Draft Prospects 2010: Quarterback

Il ruolo più importante del Football moderno. Probabilmente non l’unico, di sicuro non il solo determinante, ma molto importante sì. Un’importanza accresciuta dalla storia recente del nostro amato sport, che dimostra come l’evoluzione del gioco, sempre più orientato ai lanci, abbia di nuovo riacceso i riflettori sul ruolo del quarterback. Un’importanza che ad inizio decennio era stata forse sminuita da franchigie vittoriose grazie a difese dominanti e senza un “regista” di primaria grandezza (Ravens, Bucs). Da allora, invece, sempre grandi protagonisti: Tom Brady, Peyton ed Eli Manning, Ben Roethlisberger, Drew Brees. E se è vero che la maturità per un QB si raggiunge con la giusta esperienza (intorno ai 28/29 anni, si dice), altrettanto vero è che nei draft di oggi si pescano i campioni di domani, quelli che scriveranno altre pagine del gioco. Vediamo chi sono quindi i prospetti più interessanti della classe 2010, quelli che tra qualche anno prenderanno, insieme a qualcuno già entrato in NFL ed a qualcun altro in attesa di entrarvi, il posto dei nostri attuali beniamini. Ricordiamoci tuttavia, che non è in una sola stagione, spesso neanche in due o tre season, che si scopre il reale valore di un QB: per uno pronto subito al grande salto (Ryan) se ne trova sempre più di uno che deve aspettare il suo turno sulla sideline prima di poter esplodere anche fragorosamente (Rivers). Ricordiamoci poi, che un grande prospetto si può trovare anche nel sottobosco dei programmi minori (Flacco), e che, in questo ruolo ancor più che negli altri, è facile presumere, erroneamente, che quel determinato prospetto non lo diventerà mai un “grande” e pertanto al draft lo si lascia ad altri, capaci magari di portarselo via con una “compensatory pick” da sesto giro, lavorarci bene con il proprio coaching staff, trasformarlo (ma sì!) in uno dei QB più dominanti della prossima decade di Football NFL…

Sam Bradford (video) (6-4, 235), redshirt junior da Oklahoma.
Il miglior prospetto di questo draft? Quantomeno il più sicuro. Ragazzo dalle qualità fisiche e mentali di prim’ordine, estremamente sveglio, competitivo. Grande tocco, eccezionale accuratezza nei passaggi. Veloce nel rilascio, paziente nel pocket, abbastanza rapido di piedi per riuscire ad evitare nel piccolo spazio la prima ondata di pass-rush pur non essendo uno “scrambler”. Dotato di buona visione, istinto, intelligenza, precisione. Riesce a far passare con tremenda accuratezza il pallone anche in “tight windows”, come vengono definiti dagli addetti quei piccoli spiragli concessi dalle strette maglie delle difese professionistiche della NFL. Ha un braccio più forte di quanto si pensi, in grado di effettuare ogni tipo di lancio, anche sul profondo, come peraltro ampiamente dimostrato al pro-day. Carriera NCAA fulminante. Dopo un anno redshirt (2006), è divenuto titolare piazzando una season da 3.121 yards, 36 touchdowns (single-season record per un frosh) con 8 int. Poi, da sophomore (2008) 4.720 yards, la bellezza di 50 TD-pass e 8 int. portandosi a casa l’Heisman Trophy che nell’anno precedente aveva solo sfiorato. Il suo noto infortunio a seguito di un sack contro BYU alla prima gara stagionale 2009, che ha poi richiesto l’intervento (spalla destra), ha segnato di fatto la fine della sua carriera universitaria oltre alla fine dei sogni di titolo per i Sooners. I principali dubbi sono quindi quelli relativi alla sua totale ripresa, alla durabilità, al saper assorbire colpi più duri tra i Pro e (seppur in secondo piano) al suo costante utilizzo nella shotgun del semplificato attacco Sooners. Certamente un suo primario impiego in un attacco “shotgun-prevalent” (similmente a quello utilizzato spesso dai Colts) potrebbe farlo rendere al meglio per il tempo necessario all’opportuno aggiustamento alla pro-style offense.
(draft projection: Top 10 pick)

