto), è rapido e aggressivo nel tackle. Tuttavia è un talento grezzo, che deve migliorare nella tecnica di placcaggio e soprattutto nel backpedal. Valido in press coverage, non ha grande esperienza in man-to-man coverage. Elemento con tanto hype e autostima delle proprie capacità, abbastanza indisciplinato da un punto di vista tattico. Oltre alle intriganti ball skills però, le qualità che contribuiranno a farlo selezionare prima sono quelle di eccellente returner. Ha notevole visione, accelerazione, velocità in campo aperto. È andato 6 volte in touchdown in carriera con gli special teams (4 kickoffs, 2 punts).
Uno che mi piace tanto è Amari Spievey (5-11, 195) junior da Iowa. Redshirt il suo primo anno con gli Hawkeyes, si è dovuto trasferire al Ju.Co. Iowa Central nel 2007 per problemi accademici, poi negli ultimi due anni è stato titolare inamovibile di una delle migliori difese della NCAA e forse della migliore secondaria in assoluto della nazione. CB con pochi punti deboli, è atletico, ha mani eccellenti (6 intercetti e 14 break-up pass in due sole stagioni, nonostante i team avversari preferiscano non lanciare dalla sua parte..), è aggressivo e sa piazzare la giocata nel traffico, ha buone capacità di chiusura e placcaggio in campo aperto (124 tackles nelle due season), rapidità di reazione e nei cambi di direzione, discreta velocità (4.48 sulle 40 alla Combine). Duro, solido tackler in run-support. Può ulteriormente migliorare fisico e potenza dei colpi, ma sono aspetti che verranno ampiamente colmati dagli allenamenti NFL. Ha giocato poco in press-man coverage, ma per le difese a zona sembra uno dei migliori del draft. Viste le sue caratteristiche potrebbe anche diventare un interessante prospetto a free safety.
Chris Cook (6-2, 212) senior da Virginia, ha stazza e taglia fisica importanti, unite ad un’ottima velocità (secondo miglior CB alla Combine con 4.46), eccellente abilità e controllo del corpo, mani discrete (4 intercetti nel 2009), che fanno di questo longilineo un elemento molto interessante. Ha una tempistica di rotazione dei fianchi eccellente se rapportata all’altezza (una caratteristica importante per un CB nel passaggio dal backpedal alla corsa in parallelo per andare a contrastare il ricevitore) ma dovrebbe migliorare la rapidità di piedi. Ha avuto alcuni problemi di infortunio durante la carriera collegiale e nel 2008 ha saltato un intero anno per difficoltà accademiche. Ha la taglia di un safety ma non i requisiti essenziali. Non è un grandissimo tackler, manca di aggressività, forza e fisicità. Potrebbe far gola soprattutto a quelle franchigie che adottano tanta zone-coverage negli allineamenti difensivi. Difficilmente invece potrà essere utilizzato in schemi single-coverage a uomo.
Per le coperture man-to-man, specialmente in bump-and-run, molto meglio Myron Lewis (6-2, 203) senior da Vanderbilt. Cornerback intelligente, che gioca con grande attenzione e coscienza degli assegnamenti e per questo risulta un valido elemento anche in zone-coverage. Ragazzo dalle braccia lunghe, con mani grandi e di buona qualità (10 intercetti e 26 PBU in soli 3 anni da starter nella SEC), dotato di una combinazione unica di taglia, velocità (4.46) ed atletismo, caratteristiche che gli consentiranno di affrontare qualsiasi big receiver della lega, verrà certamente selezionato presto. Potrebbe forse essere più aggressivo e fisico, specialmente in run-support, e non sembra in effetti un tackler dominante, eppure è un blitzer efficace ed è molto versatile per il ruolo. Grazie anche all’accelerazione e alla closing speed che dimostra, è uno dei cornerback di questa annata che potrebbe diventare in breve tempo un titolare certo in NFL.
Forte, versatile, ma anche competitivo è invece Jerome Murphy (6-0, 196) senior da South Florida. Eccellente tackler (77 nell’ultima stagione), grande playmaker in run-support, colpitore duro sulla linea di scrimmage, è abbastanza fisico in press coverage da reindirizzare i ricevitori ma al contempo agile e veloce per restare con loro nelle tracce, prevenendo così l’ottenimento di passaggi agevoli. Non sembra altrettanto valido per le difese a zona, tranne per allineamenti che prevedono grande pressione sulla linea. Elemento produttivo (8 intercetti, 202 tackles, 4 forced fumbles e 3 FR) e dotato di più che discrete ball skills (4 INT nell’ultima stagione a USF), può risultare inconsistente nelle coperture sul profondo, dove soffre i WR più alti e veloci.
