Draft Prospects 2010: Inside Linebacker

Intrigante la classe di ILB 2010. Dietro la punta di diamante di Alabama, il superbo Rolando McClain, sono presenti almeno due elementi che da subito potrebbero essere tasseli importanti per rinsaldare il LB corp di qualsiasi franchigia Pro: Daryl Washington da TCU e Brandon Spikes da Florida. Appresso a questi tre ragazzi, un nutrito gruppo di atleti pronti a fare la voce grossa per accaparrarsi un posto in una delle 32 depth charts NFL.

Class Grade: B –

1) Rolando McClain (video), MLB/ILB da Alabama (Ht. 6’3”/ Wt. 254)
E’ il simbolo eccellente della classe poiché in lui si assommano tutte le più sopraffine caratteristiche fisiche, atletiche e tecniche che, corredate da una leadership naturale, una intelligenza applicata al gioco da veterano, ed una competitività selvaggia, ne fanno un giocatore dall’immenso potenziale, capace di impattare istantaneamente nella NFL. Splendida distribuzione della muscolatura per taglia ed altezza, il Junior da Bama è il prototipo dell’inside ‘backer moderno, capace di distinguersi immediatamente sopratutto se innestato interno dietro un front-3. La fantastica capacità di individuazione del gioco e di lettura dell’azione gli permettono di anticipare il movimento e preparare la sua azione che sa terminare sempre con eccezionale concretezza (velocità di diagnosi di screens, misdirection o play-action fake assolutamente unica). Run defender dalla rarissima solidità, punisher, McClain scivola con una esemplare fluidità (in moto sia verticale che orizzontale) per cacciare il ballcarrier che sa strapazzare con un hard hit intimidatorio: impalca il terrificante tackle sulla robustissima parte alta del corpo rifinita da due lunghe braccia che sanno trovare anche in estensione il portatore (ben 274 sono i tackles messi a segno nelle tre stagioni con i Crimson Tide; 31.5 i tackle for loss). Il motore sempre in coppia gli permette di giocare sideline-to-sideline con estrema e disarmante facilità nonostante non sia dotato di mostruosa velocità rettilinea: colma questo gap con la precoce coscienza dello sviluppo del gioco offertagli dall’istinto e dallo studio ossessivo del football. Deve migliorare lo slittamento aback quando gioca la zone coverage contro il passing game avversario: mostra qualche lacuna meccanica (legata al cambio di direzione e all’accelerazione del passo) quando deve occuparsi di incrociare e seguire il ricevitore in route run soprattutto nello spazio aperto. Nel complesso Rolando sa comunque giocare una pass defense più che discreta avendo in bagaglio uno sviluppatissimo fiuto per l’ovale che gli permette di intuire ed interferire con buon successo sulla pass lane avversaria (i cinque intercetti messi a stats con Alabama testimoniano comunque di un player che può crescere molto in questa fase). Gioca una più che discreta fase di pass rush quando è chiamato al blitz, anche se palesa immatura capacità di scasso del blocco prolungato: quando riesce ad aprirsi il varco soprattutto in inside col primo affondo, McClain ha velocità, agilità e reattività per chiudere brillantemente il sack (appare intermittente la volontà di inseguire il QB downfield). Per concludere: McClain è in assoluto il miglior LB della classe ’10; un ragazzo che potrebbe adattarsi a qualsiasi sistema difensivo Pro, per quanto unicamente ampia è la piattaforma dei tratti fisico-tecnici custoditi dentro questo 20enne già vincitore del Butkus Award ’09. Resta comunque fit ideale per giocare inside in una seconda linea a 4.
(Projection: top 15/ NFL Comparison: Ray Lewis, Baltimore Ravens)

