Week 3: Stanford, una bella vittoria e una grave perdita.

Terza settimana di College Football che ha regalato alcune grandi prestazioni individuali nell’ambito delle partite in cui sono state protagoniste le università californiane. Hanno vinto ancora (partenza dunque 3-0) California, USC, Stanford e San Diego State, le ultime due imponendosi su atenei di Pac-12 Conference. Fresno State, non senza fatica, ha battuto North Dakota (FCS – Great West Conference) ottenendo così la prima vittoria stagionale. Ancora sconfitte invece per San José State (0-3) e soprattutto UCLA (1-2), che ha iniziato nel peggiore dei modi questa “last call season” per coach Rick Neuheisel.

Partiamo dai Cardinal, impegnati a Tucson per l’opener di Pac-12 contro Arizona, che hanno portato a casa una vittoria convincente (37-10) ma con l’amaro in bocca per la perdita “enorme” di Shayne Skov, uno dei migliori inside linebacker del panorama universitario, infortunatosi al ginocchio sinistro per quello che poi si è rivelato un season-ending injury. All’inizio del 2° quarto di gioco, il fortissimo LB di Stanford è stato sfortunatamente travolto dal WR Juron Criner, appena placcato da un compagno, ed il suo ginocchio si è piegato in maniera innaturale causando una lacerazione del legamento esterno. La perdita di Skov, vocal ed emotional leader nonché leading tackler e principale run-stuffer della difesa di Stanford, rappresenta un duro colpo alle tangibili speranze dei Cardinal di contendere per il titolo di Conference ovvero all’ambizione di partecipare per il secondo anno consecutivo ad uno dei BCS Bowls. A risentire della sua assenza dovrebbe essere in particolare la run-defense, che non ha sofferto più di tanto contro Arizona, squadra il cui attacco è a dir poco “monodimensionale” (appena 51 le yards su corsa prodotte dai Wildcats, per una media stagionale di 58 yards, 115° posto nella FBS…), ma che sarà messa a dura prova da offense più forti sotto questo aspetto, in primo luogo ovviamente la zone-read run-option di Oregon. Tuttavia, già la gara contro UCLA (che ha nelle corse la principale arma offensiva) tra due settimane a Stanford (1° ottobre, mentre il 24 settembre c’è un provvidenziale “BYE” per i Cardinal) dovrebbe dare indicazioni interessanti al riguardo. Per la sostituzione nel ruolo (ammesso che si possa “sostituire” un giocatore con le qualità di Skov) le opzioni sono rappresentate dal redshirt sophomore Jared Lancaster (subentrato sabato scorso) e dal redshirt freshman A.J. Tarpley, ma nel proseguo della season dovrebbe entrare nel mix anche il true freshman James Vaughters, autore contro i Wildcats di uno dei 5 sacks prodotti ai danni del QB Nick Foles. D’altronde Shayne Skov esplose nel 2009 proprio da true freshman, quando ebbe l’occasione di sostituire l’allora titolare Clinton Snyder, out per un infortunio che terminò in anticipo la sua stagione. La speranza dei Cardinal è che i giovani rimpiazzi sappiano farsi trovare pronti. “It’s a big loss for our football team, but we have great leadership on defense from players such as Michael Thomas, Delano Howell and Chase Thomas. We’ve also recruited very well recently, and now it is time for guys to step up”, le parole dell’ HC David Shaw.

Tornando alla partita di Tucson, ottima la prestazione di Andrew Luck (20/31 per 325 yards) che nel secondo tempo ha lanciato 2 td-pass, rispettivamente da 16 yards (“rollando” in corsa verso la sideline di destra) per iI TE Zach Ertz, e da 34 yards per l’altro TE Levine Toilolo che stavolta ha fatto davvero bene (4 ricezioni per 102 yards) entrando in sostituzione di Coby Fleener, uscito a sua volta nel 1° quarto dopo un colpo alla testa. Una conferma della grande rilevanza del pacchetto di receiving TEs negli schemi di Stanford è la statistica dei td-pass lanciati nelle 3 partite finora disputate: ben 7 sui 9 passaggi vincenti sono stati ricevuti dai tight ends.

La leadership messa in campo da Luck contro Arizona, specie nella seconda parte del match, ha contribuito non poco a tramutare un confronto apparso addirittura in bilico al termine del primo tempo (16-10 il risultato, con due FG peraltro sbagliati nel 2° quarto dal kicker dei Wildcats) in una supremazia di gioco evidente, grazie all’efficiente e bilanciato attacco dei Cardinal che ha prodotto alla fine567 yardscomplessive.