Jimmy Clausen (video) (6-3, 222), junior da Notre Dame.
Super talento californiano proveniente dalla powerhouse prep school Oaks Christian di Westlake Village, dove in tre anni da starter ha prodotto 146 td-pass (record per lo stato della California) senza conoscere la parola sconfitta (record 42-0). Ha scelto Notre Dame anziché l’alma mater dei fratelli maggiori Casey e Rick (entrambi QB a Tennessee ad inizio decennio), per essere allenato da Charlie Weis e continuare a giocare in pro-style offense, partendo sotto il centro la quasi totalità degli snap. Anche per questo è considerato l’elemento più pronto uso del gruppo. Tre stagioni nei Fighting Irish, le ultime due da 3.172 e 3.722 passing yards con 25 e 28 TD-pass rispettivamente. Nell’ultima season anche 7 gare con più di 300 passing yards, un record per l’ateneo. Grandissima visione del campo ed istinto per un QB, sa riconoscere rapidamente i mismatches in copertura ed andare a colpirli con accuratezza. Buon tocco, ottima forza nel braccio. Può eseguire ogni tipo di lancio, anche quelli sul profondo con buona precisione. Pocket QB ma abbastanza rapido ed atletico da “scramblare” per il guadagno da primo down. Grande autostima delle proprie capacità, viene talvolta etichettato come “arrogante” poiché ha un po’ la tendenza a “pavoneggiarsi”. Ciò potrebbe rivelarsi un problema per assicurarsi le redini di uno spogliatoio, la stima ed il rispetto dei compagni e dei veterani soprattutto. Alcuni lo ritengono un prodotto già finito (un J.P. Losman o un Rex Grossman) con pochissimo upside. E’ anche l’altro lato della medaglia della sua grande esperienza nel sistema di gioco professionistico.
(draft projection: First round)

Tim Tebow (video) (6-3, 236), senior da Florida.
Uno dei più grandi quarterback della storia del college Football. Di sicuro il più vincente. Due titoli NCAA da protagonista. Nel 2006 da freshman come rushing-QB del sistema double-QB dei primi Gators di Urban Meyer. Nel 2008 (Offensive MVP) nel BCS Championship degli Heisman Trophy contro Sam Bradford ed i suoi Sooners. Il suo Heisman lo ha vinto nel 2007 (primo sophomore della storia a riuscirvi), con una memorabile stagione da 3.286 passing yards e 32 TD-pass più 895 rushing yards e altri 23 touchdowns. Nel 2009, a chiusura di un incredibile quadriennio, è stato capace anche di rompere il record della SEC per rushing-TD (57) che apparteneva a Herschel Walker. Ma proprio le caratteristiche da “runner”, la sua produzione nella Spread Offense di coach Meyer, il rilascio lungo quasi da “baseball player”, l’ampio caricamento in “throwing motion“, la meccanica di lancio imperfetta a partire dall’allineamento dei piedi, hanno aperto il campo alle sentenze relative all’impossibilità di poter fare di Tebow uno starting quarterback NFL. E allora? C’è chi lo considera ancora come un futuro TE visto il suo dimostrato atletismo, chi lo ritiene un possibile FB, magari il nuovo Alstott della lega. Peraltro, praticamente tutti hanno assistito, circa un mese fa, al pro-day di Florida in cui il “Quarterback” Tebow è apparso pressoché trasformato. A distanza di appena 20 giorni da un Senior Bowl ritenuto mediocre, è stato capace, lavorando sodo con alcuni apprezzati QB coach e OCs della NFL, di ricostruire quasi completamente la propria tecnica, le movenze sotto il centro, il drop-back e di lanciare pressoché ogni tipo di pallone, anche perché in realtà la forza nel braccio mancino non è mai mancata. Ragazzo ultracompetitivo, con rari intangibles, durezza mentale, instancabile etica del lavoro. Lontano dall’essere un prodotto finito, senza passing-skills naturali, ma con una terrificante voglia di vincere e di riuscire ed una grandissima comprensione del gioco. Ha eccezionale stazza e muscolatura per il ruolo. È duro, compatto, robusto. Abbastanza accurato nei lanci sul perimetro. La durabilità non dovrebbe essere un problema. Sa giocare anche sul dolore come ampiamente dimostrato al college. Ha un upside ignoto, che non dovrebbe farne un first-rounder. Tuttavia con ogni probabilità sarà over-draft considerato l’impressionante hype mediatico che si porta dietro, pure meritato da un certo punto di vista. Occhio ai Jaguars. Tebow è di Jacksonville ed è l’idolo di un’intera comunità con la vicina Gainesville. Apparentemente la franchigia non può uscire da questo draft senza di lui, certo purché abbia intenzione di mantenere radici nella Florida settentrionale… D’altronde Jacksonville non possiede scelte al 2° giro, mentre una sua chiamata alta al 1° round (in quel caso la 10ma assoluta) viene ritenuta perlomeno “azzardata”… Vedremo. Peraltro gli esperti ritengono che assisteremo ad un elevato numero di scambi in questo draft… Comunque sia, Tebow è uno dei nomi caldi del 2010… e vorrei vedere… chi non vorrebbe nella propria squadra “Superman”?
(draft projection: Top 40 pick)