2) Daryl Washington (video), WLB/3-4 ILB da TCU (Ht. 6’2” / Wt. 230)
Atleta super-esplosivo, completo, impetuoso, dal gioco sempre intenso, è all-around player che esce da un solo anno in start position nello schema difensivo 4-2-5 caratteristico di TCU. Nella sua season da junior (2008) aveva già contribuito pesantemente ai successi della difesa degli Horned Frogs, partendo in backup ILB con i suoi 65 tackles (5.5 Tfl), 3 sacks e 1 intercetto; ha anche prodotto moltissimo come special teamer, essendo stato leader del kick coverage unit e bloccando 4 punt nei suoi primi 2 anni di Ncaa (3 soltanto nella stagione 2007). Ergo, nonostante il 2008 di Texas Christian lo abbia visto protagonista marginale, la strepitosa annata 2009 testimonia di un giocatore dai marcati, eccellenti, margini di sviluppo in vista del Pro game. Dotato di una congruenza fisica articolata su un rapporto altezza-massa ideale, Washington mostra un bagaglio di movement skills eccezionali per quanto completi di una fluidità macchinale ineguagliabile: la rapidissima apertura del passo sul breve-medio, la elitaria distensione della corsa in velocità rettilinea (ha fatto registrare un favoloso 4.6 sulle 40 yards alla Combine), la mirabile elasticità e il brillante bilanciamento su un feet-work sempre acceso, sono i tramiti che veicolano uno scorrimento laterale lungo la LOS impareggiabile. Quick reaction allo start, identifica bene l’azione conformandosi con immediatezza ad essa (in run o in pass in ugual misura), e anche se difetta in istintività, ha dinamismo, agilità e corsa per riallinearsi e rientrare con efficacia nel gioco. Sure tackler, cementa il colpo spingendo bene sulle gambe che ottimizzano l’impatto del tronco e della spalla sul ballcarrier mentre usa le lunghe braccia per finire in scioltezza il guasto della corsa avversaria in inside come in off tackle o in screen (109 tkl, 11 for loss, nella sua stagione da senior). Per essere un tackler veramente incisivo al piano di sopra deve però migliorare la consistenza della massa muscolare in quella parte superiore del corpo che, al momento, lo mette nella condizione di perdersi fisicamente dentro al blocco (al quale pure sa sfuggire utilizzando la sua felina agilità). Il Frog col #41 ha luccicanti capacità di cadere in copertura contro il gioco aereo. Grande vision, sciolto sui fianchi quando fa specchio in man coverage; la sicurezza nella ricognizione delle routes gli garantisce una buona reattività nella copertura a zona, dove sa rompere e chiudere la palla mostrando, tra l’altro, ball skills interessantissime (3 intercetti all’ultima season Ncaa) ancora tutte da approfondire. In teoria questo efficiente every-down linebacker potrebbe bene adattarsi per giocare ILB in 3-4 D, anche se la collocazione ideale pare essere quella in weak o in strong side dietro un front-4; al piano superiore potrebbe immediatamente essere un grandissimo nickel linebacker.
(Projection: 2° round/NFL Comparison: Keith Bulluck, Tennessee Titans)

3) Brandon Spikes (video), MLB/3-4 ILB da Florida (Ht. 6’3” / Wt. 249)
E’ il giocatore che più di altri ha visto in queste ultime settimane il suo nome scivolare paurosamente nei vari ranking pre-draft per spot. Questa caduta libera, legata anche alla partecipazione parziale ai workout drills di Febbraio/Marzo, è dovuta principalmente alle perplessità degli scouts circa la decresciuta qualità del gioco prodotto nel suo anno da senior, soprattutto in run defense. Se nella sua prima stagione da starter coi Gators (quella 2007) Spikes era stato capace di incidere in stats la bellezza di 131 tackles (81 solo, 50 assist) di cui ben 16 for loss, nelle due season successive lo stesso personale tabellino enuncia 93 tkl (52 solo; 41 assist) e 8 tfl per il 2008, e la miseria di 68 tkl (36 solo; 32 assist) e 6.5 tfl nel 2009. L’evidenza dei numeri racconta chiaramente del netto calo di rendimento in fatto di tackles piazzati, e anche se di contro si può osservare una più ragionata gestione agonistica del suo gioco, il ragazzo pare aver perso per strada molta di quell’aggressività che nel 2007 aveva fatto tremare la Southeastern Conference e l’Ncaa tutta. Spikes resta comunque un linebacker d’eccellenza (del resto è stato selezionato per il first-team ALL-SEC in ciascuno dei suoi 3 anni da starter con Florida), che con i suoi 307 tackles totali, 31.5 for loss, 6.5 sacks, e 6 intercetti (4 nel 2008, 2 nel 2009 ritornati in TD), si presenterà in vista del draft con una carriera universitaria di grande calibro alle spalle. Rarissima combinazione di misure per un frame globalmente stupendo, il Gator ha forza, agilità e sufficiente dinamismo per disinnescare il run play avversario con semplicità. L’istinto superbo, fuso alla capacità di leggere e reagire con prontezza al nascere dell’azione on-the-field, gli permettono di lasciare l’area di stazionamento con anticipo e manovrare con energia sul blocco che sa spaventare e disarmare (anche se deve maturare la tecnica della mano) per poi gettarsi alla caccia dell’HB. Vocal leader, cerca continuamente il contatto fisico con rabbia poiché appare conscio della distruttività della sua imponente mole che impiega in lungo e in largo la line of scrimmage (anche se pare areni il passo quando va a fluire in transizione laterale). Galleggia bene prima di impostare l’azione che porta al tackle, anche se non ha un quick feet-work tale da permettergli una immediata espulsione dal traffico, che può per questo inghiottirlo. Wrap-up tackler incandescente e spettacolare, Spikes sa portare il placcaggio in campo aperto anche contro i RB di piccola taglia dotati di grande velocità ed elusività poiché, come detto, anticipa benissimo la run route. A volte però questo eccesso di confidenza lo porta con troppa foga a precipitarsi per l’intervento, il che spesso lo taglia fuori troppo prematuramente dall’azione. L’angolo di affondo pare sempre adeguato, ma se non arriva puntuale all’aggancio mostra volontà fortemente inconsistente per riassettarsi e inseguire l’obbiettivo. Buona la fase di pass defense: legge meravigliosamente attraverso gli occhi le intenzioni del QB e sa lasciare la posizione con rapidità per andare profondo a lavorare una copertura sull’uomo o sulla zona sempre concentrata e per questo efficace.
(Projection: 2°/3° round/NFL Comparison: Karlos Dansby, Miami Dolphins)

