Saints, nuovo tonfo. E Dallas getta la spugna
AFC East – New England non molla; Miami, quanti rimpianti
Con i Jets in bye, la giornata offriva due partite di grande interesse, New England a San Diego e i Dolphins impegnati in casa con Pittsburgh , oltre ai derelitti Bills impegnati in una difficile trasferta a Baltimore. Tutte e tre le partite si sono concluse con uno scarto minimo, e questa è una sorpresa non da poco visto che Buffalo ha incredibilmente costretto i Ravens all’OT.
Da segnalare soprattutto la prova di Fitzpatrick, QB dei Bills, che ha lanciato per 374 e 4 TD (11 TD nelle ultime quattro partite). Peccato per i Bills, unca squadra della lega ancora a quota 0, che avrebbero avuto enormemente bisogno di questa vittoria per il morale. Probabilmente, se continueranno a giocare come hanno fatto contro i Ravens, i loro tifosi non dovranno aspettare ancora a lungo per vedere un “uno” nella casella di sinistra….
New England (al momento miglior attacco dell’NFL quanto a punti segnati per partita, 29,5…) ha affossato buona parte delle speranze di San Diego di approdare ai playoff grazie ad una sudata vittoria fuori casa, complice anche un costosissimo FG sbagliato dai Chargers allo scadere. Complice la sconfitta di Miami in casa con Pittsburgh, la lotta divisionale potrebbe restare una questione a due tra New England e New York.
Discorso a parte merita la partita Pittsburgh@Miami, con annesso strascico di polemiche. La cronaca: con meno di due minuti da giocare, i Dolphins avanti 22 a 20 e un 3 and goal per Pittsburgh, Roethlisberger decide per la soluzione personale, lanciandosi verso la end zone. Toccato duro da Clemons, FS di Miami, il QB degli Steelers perde la palla, sulla quale si avventano numerosi giocatori di entrambe le squadre. Dalle immagini video non è chiarissimo cosa sia accaduto effettivamente dopo il fumble, anche se sembra che il linebacker dei Dolphins Ikaika Alama-Francis arrivi per primo sull’ovale. Dopo lunghe consultazioni, gli arbitri (che inizialmente avevano assegnato il TD agli Steelers) decidono per un 4&goal a Pittsburgh, non avendo chiara evidenza riguardo a quale dei due team ha ricoperto il fumble in end zone.
La chiamata lascia qualche dubbio (e ha alimentato molte discussioni anche oltreoceano), ma Miami deve almeno in parte recriminare per i propri errori. Avendo ricoperto 2 fumbles nei primi minuti di gara, sulle 22 e le 13 di Pittsburgh rispettivamente, la squadra di Sparano non è riuscita a capitalizzare che con altrettanti FG (che diventeranno 5 a fine partita), lasciando agli Steelers la possibilità di rientrare in partita.
Insomma, se Miami riuscisse a concretizzare i propri possessi con qualcosa di meglio di un FG, probabilmente a quest’ora avrebbe almeno un record di 4-2. Ogni tanto forse il pur ottimo (a mio giudizio) coach Sparano potrebbe rischiare qualcosina di più, mentre la sua filosofia sembra quella di “pochi, sporchi, ma subito”. Non sempre paga, e lo testimonia il fatto che, Browns a parte, il tuo attacco è il peggiore dell’AFC per punti realizzati…
Altro capitolo doloroso per Miami, non una novità anche in questo caso, il solito mezzo disastro dello special team che, dopo il FG del provvisorio vantaggio, non riusciva a fermare Emmanuel Sanders se non dopo un ritorno di kickoff di 48 yards, lasciando a Big Ben una ghiotta opportunità che puntualmente il veterano degli Steelers non si è lasciato sfuggire. Peccato, perchè andando sul 4-2 i Dolphins avrebbero messo un po’ di fiato sul collo a Jets e Patriots. Visto il livello medio dell’AFC, Miami dovrà faticare molto per trovare uno spazio ai playoff, e forse sarà decisiva questa nuova sconfitta contro Pittsburgh (quinta vittoria consecutiva contro Miami) per cacciare i Fins nuovamente fuori dai playoff. I tifosi dei Dolphins fanno gli scongiuri…
AFC North – Pittsburgh sugli scudi (ma con polemiche), Cleveland stupisce
Di Pittsburghgià si è brevemente accennato. Gli Steelers, ora come ora, sembrano la squadra più in forma della lega, e considerando che Big Ben è fresco di rientro e non al top della forma, rischiano di essere tempi duri per le avversarie.
