L’ULTIMO DEI NEURONI (BLU)

Per questa domenica le coronarie, e soprattutto il fegato, sono in salvo.

La settimana del Santo Bye è piombata addosso al tifoso Giants come una manna, nell’illusione che possa risolvere qualcuno del miliardo di problemi che affliggono i Big Blue. Lo ammetto, trovare il Santo Graal mi avrebbe reso meno felice. Anch’io sono fra gli illusi che spera che qualche ingranaggio ingrani dopo un novembre da incubo.

Ciò non vuol dire che non ci sia nulla da raccontare nella Grande Mela.

1) Come la morte, le tasse e una tetta di Belen su qualche rotocalco, ecco puntuale e immancabile la polemica costruita ad arte. L’elemento preferito? Eli, of course. Dopo sei o sette partite giocate da urlo (che però non contano, chiaro) ne bastano tre giocate da schifo per far ripartire tutte le sirene. Ma Eli Manning, è un elite QB o no? Si apre il dibattito e la cosa divertente è che a lanciarlo sia stato Phil Simms, molto poco aziendalista e riconoscente. Il buon Phil ha disquisito a lungo sull’argomento (in effetti in tutta la Lega non stava accadendo altro, quindi…) e in soldoni si può riassumere con un: è un buon QB e basta, al massimo; gli elite QB sono altri. Ammesso e non concesso che ciò sia vero o meno (ormai il discorso ha la freschezza di un etto di stracchino lasciato nel Sahara per una settimana), in un momento di difficoltà simile è proprio quel che ci voleva, detto poi da un ex Giants… Amo fare il malpensante, e quindi la prima cosa che mi è venuta in mente è stata: ehi, Phil, ma se ti consideri un elite QB, non trovi un po’ incoerente criticare chi ha stracciato tutti i tuoi record in casa Big Blue e che ha vinto i tuoi stessi anelli (giocando entrambi i SB, non come te)? Brutta cosa la gelosia…

2) Curiosità: dopo i Falcons siamo la squadra con meno penalità della NFL, peccato sia servito a poco nelle ultime uscite. Altra curiosità: Dallas, Phila e Washington sono le tre peggiori. Noi della NFC East non ci facciamo mancare nulla.

3) Si fa un gran parlare del problema rookies. La domanda che più o meno tutti si fanno è: ma perché non giocano? Ora, storicamente a NY i giovani vengono preservati molto e, a meno che non esista una situazione drammatica in qualche reparto, difficilmente vengono gettati nella mischia alla come viene viene. Il grande quesito in particolare riguarda Wilson, che ha visto pochi palloni sul gioco di terra ed è stato limitato ai ritorni su kick off. E qui c’è una piccola polemica perché le voci sussurrano che abbia un grosso problema sui blocchi, dato che prevalentemente sviluppiamo il gioco aereo, e malgrado tutto, Bradshaw dà più affidabilità sotto questo aspetto. Reese caro, ma quando l’hai scelto non sapevi che era di piccola taglia? Non conoscevi le sue caratteristiche di elusività e rapidità, più che di fisico e potenza? Comunque sia, altro aspetto su cui si dibatte molto sono le prestazioni di Doug Martin, scelto da Tampa una casella prima di noi. È ridicolo fare paragoni per un semplice motivo: Martin gioca e Wilson no. Per quel che ne sappiamo Wilson potrebbe essere più forte, va’ a sapere… E veniamo a Randle, talento poco usato anche se ha dimostrato di essere in grado di farsi trovare pronto e avere ottime mani. Qua il suo scarso utilizzo lo capisco di più considerando chi ha davanti, e inoltre il nostro è un coaching staff che adora l’usato sicuro quindi anche Hixon gli è davanti. Terza scelta: Hosley. Talento, velocità e mani rapide, ma indisciplinato. Anche lui ha mostrato quel che può fare, ed è un bel work in progress per il futuro. Degli altri ci sono scarse tracce, ma confido sul lavoro che stanno facendo. In fondo, ragazzi, bisogna anche seminare ogni tanto per poter poi raccogliere, no?

4) A proposito di scelte al draft, quel che ho appena scritto è inesatto perché il tedescone scelto alla settima si è fatto valere eccome, prima di infortunarsi. A questo proposito gli va dato un 10 per lo spirito. Il giorno dopo l’infortunio ha scritto su Twitter: “James Bond reminds me of myself when I was 17. Good old times!” – Markus Kuhn.

5) Per un altro motivo il bye è stato un’ottima cosa: in questa settimana a NY tutti i media si sono concentrati sui Jets e Tebow.

6) Da giorni mi sforzo di non guardare le rimanenti partite della schedule. Ma lì sono e come fai a ignorarle? Soprattutto penso che quando sei la 25ma difesa sui lanci e dovrai incontrare Rodgers, Ryan e Brees, sfido chiunque a essere ottimista. Le uniche speranze sono di ritrovare un minimo di gioco offensivo, vedere Eli giocare con brio grazie anche alle chiamate di Gilbraide e, soprattutto, non starsene in difesa perché il gap che ti possono dare queste squadre si rivelerebbe irrecuperabile. Insomma, dobbiamo mettere pressione, poi, se si perderà, almeno avremo la coscienza a posto per avercele giocate. E sperare che le secondarie abbiano un rigurgito di orgoglio.

7) Dimenticavo, la definizione più bella delle nostre secondare l’ha data Kelsey O’Donnell: “Swiss cheese”.

8) Prima ho accennato a Bradshaw. Cominciano a essere insistenti le voci che dicono che si sia molto vicini alla fine del rapporto coi Giants. Il suo piede pluri infortunato non concede troppe speranze per il futuro, e l’accoppiata Brown–Wilson preme alle spalle del vecchio leone. Probabilmente assisteremo a un’altra scelta in stile Jacobs. I segnali ci sono già stati a Cincinnati, con meno della metà delle palle su terra che gli è stata data. Da qui in avanti credo vedremo un utilizzo maggiore sia di Brown che di Wilson e personalmente approvo. Non c’è niente di meglio come un finale di stagione che sta andando male per far fare le ossa ai giovani. Eli docet.

9) Dai, prendiamola con filosofia: “Keith Rivers was in a car accident during the bye week”.

10) Coughlin si è detto eccitato di tornare a lavorare coi ragazzi. Secondo lui la settimana di bye ha permesso di resettare e ricominciare da capo. “Six-game schedule. That’s it, six-game season. One game at a time.” Ben detto coach, ma adesso vogliamo vedere tutto ciò sul campo, perché se non si traduce in gente col sangue agli occhi servirà a poco. Una cosa è certa: al di là dei possibili calcoli tutto è nelle nostre mani, il controllo della stagione e i risultati. Gli altri hanno un calendario agevole, noi no. Coughlin ed Eli ci tireranno fuori ancora una volta? L’anno scorso la scossa avvenne dopo il tracollo e con un 6–7 che già faceva ripiegare le bandiere a noi tifosi. Vorrei non arrivare a tanto, se possibile.

Un’ultima cosa. Ho trovato molto interessante il paragone statistico fatto con la scorsa stagione e con lo stesso numero di partite. Diciamo che è una delle poche cose alle quali attaccarci per sfornare un po’ di ottimismo.