Facendo un ragguaglio sui CB che verranno buoni anche come elementi da special teams, nel range di terzo/quarto round, non si può non citare Javier Arenas (5-9, 197) senior di Alabama. Atleta speciale, First-Team All-American, ha avuto 70 tackles, 11 TFL, 5 sacks, 5 intercetti e 5 broken-up pass nella sua ultima stagione al college chiusa con il titolo nazionale. Fantastico returner, ha prodotto 1 solo TD nel 2009 (ma 7 in carriera), pur tenendo medie di 15.4 yards sui punt e di 29.0 yards nei kickoffs. E potrebbe risalire il draft board proprio in considerazione delle sue return ability. Per il ruolo è comunque rapido, veloce, molto fisico nonostante la piccola taglia, forte in run-support, ha buonissime mani. Ovviamente poco adatto al man-to-man coverage, potrà dare il meglio nelle difese a zona e in quelle di situazione (adattissimo per esempio a tamponare gli slot receivers).
Poi Brandon Ghee (6-0, 192) velocissimo senior da Wake Forest (curiosità: il suo cognome si legge “G” come la lettera, non “Ghi” o “Ghe”). Il suo è stato il tempo ufficiale più basso della Combine tra i cornerback (4.45, anche se diversi scouting sostengono di averlo cronometrato a 4.37…), ha rapidità, accelerazione e top-end speed da numero uno. Ottimo tackler e blitzer, efficace in zone-coverage con buonissime capacità di chiusura. Peccato abbia ball skills sospette, a conferma della sua bassa produttività al college (1 solo INT in 3 anni da starter – redshirt il primo, ha dovuto infatti rinunciare al secondo per problemi accademici) oltre a qualche caduta di concentrazione che talvolta si traduce in errori di copertura. Dopo l’esperienza dell’anno scorso di Denver con Alphonso Smith, suo ex compagno di reparto, forse le franchigie NFL saranno più caute con lui, anche se poi sappiamo che al draft talvolta basta piacere all’uomo giusto, specialmente quando sei così veloce… Viste le caratteristiche può contribuire efficacemente da subito come “gunner” negli special teams.
Altro ritornatore, atletico, veloce, è Dominique Franks (5-11, 194) redshirt junior da Oklahoma, che ulteriori scout avrà sicuramente attirato al pro-day dell’8 marzo scorso, quando erano presenti praticamente tutte le franchigie per vedere all’opera soprattutto i suoi ex compagni (dal QB Bradford – che poi ha rinviato il workout privato, al TE Gresham, dall’OT Williams, al DT McCoy..), ma che di sicuro non si saranno fatte sfuggire la sua buona prova sulle 40 yards (4.47) e le sue potenzialità. Third-round projection del College Advisory Committee (quello cui solitamente si rivolgono i junior per una previsione del round di scelta), lungi peraltro dall’essere un prodotto finito, con alcune lacune in tackling e run-support, Franks è un player di buona stazza fisica, con braccia lunghe, estremamente agile e reattivo, tipico CB da marcatura a uomo, non particolarmente valido nella difesa a zona. Nella BigXII ha marcato ricevitori di ottimo livello (Dez Bryant, Jordan Shipley, Dezmon Briscoe), il che arricchisce il suo status. È uno dei migliori special teamer del draft (anche nelle coverage units) ed in tal senso potrebbe essere largamente impiegato per il tempo necessario a svilupparlo in qualcosa di più di un semplice rincalzo per le secondarie (eventualmente anche a free safety).
Anche l’impronunciabile Akwasi Owusu-Ansah (6-1, 207) atleta nato in Ghana e proveniente dal piccolo college di Indiana of Pennsylvania (Division II) è risultato incredibilmente veloce tanto alla Combine (4.47), quanto successivamente al pro-day di Ohio State, dove ha letteralmente rubato la scena ai colleghi Buckeyes, risultando il migliore nei drills (ottimo 4.07 nel 20 yard shuttle) nonché alla bench press (21 reps). Anche lui grande returner (9 touchdowns su ritorno in carriera: 4 punts, 3 kick offs e 2 INT), ha guadagnato tante attenzioni per la miscela di taglia fisica, muscolatura e rapidità nei movimenti rapportate alla stazza. Il suo nome di battesimo significa “Born on Sunday”: che sia anche in grado di giocare, la domenica? Prospetto che incuriosisce, chiaramente da seguire.
Nei mid rounds rischia invece di scendere Donovan Warren (5-11, 193) junior da Michigan, dato per diverso tempo tra fine primo e secondo giro ma poi autore di una aberrante corsa sulle 40 yards tanto alla Combine (4.59) quanto, peggio, al pro-day (4.63). Eppure il giocatore sembra esserci, con le sue braccia lunghe, l’atletismo, l’abilità e la versatilità (può benissimo giocare safety), il tackle sicuro, le sue capacità in run-support e nel coprire in deep zone coverage. È veramente bastato un tempo mediocre sulle 40 per far venire a galla solo i suoi difetti (“tecnica grossolana”, “manca di top-end speed”, “perde spesso la posizione”, ecc.)? Non sembra in realtà così male e soprattutto siamo di fronte ad un prospetto che dovrà indubbiamente lavorare ma che presenta intangibles e notevole upside… Steal?
