GLI ULTIMI QUATTRO G-MAN

Ce li hanno fatti sospirare per tre giri della ruota, ma alla fine, dopo aver scelto il talento puro (sulla carta) e la velocità, ecco arrivati i pezzi da 90 (fisicamente parlando).

Adrien Robinson (TE),  Brandon Mosley (OT), Matt McCants (OT) e Markus Kuhn (DT).

Se innesti sulla linea offensiva erano richiesti a gran voce un po’ da tutti dopo la dipartita sportiva di McKenzie e qualche nome (Boothe, Beatty, Brewer…) sul quale non è che ci siano poi tutte queste garanzie per il futuro, ecco due OT che potenzialmente potranno giocarsela e fornire le necessarie alternative. Certo, nessuna garanzia è data, ma confido nella solita frase di rito usata dai commentatori: “Talento da sviluppare”. Ma è anche vero che la usano per tutti i giocatori draftati, quindi…

Più curiosità desta la scelta di Robinson. Con l’acquisizione di Martellus dai cugini texani qualcuno pensava che il ruolo fosse coperto (un indizio era stato anche passare sopra a Fleener), ma evidentemente le condizioni di Ballard, il futuro incerto di Beckum e un Pascoe ormai destinato al ruolo perenne di fullback, non faceva dormire sonni tranquilli. Colpisce la stazza di Robinson, in puro stile Coughlin, amante di TE che abbiano la capacità e la forza di bloccare prima che le mani per ricevere.

Dell’ultimo scelto si sa poco, se non che ha la capacita sia come pass-rusher che come run-stuffer e che è ‘grezzo’, ma buon prospetto. Sfido chiunque a non esserlo a settimo giro.

Faremo in futuro una disamina più approfondita sul draft, considerando anche come si sono comportati i cugini di division.

Ora si apre il ballo degli undrafted e la dirigenza si concentrerà lì per arrivare a quell’ottantina di elementi da portare al camp e dai quali estrarre i titolari per la prossima stagione.

Molti snobbano gli undrafted pensando che col draft i giochi in buona parte siano fatti.

Per fortuna ai Giants abbiamo un certo Victor Cruz a ricordarci che non è così.