Dopo la prova “disattenta” a Durham contro Duke, l’offensive line si è comportata egregiamente non concedendo assolutamente nulla alla pass-rush di Arizona (0 sacks, 0 TFL, 0 QBH) e aprendo varchi importanti per le running plays, soprattutto del RB Stepfan Taylor, autore della miglior prestazione in carriera (153 yards in 22 portate) nonostante non sia andato in touchdown. A varcare l’endzone ci hanno invece pensato i compagni di reparto Jeremy Stewart e Anthony Wilkerson, quest’ultimo convertendo un 4&1 sulle 24 avversarie con una misdirection play corsa sulla sideline di sinistra fino in fondo alla fine del 1° quarto.  

Al Qualcomm Stadium di San Diego c’era invece il pubblico delle grandi occasioni (57.286 persone, record all-time di regular-season per l’ateneo) e gli Aztecs non hanno voluto deluderlo battendo (42-24) i Cougars di Washington State, prima affermazione contro una squadra di Pac-12 dal 1995 (California), contro un’affiliata a conference BCS dal 1999 (Kansas) e soprattutto prima partenza 3-0 stagionale negli ultimi 30 anni (1981).

Gara a dir poco elettrizzante, con WSU che conduceva di 10 lunghezze (14-24) all’inizio del terzo quarto di gioco e con SDSU che ribaltava totalmente l’incontro segnando gli ultimi 28 punti (4 TD, 3 nell’ultimo periodo). Protagonista assoluto del match il sophomore RB Ronnie Hillman (191 yards in 32 portate con 4 rush TD) autore anche di un touchdown da 59 yards che ha rotto l’equilibrio a metà ultimo quarto. È l’ottava volta (su 9 gare oltre quota 100 yards) che Hillman supera le 150 yards prodotte su corsa in una partita. Davanti a lui in questa speciale classifica per SDSU c’è solo l’Hall of Famer NFL Marshall Faulk (16 volte, 1991-93). Ottima anche la prova del QB Ryan Lindley (21/37 per 273 yards, 2 td-pass, 1 int.) che ha trovato due volte in endzone (25 e 21 yards) il giovane TE Gavin Escobar (che avevo già segnalato in week 1) autore di un’altra notevole partita. Lindley ha così superato quota10.000 yards su passaggio ed è solo il secondo QB della storia degli Aztecs (il primo fu Todd Santos,11.425 yards nel periodo 1984-87) e solo il terzo QB in attività (gli altri due sono Kellen Moore di Boise State e Case Keenum di Houston) a raggiungere tale traguardo.

Washington State aveva iniziato alla grande, con un td-pass da 80 yardsalla prima azione dallo scrimmage del bravo QB Marshall Lobbestael (sostituto dell’infortunato Jeff Tuel da week 1) per il fantastico WR Marquess Wilson (6 ricezioni per236 yards e 2 rec. TD). Nel 2° quarto, Lobbestael (20/42 per368 yards, 3 td-pass, 2 int.) aveva connesso anche con Isiah Barton (23 yards) per il vantaggio WSU (14-17) sul quale si era chiuso il primo tempo. Ancora Marquess Wilson aveva quindi bissato in TD, con un’altra incredibile corsa da78 yards dopo una ricezione all’inizio del secondo tempo (14-24).

La probabile svolta dell’incontro si è avuta nel corso del 3° quarto, quando già avanti 24-14 WSU forzava gli Aztecs al punt ma un roughing the kicker sull’eccellente Brian Stahovich, ed il conseguente automatico primo down, consentiva a San Diego State di proseguire nel drive concluso dal primo dei td-pass di Lindley per Escobar che riapriva completamente la gara (21-24). Da quel momento soprattutto, encomiabile l’effort prodotto dalla 3-3-5 defense di coach Rocky Long che alla fine registrava ben 9 TFL con 6 sacks e 2 intercetti, entrambi del senior CB Larry Parker che metteva a referto anche 1 FF e 1 break-up pass. In attacco si scatenava invece ancora Hillman, già autore di 2 TD nel corso del 1° quarto di gioco, che nell’ultimo periodo prima trascinava i suoi fino al 1-yard TD (28-24) con il quale chiudeva un drive in cui faceva praticamente tutto lui (anche una ricezione da25 yards), e poi, dopo un fumble forzato su un sack a Lobbesteal in pieno territorio SDSU, si inventava quel sensazionale slalom da59 yards che di fatto indirizzava la contesa. Sabato prossimo (24 settembre) SDSU è attesa dal rendez-vous con l’ex HC Brady Hoke nella cornice della Big House di Ann Arbor dove incontrerà i Michigan Wolverines (3-0).

