Draft Prospects 2010: Outside Linebacker
Classe brillante quella degli OLB ’10. A tenere la testa del lotto ci sono due tra i difensori più promettenti che il draft chiamerà Giovedì notte (1:30 ora italiana): Sean Weatherspoon da Missouri e Sergio Kindle da Texas. Questi splendidi ragazzi rappresentano tutto il meglio che il college football può offrire al mondo professionistico; due grandi nomi già pronti per portare subito tempesta nella NFL.
A seguire, due players intriganti, di grande futuribilità, sul quale scommetere con calcolato rischio: Jason Worilds da Virginia Tech, e sopratutto Eric Norwood da South Carolina.
Nel mezzo una nidiata di atleti solidissimi che andranno a rinverdire i comparti difensivi delle 32 franchigie Pro.
Class Grade: B
1) Sean Weatherspoon (video), WLB da Missouri (Ht.6’1”/Wt. 240)
Atleta completo di istinto, intelligenza e carattere, con ability, agility e movement skills semplicemente stratosferiche, “Spoon” è linebacker che si affaccia alla soglia del primo giorno del draft con i numeri propri di un giocatore che promette di fare subito scintille al piano superiore. Del resto la sua immensa produttività statistica racconta di un ragazzo ampiamente maturo fisicamente, tecnicamente e caratterialmente, che, a modesto parere di chi scrive, può upgradare qualsiasi difesa Pro ed impattare con immediatezza squassando la NFL. La Tigre ruggisce forte già nella sua stagione da sophomore (quella 2007) con l’irruenza dei suoi 127 tackles, 9.5 tackle for loss, 3 sacks, e 8 pass breakup. Le sue stupende qualità gli permettono di ripetersi, e se possibile fare meglio, nella stagione 2008 dove tira ben 155 tackles,18.5 for loss, 5 sacks, 7 Pbu e 3 intercetti (2 riportati in TD) che gli valgono il 2nd-team All-American (quello di All-American è onore che riceverà per tutte e tre le sue stagioni da starter: 2007, 2008, 2009), e il titolo di MVP all’Alamo Bowl (in quella occasione piazzerà la bellezza di 17 tackles contro Northwestern). La stagione da senior è leggermente al di sotto delle aspettative. Nel campionato 2009 realizza 111 tackles, 14.5 for loss, 4.5 sacks, 2 Pbu e 1 intercetto (resta evidente che si tratta di una stagione super), che fanno comunque bottino per arrivare e superare quota 400 tackles in carriera con Missouri (406 per l’esattezza; ben 43.5 Tfl, 12.5 sacks, 17 Pbu e 4 intercetti).
Weatherspoon è player di rarissima, pregiatissima, fusione di fisicità, atletismo e velocità. L’upper-body già muscolarmente formato (ha comunque una base su cui posare altre libbre senza perdere dinamicità e velocità) è spinto sotto da un motore di cilindrata superiore, che gli permette di sviluppare con rapidità e solidità il suo gioco istintivo, fiammeggiante, sempre pronto per piazzare il big play. La velocità di liberarsi dalla base di stazionamento in maniera fulminea, gli consente, in accordo ad una reattiva intuizione e visione del play, l’assalto furente dell’imbocco dell’attack hole quando gioca la sua aggressiva run defense; sa proiettarsi splendidamente oltre la LOS per mettere il suo artiglio sul portatore scavalcando il blocco (preferisce l’aggiramento piuttosto che l’affronto di forza), e sa muoversi parallelamente alla OL con uno scorrimento di oleosità unica che lo trasporta sideline-to-sideline con allucinante naturalezza. Assesta il tackle con paurosa energia avvolgente; pone spesso la spalla ad anticipare la battuta, e ciò può risultare a volte improduttivo poiché permette lo scivolamento del ballcarrier sul fianco interno o esterno; ma globalmente parliamo di un sure tackler di grande esplosività che ha nei piedi il timing e l’equilibrio di intervento ideale, e nella parte alta superiore del corpo una costruzione muscolare flessuosa in grado di affondare tutto ciò che gli transita nelle vicinanze. Straordinario pass defender; legge benissimo il proposito del QB e allerta l’occhio sulla pista d’atterraggio dell’ovale muovendosi di conseguenza con rapidità per attaccare la zona di destinazione; si sposta slittando indietro in aggancio al ricevitore con progressione eccelsa e con una contemporanea, costante, tenuta del contatto visivo sull’uomo e sulla palla. Discreta la fase di pass rush: sa girare l’angolo dopo aver portato le corte e potenti braccia a sferrare il pugno sul blocco, ma preferisce agire per colpire dall’interno frustando con agilità il gap tra T e C. Non ha comunque nelle corde un pass rushing package e un peso specifico d’elite (almeno per il momento), che permetta lui di fare lo scalpello sulle offensive line Pro. Intangibili di ordine primo: ottimo lavoratore, vocal leader dentro e fuori dal terreno di gioco, buon carattere. “Spoon” è dunque every-down player pluridimensionale che potrà trovare locazione in un front-4 in weak o in strong side (anche se non è affatto escluso un adeguamento come ILB in 3-4 D). Personalmente lo vedo Pro Bowler nell’arco di un paio di stagioni.
