Stanford… e 4!

Quattro, consecutive. 4-0 Cardinal. E’ la corrente striscia vincente di Stanford nel rivalry contro Southern California. Stavolta senza shoot-out (37-35 e 56-48 dopo 3 OT, i risultati più recenti) e senza Fortuna. “Quattro, zitti e a casa”, viene subito da pensare alla maniera italica, come il popolare gesto delle 4 dita mostrate agli avversari facendo poi il segno di andare, uno sfottò reso però celebre più da qualche famoso protagonista del nostro sport nazionale, che non dai ragazzini universitari d’oltreoceano della palla ovale.

Quattro, come le 4 sconfitte rimediate dal senior QB di USC Matt Barkley contro Stanford nel suo quadriennio collegiale: una discussa ancorché plausibile prossima first overall pick 2013 che così non conterà alcuna vittoria in carriera contro l’unico ateneo NCAA che annovera 4 quarterbacks chiamati alla prima scelta assoluta in un draft della NFL.

Quattro, come 4..9’ers, quelli di San Francisco, trenta miglia all’incirca a nord di Palo Alto, dove coach Jim Harbaugh, partito giusto da qui con un ancor più clamoroso upset a domicilio ai danni di USC (2007), sta tramutando una gloriosa quanto decaduta nel recente passato franchigia NFL nella più seria contendente NFC al prossimo Superbowl, edificando un prodigio sulle basi di una difesa solidissima, la stessa che il DC Vic Fangio aveva per primo improntato proprio a Stanford tre anni or sono. Una defense di impostazione 3-4 che presenta (“arguably”, aggiungerebbero là) il miglior pacchetto linebackers di tutto il panorama collegiale, oltre ché (finalmente!) una secondaria tanto giovane e inesplorata quanto talentuosa e a mio parere molto sottovalutata. Difesa certo, con la D maiuscola (che poi è la 4^ lettera dell’alfabeto..) che ha tenuto a 26 yards su corsa (in 28 portate) la run-offense pro-style di Lane Kiffin e che ha controllato in modo quasi impeccabile il famigerato ‘gioco aereo’ di Southern California, quello che può schierare 2 tra i migliori wide receivers dell’intera NCAA (Robert Woods e Marqise Lee – ndr), cui non è stato concesso neppure un touchdown. Zero, come i td-pass lanciati da Barkley (che in due gare ne aveva invece lanciati 10) e come i punti segnati dai Trojans in tutto il 2° tempo del match di sabato scorso.

Quattro, come i 4 sacks prodotti dalla linea difensiva dei Cardinal (1 a testa per gli OLBs Chase Thomas e Trent Murphy e per i DEs Ben Gardner e Josh Mauro) ai danni dello stesso Barkley, che assieme ai ben 12 TFL (3.5 di Gardner, Defensive Player of the Week di Pac-12 – ndr) sono l’indizio principale che la DL di Stanford si è letteralmente mangiata la offensive line dei Trojans, anche dall’interno dove il junior NT David Perry ha scherzato con il redshirt freshman Cyrus Hobbi, schierato peraltro ‘centro’ per l’indisponibilità di Khaled Holmes infortunatosi alla caviglia nella gara contro Syracuse.

Quattro, come i 4 intercetti in 4 drives consecutivi che hanno chiuso il primo tempo, 2 per parte con i primi 3 in fila alla primissima azione, che senza alcun dubbio hanno movimentato lo spettacolo offerto nel soleggiato pomeriggio californiano, ma che nella sostanza non sono costati nulla, né da una parte né dall’altra, in termini di risultato. E 4 come pure i break-up pass messi a referto dal nuovo strong safety Jordan Richards (autore inoltre di uno degli intercetti di giornata e di 1 TFL da 13 yards) che ha voluto dimostrare di non essere assolutamente da meno dell’altro sophomore compagno di reparto, il free safety Ed Reynolds, che aveva rubato il proscenio nelle prime due gare stagionali pizzicando 3 palloni e riportandone uno in TD contro Duke per 71 yards. Ora anche Richards (guida la speciale classifica NCAA dei passes defended con 9 –ndr) ha all’attivo 3 intercetti in 3 partite. E questo a Stanford è un dato sorprendente, considerato che è il totale prodotto dal FS Michael Thomas (leader di squadra) in tutta la stagione precedente.

Tre allora, come anche le 3 ricezioni a testa dei tight ends Levine Toilolo e Zach Ertz, che ancora rappresentano il fulcro offensivo del gioco aereo, con il secondo autore del touchdown decisivo nell’ultimo periodo, guarda caso terzo TD di Stanford, che ha così rovesciato lo svantaggio registrato nel primo tempo (7-14), generando se non il più eclatante quantomeno il principale upset settimanale nel College Football.   