Colt McCoy (video) (6-1, 216), senior da Texas.
Il quarto moschettiere. Dopo un anno redshirt (2005) nel quale peraltro Texas faceva rima con Vince Young, è diventato il titolare per quattro stagioni di una delle potenze della NCAA Football. Purtroppo per lui, nel quadriennio, pur facendo incetta di premi individuali, non è riuscito a portarsi a casa né l’agognato Heisman (due volte finalista), né il titolo nazionale. Molti si chiedono ancora come sarebbe andata la Finale BCS contro Alabama del 7 gennaio scorso se non fosse stato mandato subito al tappeto e in infermeria con una spalla fuori uso dal “placcaggio” di Marcel Dareus. Di sicuro in quel momento è finita la carriera universitaria di Colt McCoy ed iniziato il regno di Garrett Gilbert ai Longhorns. Colt è uno sveglio, estremamente accurato passatore, un sicuro di sé decision maker. Con il tempo e l’esperienza acquisita ha affinato la propria accuratezza anche nei lanci lunghi, dove peraltro onestamente sembra mancare di braccio, almeno quanto a potenza. Ha un rilascio rapido, è atletico e può effettuare diversi tipi di lancio in corsa, un’ottima qualità. E’ un vincente ed un ragazzo molto competitivo. Il suo fisico non è proprio il massimo nell’ottica NFL. Manca la muscolatura e la struttura per accrescerla. Non è il prototipo del pocket passer e soffre nella tasca specie quando viene pressato con costanza (vedere ad esempio contro Nebraska nella finale Big XII). Potrebbe invece essere un fit perfetto per la WCO e schemi affini, vista la sua abilità nel muoversi intorno alla tasca ed il suo atletismo. Durezza mentale, intelligenza ed altri intangibles sono qualità più che adeguate per farne un possibile starter oppure, nel peggiore dei casi, un validissimo backup.
(draft projection: Top 50 pick)

Tony Pike (video) (6-6, 223), senior da Cincinnati.
Un fenicottero. Alto, longilineo, magrissimo eppure sorprendentemente atletico. QB che sa muoversi molto nel pocket, anzi è una delle sue migliori qualità, unitamente ad una buona visione perimetrica del campo, al timing e all’anticipo che riesce ad avere nei lanci, all’accuratezza dei passaggi, anche in corsa. Ha un braccio discreto, da testare meglio sul profondo. Ai Bearcats, dopo essere stato greyshirt nel 2004 e redshirt nel 2005, ha trascorso altre due season (06-07) da terzo QB prima di avere l’opportunità di partire titolare (2008), anche a causa di un brutto infortunio patito dal QB Dustin Grutza ad inizio stagione. Da allora però ha saputo produrre bene nella spread offense di coach Brian Kelly (2.407 yards, 19 TD-pass e 11 int. nel 2008; 2.520 yards, 29 TD-pass e 6 int. nel 2009) pur non restando lontano da problemi di infortunio, che ha avuto spesso nel corso della carriera anche a causa della sua fragile struttura fisica (tra l’altro si è rotto l’avambraccio sinistro al quale sono stati applicati una placca con 6 viti…). Oltre alla durabilità, altri dubbi per il suo futuro tra i Pro derivano dalla capacità che avrà di adattarsi ad un gioco molto più veloce e di saper produrre anche in schemi tradizionali, diversi dalla familiare shotgun di Cincinnati.
(draft projection: second-third round pick)