(Projection: Top 20/ NFL Comparison: Lance Briggs, Chicago Bears)
2) Sergio Kindle (video), 3-4 OLB da Texas (Ht.6’3”/Wt.250)
E’ un grande, forte ed esplosivo hybrid rush linebacker che troverà spazio tra i Pro come OLB da front-3. I sui primi due anni a Texas (‘07/’08) vedono il #2 orange&withe ridimensionato dallo spot di impiego, quello di SAM dietro il compagno di squadra Robert Killebrew (oggi linebacker della Canadian Football League). In strong-side LB sa mettere comunque in luce le sue ancora acerbe, ma ben intuibli, doti fisiche eccezionali, piantando nelle complessive 8 partite ’07, 29 tackles, 4 tackle for loss e 0.5 sack. Tra le altre cose questo ragazzo dal carattere introverso e difficile, durante la offseason dello stesso anno fu arrestato per guida in stato di ebbrezza presso la contea di Travis, e questo gli valse la sospensione dall’attività agonistica per 3 turni di campionato: toccherà lui aspettare la stagione 2008 per riabilitarsi in pieno come uomo e maturare tecnicamente, e ancora fisicamente, nel suo spot “naturale”, quello di Tweener OLB/DE. La stagione ’08 è infatti quella che catalizza su di lui l’attenzione di tutti gli scouts d’America. Kindle con i suoi 53 tackles (12.5 for loss), 10 sacks e 2 Pbu, sbatte forte il pugno sulla Ncaa e pensa di fare subito il grande salto chiedendo alla NFL Advisory Board informazioni sul suo draft status dopo la strepitosa season da lui appena infiocchettata; ma nulla da fare, il Longhorn ha bisogno di un’altra annata Ncaa per entrare da 1-rounder tra i professionisti. La stagione 2009 è per lui croce e delizia: sportivamente parlando ricalca le orme profonde impresse nel 2008 con 70 tackles, ben 22 tackle for loss, 5.5 sacks e 4 Pbu; dal punto di vista umano, caratteriale, fa due passi indietro catapultandosi nell’incubo di un incidente d’auto nato dall’impatto violento della vettura da lui distrattamente guidata (pare stesse ricevendo e rispondendo ad una serie di sms attraverso il telefono cellulare) contro un’immobile ad uso civile. In quanto agli intangibili quindi, trattiamo qui di un ragazzo completamente da ricostruire circa la gestione temperamentale.
Freak player assurdo per quanto la sua dimensione fisico-atletica produca forza bruta, reattività e velocità d’esecuzione, che si condensano focalizzando l’obiettivo unico: distruggere il QB. Elite pass rusher; con i suoi 16 sacks (18 QB hurries) messi a segno praticamente in due stagioni dentro la competitiva Big 12, Kindle mostra tutte le idoneità richieste dal piano superiore per fare il caccia QB con successo anche nella NFL. Fisico stupendo con un gran motore; parte da 2-and 3-point stance con la reattività di un rettile ad attaccare il bordo della tasca per mezzo di un meraviglioso, efficace, primo colpo sul blocco (va in sofferenza quando questo non dissesta immediatamente la base d’appoggio del T) che opera usando le due lunghissime braccia a spingere con una bull rush potentissima il marcatore; gioca con leva bassa anche se a volte l’uscita troppo alta e aperta del busto può portarlo a paralizzarsi di fronte al fermo dell’OL-man. Fonda complessivamente il successo del suo attacco in pass rush sul primo sforzo: dopo il contatto iniziale pare incoerente nel mantenimento dell’energia utile al superamento dello sbarramento in block. Ma globalmente siamo in presenza di un player capace di mordere l’esterno attraverso un quick step che sposta con repentinità i quasi 115 Kg a voltare l’angolo per penetrare nel backfield e chiudere con velocità il sack (deve però migliorare la sua voglia di credere nell’inseguimento downfield poiché ha la falcata e le braccia per distendersi e riappropriarsi dell’azione). Il favoloso equilibrio gli consente di giocare per pianificare nel modo corretto l’aggressione sul portatore quando agisce in run defense. Chiude con estrema velocità e reattività la luce dell’HB con un wrap up tackle che sa essere spesso violento; non è dotatissimo dal punto di vista dell’istinto (basa tutto il suo gioco sulla fisicità come detto in precedenza), non diagnostica con immediatezza il play (anche in questo senso deve maturare molto), ma sa riallinearsi in modo stupefacente con un cambio di direzione eccelso che lo veicola sempre vicino al cuore del gioco avversario portato on-the-field. Discreto pass defender: opera bene la circolazione esterna e verso il basso quando legge e affronta lo screen nemico, ma in middle zone coverage deve comunque lavorare parecchio sulla investigazione e il riconoscimento delle tacce dei ricevitori (nonostante sappia comunque rompere il pass usando l’impennata delle lunghe braccia e la buonissima elevazione quando intercetta subito l’area di arrivo dell’ovale) per meglio completarsi in vista del suo passaggio nella NFL dove anche ai più fisici OLB, è richiesta la capacità di sganciamento e di copertura priva di incertezze o titubanze.