4) Sean Lee (video), ILB da Penn State (Ht. 6’2” / Wt. 236)
E’ linebacker di grande versatilità che facilmente ed indistintamente potrà adattarsi come 4-3 OLB o come 3-4 ILB al piano superiore. Giocatore di immensa intelligenza e diligenza tattica, prima del grave infortunio occorsogli al ginocchio destro (rottura del legamento crociato anteriore) che lo ha escluso dall’intera stagione 2008, il Nittany Lion aveva chiuso una brillante season da sophomore (89 tackles, 8 for loss, 5.5 sacks e 1 intercetto) seguita da una ancor più memorabile stagione 2007, con la messa a stats di ben 138 tackles, 10.5 for loss, 3.5 sacks e 1 intercetto, che oggi lo avrebbero proiettato come sicuro 1st-round player. Dopo aver sudato con abnegazione e tenacia per più di un anno tra esercizi fisioterapici e pratiche rieducative mirate alla stabilizzazione delle complete funzionalità dell’arto, Lee si è riproposto nel 2009 tuonando dentro la Big Ten con 86 tackles, 11 for loss, 2 sacks e il solito intercetto. Pur avendo mostrato un completo recupero fisico e tecnico (precisazione: le statistiche personali del suo ultimo anno di college sono più che buone se solo si considera che ha diviso lo spazio e il lavoro con il favoloso compagno di reparto Navorro Bowman e che rientrava da 15 mesi di totale inattività), la sua non scintillante Combine (40 yards corse in 4.76 sono un’infinità per le sue dimensioni) ha suscitato ancora qualche perplessità da parte degli analisti. Ma nel complesso l’Alamo Bowl Defensive MVP ’07 è un player di sicura affidabilità e dal grande upside che partendo dalle squadre speciali potrebbe ritagliarsi il suo spazio dentro una depth chart NFL. Linebacker sempre attivo, dalla grande e costante presenza dentro la partita, Sean è player dotato di sopraffina conoscenza del gioco che sa interpretare e aggredire per mezzo dell’eccellente istinto. Difficilmente perde l’assegnamento poiché ha disciplina tattica da élite, che ne fa ILB di grande solidità e sul quale, per riflesso, è possibile edificare un intero reparto (almeno in teoria). Ottima volata allo start a seguito di una precoce diagnosi dell’azione; gioca con equilibrio e bilanciamento innaturali quando irrompe sulla LOS e si svincola nel traffico per aprirsi il buco alla ricerca del ballcarrier. La buonissima costruzione della parte superiore del corpo (che ha ancora migliorato in palestra in quei lunghi mesi lontano dal terreno di gioco) gli permette di non intimidirsi di fronte alla chiusura in block che sa aprire con una buona fermezza della mano e, successivamente, cercare il trasferimento orizzontale per pescare la corsia d’intercetto dell’HB pure presso la sideline (anche se non è dotato di mobilità laterale superba). Wrap-up tackler di splendida caratura, infila l’attack hole con tempestività aggredendo in inside il portatore con buon peso. Nonostante non sia un thumper, benché la sua stoccata manchi di esplosività al contatto, Lee gioca comunque una hard run defense tutta fatta di voglia e carattere, trasmessa al portatore da un mix di tecnica d’impatto, angolo di entrata e velocità di esecuzione, da manuale. Non un eccellente difensore in coverage cycle. Sa schiodarsi con buona agilità e scorrere all’indietro con discreta disinvoltura, ma manca della progressione necessaria per seguire in marcatura l’uomo assegnato; certamente migliore in zone coverage. Intangibili di altissimo livello: etica del lavoro unica, competitività da leader assoluto, carattere esemplare.
(Projection: 3°/4° round/ NFL Comparison: Keith Brooking, Dallas Cowboys)