Uno altro che potrebbe scendere a causa delle non buone prove di velocità riscontrate alla Combine e al pro-day, è Devin Ross (5-10, 183) di Arizona. Forse il miglior CB della nidiata in zone-coverage, duro, colpitore, molto fisico nonostante la statura. È rapido, esplosivo e possiede una grande elevazione. Aggressivo, competitivo, predilige partire in pressione sulla LOS risultando così un fattore anche contro le corse. Sembra quasi un linebacker nel corpo di un cornerback. Dovrebbe essere un buon innesto per difese che utilizzano tanto la press-cover 2 (come quelle di Indianapolis e di Tampa Bay).
Interessante pick potrebbe rivelarsi Crezdon Butler (6-0, 191) senior da Clemson. Fisico ed atletico, legge abbastanza bene il gioco avversario e difficilmente si fa trovare impreparato. Reattivo e produttivo (11 intercetti in carriera) ha avuto una grande Combine, risultando tra i migliori performers nelle principali prove (40 yards dash, bench press e vertical jump). Deve necessariamente migliorare il suo backpedal se vuole tentare di svilupparsi in un starter alla posizione, anche se potrebbe andare in sofferenza contro i WR più esplosivi. Tuttavia la combinazione di taglia, istinto, perizia nelle coperture frontali e la presenza di più che discrete ball skills potrebbero determinarne uno switch alla posizione di safety, ruolo che, secondo diversi esperti, sarebbe più adatto alle sue caratteristiche.
Entro il quarto/quinto giro, dovrebbe essere selezionato anche Walter Thurmond (5-11, 189) sfortunato senior da Oregon. Si è frantumato un ginocchio dopo 3 partite della sua ultima stagione collegiale e purtroppo sembra un po’ injury prone, ma nonostante ciò ha registrato 12 intercetti in poco più di tre stagioni al college e possiede doti naturali da man-cover corner tali da non passare inosservato. La sua caduta nel draft board può dipendere esclusivamente da considerazioni fisiche.
A proposito di elementi in caduta libera, Trevard Lindley (5-11, 183) senior da Kentucky, è riuscito nel giro di una sola season a passare dall’essere un prospetto da 1-2 round ad una possibile late rounds pick. Titolare per 4 stagioni in una conference di altissimo livello (SEC), mostra atletismo, ball skills (10 intercetti al college), rapidità nel breve, grande capacità di salto. È un po’ esile e subisce troppo i contatti con i WR fisici. Purtroppo per lui, prima un infortunio alla caviglia durante la sua ultima stagione con i Wildcats, poi delle prove orribili al Senior Bowl (messo in copertura su Mardy Gilyard non lo ha praticamente mai visto…) e successivamente sulle 40 yards alla Combine e al Pro-day (in entrambi i casi non è sceso sotto i 4.50 alimentando i dubbi sulla sua velocità di punta), lo hanno fatto letteralmente sprofondare nelle considerazioni degli scout. Se aggiungiamo che non è un buon tackler e che dovrebbe migliorare parecchio negli allineamenti a zona (predilige bump-and-run in press coverage), abbiamo a che fare con un probabile nickel corner per la NFL.
In questa fase del draft dovrebbe essere selezionato anche Alterraun Verner (5-10, 189) senior da UCLA. Grande atleta, reattivo e con buonissime mani, rapido negli spostamenti e utile in run-support, efficace blitzer. Elemento iperproduttivo (13 intercetti, di cui 4 riportati in endzone, 43 broken-up pass e ben 357 yards ritornate nei 4 anni di carriera ai Bruins) che gioca in modo aggressivo. Dotato di discreta velocità, sia in accelerazione che in recupero. Deve leggere le tracce avversarie più rapidamente per non farsi trovare fuori posizione. Vista anche la taglia fisica dovrebbe risultare più efficace nelle difese a zona. Prenderlo al quinto giro potrebbe essere un vero affare.
A proposito di undersize, Syd’Quan Thompson (5-9, 186) senior da California ha rapidità, agilità, ball skills, ma non quella velocità attesa che compenserebbe la mancanza di centimetri. Istintivo, ultra-competitivo, gran controllo di corpo e coordinazione, è stato per 4 anni titolare nei Golden Bears. Colpisce la sua abilità nell’abbattere avversari ben più alti con la sua efficace tecnica di placcaggio, anche se risulta poco adeguato (vista la mole) contro le corse e obiettivamente è troppo esposto per la man-coverage. È uno slot defender che verrà sicuramente utilizzato come nickel oppure potrebbe essere convertito a free safety. È un ottimo punt-returner.
Un bel progettino potrebbe rivelarsi A.J. Jefferson (6-0, 186) da Fresno State, prospetto interessante e dal buon potenziale. Giocatore slanciato, dalle braccia lunghe, molto veloce e “verticale” (con 44-inch primo assoluto nel vertical jump della Combine), ha i requisiti giusti per potersi affermare alla posizione. Diamante grezzo, che dovrà “studiare” sulla sideline un paio di stagioni almeno prima di avere la sua opportunità, dovrà approfittarne per potenziare la propria muscolatura. Manca di esperienza, di comprensione del gioco ad alti livelli, di ball skills adeguate (nessun intercetto al college…). Può comunque contribuire immediatamente come special teamer ed in particolare come valido kick-returner (3 td con i Bulldogs).