(Projection: Top 20/ NFL Comparison: Brian Orakpo, Washington Redskins)
3) Ricky Sapp (video), 3-4 OLB da Clemson (Ht.6’4”/Wt.252)
Giocatore dalle proprietà fisiche assolutamente elitarie, è forse in assoluto il miglior atleta del lotto per quanto veloce (registrato in 4.70 nella corsa delle 40 yards alla Combine), agile e flessibile (tre volte campione regionale dei 100 metri con un record personale di 10.76; dei 200 con il record di 21.0; della staffetta 4×100). Il suo primo anno a Clemson da freshman (2006), lo vede innestato come backup RDE, e benché non abbia iniziato nessuna delle 13 gare stagionali, Sapp ha saputo illuminare, con 18 tackles, 5 tackles for loss, 4 sacks, 2 Pbu e 1 fumble, il suo esordio nella Ncaa. L’anno appresso è schierato definitivamente in line up come “Bandit” Defensive End (DE in allineamento dal lato debole) mettendo su una meravigliosa stagione con la incisione a stats di 44 tackles, 9.5 tackles for loss, 6 sacks, 2 Pbu e ancora un fumble, che certificano chiaramente le capacità rapaci di un pass rusher in sviluppo continuo e dalle potenzialità suggestive. Ma purtroppo questa scalata si arresta bruscamente durante la season 2008, quando, durante la gara giocata dai Tigers contro Virginia, Ricky si rompe il legamento crociato anteriore del ginocchio destro: termina a tre partite dalla fine la sua stagione, quella importante della riconferma (conclusa con 25 tackles, 9.5 tackles for loss e 2.5 sacks). Si sottopone così ad intervento chirurgico ricostruttivo che lo restituisce integro alla sua ultima stagione Ncaa. Da senior impone la sua presenza sulla ACC con riscoperta cattiveria: 60 tackles, 15 for loss, 5 sacks, 1 fumble forzato, 1 ricoperto, sono la tara statistica di un giocatore ritrovato, pienamente reintegrato, che adesso può bussare alle porte della NFL con fiducia (decide tra l’altro di diniegare l’invito al Senior Bowl per preparare al meglio il ginocchio in vista dell’importante Combine che, come si sa, è l’anticamera più importante di accesso al draft).
Player dall’enorme atletismo e dalle lunghe braccia, Sapp ha saputo alimentare muscolarmente un upper-body fantastico, che pare ancora capace di assorbire, senza per questo fiaccare la sua monumentale dinamicità, ulteriori importanti libbre in congruenza con l’inevitabile, opportuno, trasferimento in 3-4 OLB spot al piano superiore. Non è player dall’istinto sviluppatissimo, dalla immediata lettura del gioco, ma ha comunque la capacità di individuare velocemente la palla; reagisce in rapidità fruttando il sempre consono bilanciamento che è il piano di base su cui impernia la sua incredibile agilità, il suo sorprendente cambio di direzione, la sua folgorante progressione rettilinea e orizzontale (strepitoso 4.65 nelle 40 yards dash alla Combine). Scoppia bene dal 4-point-stance quando gioca la sua pass rush; impatta bene sul blocco anche se manca di forza e resistenza per sfondarlo di potenza (in questo caso è penalizzato dalla scarsezza della forza sulle gambe); di converso mostra una incredibile rapidità di mani (buonissimo il movimento in swim a liberarsi) che gli è utile a passare esterno sul blocco e disegnare l’arco di ingresso nel backfield fino al QB con concretezza (pecca però nell’imbucata centrale poiché non ha la struttura fisica per reagire e intimidire il raddoppio di marcatura). Il giusto mix tra un eccellente feet-work (gioca sempre sulle punte), una buonissima lunghezza delle braccia, e un settagio del corpo sempre perfetto, gli consentono di tenere a distanza l’opponent per giocare contro la corsa in maniera più che adeguata. Drag-down tackler consistente e cattivo, Sapp si muove sempre in sintonia con l’azione avversaria a terra che sa pescare in lungo e in largo la LOS con puntualità; sempre corretto l’angolo di entrata. Deve ancora migliorare la forza della parte superiore del corpo per essere hitter robusto da NFL. Pass defender dalle grandissime potenzialità data la velocità e la capacità di resettare il corpo dentro le dinamiche di una copertura a uomo e a zona: in questo senso è player tutto da approfondire e sul quale lavorare con abnegazione poichè la struttura fisica gli consente margini di progresso interessantissimi. Buoni gli intangibili: la convinzione mostrata per recuperare dall’infortunio del 2008, racconta di un ragazzo risoluto e determinato, dal carattere forte e maturo. Per concludere: questo giocatore manca certo di grande produttività in fase di pass rush (soltanto 17.5 sacks in carriera), ma ha margini di crescita esponenziali a dir poco incredibili se solo eleva il suo stato muscolare e amplia il pacchetto di pass rush movements.
(Projection: 2°/3° round/ NFL Comparison: DeMarcus Ware, Dallas Cowboys)
4) Navorro Bowman (video), WLB da Penn State (Ht6’1”/Wt.242)
E’ junior linebacker dalla intrigante combinazione di atletismo e forza, che possiede movements, ability e tackling skills, da starter-caliber. Ha iniziato con i Nittany Lions partendo da backup LB nel 2007 in 9 partite. Lo stesso anno si rende protagonista di una rissa all’interno del campus (condannato a un anno di libertà vigilata), e ancora si fa sospendere per uso di sostanze illecite (marijuana per l’esattezza). La stagione successiva entra in pianta stabile nella high depth chart dopo 4 gare, e da lì comincia a costruire 13 fantascientifiche partite fatte di 106 tackles (61 solo; 45 assist), 16.5 tackles for loss, 4 sacks, 2 fumble forzati, 5 Pbu e 1 intercetto, che lo rimbalzano agli onori della conference che lo seleziona per il frist-team All-Big Ten. Ma il destino dispensa lui tanto oro sul piano sportivo, quanto carbone dal punto di vista delle vicende umane vissute fuori dal campo. Nel Giugno 2008 è colpito dalla tragedia della morte del padre Hilliard, e nel gennaio ’09 da quella del high school football coach, Nick Lynch. La situazione familiare del ragazzo, già complicata dal punto di vista economico, si modifica radicalmente con la nascita del suo primogenito, Navorro Jr., nato poco dopo la dipartita del padre (questo sarà il motivo primario per il quale il 20enne linebacker si renderà eleggibile con un anno di anticipo per il draft 2010). Ma dentro il terreno di gioco Bowman sembra non risentire degli avvenimenti che gli hanno sconvolto in un ridottissimo lasso di tempo l’esistenza (è un paradosso naturalmente). La stagione 2009 lo vede infatti ancora protagonista assoluto dentro la seconda linea di Penn State accanto al compagno di battaglia Sean Penn: il numero #11 infila 93 tackles, 17 tfl, 3 sacks, 3 Pbu e 2 intercetti, che gli valgono per diritto almeno una chiamata tra 2° e 3° giro del draft.