Armanti Edwards (video) (5-11, 187), senior da Appalachian State.
Il nuovo Randle-El? Dopo aver fatto registrare un tempone sulle 40 yards al pro-day (4.4 sec.) molti scout ritengono che verrà draftato entro il terzo round… come slot receiver! Potrebbe diventare una fantastica arma tattica in NFL anche perché non si è mai dimostrato riluttante al cambio di ruolo. E pensare che aveva scelto Appalachian State (North Carolina, college FCS) pur di giocare QB, nonostante avesse scholarship a disposizione di importanti college BCS che lo volevano come WR. Due volte Walter Payton Award (miglior giocatore I-AA), due titoli FCS con i Mountaineers. Forse il principale artefice dello storico upset del season opener 2007, la sorprendente vittoria di Appalachian State ad Ann Arbor contro i Michigan Wolverines. In quella famosa gara, 3 TD-pass e 1 rushing TD, oltre al drive di 69 yards (senza timeout a disposizione) con cui condusse i suoi al FG risultato poi decisivo. Nello stesso anno (chiuso con il secondo titolo FCS consecutivo) la semifinale contro Richmond (poi campione nel 2008) da 495 total yards e 7 touchdowns (4 su corsa e 3 td-pass). Braccio forte e accurato. Grande rapidità, istinto, improvvisazione. Runner duro ed elusivo. Ha giocato in shotgun, in un semplificato sistema one-look reads della spred-option offense adottata dai Mountaineers. Onestamente difficile pensare ad un suo impiego alla posizione diverso da quello di mero backup e situational quarterback. Ha invece velocità, elusività, creatività ed abilità per diventare un valido slot receiver ed anche un buon returner, pur mancandogli esperienza in questo ruolo specifico.
(draft projection: mid rounds)

Jonathan Crompton (video) (6-3, 222), senior da Tennessee.
Pocket passer che ha prodotto la sua miglior stagione da senior nella pro-style offense dei Volunteers di coach Lane Kiffin (2.800 yards, 27 TD-pass, 13 int.). Braccio discreto, abbastanza accurato, specie su lanci in “rolling out” come mostrato nella gara contro Georgia, probabilmente una delle sue migliori prestazioni in carriera. Non ha molte movenze nel suo repertorio, non è rapido di piedi, non possiede una buona “escapability” nella tasca. Spesso non ha una buona vision delle coperture (soprattutto delle double-coverage, perché non vede il raddoppio del CB dal back-side o del safety alto che può così intervenire per la giocata). Eppure è uno dei QB che intrigano maggiormente gli scout per i suoi requisiti fisici uniti ad una già buona impostazione pro-style. Certo è un elemento su cui lavorare, ma la base c’è. La sua considerazione è poi ulteriormente cresciuta dopo la buonissima settimana avuta al “Texas vs. the Nation” all star game, dove è risultato tra i migliori.
(draft projection: mid rounds)

John Skelton (video) (6-5, 243), senior da Fordham.
Small school prospect considerato il nuovo Flacco vista la presenza importante, il braccio potente e la provenienza da un programma minore. Probabilmente però non ha la stessa competitività, abilità (specie nello scrambling) e durezza mentale del primo Flacco. Il livello della conference FCS dalla quale proviene (Patriot League) è poi verosimilmente ancor più basso di quella dalla quale veniva Flacco (Delaware – Colonial Athletic). Ha giocato prevalentemente in shotgun e anche lui dovrà imparare a reimpostare il suo gioco. Tuttavia possiede dei requisiti incredibilmente interessanti, come la possibilità di effettuare ogni tipo di lancio, anche quelli sul lunghissimo raggio, durezza fisica e strutturale (non è così facile da abbattere, specie per un tackler undersize – leggi blitz delle secondarie), durabilità. Prospetto da sviluppare e da seguire con attenzione. Dovrà soprattutto migliorare in decision making, accuratezza dei passaggi e dovrà sapersi adattare alla maggiore velocità dei games NFL.
(draft projection: mid rounds)