5) Rod Muckelroy, WLB/3-4ILB da Texas (Ht. 6’2” / Wt. 246)
E’ player di ottima consistenza e produttività che ha mostrato tutto il suo valore nelle ultime due stagioni con i Longhorns. Dopo solo 3 partite giocate da redshirt freshman nel 2006, Rod è costretto a sottoporsi ad intervento chirurgico per la ricostruzione del tendine del dito anulare della mano destra, che gli costerà il prosieguo dell’intera season. Rientra bene come backup OLB (Will) nel 2007, totalizzando 59 tackles (5.5 for loss), 2.5 sacks (quota massima in carriera) e 1 intercetto. Nella stagione 2008 accede in pianta stabile alla lineup di Texas, ripagando ampiamente il credito concessogli con 112 tackles (4 for loss), e si ripeterà l’anno appresso superando ancora la soglia dei 100 tackles stagionali (102 per la precisione, 11 for loss; 2 sacks e 1 intercetto a corredo). Dotato di grande istinto e di buonissimi occhi per il gioco preventivo, Muckelroy ha discreta velocità per muoversi lungo il bordo e piazzare anche la giocata periferica; dà il meglio in inside dove riesce a snodarsi più che egregiamente con le punte dal traffico prima di colpire. Usa bene le mani per disincagliarsi dal blocco, anche se appare ancora troppo debole nel 1-on-1 prolungato: per questo usa tutta la sua elasticità, la sua agilità, piuttosto che la forza, per sfuggire dalla chiusa. Tackler di buon livello, molto continuo e produttivo. Fluisce bene nello spazio e sa sempre trovare il posizionamento ideale (anche grazie ad un meraviglioso cambio di direzione) per sviluppare la battuta avvolgente sul portatore. Deve però migliorare la forza e la robustezza nella parte alta del corpo (le spalle in primo luogo) e sulle braccia, per essere incisivo e imporre un colpo dissestante (per questo ha faticato, e faticherà, a distaccare il portatore dall’ovale). Pass defender di ottimo calibro, legge gli intendi del QB con anticipo e scende dalla posizione con grandissima sicurezza. Il riconoscimento immediato del gioco lo agevola nella copertura della zona mediana anche contro i receivers più rapidi; non ha però la gamba per scalare con rapidità al tallonamento quando il ricevitore arpiona e apre il gas. Globalmente un giocatore dalla buona combinazione di taglia, velocità, energia e conoscenza dello spot e del gioco. Intangibili fantastici: altamente competitivo, sempre attivo, buon carattere. Per concludere: un giocatore versatile che potrebbe adattarsi in 3-4 ILB spot anche se resta fit ideale per giocare Will al piano superiore. Potrebbe da subito dare il suo contributo come special teamer.
(Projection: 3°/4° round/ NFL Comparison: Paris Lenon, Arizona Cardinals)