Aggressivo, duro, a volte intimidatorio, Bowman è playmaker longilineo dalle ottime misure e dalla superba atleticità che, mediate da un buonissimo istinto e ad una sopraffina intelligenza per il gioco, lo fanno fit ideale per giocare Will in Pro game da subito. Run stopper tremendo; utilizza la sua mobilità eccelsa per circolare e agire sempre dentro l’azione raccogliendo tutto ciò che filtra, più o meno sporco, dalla LOS. Ma la sua run defense è tra le più brillanti quando parte dalla zona di stazionamento per cercare e aggredire con successo il ballcarrier ancora dentro al backfield (ben 33.5 sono infatti i tfl piazzati nei suoi ultimi due anni a Penn State). Solidissimo Wrap up tackler; utilizza le lunghe braccia per arpionare e poi avvolgere e trascinare verso il basso il portatore a cui non regala mai centimetri supplementari seguenti al colpo. Sicurissimo in open field; difficile disorientarlo in fake poiché mantiene equilibrio formidabile (derivato da un gioco di piedi mirabile), che lo appoggia al suolo sempre correttamente settato per il riallineamento sull’angolo di intervento. Pass defender strepitoso (forse il migliore della classe: 9 Pbu e 3 intercetti messi a stats praticamente in soli 2 anni di Ncaa). Ordinato nello scalare a fare ricognizione della zona di competenza; mostra importantissime capacità di tenuta dell’uomo in velocità, ed è dotato di una coordinazione mano-occhio per piantare l’intercetto o il pass breakup con disinvoltura. Blitzer convinto; parte rapidissimo imboccando le aree interne dove intravede la luce che lo porta al QB; ottima la velocità di chiusura in sack, e ancora buonissima l’elasticità, la reattività e la progressione, per andare in pursuit. Intangibili preoccupanti: i problemi fuori dal campo e un carattere chiuso e schivo, non sono certo il biglietto da visita ideale da presentare ad un coach NFL. Concludendo: ragazzo dai mezzi fisici-atletici strepitosi, che necessita di maggior peso per arricchire e completare la polivalenza tecnico-tattica che sa mostrare dentro la partita, sia contro il gioco on-the-field che contro quello aereo.
(Projection: 2°/3° round/ NFL Comparison: Daryl Smith, Jacksonville Jaguars)
5) Koa Misi (video), 3-4 OLB da Utah (Ht. 6’3”/ Wt.251)
E’ Tweener DE/OLB attrezzato di esplosività e movements skills d’eccellenza che, nonostante abbia una appena sufficiente familiarità con lo spot, potrebbe avere, anche se non nell’immediato, un buon impatto sulla National Football League. Il suo anno da “freshman” (2006) lo trascorre presso il Santa Rosa Junior College (California) dove sale in cattedra dentro al campo come RDE. Accetta la borsa di studio che lo porta l’anno appresso a studiare e giocare per l’Università dello Utah dove comincia la sua avventura con gli Hutes. Alla sua prima stagione, l’allora 260 pounder, è impiegato come Defensive Tackle: incide pesantemente nei successi degli 11 di difesa di Utah, con 67 tackles, 8 for loss e 2.5 sacks. Nel 2008 è finalmente locato esterno a destra nella linea a 4 dei red&white: da qui urlerà ancora contro la Mountain West Conference i suoi 68 tackles, 8.5 tackles for loss, 3 sacks e 3 fumble forzati. La continuità di questo californiano dal punto di vista della produzione è tremenda: ancora nella sua stagione da senior è capace di sfornare 71 tackles, 9.5 tackle for loss, 9.5 sacks e di nuovo 3 fumble, che gli valgono i più preziosi allori che la MWC può conferire.
Dirompente atleta, hard player tonante; impalcato su un frame potente e un upper-body di eccezionale forza, Misi sarà al piano superiore un pass rush ‘backer da 3-4 D dal sicuro rendimento. Attiva la sua aggressione sulla tasca partendo allo snap con la buona reattività prodotta da due passi lunghi e brucianti; usa la perfetta postura pre-impatto sul blocco per dare energia ad un primo pugno micidiale che sa aprire immediatamente il backfield di fronte a lui. Ha ottima velocità, agilità ed elasticità, per aggirare il T, voltare l’angolo, e portarsi con veemenza sul QB sul quale chiude in scioltezza anche downfield (anche se manca a volte di concretezza e velocità nella parte finale dell’azione). Deve però migliorare il suo pass-rush-arsenal se vuole essere “rushatore” importante nella NFL (del resto non ha una produzione in sacks da elite se si considera il livello medio di competitività della MWC). Power Tackler violento, spesso punitivo, Misi gioca una robusta fase di run stop: è qui dove mostra il meglio di se. Spinge ottimamente sulle gambe quando va in affronto al portatore che arresta con il nerboruto impatto della spalla e del petto. Avendo in possesso buonissimo istinto e sviluppata capacità di adattamento al gioco in progress, spinge costantemente al massimo il suo formidabile motore al fine di procedere con tempismo all’imbeccata anche del più elusivo e lesto ballcarrier; finisce la sua azione con un clean shot di spaventosa intensità. Mobilità laterale meravigliosa; il galleggiamento da lettura pre-action sempre sulle punte, gli consente, in attesa dello scatto ad avanzare, un ottimo timing di intervento sulla run-line nel traffico under tackle, così come nell’area periferica. Discreta la sua azione contro il pass play avversario: “droppa” con fluidità anche nel profondo e tiene bene il confronto in corsa col ricevitore (del resto ha registrato un ottimo 4,47 nelle 40 yards dash alla Combine), a cui può sabotare la presa dell’ovale avendo fantastica elevazione (38” nel salto verticale: eccellente se si considera la taglia). Buoni gli intangibili: carattere forte, capitano della squadra, grande etica del lavoro. In conclusione: ragazzo dalle enormi possibilità che potrebbe bene iniziare come special teamer, ma che dovrebbe svilupparsi sensibilmente fino a ritagliarsi il suo spazio al piano di sopra.
