Una Leggenda per salvare un’altra Leggenda.
Mentre impazza la post-season tra partite al cardiopalma, sorprese incredibili e finaliste dell’ultimo Super Bowl che tornano a casa, ci sono squadre che sono in cerca della propria identità e del proprio futuro e possibilmente del nuovo head coach.
I Denver Broncos, reduci dalla peggior stagione della propria storia, non fanno eccezione e il proprietario Pat Bowlen ha deciso di nominare il mitico John Elway vicepresidente responsabile del settore football, in pratica un plenipotenziario per ricostruire da zero la squadra.
Elway, reduce da una dozzina di anni da imprenditore di discreto successo nel mercato degli autosaloni e dei ristoranti, ha trovato anche il tempo di dirigere i Colorado Crush nell’Arena Football League, vincendo per altro un titolo nel 2005. Ora torna alla ribalta nella NFL e, a giudicare dalla conferenza stampa di oltre un’ora della scorsa settimana, con un entusiasmo con pochi eguali. I tifosi dei Broncos sperano che l’uomo della provvidenza in 16 straordinarie stagioni di football giocato, possa diventare l’uomo della provvidenza anche dietro a una scrivania. Come sappiamo pochi grandi giocatori del passato hanno poi continuato a mietere successi anche in giacca e cravatta; certo il percorso professionale di Elway è stato notevole anche dopo il football giocato, tuttavia si sa quanto sia complicato dirigere una franchigia NFL, soprattutto se, come in questo caso, sia necessario ripartire bonificando il terreno e riscavando perfino le fondamenta.
Elway ha deciso di dare un’altra chance al general manager Brian Xanders, virtualmente nullafacente da due anni dato che, come sottolineato sia dallo stesso Elway che dal propietario Pat Bowlen e dal presidente Joe Ellis, l’ineffabile McDaniels faceva tutto da solo, cacciando assistenti dove poteva, o riducendo a una condizione vicina al mobbing quelli che non poteva licenziare direttamente.
Le difficoltà dell’operazione hanno già cominciato a palesarsi nell’immediato. Due anni fa il posto di capo allenatore dei Broncos fu letteralmente preso d’assalto da un esercito di coordinatori di difesa e attacco, che volevano intraprendere l’avventura in una delle squadre più talentuose e piene di storia della NFL. Oggi succede esattamente l’opposto. Elway sta tentando disperatamente di trovare allenatori che però inesorabilmente rinviano a data da destinarsi i colloqui o addirittura rifiutano l’offerta ancor prima di sedersi al tavolo delle trattative. Prima Jim Harbaugh che ha preferito i 49ers, poi l’offensive coordinator degli Atlanta Falcons Mike Mularkey che ha rimandato a data da destinarsi il colloquio, nonostante avendo la settimana libera, avrebbe potuto secondo le regole parlare del nuovo lavoro, e infine Gregg Williams defensive coordinator dei campioni uscenti, che ha addotto improbabili quanto ridicole ragioni famigliari per non spostarsi da New Orleans. I Broncos sono diventati come quelle ragazze con cui esci una volta e dopo un appuntamento disastroso fai di tutto per non incontrare più, inventando le scuse più improbabili, tipo: “sono rimasto chiuso nell’autolavaggio”.
La verità che tutti conoscono, ma nessuno può dire nell’ambiente Broncos, e che nessuno ha il coraggio di dire nell’ambiente del giornalismo NFL, è che i Denver Broncos non attirano più nessuno. L’assoluto disinteresse al posto di capo allenatore dei Broncos si può imputare a diversi fattori come i possibili problemi con lo sviluppo di Tebow, l’ingombrante personalità di Elway e la pressione che i tifosi a Denver hanno sempre messo su tutti gli allenatori. Tuttavia questi sono solo elementi aleatori che non giustificherebbero questa sequela di porte in faccia al neo vicepresidente Hall of Famer. La realtà purtroppo è molto più cruda, concreta e dolorosa.
La realtà è che la gestione McDaniels è stata come il trattamento che Roma riservò a Cartagine alla fine della terza guerra Punica. Cartagine fu demolita, data alle fiamme e per “sicurezza” cosparsa di tonnellate di sale sui suoi campi per impedire qualsiasi possibile futura rinascita.
McDaniels ha preso tutti i giocatori di talento che Shanahan aveva reclutato in 5 anni di draft e free agency, gente come Cutler, Marshall, Scheffler, Hillis, e li ha cacciati per contropartite tecniche ignobili come il presunto QB Brady Quinn, o per scelte nei draft utilizzate in maniera inverosimile, ad esempio prendendo il CB Alphonso Smith (che quest’anno ha piazzato 5 intercetti e un fumble forzato), acquisito sacrificando una prima scelta e ceduto dopo una stagione per la settima scelta dei Lions, ovvero il fratello scarso del TE dei Patriots Gronkowski .
Come se non bastasse Scipione McDaniels ha imbottito la difesa di giocatori vecchissimi con stipendi altissimi, vedi Brian Dawkins che dopo una prima bella stagione, nell’ultima ha denunciato tutto il peso dei suoi 36 anni, o come Andre Goodman, Jamal Williams o lo scarto dei Ravens Justin Bannan. Per ironia della sorte l’unico attempato campione, ancora su livelli di assoluta eccellenza, che varrebbe la pena di tenere, ovvero Champ Bailey sarà il più probabile partente in questa difficile off-season.