Un possibile sleeper è Sherrick McManis (5-11, 195) senior da Northwestern. Titolare per tre stagioni in Big Ten, mostra rapidità di piedi, buona velocità e abilità di recupero. Reattivo, braccia lunghe e discrete mani (9 intercetti), è un run supporter e tackler aggressivo. Ottimo saltatore, potrebbe competere da subito per un ruolo da backup, ma ha il potenziale per diventare anche un discreto starter entro un paio di stagioni, crescendo però nella franchigia giusta.
Un altro outsider è Walter McFadden (5-11, 181) senior da Auburn. All-SEC honorable mention per il 2009, chiuso con 6 intercetti e 10 PBU. È stato uno degli artefici della W dei Tigers nell’emozionante Outback Bowl di Capodanno proprio contro Northwestern, quando nei primi due drive degli avversari ha registrato 2 intercetti, 1 riportato da endzone ad endzone… È il fratello del CB Bryant McFadden ormai veterano in NFL da 5 stagioni (2° round pick degli Steelers nel 2005 con i quali ha vinto due titoli), attualmente agli Arizona Cardinals. Walter è un veloce, rapido man cover corner, molto aggressivo sulla line ed estremamente competitivo. I dubbi principali provengono dalla sua struttura fisica (è smilzo, minuto). Ha le caratteristiche giuste per essere un buonissimo nickel corner e per contribuire da “gunner” (ruolo ricoperto anche al college) nei kicking teams.
Occhio a Kevin Thomas (6-0, 192) da Southern California. Elemento alto, atletico, dotato di grande anticipo, ottimo in run-support, blitzer efficace. Ha avuto alcuni problemi di infortunio durante la carriera (redshirt il suo anno sophomore per un problema alla spalla) ed è partito titolare solo in 17 gare su 39 disputate al college. Ma senza essere starter ha prodotto 3 intercetti e 10 PBU nel 2008, poi altri 11 broken-up pass nel 2009. E’ un po’ carente nel fisico e non ha la top end speed ideale per un cornerback, ma ha notevole tempismo e buone mani. Onestamente ritengo valga più di una late round pick. Press zone corner che squadre bisognose di depth alla posizione come ad esempio Chargers o Seahawks (Carroll lo conosce bene) non credo lasceranno scendere più di tanto.
Per chiudere questa classe segnalo Rafael Priest (5-10, 183) senior da TCU. A causa di una distorsione al piede sinistro ha saltato il Fiesta Bowl al quale si erano qualificati da imbattuti i suoi Horned Frogs e successivamente ha dovuto rinunciare alle prove della Combine e del pro-day. Fisrt team All-MWC nel 2009, titolare da tre stagioni, atleta esplosivo, rapidissimo, istintivo e dalla sorprendente velocità. Forse è il CB con maggior potenziale inespresso, appare solido in ogni tipo di copertura. Ha il talento per diventare anche uno starter NFL. Mal che vada diverrà perlomeno un efficacissimo nickel corner.
SAFETIES
Un predestinato. Quando uscì (nel 2007) dalla Creekside HS di Fairburn (Georgia), dove giocava sia quarterback che cornerback, era unanimemente riconosciuto come il miglior prospetto a DB della nazione dai principali recruiting services nazionali (Phil Steele’s, Rivals, Scout, ESPN, Sporting News..) e veniva già indicato con il suo altisonante eppure meritato nickname: The fifth dimension.
Eric Berry (video) (6-0, 211) junior da Tennessee è sicuramente un giocatore speciale. Atleta straordinario, playmaker unico, in grado di cambiare in un istante una partita con un big play difensivo come solo pochissimi altri defensive backs sono in grado di fare (Ed Reed, Troy Polamalu). Ragazzo eccezionale, maturo, dotato di grande determinazione, tenacia, invidiabile etica del lavoro. Si è iscritto a Tennessee perché suo padre James era stato HB titolare nonché capitano dei Vols nei primi anni ottanta (1978-81). Per lui 3 sole stagioni a Knoxville, che basteranno per ricordarlo negli annali come uno dei più forti giocatori di sempre in maglia orange, assieme a personaggi del calibro di Payton Manning e Reggie White, nomi da brivido.
Il suo curriculum con i Volunteers è quasi imbarazzante: Unanimous All-American 2008 e 2009, Unanimous Freshman All-American 2007, 2 volte SEC Defensive Player of the Year, Jim Thorpe Award (2009) e Jack Tatum Award (2008 e 2009) riconoscimenti come miglior defensive back della nazione, 2000’s Sports Illustrated All-Decade Team; poi 14 intercetti per 494 returning yards (second all-time NCAA) con 3 touchdowns, 17 broken-up pass, 241 tackles con 18 TFL, 3 sacks, 3 QB hurries, 3 FF e 4 FR. Ha rinunciato all’anno senior a UT in parte anche per aiutare la famiglia (i genitori hanno perso il lavoro, il padre è reduce da un’operazione al cuore).