A Pasadena (Los Angeles), i Bruins hanno invece ospitato Texas per la rivincita della gara di Austin di un anno fa, che aveva visto primeggiare UCLA (34-12). Scenario, prestazioni e risultato finale completamente ribaltati in questa occasione, con i giovani e agguerriti Longhorns che si sono presi una più che convincente rivincita, espugnando il “Rose bowl” per 49-20. Assolutamente sbagliata (col senno di poi) la scelta di coach Neuheisel di far partire ancora titolare a QB l’injury prone Kevin Prince, sulla presumibile scia della prestazione offerta da questi nella partita dello scorso anno, quando i Bruins avevano vinto prevalentemente correndo la palla e controllando il tempo, mettendo in aria il pallone in appena 9 occasioni. Stavolta Prince ha dovuto lanciare 7 volte nel 1° quarto rimediando 3 intercetti, convertiti in altrettanti touchdowns dagli avversari. Richard Brehaut gli è subentrato nel 2° quarto (8/19 per 150 yards alla fine per lui) e successivamente è stato dichiarato prossimo starter per i Bruins dall’Head Coach, ma è innegabile che UCLA ha il proprio attacco guidato dalla rushing offense, tant’è vero che da due drive condotti in prevalenza via terra sono arrivati i due TD di Derrick Coleman che l’hanno tenuta in partita a tratti, seppur alla debita distanza di due possessi.

La difesa invece ha avuto un’altra inopinabile debacle concedendo 488 yards totali, delle quali 284 su corsa. Considerata prima dell’inizio della stagione un punto di forza della squadra, onestamente non può permettersi di produrre prestazioni “imbarazzanti” come quella di sabato scorso. Volendo oggi assegnare ad una squadra di college la definizione “struggling defense”, non si può non andate con UCLA. Le statistiche della NCAA parlano chiaro: su 120 teams FBS è al 108° posto nella nazione in rushing defense, al 100° posto in total defense, al 103° posto in scoring defense e al 111° posto in tackles for loss. Statistiche davvero incredibili considerando oltretutto che alcuni tra i migliori elementi di questa squadra (DT Cassius Marsh, LB Patrick Larimore e SS Dietrich Riley, giusto per fare un nome a reparto) sono difensori. Ciò che finora è mancato, a parte le indubbie difficoltà iniziali nell’eseguire gli schemi del nuovo DC Joe Tresey, è l’efficacia contro le corse. I Bruins hanno un’evidente difficoltà a tirar giù i ballcarriers avversari al primo contatto, concedono una valanga di yards aggiuntive e c’è chi ritiene che questo problema derivi dai pochi allenamenti effettivi svolti nel tackling in offseason, per via delle attività “soft” che sarebbero state imposte dal coaching staff per evitare quegli infortuni cruciali avuti nelle precedenti stagioni.

Non bastasse questo, il nuovo QB di Texas Case McCoy, fratellino di Colt, ha letteralmente vivisezionato la pass-coverage di UCLA per una gara da 12/15 per 168 yards e 2 td-pass alla prima da titolare. Il WR D.J. Grant ha ricevuto i primi tre TD della carriera (l’ultimo dal WR Jaxon Shipley, altro fratello d’arte..), mentre il frosh RB Malcolm Brown ha corso per 110 yards in 22 portate, con un TD. Gli altri touchdown su corsa sono stati messi a segno dai senior Fozz Whittaker (2) e Cody Johnson, ma è evidente che i Longhorns sono adesso una squadra nuova, fresca, che crescerà ulteriormente. Nei Bruins invece, va citata la prova del punter Jeff Locke che ha calciato tra i pali i primi due FG della carriera e pure da distanza notevole (49 e51 yards). Sabato prossimo si va a Corvallis ad affrontare Oregon State per la prima di Pac-12, ma serviranno una prova e una convinzione del tutto diverse. La sedia di coach Neuheisel, da hot che era ad inizio stagione, sta iniziando a prendere fuoco…

Le altre partite:

Presbyterian @ California 12-63

Allenamento pirotecnico all’AT&T park di San Francisco per i Golden Bears che stravincono contro il piccolo college (1.200 studenti circa) di Clinton (South Carolina) ora in FCS (Big South Conference) ma appena 5 anni fa in Division II. Zach Maynard lancia 15/25 per 215 yards con 3 td-pass e 1 intercetto, il RB Isi Sofele corre 105 yards in 17 portate con 2 TD ed il true freshman Brendan Bigelow ritorna il kickoff del secondo tempo per 88 yards direttamente in endzone. La difesa ha vita facile e tiene gli avversari a 48 yards totali. Il safety Sean Cattouse registra 2 intercetti. Curioso che i due TD dei ‘Blue Hose’ arrivino entrambi dal CB Justin Bethel, che riporta in endzone un punt bloccato da 17 yards oltre all’intercetto su Maynard dalle 29 (PAT e 2 point convertion falliti). Per coach Tedford è la 75° vittoria con i Bears, record all-time per gli HC dell’ateneo. Sabato prossimo impegno a Seattle contro Washington per la seconda gara stagionale di conference (1-0).