Tre, come le 3 tipiche ma sempre efficaci azioni dei Cardinal che hanno prodotto una segnatura in endzone (una long-run da power-offense, una caratteristica giocata in screen e un lancio sul TE schierato a SE) e visto il risultato finale (21-14) per questa volta pazienza se sono stati sbagliati altrettanti Field Goal (due mancati dal Kicker Williamson, lo stesso che sbagliò al Fiesta bowl, uno bloccato dal safety di USC T.J. McDonald).

Tre, soprattutto come le prime 3 partite giocate da Stanford senza Andrew Luck, il quarterback più vincente della sua storia, e dire che da queste parti possono vantarne un altro che ha giocato addirittura 5 Superbowl NFL rimanendo poi indelebile nella memoria (John Elway, QB a Stanford dal 1979 al 1982 – ndr). Lo so, ormai Mister ‘Luck’ è volato ad Indianapolis e bisogna farsene una ragione, d’altronde sembrava quasi scontato che continuasse con quella maglia la carriera di questo straordinario campione. Se infatti i ‘Ferri di Cavallo’ portano davvero ‘Fortuna’, in quale altra franchigia sarebbe potuto andare se non ai Colts, dato che là sono stampati persino sul casco i riconosciuti portafortuna horseshoes?

Due, come i 2 touchdowns del senior running back Stepfan Taylor che ha corso per 153 yards in 27 portate (con un rush TD da 59 yards) oltre a ricevere 5 palloni per altre 60 yards (con un rec. TD da 23 yards), una delle migliori performance della week. Le sue prestazioni settimanali saranno la cartina di tornasole della produttività della offense e ci diranno molto della season dei Cardinal. Stepfan ha inoltre tanta voglia di dimostrare che vale una chiamata nei primi due giorni del prossimo draft e la valutazione delle sue evoluzioni pure in tale ottica sarà tra i temi rilevanti di questa annata, dunque pazienza (arriverà il suo momento) se a quel RB freshman di nome Barry Sanders hanno deciso verrà ‘redshirtata’.

Due, sono le 2 leggende a quarterback di Stanford cui sopra ho appena accennato, dopo i quali passare a parlare di Josh Nunes come successore nel ruolo mi sembra quasi di commettere un reato. Il ragazzo di Upland (San Bernardino County, Southern California… – ndr) svolge il suo onesto compitino (15/32 per 215 yards con 2 td-pass e 2 int.) e ce la mette tutta per non far rimpiangere Luck suo predecessore, anche se nel primo tempo stenta davvero tanto e commette più di qualche grossolano errore. Nel secondo invece migliora e ricerca sempre la migliore soluzione, anche se talvolta sembra proprio lui il primo a rendersi conto che è davvero dura provvedere a tale sostituzione. Nunes è comunque bravo almeno in un paio di occasioni: quando ‘smarca’ Taylor (tra fine terzo e inizio ultimo quarto) con lo screen-pass che vale il pari e nell’offensive drive successivo (inizio quarto periodo) quando vede il miss match su Ertz per il TD decisivo. Vuole confermare sul campo la scelta dell’HC David Shaw e onestamente ci prova; alla fine però i miei dubbi su di lui restano, forse troppo condizionati dall’evidenza che non potrà mai essere la stessa cosa.   

Uno, come 1 adesso compare nella casella delle W di Conference grazie a questo sorprendente successo nell’opener di Pac-12, per certi versi quasi insperato, ma per quanto visto in campo assolutamente meritato. Una come la week di sosta che prevede il calendario per ciascuna squadra collegiale, e guardando la schedule ti accorgi che ai Cardinal tocca proprio in questo fine settimana, poi arriverà anche la prima trasferta stagionale. Sarà a Seattle contro Washington, si giocherà il 27 di questo mese (giovedì prossimo, sarà trasmessa da ESPN America – ndr), è il primo scontro di North Division e che sia imperdibile per gli amanti della Pac-12 è palese. Con Stanford inserita addirittura nella top 10 del ranking nazionale (AP), un altro successo, ma solo in apparenza, non parrebbe nulla di speciale. Invece, nonostante i recenti confronti con gli Huskies dicano il contrario (striscia 4-0 Cardinal; nel 2010 a Seattle Luck condusse i suoi ad uno shutout per 41-0, mentre l’anno scorso a Palo Alto i Card realizzarono ben 615 yards di total offense, record di ateneo – ndr), stavolta bisognerà giocarsela, perché sarà molto più valido e agguerrito l’avversario.