Definire Berry come miglior safety in uscita dal college è quasi riduttivo. Nell’ultima stagione, allenato da Monte Kiffin, “guru” della difesa a zona “Tampa 2”, ha giocato in una posizione ibrida tra quella di rover e quella di MLB, costantemente vicino alla LOS, mostrando padronanza del sistema, football IQ, vision, versatilità.
Ciò ovviamente non significa che non sia la miglior free safety mai vista su un campo da football dai tempi dell’ormai barbuto n° 20 dei Ravens. Ha doti naturali evidenti, come un’eccellente velocità (4.46 sulle 40 yards) che gli permette closing speed e run-down speed praticamente ideali per il ruolo, rapidità fulminea nei cambi di direzione, sorprendente elevazione (43 inch nel vertical jump), istinto incredibile per la palla, eccellenti ball skills. Fisicamente è molto forte nella parte superiore del corpo, è un duro e ha dimostrato di essere anche un tackler superlativo.
La storia del draft ci insegna che raramente un defensive back, ancor più un safety, viene selezionato nelle prime cinque chiamate assolute (l’ultimo fu il compianto Sean Taylor nel 2004). I ruoli offensivi e quelli di linea meritano sicuramente tutta l’importanza che rivestono nel football moderno. Talvolta è però bene valutare serenamente il talento a disposizione. Specie quando regala elementi in grado di fare tanta differenza. Comunque vada, benvenuto in NFL, fenomeno.
Altro pezzo da novanta che non potrà non essere selezionato al primo giro è Taylor Mays (video) (6-3, 230) superbo, sensazionale hard-hitting senior safety da Southern California. Ragazzo dal fisico invidiabile, rara combinazione di altezza (190 cm), eccezionale muscolatura e bassa percentuale di grasso corporeo. Possiede molte delle qualità che si ricercano per uno strong safety ideale. Tra queste una straordinaria presenza atletica, impressionante ferocia nel tackling (ne ha piazzati 276 a USC), risoluta durezza nel reindirizzare le tracce dei receivers (big o TE non fa differenza), impensabile velocità specie se rapportata alla stazza. Sotto quest’ultimo aspetto ha meravigliato al momento giusto, la Combine di Indianapolis: registrato ufficialmente a 4.43, in una simulazione televisiva sulle 40 yards contro Trindon Holliday (folletto returner da LSU che aveva corso in 4.34), è stato mostrato come Mays abbia quasi certamente corso più veloce (fosse vero l’unofficial 4.24 che fu anche di Chris Johnson, con quella stazza sarebbe un tempo quasi irreale…).
Mays deve ancora perfezionare qualcosa, per esempio l’angolo di impatto nei placcaggi in campo aperto. Invece, reputo ancora troppo undarreted le valutazioni di diversi scout in relazione alle sue capacità in deep coverage. Di sicuro, allo stato, passa troppo tempo tra lettura dell’azione e tempistica di reazione, aspetto sul quale deve indubbiamente lavorare e può migliorare. Non è peraltro vero in assoluto che non ha istinto per la palla o capacità di anticipo. A riprova di questo, anche la sua produttività (5 intercetti e 21 broken-up pass) nelle 51 partite ufficiali dei 4 anni da titolare ai Trojans. Insomma, non è obiettivamente un prodotto finito, ma ha realmente un enorme potenziale. Ora sta a lui esternarlo, crocevia tra il diventare un buon outside linebacker (del quale ha la struttura fisica) oppure il nuovo Adrian Wilson.
Altro assoluto elemento da first round è Earl Thomas (video) (5-10, 208) redshirt sophomore da Texas. Big-Time Playmaker. Ragazzo giovane, competitivo, veloce (4.46), istintivo, atletico, agilissimo. Eccezionale nella route recognition – legge benissimo il gioco avversario e reagisce rapidamente – possiede l’accelerazione e la closing speed che vorresti per il tuo free safety. Sopperisce con queste eccellenti doti alla mancanza di centimetri in copertura. Si propone con aggressività e sorprendente forza tanto in run-support che come blitzer. Unisce notevoli ball skills e produttività (10 intercetti in totale, 8 nel solo 2009 – 33 broken-up pass, 17 nel 2008 record per i frosh a Texas – nelle sue due uniche stagioni al college) a controllo di corpo, sicurezza nel tackle e grande versatilità (perfetto in man-coverage, gira benissimo sui fianchi ed è capace di rimanere a contatto serrato con il ricevitore) caratteristiche che potrebbero farne anche un validissimo cornerback per la NFL. Dovrebbe costruirsi meglio nella parte superiore del fisico, mettendo su muscoli in modo da non rischiare di rimbalzare contro tackles duri soprattutto da parte dei corridori avversari (notato questo nel BCS Championship Game), senza tuttavia perdere la fluidità, rapidità nei movimenti e soprattutto la velocità (bisogna ammettere che ci sta lavorando: alla Combine si è presentato con circa 10 libbre in più, senza però aver perso tali caratteristiche). DB interessantissimo e con un upside enorme.