Syracuse @ USC 17-38

Southern California vince ancora al Coliseum, stavolta contro gli Orange. Grande prova del QB Matt Barkley (nominato Offensive Player of the week per la Pac-12): 26/39 per 324 yards, con 5 td-pass per altrettanti ricevitori (Ellison, Woods, Telfer, Lee, Grimble). La difesa tiene le corse di Syracuse a 73 yards. Altra buona prestazione dei due giovani OLB, i redshirt freshmen Dion Bailey (SLB, 9 stops e 1 sack) e Hayes Pullard (WLB, 7 tackles). Bello il trick play degli Orange per il momentaneo 10-24 nel terzo periodo, un lancio di28 yards del WR Lemon per l’altro WR Chew. Sabato si va a Temple ad affrontare Arizona State.

Nevada @ San José State 17-14

Non riesce agli Spartans il comeback sui Wolf Pack nell’opener di WAC per entrambe le formazioni. Il DB di Nevada Duke Williams intercetta un potenziale passaggio da TD (su un 3&9 a 1:10 dal termine) inteso per il WR Chandler Jones da parte del backup senior QB Matt Faulkner (10/19 per 131 yards e 1 int.) decretando la sconfitta di SJSU. Faulkner, entrato nel corso del 3° quarto al posto del titolare sophomore Dasmen Stewart (autore a sua volta del primo TD su corsa da 28 yards di San José State), ha comunque fatto bene nell’ultimo periodo, guidando gli Spartans nel drive che ha portato al TD del RB Brandon Rutley che aveva ridotto lo svantaggio sul 14-17.

North Dakota @ Fresno State 22-27

Nella prima gara al Bulldog Stadium di Fresno, Derek Carr (11/17 per 235 yards e 2 td-pass) e compagni rischiano più del dovuto contro North Dakota (FCS – Great West Conference, dal prossimo anno in Big Sky) ma alla fine riescono a vincere grazie ad un 1-yard rush TD del RB Robbie Rouse (110 yards in 27 portate e 2 TD) che “vola” sopra il muro della line avversaria nell’ultimo periodo, al termine di un drive condotto quasi interamente dalle sue corse. Indubbiamente vistoso il calo di concentrazione dei Bulldogs dopo i due profondi lanci iniziali di Carr per il WR Jalen Saunders trasformati in altrettanti TD, da 86 e 52 yards rispettivamente, il più lungo dei quali al primo snap della gara. Occorre rimarcare che la offensive line ha avuto problemi nel corso della partita, scaturiti anche dall’esigenza di apprendere in campo nuovi compiti e differenti posizioni (4 su 5 elementi hanno dovuto giocare in un ruolo diverso come conseguenza degli infortuni occorsi nelle prime due partite), specie nel contenere l’ottima difesa 3-4 dei Fighting Sioux. La defense di Fresno State invece continua a concedere big-plays improponibili sulle corse (come il primo TD da 70 yards del tailback Jake Miller – autore di 145 yards in 21 portate e dei 3 TD di UND – nell’azione immediatamente successiva al secondo TD di Saunders). Il primo tempo si era chiuso sul 21-9 per Fresno State, ma poi nel 3° quarto la situazione veniva interamente capovolta, con North Dakota che andava 2 volte in TD e passava sorprendentemente a condurre nel punteggio (22-21). A quel punto, con lo spettro di un’impensabile sconfitta e tra i boos dei tifosi, tutta la squadra rendeva (prima in attacco, poi in difesa) il massimo per arrivare alla fondamentale W, facendo così ottenere a coach Hill il 9° successo su altrettante gare disputate contro compagini FCS. Da sottolineare un’altra rimarchevole performance del DT Logan Harrell, premiato dalla CFPA (College Football Performance Awards) quale miglior Defensive lineman della nazione per la week, grazie alla sua prova career-high da 11 tackles (4,5 TFL) e 1,5 sacks. Sabato prossimo si va a Moscow (Idaho) a sfidare i Vandals per l’opener di WAC.