I Broncos si trovano ora pieni di costosissime carneadi ormai prossime alla pensione ed escludendo Bailey e sperando nel pieno recupero di Dumervil, con talento prossimo allo zero su entrambi i lati del campo. Questo è il vero motivo per cui tutti i coach contattati hanno inventato scuse per non accettare l’incarico. L’unico che pare abbia dimostrato un barlume di interesse è per ora John Fox, allenatore di sicuro valore ex Panthers, che ha portato quasi 10 anni fa Carolina al Super Bowl e che però negli ultimi anni non ha fatto certo bene.
E’ una situazione inedita nella storia dei Broncos. I due storici allenatori di successo della squadra del Colorado, Dan Reeves e Mike Shanahan, non partirono con questa disastrosa situazione. Il primo raccolse i resti della Orange Crush Defense e poi fu straordinario ad aggiungerci Elway, Mecklenburg, Atwater, Sharpe e company. Il secondo dopo il breve interregno Phillips ereditò i campioni di Reeves aggiungendoci poi Davis, Smith e gli altri elementi che hanno portato Denver al titolo.
Oggi servirebbe un Jimmy Johnson o un Bill Parcells prima maniera, uno in grado di ricostruire da meno di zero una squadra. Tuttavia per i motivi citati, nei prossimi 3-4 anni non sarà possibile il minimo errore di valutazione, perchè lo spazio di manovra è ridottissimo e proprio per questo poche persone hanno il coraggio di rischiare la propria reputazione in un’impresa ai limiti dell’impossibile.
Per tutte queste ragioni Elway dovrà sudare sette camicie, a partire dall’acquisizione del nuovo head coach, per cui buona fortuna John, i tifosi dei Broncos si affidano a te per l’ennesima rimonta.
Va bene, l’abbiamo capito. McDaniels è un incrocio tra Attila e Hitler, e tutto il destino infausto dei prossimi 2 secoli dei Broncos, sarà unicamente, totalmente colpa sua. D’ora in poi, però parliamo pure d’altro.
Rispettiamo le opinioni di tutti, ma di cosa parlare non lo facciamo decidere ad altri. Grazie per il tuo commento.
Posto che la mia opinione su McDaniels descritta esaustivamente in questo articolo è condivisa da circa il 100% degli analisti NFL negli Stati Uniti, ti informo che fino ad oggi ho scritto 72 articoli in questo sito e solo 3 di questi riguardano il peggior head coach della storia dei Denver Broncos, equivalente al 4% della mia produzione “giornalistica”. Non so se sei tifoso dei Broncos o di altre squadre, di qualunque squadra tu sia tifoso, devi essere contento dato che nessun altro proprietario assumera mai più questo incompetente come capo allenatore. Avevo in mente di chiudere definitivamente con questo argomento, ma questo commento mi fa venire voglia di analizzare quanto sia facile fare l’offensive coordinator, con il miglior QB della lega i due migliori WR della lega e la miglior linea d’attacco nel pass blocking della lega. Ci penserò. P.S. ringrazio la redazione per l’appoggio.
Concordo pienamente con quanto riportato nell’articolo. Mi piacerebbe invece conoscere l’opinione dell’autore (e di altri tifosi dei Broncos) sulla possibilità che uno come Tebow, con i noti e comprensibili limiti attuali, possa paradossalmente essere l’ideale in un contesto in cui la generale mancanza di talento nel roster potrebbe essere compensata più da un QB anomalo ma vincente e con personalità da trascinatore piuttosto che da un QB più tradizionale già tecnicamente formato.
La mia opinione avendo visto Tebow, nelle 3 partite e mezza che ha giocato da vero qb in questa stagione è che sia molto meglio di quanto in un primo tempo paventato da molti analisti. E’ evidente che non si sta parlando nè di Tom Brady, e nemmeno di uno tra i primi 15 qb della nfl al momento, tuttavia sono clamorosamente emerse due caratteristiche che l’ex heisman ha in quantità industriali: la leadership e la capacità di mettere punti sul tabellone anche improvvisando.
Posto che come hai giustamente fatto notare anche tu, la quasi totale assenza di talento nell’attacco dei Broncos è ormai sotto gli occhi di tutti, credo che John Elway abbia centrato in pieno la considerazione su Tebow. Con una giusta guida tecnica e con un cast di supporto decente, Tebow che è un ottimo giocatore, potrà diventare anche un grande qb.
Se vogliamo scendere nello specifico, la scarsa accuratezza sul corto, cosa che molti avevano imputato a Tebow, io non l’ho notata se consideriamo che si tratta di un rookie. Quello che invece ho notato è la scarsa velocità della palla sui passaggi medio lunghi e questo gli deriva sicuramente dalla ormai celeberrima e alquanto originale meccanica di lancio.
Per chiudere brevemente, Tebow ha tutte le doti fisiche e caratteriali per essere un grandissimo, mentre è molto indietro sugli aspetti tecnici e sull’abitudine a giocare in un sistema d’attacco professionistico. Fox e McCoy hanno fatto sembrare per più di una stagione Delhomme un grande qb, chissà che non riescano anche con Tebow, considerando che il livello di talento di base è clamorosamente superiore.