Può giocarsi una chance da primo giro anche Nate Allen (6-0, 207) senior free safety di talento da South Florida. Atleta veloce (4.47), rapido di piedi e fluido nei movimenti, istintivo, con grande capacità di produrre la giocata in campo aperto. Vocal leader della difesa dei Bulls nelle ultime tre stagioni (nelle quali è stato team captain), brillante centerfielder dalle eccellenti mani (eredità anche della HS, dove giocava QB) che si propone anche in run-support, piazzando tackles dai buoni angoli di impatto, anche se non sempre riesce a scendere abbastanza rapidamente a sostegno in modo da contribuire con efficacia. Playmaker produttivo (9 intercetti, 12 PBU e 226 tackles nelle sue tre annate da titolare), fisicamente ben costruito, dalla grande etica del lavoro, intelligente e molto resistente. Classica pick che manca del potenziale da superstar ma che probabilmente sarà entro breve termine, poi stabilmente nel tempo, uno starter in NFL.
Nella seconda giornata del draft verranno certamente selezionati anche i due omonimi della SEC: Reshad e Chad Jones.
Reshad Jones (6-1, 214), junior da Georgia, è un DB molto atletico, eccezionale in zone-coverage. Elemento produttivo (11 intercetti, 13 PBU e 206 tackles) nei suoi 3 anni al college, 2 soli dei quali tuttavia trascorsi da titolare, peraltro in entrambe le posizioni di safety, segno di buona versatilità. Terrificante controllo di corpo, abilità e fluidità nei movimenti, forza nella parte superiore del fisico (24 reps alla bench press) ed esplosività sembrano essere le sue caratteristiche migliori. Più un colpitore violento che un tackler, appare talvolta inconsistente in run-support. Deve migliorare la tecnica di placcaggio ed in questo presumibilmente l’anno senior ai Bulldogs avrebbe giovato. Player talentuoso, con parecchio materiale a disposizione inesplorato, dagli ampi margini di crescita. Da seguire.
Chad Jones (6-2, 221), junior da LSU, può giocare sia strong che free safety, è atletico e con requisiti fisici molto interessanti. Potrebbe diventare un SS di lusso, sommando le capacità di colpitore, di valido tackler in campo aperto nonché di arma in blitz con le doti naturali in copertura e chiusura. Manca di esperienza (1 solo anno da titolare ai Tigers, l’ultimo), deve mettere su muscoli adatti all’avventura Pro (solo 9 ripetizioni con il bilanciere del bench press alla Combine, concausa anche del suo passato nel Baseball…), dovrebbe costruirsi la giusta mentalità per contribuire nel box. Per ora ha qualità da centerfielder con mani più che discrete (5 intercetti e 15 PBU in 39 partite disputate al college, 18 da titolare). Non sembra però un grandissimo lavoratore, e stando a quel che si dice considera ancora il Baseball (draftato al 13° round del 2007 dagli Houston Astros della MLB) il suo vero primo amore…
Altrettanto interessante è Morgan Burnett (6-1, 209), junior da Georgia Tech. Rover titolare della difesa Yellow Jackets nelle ultime due stagioni, ha stupito per le eccezionali ball skills e la notevole produttività per il ruolo (14 intercetti, 19 broken-up pass, 235 tackles). Buona taglia, aggressivo in run-support si propone frontalmente al corridore avversario, forte nel tackle, ha un po’ di esperienza anche come cornerback. Nonostante le buonissime mani tuttavia, non risulta altrettanto valido in pass coverage dove paga una certa indisciplina tattica oltre alla mancanza di rapidità ed atletismo ideali. Per svilupparsi in un buon FS necessita di lavoro e di un po’ di pazienza. Viceversa potrebbe anche essere buttato subito nella mischia come strong safety svariando in una porzione ridotta di campo tra box e underneath.
Attorno al terzo/quarto round dovrebbe arrivare anche il turno di Major Wright (5-11, 206), junior da Florida. Atleta non eccelso ma molto aggressivo e dal grande temperamento. Buona velocità (4.49) e istinto per la palla (8 intercetti e 10 PBU in circa tre anni da starter nella deep secondary dei Gators). Buona accelerazione e capacità di recupero nel breve, competitivo anche in run-support, non è molto efficace in man-coverage. Sicuramente la talentuosa difesa di Florida degli ultimi anni lo ha aiutato a mascherare qualche deficienza di troppo in copertura. Ha fatto bene a dichiararsi, anche perché nel 2010 avrebbe potuto rischiare il posto, vista la talentuosa nidiata arrivata a Gainesville quest’anno. Il suo utilizzo migliore dovrebbe essere nel box. Può risultare molto utile anche come special teamer.
Un strong safety vero è Larry Asante (6-0, 212), senior da Nebraska. Uno dei punti di forza della difesa degli Huskers che si è giovata della monumentale presenza di Ndamukong Suh. Linebacker (e RB) al liceo, poi ancora LB per i 2 anni Ju.Co. a Coffeyville (Kansas) e quindi 3 anni da SS titolare in un programma di primo livello. Player fisico, aggressivo, cui piace il contatto duro, gioca con intensità. Esperto, intelligente sul campo, è un buonissimo run-defender. Manca di fluidità, agilità e di certo non è un ball-hawk nonostante la discreta produttività (3 intercetti, 15 PBU oltre a 224 tackles nelle 3 stagioni ai Cornhuskers).
