Sliding Doors.
In piena offseason ho rivisto una vecchia partita di 5 e passa anni fa. Nel 2007 i Patriots nel “Monday Night Football” arrivavano all’ “M&T Bank Stadium” a caccia della “perfect season” (che alla fine non raggiunsero a causa della sconfitta nel Superbowl XLII contro i New York Giants).
I nostri a causa di un attacco palesemente inefficace, gli infortuni (Steve McNair su tutti) e di uno spogliatoio che ormai era fuori controllo (una delle cause del licenziamento di Brian Billick) perderanno partite su partite quell’anno ma in una ventosa e freddissima notte di football diedero tutto in campo.
Persino Kyle Boller sembrò un quarterback quella sera, lanciando per buona parte della gara piuttosto bene e con 2 TD pass a statistica (fino a quel momento, se chi scrive ricorda bene, durante la stagione aveva lanciato 5 touchdown e 5 intercetti). La difesa sembrò per 60 minuti quella dell’anno prima e Willis McGahee il Jamal Lewis delle 2000 yards a stagione. Ma nei minuti finali dopo un 4&1 dei Patriots bloccato nello scrimmage, che avrebbe dato la vittoria, Rex Ryan chiama un assurdo timeout poco prima dello snap vanificando il tutto.
Poi il crollo: il solito intercetto di Boller, il TD dei Patriots che porta il punteggio sul 24-20 per i bostoniani, Bart Scott che impazzisce, dopo una dubbia chiamata di holding difensivo in endzone, gettando la flag sugli spalti, e beccandosi ben 30 yds di penalità: Gostkowski calcerà dalle 40 dei Ravens!
Si rischierà la vittoria sull'”hail mary pass” di Boller nei secondi finali ma Mark Clayton riceverà l’ovale due yards di troppo dalla endzone. Finisce li, con l’amaro in bocca, l’unica occasione di dare un senso ad una stagione fallimentare: quell’anno si partiva per vincere il Superbowl e si finì con un 5-11 e un desolante 0-6 nell’AFC North.
Dal draft del 2008 la rinascita e 4 anni dopo il Lombardi Trophy.
Ma mi chiedo: cosa sarebbe successo se Rex Ryan non avesse chiamato quel timeout o se l'”hail mary pass” fosse stato ricevuto da Clayton in endzone? Se avessimo vinto le 3 partite successive sull’onda dell’entusiasmo con uno spogliatoio magari più unito, magari con un Kyle Boller in apparenza rinato? Avremmo tenuto Brian Billick? Harbaugh non sarebbe arrivato e nemmeno Joe Flacco, forse. Forse.
Quella stagione che non rimarrà certo nella memoria dei tifosi di Baltimora come la più indimenticabile, ha lasciato in eredità solo 4 giocatori, complici il ritiro di Ray Lewis e il passaggio di Ed Reed a Houston: Terrell Suggs, Haloti Ngata, Marshall Yanda e Sam Koch. Sono passati 5 anni appena e sembra un secolo fa.
Quella sconfitta fu forse la chiave di svolta che portò ad una rifondazione partendo da un nuovo head coach. Rex Ryan, troppo chiassoso, turbolento e sopra le righe verrà accantonato per il poco conosciuto, allora, John Harbaugh che ha contribuito a creare quel gruppo di giocatori oggi Campioni del Mondo.
Ed oggi i Ravens ripartono da zero nuovamente, questa volta con l’anello al dito, senza Ray Lewis ed Ed Reed ma con un Elvis Dumervil, un Chris Canty, un Michael Huff in più.
Ti do la mia versione. Questo è uno sport che somma, molto più di altri, infiniti momenti che possono essere chiamati chiavi di volta (di una gara, di una stagione, di una carriera), la grande squadra sa capitalizzare quelli positivi e metabolizzare quelli negativi. In questo caso gli infiniti scenari che si potevano sviluppare a seguito di quel momento potevano anche portare a qualcosa di molto diverso dalla stagione appena passata, che comunque molti tifosi dei Ravens avrebbero archiviato semplicemente come “decente” se non ci fosse stata quella pirotecnica postseason… Ci sono un mucchio di “se”, non trovi? 🙂