Levi Brown (video) (6-3, 229), senior da Troy.
Altro sleeper. Ha iniziato la carriera a Richmond (C.A.A., FCS) nel 2005, per poi trasferirsi dopo due stagioni a Troy (Alabama). Qui, dopo aver saltato un anno (2007) a causa delle note regole NCAA sui cambi di programma, ha condotto i Trojans a due titoli consecutivi della Sun Belt Conference (FBS) della quale è diventato (2009) l’unico player sinora in grado di lanciare per più di 4.000 yards (4.254) in una single-season. La migliore qualità di Brown sta nel rilascio del pallone, particolarmente rapido e compatto, ottimo per i ristretti tempi di lancio concessi dalle difese Pro. Inoltre, gioca con un senso di calma e freddezza nel pocket, qualità importanti sotto pressione. Ha una buona accuratezza nei pass, specie nelle distanze corte ed intermedie. Possiede comunque un braccio funzionale anche per il profondo. Lavoratore duro, determinato. Ha operato in shotgun e avrà presumibilmente bisogno di tempo per reiterarsi al gioco tradizionale e alle letture NFL. Ha intriganti intangibles, soprattutto durezza mentale. Le franchigie alla ricerca di un giovane backup da far crescere in sideline saranno molto interessate a lui.
(draft projection: mid/late rounds)

Jarrette Brown (video) (6-3, 224), senior da West Virginia.
Dual-threat quarterback alla Michael Vick o, meglio, alla Pat White (Dolphins) esattamente il player del quale è stato backup per tre stagioni ai Mountaineers prima di diventare titolare per il suo anno senior. Grande atleta, rapido nei movimenti laterali, veloce e agile fuori dal pocket dove risulta creativo e a volte pericoloso. Unisce queste qualità ad un braccio forte. È capace di lanciare in corsa ed ha un rilascio compatto e rapido. Ha poca esperienza (un solo anno da starter come detto). Anche lui viene da un sistema semplificato di one-look reads in zone-read spread-option offense. Potrebbe aver dunque difficoltà nella transizione al sistema Pro, sia per assorbire un playbook NFL (non è un gran decision maker), sia per impostarsi sotto il centro. Non è un passer particolarmente accurato. Chi lo prende deve sapere come utilizzarlo (Wildcat formation e affini).
(draft projection: mid/late rounds)

Dan LeFevour (video) (6-3, 230), senior da Central Michigan.
Il Tebow dei poveri? Forse. Unico player della NCAA ad avere registrato più di 12.000 passing yards e 2.500 rushing yards. Detentore del record FBS di TD complessivi in carriera con 150 (1 anche su una ricezione da 32 yards, quest’anno contro Northern Illinois). Ha condotto i Chippewas a 3 titoli della Mid-American Conference (2006, 2007, 2009). Titolare per 4 stagioni, ragazzo sveglio, competitivo, lavoratore duro. Ottimo fisico. Buona accuratezza nei lanci sul corto-medio raggio. Eccellente scrambler, con un’ottima agilità laterale, sa creare correndo. È un po’ meccanico nei movimenti di lancio. Ha un rilascio che talvolta appare forzato, quasi innaturale. Non sembra possedere forza nel braccio tale da consentirgli efficacia anche sul profondo. Anche lui proviene dalla shotgun, ma molti osservatori lo ritengono un prospetto non facilmente riciclabile per la pro-style offense e senza l’upside ritenuto adeguato per poterlo sviluppare. Ecco perché sarà meglio seguirlo…
(draft projection: mid/late rounds)

Jevan Snead (video) (6-3, 219), junior da Mississippi.
Ha iniziato il college a Texas (2006), ma essendogli preferito Colt McCoy per lo starting job decise di trasferirsi ad OleMiss dell’allora HC Ed Orgeron. Saltato un anno come da regolamento (2007), sotto la nuova guida di Houston Nutt (2008) ha prodotto un’ottima stagione nei Rebels con 2.762 passing yards, 26 td-pass e 13 int., più la vittoria nel Cotton bowl. Il 2009 doveva essere l’anno della definitiva consacrazione, specie dopo l’iniziale etichetta di antagonista n°1 per Tebow e Florida nella SEC. Invece la junior season non è stata altrettanto buona come la precedente (2.632 yards, 20 td-pass ma anche 20 intercetti), pur conclusa con una nuova affermazione al Cotton bowl, a causa soprattutto della simultanea partenza verso la NFL dell’angelo custode a OT, mr. “The blind side” Michael Oher, e del bersaglio offensivo preferito, quel Mike Wallace che tanto bene ha poi fatto nella sua prima stagione con i Pittsburgh Steelers. Snead ha stazza, forza nel braccio, discreto tocco e un rilascio fluido. Tuttavia spesso sembra giocare senza convenzione, è troppo incostante quanto ad accuratezza nei passaggi, e patisce moltissimo la pressione. Sotto questi aspetti, partite come quelle del 2009 contro South Carolina (33% di completi, Eric Norwood lo ha sdraiato 2 volte) e Alabama (32% di completi, 0 TD e 4 intercetti) sono state disastrose. Persino la sua comprensione degli schemi offensivi è stata messa sotto osservazione dopo alcune sue risposte “povere” nell’intervista della Combine. Insomma un QB su cui lavorare veramente tanto in prospettiva NFL ma con requisiti appropriati.
(draft projection: late rounds)