Senz’altro più versatile è Darell Stuckey (5-11, 205), senior da Kansas, che può giocare entrambe le posizioni di safety e risulta valido sia per la zona sia in man-coverage. Esperto vocal leader della secondaria dei Jayhawks negli ultimi 3 anni, è agile, rapido e veloce (4.49) nei recuperi. Abbastanza produttivo al college (8 INT, 18 PBU, 295 tackles) ha anche abilità ed esperienza come returner. Non un’atleta esplosivo, né un run-supporter efficace, deve rafforzare il fisico senza perdere agilità. Potrebbe venir buono soprattutto per la copertura degli slot-receiver come safety aggiunto.
A proposito di player versatili, Kam Chancellor (6-3, 231) senior da Virginia Tech, era un quarterback quando venne reclutato nel 2006, salvo switchare da freshman alla posizione di cornerback. Dopo una prima stagione da rincalzo (1 int. 2 PBU), venne spostato alla posizione di rover nel 2007 (1 int., 7 PBU, 79 tackles da titolare) e poi come free safety nel 2008 e 2009 (complessivamente 4 intercetti, 10 PBU, 120 tackles). Alto, muscolare e molto ben costruito fisicamente (il meglio dopo Mays probabilmente) si dimostra forte (25 reps bench press alla Combine), competitivo, rapido in run-support e disciplinato in zone-coverage. Stretto di fianchi, non è abbastanza agile, anzi è rigido nei movimenti, né particolarmente veloce (4.62). Tutte queste caratteristiche, potrebbero determinarne anche una ulteriore transizione a livello Pro, alla posizione di weak-side linebacker.
Per la terza giornata del draft (mid and late rounds) indico anche alcuni sleepers, oltre ad un paio di giocatori “esperti”, poiché tra questi ragazzi può emergere un eventuale outsider per il ruolo.
Innanzitutto un possibile “brillante” nascosto: Jeromy Miles (6-2, 215) da UMass (University of Massachussets) college FCS della peraltro molto competitiva Colonial Athletic Association (quella da cui sono emersi di recente giocatori come Marques Colston – Hofstra e Joe Flacco – Delaware, per fare due esempi). Safety dalle mani eccezionali, dotato di grande lettura ed anticipo, valido tanto in man-coverage quanto come zone-defender. Fisico, aggressivo contro le corse dove è un colpitore duro. Ha l’atletismo per risultare eccellente anche in chiusura. Forse non ha accelerazione ed esplosività d’elite, tuttavia è anche molto veloce (4.49). A quanto scrive Sporting News un sicuro steal al… terzo round!! Occhio, perché requisiti e qualità fisico-atletiche sono da top player.
Barry Church (6-1, 222) è invece un strong safety proveniente da Toledo (Ohio), college della non-BCS conference MAC. Church è stato titolare per 48 partite (tutte quelle disputate dai Rockets negli ultimi 4 anni, non ne ha persa nemmeno una), e per 4 anni è stato votato First-team All-MAC dai coaches. Elemento produttivo (9 intercetti – 4 da freshman di cui 2 riportati in TD – 18 PBU e ben 354 tackles), soprattutto in run-support e come tackler. Atleta statuario e con braccia lunghe. Nel 2009 ha giocato la c.d. “star” position (una posizione ibrida LB-SS dello schema collegiale 4-2-5) realizzando 8½ TFL, 2½ sacks, 1 FF e 3 kicks bloccati. Nonostante abbia avuto un tempo abbastanza alto sulle 40 yards della Combine (4.68) è risultato comunque il safety più veloce ad Indy nel “three-cone drill” (6.65 secondi), segno di grande rapidità. Ha notevole upside. Sarà interessante vedere quale franchigia lo sceglierà e se, al di là del presumibile ruolo di SS in underneath, saprà eventualmente trasformarsi in LB centrale per squadre che adottano difese a zona tipo Tampa 2.
