1993 (terza ed ultima parte)
Con il mese di giugno arrivano i playoff, praterie da attraversare in direzione della gloria, chissà?
Il quarto di finale pone Phoenix San Lazzaro sulla pista dei Gladiatori: 51 a 39 e la corsa continua.
Sabato 26 giugno al Fulvio Bernardini è semifinale contro i Frogs Legnano, un’altra tirata conclusa 36 a 21 prima dell’ultima sosta in vista del Gran Finale.
Il nastro dei ricordi ricomincia a girare, registrando ancora una volta la voce di Marcello Loprencipe.
“I Gladiatori della stagione 1993 erano effettivamente la squadra più forte del campionato, con quell’accoppiata formidabile di stranieri formata da Bobby Davis e Nate Harris.
Eppure continuo a credere che quelli non fossero i più forti Gladiatori di sempre…
Fu un cammino impressionante quello che ci portò al Superbowl di quell’anno che si giocò a Telgate, in casa dei Lions Bergamo. Ma non è tanto quella stagione nel suo insieme su cui desidero soffermarmi, quanto piuttosto sulle ore antecedenti quella finale, il nostro primo Superbowl cui prendevamo parte!
Io, Guido Pastina e Vincenzo Pietragalla, gladiatore doc mai giustamente apprezzato per il suo attaccamento alla squadra, arrivammo la mattina del giorno prima per partecipare alla conferenza stampa. In qualità di Direttore Sportivo, nascosi a tutti il fatto che Nate Harris, miglior defensive back della stagione, leader assoluto nella classifica degli intercetti e formidabile returner, non avrebbe giocato perché infortunato.
Poi, quando Pietragalla rispose alla domanda riguardo il budget che avevamo a disposizione per quella stagione, calò il silenzio….Vidi il “paron” della Foppapedretti, chief sponsor dei Lions, farsi scuro in volto nell’imbarazzo generale dello staff dirigenziale di Bergamo, perché la cifra dei Gladiatori non arrivava neppure ad un terzo di quella messa a disposizione dagli sponsor dei Lions!
Nel pomeriggio, andammo a ricevere la nostra squadra, accompagnata dai mitici Santoro, Pellito, Cavaliere e Iacarelli. Già, Massimo Iacarelli…
Credo che il destino abbia voluto portarcelo via con tutto questo anticipo, perché era il migliore fra noi ad organizzare, così da sapere che troveremo il più perfetto dei campi di gioco quando arriverà il momento di passare la palla. I ricordi si accumulano ed un po’ di tristezza nel riaffacciarsi dei volti si mischia alla gioia e all’ansia di quella vigilia. La serata in giro per la splendida Bergamo alta, la lunghissima notte trascorsa senza dormire, le ore del giorno che non passavano mai, come dentro un tunnel che come luce, lontana, aveva la partita.
L’arrivo dei bus carichi di tifosi da Roma, i momenti emozionanti prima del fischio d’inizio.
Noi, consapevoli della nostra forza, ma anche che regalavamo un vantaggio troppo grande a degli avversari fortissimi, giocando con un solo americano contro i due validissimi dei Lions.
Il resto, tutte quelle emozioni, ora sono semplici numeri: un risultato, delle statistiche…ma solo per chi non c’era! Per chi non può sapere cosa significava scendere nell’arena e affrontare i Gladiatori! Per chi non ha avuto la fortuna di farne parte.”
Il tredicesimo Super Bowl d’Italia lo vincono per 48-39 i Lions Bergamo: è stata una tempesta di punti in una finale “bagnata” dal maltempo; il MVP è stato l’americano Scott Whitehouse (L) con 5 TD all’attivo; buone le prestazioni e i punti di Cestari (G) e Davis (G); significative quelle dei due QB italiani e, a dispetto del tempo e della diretta TV, la partecipazione del pubblico.
E’ stata una stagione comunque carica di frutti, punti e vittorie.
Indimenticabile.