Per chiudere il quadro segnalo alcuni QB che potrebbero anche non essere selezionati, ovvero rappresentano dei progetti sui quali le franchigie NFL potrebbero decidere di scommettere un late round pick, ma con l’obiettivo dichiarato di lavorarci adeguatamente per un congruo periodo.

Mike Kafka (6-3, 225), senior da Northwestern.
Offensive MVP dell’East-West Shrine Game. QB ancora grezzo, titolare per una sola stagione in un programma (NW) che comunque ha contribuito a far crescere nella ultracompetitiva BigTen. Ha fisico, stazza ed abilità atletiche. Abbastanza accurato, lancia con ottime spirali ed i suoi palloni risultano facili da ricevere. Proviene da un sistema spread offense e deve migliorare come decision maker. Potenziale backup o n°3 QB.

Sean Canfield (6-4, 223), senior da Oregon State.
Pocket QB di buona stazza, che soffre però terribilmente la pressione. Meglio quindi se circondato da una OL forte. Discreta accuratezza nel corto e medio raggio. Ha giocato nel sistema offensivo dell’ex coach NFL Mike Riley che prevedeva numerosi lateral-passes (out, drag, hitch, bubble screen). Potrebbe perciò lottare per un posto in sistemi West Coast Offense. Esperienza da starter limitata ad una sola stagione, durability concerns (troppi infortuni in carriera) e produttività un po’ inflazionata dal tipo di attacco dei Beavers.

Tim Hiller (6-4, 229), senior da Western Michigan.
QB dalla notevole presenza fisica, che tuttavia sembra una statua nel pocket. Mobilità laterale pressoché nulla, anche a causa di due interventi ACL ad entrambe le ginocchia. La durabilità sarà sempre un problema e rischia di tenerlo fuori anche dal draft. Peccato, perché sembra un tipo sveglio, intelligente, che apprende facilmente gli schemi offensivi. Braccio discreto. Buona accuratezza soprattutto nel corto e medio raggio. Anche lui proviene da un sistema shotgun.

Daryll Clark (6-2, 235), senior da Penn State.
Quarterback atletico, forte fisicamente e dal braccio potente. Sa lanciare con accuratezza in movimento. Potrebbe produrre in una play-action offense dove forse riuscirebbe a capitalizzare le sue abilità atletiche. Deve migliorare tanto come decision maker. Comparison? David Garrard dei Jags, ho detto tutto.

Zac Robinson (6-2, 214), senior da Oklahoma State.
Atleta prima ancora che quarterback, rapido di piedi, gioca con grande intensità e competitività. Scrambler che sa creare in corsa. Braccio forte, in grado di lanciare in ogni zona del campo. Deve migliorare nei fondamentali, specialmente footwork e meccanica dei passaggi, concause di un’accuratezza spesso inconsistente. Dovrà lavorare duro se vuole ritagliarsi un posto come QB. Potrebbe altresì essere un progetto a wide receiver.

Max Hall (6-1, 209), senior da Brigham Young.
Undersize QB con grande temperamento e leadership skills. Rilascio rapido e compatto, accuratezza nei pass e un buon atletismo sono le qualità che possono farne un discreto backup per sistemi WCO. I suoi principali punti deboli sono i limiti di visione del campo, la mancanza di un braccio forte che gli impedisce di effettuare ogni tipo di lancio e l’inconsistenza sotto pressione. Una curiosità: è il cognato del TE Dennis Pitta (BYU) che quasi certamente verrà selezionato al draft.

Greg Paulus (6-1, 185), senior da Syracuse.
Playmaker..ehm, Quarterback atletico, rapido, che sa giocare sotto pressione. Scrambler con un grande braccio. Ragazzo sveglio. Undersize, ha bisogno di migliorare i fondamentali e non possiede un dropping back naturale. Non è pronto per contribuire da subito, ma gli intangibles ne fanno un candidato ideale come progetto a media scadenza.