6) Pat Angerer (video), ILB da Iowa (Ht. 6’0” / Wt. 235)
Impressionante under-rated prospect, questo ragazzo brevilineo, compatto, iperproduttivo, ha tutti i mezzi fisico-tecnici (nonostante la taglia minuta) e caratteriali per essere subito backup ILB affidabile anche nella NFL. Esce da un’entusiasmante stagione da Senior con Iowa nella competitiva Big Ten, riportando nel suo personale tabellino statistico la bellezza di 145 tackles (5 for loss) che lo hanno aiutato ad imporsi all’attenzione degli analisti e degli scouts. Nonostante sia stato escluso dalle sue due prime stagioni Ncaa a causa di una varietà infinità di infortuni e acciacchi, il Hawkeye ha saputo reintegrarsi nella season ’08 mostrando ciò che aveva in riserva con i suoi 107 tackles (6.5 for loss), 1 sack, 5 intercetti, per poi sbocciare definitivamente con la stagione appena trascorsa. Quindi un ragazzo che esce con grande upside grazie anche ad una Combine condotta più che egregiamente. Undersize linebacker interno dalla importante consistenza, Angerer accorda bene la capacità di lettura ad una strepitosa reattività che lo spinge con continuità disarmante a frastuonare dentro ogni azione (dei 145 placcaggi a lui assegnati dalle statistiche ufficiali per il ‘09, ben 97 sono gli assist: chiara indicazione della capacità e volontà di mantenere sempre un filo diretto con ogni singola azione). Gioca duro con grande ritmo poiché ha in dotazione un motore sempre acceso che lo rende attivo e presente per tutto l’arco dei 60 minuti di gara. Run stopper deciso, implacabile: non è provvisto di mostruosa potenza quando affronta il portatore dopo essere sgusciato via dal block in scioltezza (non ha misure ed energia sufficiente per scassarlo di forza), ma risulta comunque incisivo data la compattezza fisica con la quale produce un fantastico grab-and-drag-down tackle. Tiene le spalle “quadrate” e cerca di porre queste sempre in linea perpendicolare con la run route: questo agevola non poco il suo lavoro di arresto nella difesa a terra offrendogli l’angolo di entrata ideale. Buonissimo movimento nel mucchio; può fare gioco anche lungo la LOS avendo una eccellente mobilità laterale, ma under tackle, in the trash, raccoglie sempre troppo per allontanarsi con grande frequenza. Zone man coverage superbo; sa liberarsi nello spazio con incredibile rapidità mettendo a tiro il ricevitore più vicino che sa attaccare con un clean shot immediato dopo la cattura. Pass breakup player eccezionale; sa inserirsi tra palla e uomo con velocità e tempismo da safety. Giocatore dall’impatto immediato in special team; potrebbe trovare posto tra gli 11 di difesa come weak side o come undersize middle linebacker al piano superiore.
(Projection: 3°/4° round/ NFL Comparison: Paul Posluszny, Buffalo Bills)

7) Donald Butler (video), ILB da Washington (Ht. 6’1” / Wt. 245)
E’ linebacker dall’interessante muscular frame applicato ad una funzionalità di gamba che gli fornisce velocità di base (cronometrato a 4.6 al Pro Day) ed agilità importanti. L’Huskie ha concluso un buonissimo anno da Senior (94 tackles, 15.5 for loss, 1 sack, 2 intercetti) e ha mostrato sempre in rialzo la sua efficienza in fatto di numeri in tutta la sua carriera a Washington: nel 2006 segna la sua prima stagione Ncaa con 24 tkl (2 tfl), nel 2007 ne fa 52 (2.5 tfl), e nel 2008 ne spara 69 (7 tfl). Ragazzo dunque dal forte upside, che potrebbe essere un grande sleeper se precipitasse al 4° round. Aggressivo, player di temperamento sempre affamato sull’azione, Butler, pur non essendo attrezzato di istintività da élite, ha capacità atletiche (cambio di direzione super), passo e solidità fisica per giocare una più che buona run defense. Parte con splendida reattività allo snap catapultandosi con veemenza sulla LOS che sa forare con frequenza disarmante piazzando la zampata sul portatore ancora nel backfield (27 i tackle for loss totali). Spesso è fin troppo prepotente nel cercare la grande giocata usando la sua velocità e la sua dinamicità, e anche se ha in bagaglio un cambio della direttrice d’attacco favoloso (grande elasticità, fluidità, bilanciamento tra tronco, gambe e piedi, mirabile), può finire nel guado lontano dall’azione se solo non riesce col primissimo impatto ad aprirsi la breccia d’ingresso dentro la start-run-zone. Mostra comunque buona capacità di recupero in downfield, poiché ha reattività adeguata per riassettare il suo atletismo e riportarsi sull’azione avversaria con convinzione. Solido ed eccellente open-field wrap tackler; buona forza e resistenza per afferrare e portare in down il ballcarrier. Più che buona la sua fase in pass coverage. Ordinato nel rispettare il compito e seguire l’avversario in middle zone; non un grande fiuto per l’ovale, ma globalmente ha l’equilibrio e il tempo di reazione per proporsi con solidità e consistenza in man e zone coverage. Versatile; giocatore tutto da esplorare che può giocare interno in una 3-4D anche se resta comunque interessante progetto di Will in 4-3 front. Instant special-teams contributor in regime Pro. Buoni intangibili: capitano della squadra, vocal leader, intensifica il suo gioco nelle grandi partite (vedi USC, Arizona, California e Notre Dame).
(Projection: 3°/4° round/ NFL Comparison: Thomas Howard, Oakland Raiders)