Rimanendo nella MAC, attenzione al piccolo ma veloce FS Mike Newton (5-10, 197) da Buffalo. Ha meravigliato al pro-day dei Bulls dove ha corso le 40 yards in 4.46 e 4.48 sec. nelle due prove cronometrate. Ci ha sommato un vertical jump da 41 inch (come solo Taylor Mays, ben più alto, è stato capace di fare alla Combine, dietro solo alle 43 inch di Eric Berry..). Atleta abile, versatile (potrebbe anche giocare CB), dal buon istinto, lavoratore duro. Aggressivo nel supportare le corse, tackler solido. Leggermente undersize, deve diventare più forte e migliorare ball skills e produttività. Sembra quasi il prototipo del giocatore da Indianapolis Colts. Attualmente il suo range svaria tra 6° round e undrafted, eppure una dozzina di franchigie che hanno assistito al pro-day del 7 marzo hanno dimostrato interesse nei suoi confronti. Su tutte Packers, Eagles, Chiefs e Saints. Una poi ha anche deciso di invitare il giocatore per un ulteriore workout privato: i Colts…
Dalla titolata ACC proviene invece Terrell Skinner (6-2, 214) senior da Maryland. Ex WR (così fu reclutato dall’HS nel 2005) spostato a free-safety durante la sua prima stagione redshirt. Titolare solo per le ultime due stagioni ai Terrapins, nelle quali ha prodotto poco (2 intercetti, 7 PBU). Talento grezzo che probabilmente è ancora in una fase di studio del nuovo ruolo. È peraltro un elemento incredibilmente interessante per la miscela di fisico, stazza e agilità. Colpitore e tackler efficace, copre bene sui TE avversari. Vulnerabile contro atleti veloci in man-coverage, è ancora un work-in-progress nella route-recognition. Ha esperienza come special teamer, in particolare come “gunner”.
Al contrario, Kurt Coleman (5-10, 192) da Ohio State è un atleta undersize e non dotato della taglia ritenuta adeguata, né dell’esplosività o dell’agilità desiderate in un safety NFL. Ma è un giocatore esperto, un navigato team captain proveniente da uno dei migliori programmi del paese, molto intelligente e dotato di anelata furbizia. Un mastino in run-support con la giusta abilità di reazione e con istinto naturale per l’anticipo e l’intercetto (9 intercetti, 5 FF e 221 tackles in carriera). Player assai sottovalutato, con buone mani, grande carattere ed etica del lavoro. Dovrà guadagnarsi il ruolo sin dal training camp, partendo dagli special teams. Ma sembra quasi di essere di fronte ad un nuovo Jim Leonhard. E il grande exploit di quest’anno del suo ex compagno Laurinaitis con i Rams contribuirà non poco alla sua causa.
Per chiudere questa lunga disamina dei prospetti DB, non possiamo lasciare fuori la storia di Myron Rolle (6-2, 215) senior da Florida State. Consensus All-American nonché miglior safety della nazione in uscita dall’High School nel 2006, è stato per tre stagioni il rover titolare nella secondaria dei Seminoles (scuola che produce storicamente talenti a DB). Graduatosi in soli 2 anni e mezzo a FSU, premiato con la prestigiosa Rhodes Scholarship in Alabama, ha speso l’anno accademico 2009-10 presso la famosissima Oxford University, in Inghilterra. Figlio di immigrati delle Bahamas, la sua massima aspirazione è costruirsi una clinica nel proprio paese d’origine e praticare la professione di Neurologo. Nondimeno ha una grande attitudine per il football, sospinto da una enorme passione per il gioco. Fisico slanciato, braccia lunghe, ha istinto, carattere ed intelligenza rari. Forte (21 reps alla bench press) pur non essendo un grande atleta, non possiede la velocità desiderata (4.68 alla Combine, poi 4.54 al Pro-day) e neanche ball skills da top prospect. Una sorta di mini-linebacker nel corpo di un safety, che tuttavia dovrebbe riuscire a ritagliarsi un posto in NFL, fosse anche per contribuire a lungo negli special teams. E forse così riuscirà a realizzare il suo sogno.
splendida analisi, veramente.
personalmente avrei messo thomas davanti a mays in classifica, ma sono gusti.
diciamo che il primo è sicuramente una fs e il secondo è una ss, quindi ci sta, sono gusti.
io taylor mays più che il nuovo wilson lo vedo come il nuovo roy williams.
ciao e complimenti ancora per l’ottimo lavoro.
eccezionale articolo Angelo!!! Davvero complimenti per le ottime analisi di tutti questi prospetti.
Ottima lettura per chi,come i Titans,necessitano di un Db.
Spledido lavoro davvero Angelo!!!…semplicemente perfetto!!!
Una considerazione su P.Robinson: questo ragazzo credo abbia bisogno di una guida che lo accompagni nei suoi primi passi Pro. Parlo di uno tecnico che lo faccia maturare in quanto a costanza di rendimento ed etica del lavoro. Se questo straordinario atleta riesce solo a migliorasi da questo punto di vista, sono certo che potrà scrivere pagine importanti al piano di sopra. Per conto mio, dopo Haden, è il CB che vorrei nei miei B&G;(anche se in LCB abbiamo bisogno di un player già maturo che ci offra certezze assolute poichè dovrebbe partire starter immediatamente)…insomma, classico boom-or-bust player…io, personalmente, una scommessina su questo ragazzo la farei più che volentieri….lo adoro letteralmente!!!
Angelo, ancora complimentoni per il lavoro messo sù…mi ritengo davvero fortunato a lavorare accanto a gente come te e Lorenzo.
un abbraccio amico mio
hai fatto un super lavoro
Grazie a tutti per i complimenti. A presto. Angelo
alla fine Myron Rolle l’abbiamo preso noi al 6°giro!..solo per la storia del giocatore mi sta già simpatico,spero venga riconfermato poi in preseason