Baltimore è sempre una delle squadre più forti della lega, con una difesa solidissima e un attacco ben bilanciato, ma appare non ancora al livello degli Steelers, come dimostra anche l’eccessiva fatica impiegata per battere i Bills. Dietro, staccate di 3 vittorie, i Bengals e i Browns.
Per Cincinnati le possibilità di riagguantare le due fuggitive cominciano a ridursi sensibilmente. Peccato per i Bengals, capaci di rimontare con i Falcons una partita che, a metà tempo, li vedeva sotto 24-3, fino al 25 a 24, per poi capitolare nel corso del quarto quarto, sprecando una buona occasione.
Quando l’inerzia del match sembrava virare a favore di Cincinnati, Owens toccava la sideline nel corso di un’azione che, diversamente, avrebbe portato i Bengals a 5 yard dalla meta e dal possibile pareggio. L’azione dopo, il fumble di Cedric Benson ha consentito ad Atlanta di chiudere una partita improvvisamente riaperta.
Peccato anche per l’ottima giornata di Palmer, capace di snocciolare statistiche più che rispettabili, con 36 su 50 per 412 yards e 3 TD. Per tacere del sempiterno T.O., che con una ricezione da 19 yards è diventato il quinto giocatore nella storia dell’NFL a toccare quota 150 TD ricevuti…
I Bengals, tra l’altro, oltre al difficile (anzi, improbo) compito di rimontare su Pittsburgh e Baltimore, devono guardarsi anche le spalle, dato che i Browns hanno compiuto l’impresa del giorno andando a sbancare il Superdome. In una giornata da incorniciare per Cleveland, Brees lancia 4 intercetti consegnando la partita agli avversari. Ma, al di là di aver capitalizzato sugli errori altrui, va dato atto alla squadra di Mangini di essere scesa in campo contro i campioni in carica con un atteggiamento spregiudicato, affatto rinunciatario, mostrando notevoli segnali di ripresa e facendo ben sperare i tifosi in una stagione quantomeno dignitosa.
E, soprattutto, di aver messo la creatività al servizio del gioco. Partendo dalla considerazione che se alleni i Browns e vai a giocare in casa coi campioni in carica, devi provare a inventarti qualcosa, Mangini ha chiamato ben tre “gadget plays”, uno più bello dell’altro, tutti e tre riusciti a meraviglia.
Per iniziare, al primo punt della partita, Joshua Cribbs ha lanciato all’indietro per Eric Wright, con un guadagno secco di 62 yards. Nel secondo quarto, nuovamente al punt sulla linea delle proprie 28 yard, i Browns hanno optato per un fake-punt con Reggie Hodges che, indisturbato, si è infilato nel bel mezzo del campo correndo per 68 yards. Infine, nel quarto quarto, su un terzo e cinque dalla shotgun, Hillis ha ricevuto lo snap per poi passarla a McCoy, con conseguente guadagno di 13 yard (e, ovviamente, primo down).
In totale, la “fantasia al potere” di Mangini ha fruttato 143 delle 210 yards complessivamente guadagnate dai Browns. Clamoroso… Certo, non tutte le domeniche i Browns potranno sperare di risolvere le partite in questa maniera, ma senza dubbio hanno divertito e dimostrato che, come sempre…di necessità, virtù.
AFC West – Si conferma Kansas City, crescono i Raiders (e i Chargers vanno a picco…)
Kansas City si conferma, dopo due stop consecutivi, con una prestazione convincente contro i Jaguars. Forse è stato un caso che i Chiefs siano stati l’ultimo team imbattuto della lega e difficilmente si può sostenere che siano la squadra da battere nell’AFC, ma KC corre e difende bene, e la non agguerrita concorrenza divisionale lascia molte chances di playoff alla squadra che potrebbe ancora migliorare nel corso della stagione.