(Projection: 2°/3° round/ NFL Comparison: Anthony Spencer, Dallas Cowboys)
6) Eric Norwood (video), 3-4 OLB da South Carolina (Ht.6’1”/Wt. 242)
Personalmente credo che questo ragazzo sia davvero il più overrated dell’intero panorama dei players difensivi che si presenteranno al draft ‘10. Si discute parecchio circa la sua adattabilità nel giocare OLB in un front-3 tra i Pro, poiché pare, a leggere il parere di molti analisti, non avere le doti atletiche sufficienti per eseguire una costante, fruttuosa, run defense, e un quantomeno discreto pass defense cycle. Bene allora, diamo una veloce scorsa ai suoi numeri che, come noto, non diranno certo tutto del Gamecock, ma sicuramente non raccontano solo di opinioni. Nel suo anno da freshman (2006), Norwood gioca 13 partite come backup LDE e spara, come niente fosse, 30 tackles, 9.5 tackle for loss, ben 7 sacks e 1 Pbu (nominato First-Team Freshman All-American). Nel 2007 l’Head Coach è costretto, visto il folgorante esordio del #40, ha piazzarlo fisso in start line up come terminale di sinistra, obbligando così l’ex starter, Casper Brinkley, a posizionarsi End sul lato opposto. Nelle 12 partite disputate, mette a segno 69 tackles, la bellezza di 19.5 tackle for loss (school season-record), 6 sacks e 3 pass breakup (nominato dai coaches First-Team All-SEC). La stagione 2008 rappresenta la conferma della crescita continua del ragazzo ora utilizzato come “Bandit” DE: 75 tackles (49 solo), 14.5 tackle for loss, 9 hurries, ben 9 sacks (SEC leader), 1 Pbu e un Punt bloccato (4a-best season total nella storia del College; di nuovo First-Team All-SEC). Il suo anno da senior è ancora strepitoso: 81 tackles (!!!), 11.5 tackles for loss, 7 sacks, 11 hurries, 3 Pbu, 2 intercetti (di cui uno riportato in TD), 3 kicks bloccati, 1 fumble forzato e 1 recuperato (First-Team All-SEC; First-Team All-American; College Football Performance Awards). Con un totale di 29 sacks in carriera, Norwood diventa recordman di tutti i tempi nella storia di South Carolina per la specialità (abbatte il record precedente silurando in sack Jevan Snead, QB di Ole Miss). Come detto in precedenza quindi, le statistiche non offriranno il quadro globale e finito del giocatore, ma mi sembra che possano comunque certificare (visto anche che la SEC non è l’ultima delle Conference in fatto di competitività) la bontà di questo formidabile rush linebacker, che presenta tutti i carati di un “ammazza-quarterback” (e non solo) che farà traballare bruscamente la NFL.
Rapporto peso-altezza, e costruzione muscolare della parte inferiore del corpo, così come di quella superiore, fantastici per come omologano un player dalla compattezza e dallo spessore esaltante. Pass rusher istintivo (e per questo a volte indisciplinato), reattivo, Norwood spacca letteralmente lo snap volando dal 4-point-stance con una irruenza ragionata, che lo porta a frantumare il sigillo del blocco con una azione di grande potenza, mista ad un uso agile del corpo e delle mani ineguagliabili (pass rush package completo: rip, swim, e soprattutto, spin moves da elite). La straordinaria resistenza allo sforzo, garantisce lui l’uso continuato della leva costruita sulle corte braccia e coadiuvata da una forza di gamba a spingere stratosferica. Investe furente producendo l’urto che allontana con successo immediato dalla base il T (mostra tenace tenuta anche sotto la copertura in double teams). First punch vibrante; trova subito il punto d’attacco ideale; si libera del blocco e scappa per perforare il bordo del backfield lavorando efficacemente in appoggio e in compressione sul T con la spalla interna. Ottima la chiusura dell’azione sul QB su cui si porta con aggressività e velocità animale (mostra, tra l’altro, grande volontà di proseguire in inseguimento quando manca il primo aggancio). Run defender duro, che usa tutto il corpo (ma soprattutto la spalla) per concludere il suo prepotente big hit; individua con rapidità la run route e ha buon passo ed elasticità sufficiente, per braccare il portatore nel traffico con sicurezza (nonostante il suo gioco di piedi non sia ammagliante). I suoi limiti più evidenti sono tutti in pass coverage. Non ha grande velocità nello scivolare indietro in backpedal; fatica nei movimenti di torsione, e mostra un cambio di direzione inadeguato ad assecondare il ritmo della corsa avversaria. La limitata velocità rettilinea non lo agevola soprattutto in man coverage. Intangibili superiori alla media: ipercompetitivo, grande lavoratore, vocal leader dentro al campo e nello spogliatoio. In conclusione: player dalla continuità inaudita dentro la partita e dentro l’intera stagione; le sue mancanze tecnico-meccaniche nel difendere il gioco aereo, spingono per coltivare questo eccezionale ragazzo in un sistema difensivo con 4 linebackers, che prevede un rush play super aggressivo simile a quello giocato da Steelers, Ravens o Chargers.