Best of the Rest

8) Jamar Chaney, ILB da Mississippi State (Ht. 6’1” / Wt. 243)
Atletico e muscolare linebacker dai numeri costanti; ha chiuso il suo anno da Senior con 90 tackles, 4.5 for loss, 2 sacks 2 Pbu e 2 intercetti. Non ha occhi fenomenali per visualizzare con anticipo l’evoluzione dell’azione, ma si muove con destrezza e rapidità per stare vivo dentro ogni gioco, sopperendo così alla mancanza di un grande istinto. Drag-down tackler robusto; affidabile anche in open field. Pass defender mediocre. Buona etica del lavoro. Giocatore maturo con 5 anni di esperienza Ncaa.
(Projection: 4°/5° round)

9) Darryl Sharpton, ILB da Miami (Ht. 5’11” / Wt.236)
Esce da una season 2009 stupenda, con 106 tackles, 8.5 for loss e 1 intercetto. LB di bassa statura che ha nella mobilità, nella strabiliante reattività e nell’aggressività costante le sue armi migliori (deficitario l’istinto). Buonissimo hard hitter; porta il colpo rabbioso con massimo sforzo per sopperire alla mancanza della forza di inerzia che le sue misure non gli concedono. Buona la pass defense; scorre bene a coprire la zona assegnatagli con disciplina e dedizione. Player versatile che può subito essere utile in special-teams coverage ai piani alti.
(Projection: 4°/5° round)

10) Phillip Dillard, ILB da Nebraska (Ht. 6’0” / Wt. 245)
E’ player dai numeri non eccezionali (soltanto 169 tackles, 11 for loss, 3 sacks e 1 intercetto nei suoi 5 anni di College football) che ha comunque mostrato un livello di crescita apprezzabile, soprattutto dal punto di vista della comprensione del gioco. Buona compattezza del frame: massiccia la parte alta del corpo; ottima la velocità e l’accelerazione sul medio-corto, che gli permettono di impattare sul ballcarrier con incisività. Placcatore esplosivo; il buon settaggio dei piedi, del tronco e delle spalle gli offre sempre una presa d’angolo di intervento ideale per affondare il runningback anche in sideline zone. Discreto pass defender: ha occhio e fiuto per scorrere ad interferire con la pass lane e col gioco del ricevitore.
Cover man in special team dal sicuro rendimento tra i Pro.
(Projection: 4°/5° round)

11) Micah Johnson, MLB/ILB da Kentucky (Ht. 6’1” / Wt. 258)
Mostruoso hard run defender dalla buona combinazione di forza e velocità. La senior season di grande caratura (105 tackles, 6.5 for loss, 1 sack) non ha comunque convinto del tutto gli scouts circa lo sviluppo di questo MLB in ottica NFL. In effetti è giocatore poco versatile, poichè pur avendo una run-stuff machine eccellente, non ha nelle sue corde una fase di pass defense appena sufficiente per gli standard Pro. Resta comunque player dai buoni margini di crescita, se solo migliora i suoi intangibili e dimostra di aver concretamente superato i fastidi derivati da un grave infortunio occorsogli al ginocchio (rottura del legamento mediale collaterale) che lo hanno tormentato per 3 lunghi anni (intervento chirurgico in artroscopia nel 2007 con conseguenti problemi di tenuta presentatisi nel 2009).
(Projection: 5°/6° round)

12) Joe Pawelek, MLB/ILB da Baylor (Ht. 6’2” / Wt. 237)
Linebacker altamente produttivo sia in run che in pass defense. Nella sua carriera da Bear ha stampato l’incredibile cifra di 423 tackles che gli sono valsi, insieme ai 9 intercetti messi a stats nei 4 anni a Baylor (indice di una inclinazione più che buona a difendere sui passaggi), i più alti onori Ncaa. Come Johnson, però, è giocatore troppo monodimensionale per essere preso in alta considerazione al piano superiore.
(Projection: 5°/6° round)

13) Mike McLaughlin, ILB da Boston College (Ht. 6’0” / Wt. 244)
Inside linebacker dalla grandissima intelligenza, che gioca sempre con carattere ed intensità. E’ dotato di buon istinto e splendida visione, che lo aiutano a produrre un gioco brillante in run stop dove sa colpire con un tackle esplosivo. Ottimi intangibili: intenso e competitivo, grande carattere, vocal leader.
(Projection: 6°/7° round)