Fa scalpore la roboante affermazione dei Raiders contro Denver, un 59 a 14 che rappresenta anche il record assoluto di punti della franchigia di Oakland.
Resta per chi scrive misterioso come Campbell, sceso in campo in sostituzione dell’infortunato Gradkowski, capace di una prestazione al di là dell’orrido nella partita contro i 49ers (8 su 21, 83 yards e 2 intercetti, con un rating imbarazzante di 10.7, il peggiore dei Raiders in 35 anni), sia stato capace di lanciare 12 su 20 per 204 yards, 2 TD e un rating di 127.9 contro Denver. D’accordo, la franchigia del Colorado sta attraversando un momento decisamente delicato, ma alcuni fenomeni restano quasi inspiegabili.
Sulla crisi dei Broncos, l’articolo apparso sul nostro sito qualche giorno fa a cura di Carlo è ampiamente esaustivo, e non ci dilungheremo oltre. Da segnalare, nei giorni seguenti, diverse prese di posizione dei giocatori dei Broncos a sostegno del giovane (e contestato) coach. In ogni caso, l’AFC West non ha ancora trovato un padrone certo: data l’incertezza che regna in questa division, tutte e quattro le squadre hanno ancora la possibilità teorica di raddrizzare la stagione.
San Diego, come detto, ha nuovamente sciupato un’occasione per rimettersi in carreggiata e, benché non ancora tagliata fuori, appare decisamente in difficoltà. In tutta onestà, il caso dei Chargers è uno dei più paradossali dell’NFL. Anzi, Norv Turner potrebbe tranquillamente stampare un best seller dal titolo “Come perdere cinque partite su sette avendo il miglior attacco e la miglior difesa della lega”. Parlando di yards guadagnate e concesse, infatti, San Diego è in cima alle statistiche della NFL. Possibile allora ritrovarsi con un record negativo del genere, che rischia di tagliarli fuori dai playoff? Possibilissimo, se detieni il record di turnover della lega (12) e quello di palle perse nella red zone avversaria (5).
Possibilissimo, se il tuo special team concorre in maniera decisiva alla sconfitta con i Patriots, consentendo a Julian Edelman di ritornare il punt per 34 yards e consegnando un’ottima posizione di campo per il successivo FG che darà la vittoria ai Pats. Senza parlare del FG sbagliato allo scadere, che avrebbe consentito ai Bolts di impattare sul 23 pari. D’accordo, si trattava di una distanza considerevole (50 yards) e l’ovale ha centrato i pali (ci si mette pure la cattiva sorte), ma sommando questi errori alla sfortuna, il risultato è quello sotto gli occhi di tutti.
AFC South – Tennessee accelera
Tennessee prova ad allungare, complice la giornata di riposo di Indianapolis e Houston. I Titans vincono una partita importante e non facile con gli Eagles, candidandosi ad essere la squadra da battere quest’anno nella AFC South grazie ad un record di cinque vittorie e due sconfitte. Un motivo in più per i Titans per sorridere proviene dal WR Kenny Britt, capace di stabilire la migliore performance della stagione in tutta la lega con 7 ricezioni per 225 yards. E dire che all’inizio della partita non era stato schierato come punizione per il suo coinvolgimento in una rissa in un bar…
Altro motivo di soddisfazione per Tennessee risiede nell’ottima prestazione di Kerry Collins, in campo al posto del convalescente Vince Young. Grazie al loro attacco e a una difesa capace di registrarsi contro gli Eagles nel corso del match, i Titans hanno potuto recuperare da un parziale di 19 a 10 per gli Eagles segnando 27 punti consecutivi.