(Projection: 2°/3° round/ NFL Comparation: James “Dobermann” Harrison)
7) Jason Worilds (video), 3-4 OLB da Virginia Tech (Ht.6’1”/Wt. 254)
E’ Junior DE che per ragioni legate alle misure e alla massa, slitterà in 3-4 OLB tra i professionisti. “Worlds”, così si pronuncia il suo cognome, inaugura la sua esperienza Ncaa (2006) con un brutto infortunio alla spalla (a seguito del quale verrà sottoposto a intervento chirurgico), che costringerà la squadra a farlo medical redshirt escludendolo così prematuramente dall’intera stagione (soltanto 2 presenze come backup DE/special teamer). Nella stagione successiva rientra e gioca, alle spalle dello starter LDE, 13 partite concluse con 17 tackles, 4.5 tackle for loss e 2.5 sacks. La season 2008 è quella della verità: nelle 12 partite disputate, questa volta da starter, mette in fila 62 tackles, la bellezza di 18.5 tackle for loss, 8 sacks e 1 Pbu, che lo consacrano second-teamer All-ACC. La sua ultima stagione con gli Hokies però segna un leggero declino in fatto di produzione statistica: scendono infatti a 49 i tackles piazzati in stagione, 11 quelli con perdita di yards, 4.5 sacks e 1 Pbu. Nonostante esca ridimensionato dalla season 2009, il 22enne nativo del New Jersey, decide comunque che per lui è il momento di provare il brivido della NFL rendendosi eleggibile per il draft ‘10.
Armato di una muscolatura nella parte superiore del corpo già rifinita, Worilds è pass rusher esplosivo, cattivo, violento e determinato. Impernia la sua pressione sulla tasca e sul QB, per mezzo di un affondo cementato sulla potenza del veloce e dirompente primo passo, che lo indirizza sul block che perfora con uno schiaffo e con un pugno d’attacco potentissimo (mostra un repertorio già completo di pass rushing moves). Veloce, agile e resistente; si apre bene il campo esternamente con un quick step elitario che gli permette di raggiungere rapidamente il centro del backfield dove riesce istintivamente a ghermire il QB. Anche se non ha grandissima velocità di chiusura, esibisce buonissima volontà, capacità e fiato, per inseguire backside e completare comunque l’azione. Hard player, wrap tackler di buona affidabilità, ma anche wood-hitter occasionale (3 fumble forzati nelle sue due ultime stagioni da starter Ncaa). Tiene bene il T o il TE durante la 1-an-1 battle; trova repentinamente con l’occhio la luce per lo stop della corsa e si allinea con buon equilibrio per assestare il colpo spesso portato frontalmente. Pass coverage tutta da scoprire (di certo non è il suo punto forte). Intangibili sulla media: buon lavoratore dal carattere solido e dalla competitività sempre a livello massimale. In conclusione: Worilds è pass rush linebacker da “30” front dal potenziale superbo e per questo intrigante. Benché la sua ultima season non abbia risposto alle aspettative, il ragazzo mostra un grande upside che potrebbe garantirgli la chiamata all’inizio della seconda giornata del draft.
(Projection: 2°/3° round/ NFL Comparison: Parys Haralson, San Francisco 49ers)
8) Thaddeus Gibson (video), 3-4 OLB da Ohio State (Ht.6’2”/Wt.245)
Altro Tweener DE/OLB Junior dall’atletismo superiore e dalla forza sconcertante, Gibson ha in questo ultimo mese guadagnato abbastanza mark-up (grazie anche ad una eccellente Combine) per provare a forzare il 2°round. Questo credito è forse dovuto più ai margini di crescita che il Buckeye sembra possedere in custodia, piuttosto che al suo odierno valore estrinseco. In linea teorica questo ragazzo spaventosamente ginnastico, dovrebbe completare in regime professionistico, il suo status attuale di one-dimentional player per esplodere totalmente ed essere competitivo al livello superiore. Il suo personale tabellino statistico è piuttosto magro: nei 4 anni con tOSU ha portato a termine 82 tackles, 25 tackle for loss, 10 sacks, 4 Pbu e 1 intercetto. Emerge bene però nel suo ultimo anno a Columbus con 45 tackles, ben 13 tackle for loss, 4 sacks, 1 Pbu e 1 intercetto, il che gli offre il grado adeguato per approcciare con ottimismo al draft.