Jacksonville perde piuttosto nettamente a Kansas City e al momento appare sicuramente la squadra meno forte della division. Ma i Jaguars hanno alcune attenuanti. Soprattutto se si considera che, per la contemporanea assenza di Garrard e del backup Edwards, Jacksonville ha dovuto schierare in cabina di regia Todd Bouman, terzo QB (e fuori dai pro la scorsa stagione). Fino all’errore dell’arrugginito veterano (38 anni per lui), Jacksonville aveva tenuto testa ai Chiefs restando in scia ad un punto. L’intercetto di Derrick Johnson (ritornato per 15 yards in TD) apriva la strada per il finale 42 a 20 che, però, sembra eccessivamente punitivo per i Jaguars. Aspettiamo di rivedere all’opera la squadra di Jack del Rio con Garrard nuovamente in cabina di regia. Il prossimo incontro vedrà la squadra in trasferta a Dallas. Di questi tempi, un avversario abbordabile…
NFC East – Dallas (e Romo) a pezzi
Se c’è una squadra in tutta la NFC che al momento appare in ottima salute, si tratta senza dubbio dei Giants, che hanno dato il colpo di grazia ai Cowboys andando a vincere fuori casa. Come se non bastasse, in casa Cowboys piove sul bagnato, con Romo fuori almeno per 8 settimane a causa di una clavicola rotta.
Dallas oramai, a meno di miracoli davvero improbabili, è già tagliata fuori dalla corsa per i playoff, e ciò che resta della stagione rischia di trasformarsi in un calvario senza fine. Ora che Jon Kitna guiderà l’attacco della Big D, si vedranno probabilmente più corse, ma forse era il caso di pensarci prima (infatti, con il peso dell’intero attacco sulle spalle, Romo ha mostrato i suoi limiti, posto che comunque un QB, per quanto talentuoso, non può esprimersi al meglio se il gioco non propone un’equilibrata varietà soluzioni offensive tra lanci e corse). E anche la difesa di Dallas, pur ricca in talento, ha palesato non pochi limiti, soprattutto nella secondaria, come testimoniano i 41 punti incassati contro New York nel monday night.
Ma, Dallas a parte, la situazione della division è tutt’altro che definita, visto che i Redskins, vittoriosi a Chicago, restano nella scia di New York e Philadelphia, pur perdendo contro i Titans, rimane a una lunghezza. Più che probabile che da questa division esca almeno una delle due wild card dell’NFC.
NFC North – Il ritorno (ma quanta paura..) di Green Bay
Green Bay esce dalla week 7 con qualche conferma in più, anche se la strada verso i playoff di una delle favorite della preseason è ancora lunga. Approfittando della concomitante sconfitta dei Bears in casa con Washington, i Packers si prendono con un anno di ritardo la rivincita sul “traditore” Favre imponendosi in casa 28 a 24 in una partita incerta fino all’ultimo, in cui fanno discutere un paio di chiamate arbitrali. Difficile dire con certezza dove finiscono i meriti di Green Bay e dove comincino i demeriti di Minnesota: i Vikings, come già detto in altre occasioni, non sono più quelli della straordinaria stagione dell’anno scorso, e non solo per un Favre a mezzo servizio (e ancora in dubbio per domenica, per l’ennesimo infortunio).
Chicago perde una buona occasione perdendo in casa con Washington, ma il dato più sconcertante (rispetto al quale il record di 4-3 dei Bears appare quasi un miracolo) è che i Bears hanno una striscia di 28 terzi down consecutivi non convertiti. Nelle ultime due partite e mezzo, i Bears hanno lanciato il 76% delle volte, portando ad una situazione enormemente sbilanciata e ad una prevedibilità assoluta delle loro soluzioni offensive. A questo va aggiunto, per completare il quadro, la grossa difficoltà in cui si trova la linea offensiva di Chicago, incapace di creare adeguati spazi per le corse (del resto, non chiamate dalla side line…) e, ancor di più, di proteggere il proprio QB (Cutler è stato sackato 31 volte quest’anno, record negativo della lega).
Secondo gli analisti NFL, uno dei problemi dei Bears risiede nell’eccessivo numero di schemi della linea offensiva dei Bears, il cui offensive coordinator, Mike Martz, pare sia arrivato all’esagerata cifra di 40, contro una media NFL di circa 20. Troppi meccanismi da oliare, probabilmente, e i Bears dovrebbero semplificare (e correre) un po’ di più, e lanciare un po’ di meno.
Una nota finale sulla division: data la mediocrità della NFC North, i Packers potrebbero trarne un grosso vantaggio in prospettiva playoff. Hanno perso già tre partite, sbagliando molto e mostrando molti limiti abbastanza inattesi (anche in termini di chiamate: come si diceva, Green Bay corre troppo poco, qualcosina di più si è visto contro Minnesota). Ma sono in testa alla division, in condominio coi Bears. Se hanno imparato la lezione, rischiano di crescere e perfezionare i meccanismi di attacco e difesa in tempo per la parte cruciale della stagione, capitalizzando sui propri errori. Un lusso che, di questi tempi, nella AFC sarebbe improponibile.
NFC South – I Browns ufficializzano la crisi di New Orleans (e di Drew Brees)
Oltre al successo dei Falcons contro Cincinnati e al clamoroso scivolone dei Saints in casa contro i Browns, ad aggiungere incertezza a questa division contribuisce la vittoria di Tampa Bay in rimonta contro i Rams.
Atlanta non ha ancora trovato piena continuità, e ha seriamente rischiato di buttar via una partita già vinta contro i Bengals, ma attualmente i Falcons sono la squadra più in forma della division.
Eccezionale la prestazione di Roddy White, WR di Atlanta, capace di 11 ricezioni per 201 yards (una delle quali con una sola mano, già pronta per il best of della stagione…) ed in grado da solo di incidere sulla partita più di quanto non abbiano fatto Ochocinco e Terrell Owens insieme per i Bengals.
Ottima anche la giornata di Matt Ryan, Ryan che con i Bengals ha avuto la sua giornata fin qui migliore, con 24 su 33, 299 yards e 3 TD. Con un attacco del genere, Atlanta è senza dubbio una delle realtà più interessanti dell’NFC, al momento.
Anche se le incertezze della difesa, che ha quasi consentito ai Bengals di riacciuffare la partita, lasciano qualche perplessità. Senza dubbio, tra le altre cose, sulla secondaria di Atlanta ha pesato non poco l’assenza di Dunta Robinson, ancora fuori dopo il terrificante scontro con DeSean Jackson degli Eagles la settimana precedente.
New Orleans invece apre ufficialmente la crisi andando a perdere fragorosamente (e nettamente) in casa contro i Browns. Al di là della magnifica partita di Cleveland e dalle straordinarie invenzioni di Mangini, a stupire, questa volta in negativo, è stata la prestazione di Drew Brees, che ha lanciato 4 intercetti decisivi nell’economia della partita. Probabilmente un incidente di percorso, ma per i Saints è già la terza sconfitta. Qualcosa evidentemente non va.
NFC West – Una poltrona per tre?
Seattle prova ad allungare, approfittando al meglio delle concomitanti sconfitte di Arizona e St.Louis. In un panorama non proprio edificante per l’NFC, la West sembra essere la division più debole, almeno per quanto visto fino ad ora. Cosa che lascia ancora chances sostanzialmente intatte sia ad Arizona che a St.Louis. Malgrado la sconfitta di misura contro i Buccaneers, continuo a pensare che i Rams abbiano i più ampi margini di crescita, anche se Seattle sta diventando un pretendente serio.
I Seahawks, per la prima volta con un record di 4-2 dal 2006, dovranno affrontare la perdita temporanea del LT Russell Okung, sesta scelta assoluta dell’ultimo draft, a causa di un nuovo infortunio alla caviglia.
Nell’attacco di Seattle, non proprio una fucina di punti, sembra promettere bene l’arrivo del RB Marshawn Lynch dai Bills, protagonista di una buona prova nella vittoriosa partita contro Arizona. Resta però da trovare maggior concretezza offensiva (Seattle ha il 24esimo attacco della lega nella red zone), visto che con i Cardinals la squadra di Pete Carroll, pur beneficiando di tre turnovers degli avversari (saranno cinque alla fine del match) rispettivamente sulle 2, 11 e 16 yards, ha capitalizzato solo un TD e 2 FG.
Per le prossime partite, peserà senz’altro l’infortunio occorso al DT Brandon Mebane, cosa che è già costata a Seattle una netta perdita di efficienza della difesa sulle corse nella partita pur vittoriosa contro i Cardinals.
Arizona invece, oltre ad una difesa più che ballerina, è lungi dall’aver risolto i problemi del dopo-Warner. Senza contare che 5 turnover a partita non ti fanno andare molto lontano…
San Francisco continua a peggiorare, lasciando sul campo la vittoria persino con i (fino ad ora) sempre perdenti Panthers.
Articolo di Antonio Portanova
Foto: NFL.com