Atleta straordinario dal grande frame complessivo, che monta un upper-body esclusivo (per quanto prometta l’aggiunta di libbre ulteriori) e una potenza nella gamba sbalorditiva. Velocità, agilità, feet-work e fluidità di movimento (soprattutto in linea orizzontale), assolutamente da Pro. Attua una buona fase di pass rush scattando dal 3-point-stance con eccellente reattività; ha la forza e la resistenza per lottare col T di turno, ma manca dei movimenti consoni per un DE/rush OLB, mostrando un ritardo tecnico consistente (ottimo però il suo swim move). Cerca l’aggiramento del blocco in agilità e sa aprire il gas per la direttrice periferica al fine di arrivare a tastare la QB zone. Non ha top speed in fase di chiusura (almeno per il momento), e anche in questo si giustifica la sua marginale produzione in fatto di sacks siglati in carriera. Solido run defender (potenzialmente potrebbe essere un big hitter fenomenale se solo sapesse convogliare tutta l’energia dinamica prodotta dal corpo, nell’unico punto di offesa sul portatore); copre con lestezza il buco scavalcando con le lunghe braccia il bloccatore per portare il suo wrap-up tackle in scioltezza. Non ha capacità diagnostica importantissima (insufficiente l’istinto; non una ampia conoscenza del gioco) utile ad individuare con prontezza il play e il suo neonato sviluppo on-the-field, ma l’esaltante meccanicità atletica permette lui di recuperare facilmente il tempo di intervento per mezzo di un cambio di direzione formidabile (giocato tutto sulle punte), e un controllo del corpo sempre adeguato in bilanciamento. Buon potenziale Pass defender in Pro game. Brillante individuazione delle pass lanes; scorre bene con un moving back leggero e sicuro, e ha il passo per controllare durante la corsa sia i ricevitori più veloci che quelli più fisici. Discreti intangibli. In conclusione: nonostante Gibson sia un super atleta, non ha ancora nelle corde il bagaglio tecnico e l’esperienza per essere un fattore immediato al piano di sopra. Talento grezzo da coltivare; margini di crescita spaventosi come 3-4 outside linebacker. Alla fine credo sia un giocatore dal giusto valore al 3° round.
(Projection: 3°/4° round/NFL Comparison: Shaun Phillips, San Diego Chargers)
Best of the Rest
9) Rennie Curran, WLB da Georgia (Ht.5’11”/Wt.235)
Undersize linebacker di grandissima produttività (in 2 anni da starter ha piazzato ben 245 tackles, 15 tackles for loss e 3.5 sacks), Curran è dotato di disarmante potenza ed energia nella parte inferiore del corpo che ne fanno sprinter lussuoso. Istintive Player; il baricentro basso gli permette una velocità in reazione allo snap, e un cambio di direzione per affrontare il ballcarrier avversario anche in campo aperto, a dir poco entusiasmante. Esplosive hitter; il grande equilibrio prodotto anche in condizioni di circolazione nel traffico, gli da l’opportunità di agire stoppando la run con coordinazione, angolo, e quindi potenza (eccellente upper-body se rapportato all’altezza). Pass defender discreto; buona lettura ed interpretazione delle intenzioni del QB; sa spostarsi con puntualità per agire in concretezza sulla zona di competenza incrociando bene la linea del receiver. Pass rusher/blitzer mediocre; non e mai stato utilizzato molto per offendere il backfield con continuità, e manca del bagaglio di movimenti utili a liberarsi da blocco per sfruttare in chiusura la sua brillantissima rapidità (in questo senso ha un grande materiale completamente inesplorato). Ottimi intangibili: buon carattere, competitivo, co-capitano della difesa dei Bulldogs. Fit ideale per giocare Will (mostra molte similitudini con Clint Session degli Indianapolis Colts) in un regime di 4-3 defense.
(Projection: 3°/4° round)
10) Dekoda Watson, WLB da Florida State (Ht.6’2”/Wt.226)
Giocatore con abilità atletiche ammalianti, con velocità di mani e piedi elitarie. Combattivo, aggressivo sulla LOS quando agisce in difesa della corsa, Watson usa bene la sua più che sufficiente forza del frame superiore, per colpire il portatore con un wrap-up tackle sicuro anche open field (184 i tackles in carriera; 32.5 for loss, 11.5 sacks). Zone e man coverage adeguati; scala bene (anche se non in profondità) e rispetta l’assegnamento con dedizione e scrupolo. Blitzer formidabile (nella sua ultima stagione da senior confeziona 6.5 sacks) anche se non completamente maturo di forza e pass rusher moves per sbaragliare il blocco; quando però trova subito la pista diretta per il QB, ha passo e velocità di chiusura mostruosa anche downfield. Intangibili sulla media: buon lavoratore, capacità di giocare in condizioni fisiche non eccellenti sempre con buona continuità e produttività. Per essere un buon progetto di 4-3 OLB al piano superiore deve assolutamente aumentare la massa. Player di grande futuribilità.
(Projection: 3°/4° round)
11) O’Brien Schofield, 3-4 OLB da Winsconsin(Ht.6’2”/Wt.221)
Player di discussa produttività prima del suo 2009. In carriera ha nel suo personale tabellino 110 tackles, 33 tackles for loss, 17 sacks, 4 fumble procurati, 1 recuperato; di questi, ben 62 tackles, 24.5 tackles for loss, 12 sacks, 3 fumble forzati e 1 fumble ricoperto, sono usciti nello strepitoso anno da senior con Winsconsin. Ragazzo quindi dal grandissimo upside che avrà molti occhi addosso al draft. Formidabile capacità ginnastiche; l’eccellente esplosività dalla base a 3-2 punti d’appoggio, gli consente di scappare dallo snap per cacciare il QB che sa afferrare e portare a terra per mezzo delle sue lunghe braccia. Buona visione del gioco on-the-field: cerca la traccia della corsa avversaria con grande vigoria spostandosi in linea orizzontale molto agevolmente, ma manca di coerenza nel bilanciamento e nella coordinazione piedi-mani per lavorare fruttuosamente nella mischia. Inconsistente Pass defender: pur essendo armato di lunghissime e ingombranti braccia, non mostra uno slittamento aback e una capacità di torsione, adeguata a produrre grande gioco in questa fase (ma appare comunque in grado di migliorarsi). Pass rusher spietato: è questo il suo maggior punto di forza. Low-height player, sfrutta le sue misure per colpire il bordo della tasca tuffandosi sotto la spalla del T e aggredire l’angolo di accesso alla QB zone (ottimo spin a rientrare per colpire il foro tra G e C); buona velocità di chiusura in sack anche in pursuit prolungato. Intangibili negativi: viene fuori da un terribile infortunio occorsogli durante il Senior Bowl (rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro) che lo terrà ai box per almeno 9 mesi. Naturale Tweener DE/OLB al piano superiore.
(Projection: 3°/4° round)
12) Perry Riley, WLB da LSU (Ht.6’1”/Wt.239)
Hard player intenso che goca una fase di run stop folgorante: al suo anno da senior ha sparato la bellezza di 97 tackles (40 solo; 57 assist), 4.5 tackles for loss, 5 Pbu, 1 fumble forzato, 1 recuperato, e 1 intercetto, che lo portano in questo campo a stare con i migliori della classe. Scarsamente istintivo (manca, tra l’altro, di una soddisfacente intelligenza applicata al gioco), ma ha reazione adeguata per riallinearsi sulla corsa in progress con discreta mobilità; non ha però una grandissima transizione orizzontale nelle gambe, e questo può escluderlo dal cuore dell’azione con facilità. Efficacissimo a prendere in inside la corsa: quando si scopre in leva dal block, sa trasferirsi implacabilmente sul ballcarrier per abbatterlo con un tackle solidissimo, spesso devastante. Lacunoso contro il pass: non ha tenuta dell’uomo in velocità; migliore in zone coverage. Pass rush pessima (soltanto 2 sacks in carriera con le Tigri della Louisiana). Buoni intangibili: leader silenzioso, ottimo lavoratore. Immediato impatto Pro come special teamer.
(Projection: 4°/5° round)
13) A.J. Edds, SLB da Iowa (Ht. 6’4”/Wt.246)
Two-dimentional player dai grandi occhi e dall’eccellente atletismo. Buona costruzione globale del fisico anche se manca di strepitosa forza nelle braccia (il che lo rende facilmente neutralizzabile quando va in leverage battle con l’OL-man) e nelle gambe. Ottima capacità di riconoscimento del gioco. Hard tackler: sa fluire meravigliosamente sideline-to-sideline per intercettare l’HB e piantarlo con un colpo duro a legare (226 tackles, 14 tackles for loss, in carriera). Uno dei Pass Defender migliori del lotto: cade agilmente in copertura a uomo sul TE o sul WR di turno, per finirli all’immediato arrivo dell’ovale con tempestività straordinaria; splendida zone coverage con sviluppatissime capacità di riconoscimento e ricognizione delle receiver routes, sul quale sa intervenire piazzando anche il big play (5 gli intercetti nel 2009; 4 i pass breakup). Non ha una fase di pass rush nemmeno degna di questo nome (solamente 2.5 sacks nei 4 anni con gli Hawkeyes): manca della robustezza nel punto d’attacco sul blocco, della velocità per tracciare l’arco esterno di entrata al backfield, e dell’intero pass rushing package. Ottimi intangibili: instancabile lavoratore, carattere maturo. Alla fine potrebbe essere anche un buon ILB da 3-4D.
(Projection: 4°/5° round)
14) Davis Dexter, 3-4 OLB da Arizona State (Ht.6’2”/Wt.244)
Linebacker monodimensionale, che usa tutta la sua forza per spaccare la OL e cacciare il QB. Abbastanza dinamico e rapido fuori dallo snap; gioca di leva e affonda con una stupefacente bull rush il marcatore diretto, mostrando buona tenuta dello sforzo e ferrea volontà di piazzare le grandi mani sul QB. Potrebbe essere un buon pass rusher al piano superiore, anche se lascia perplesso in paragone il calo di rendimento tra il 2008 e il 2009 in merito ai sacks messi a stats (11 sacks da junior; solamente 3.5 quelli firmati da senior). Solid tackler. Pass defender assolutamente inadeguato al regime Pro. Buoni intangibili: Hard worker, carattere mite.
(Projection: 5°/6° round)
15) Kavell Conner, WLB da Clemson (Ht. 6’1”/Wt.242)
Player dal buon istinto e dalla grande reattività. Produttivo wrap-up tackler che sa piazzare occasionalmente il colpo terrificante quando pianifica la battuta dall’angolo ideale di ingresso sul portatore (nei suoi 2 anni da starter ha scritto a tabellino 236 meravigliosi tackles). Inadeguato quando si sgancia dalla posizione per giocare la difesa contro i passaggi; marginale la velocità rettilinea e il cambio di direzione, per eseguire una man e zone coverage quantomeno sufficiente per gli standard Pro. Improduttivo blitzer (solo 3 sacks in carriera). Buoni intangibili: competitivo, duro, resistente.
(Projection: 5°/6° round)
16) Justin Cole, SLB da San Jose State (Ht.6’3”/Wt.241)
Longilineo tweener DE/OLB di grande versatilità che esce dall’esperienza collegiale con 193 tackles, 30.5 tackle for loss e 13 sacks. Buon frame complessivo; discreta fusione di atletismo e forza (anche se necessità di accorpare libre ulteriori nella parte alta del corpo). Sure takles che mostra qualche difficoltà in open field a causa della troppo rigida meccanicità deambulatoria. Buoni margini di crescita in fase di pass defense e in blitz zone. Buoni Intangibili.
(Projection: 6°/7° round)
17) Larry Hart, 3-4 OLB da Central Arkansas (Ht.6’1”/Wt.248)
Short-player dalle lunghe braccia e dalla buona compattezza. Tackler solido, sicuro anche in campo aperto dove sa far fruttare il suo micidiale cambio di direzione per imbeccare, anche sotto fake, il portatore più elusivo. Buona pass rush (21.5 sacks negli ultimi suoi 2 anni) e buonissimi margini di sviluppo come pass defender.
(Projection; 6°/7° round)