Toilet Bowl
Il pezzo fa riferimento in particolare alla gara del 1983 soprannominata, senza tanti complimenti “Toilet Bowl“, un gioco di parole che suona comunque come “Tazza del Cesso”.
Oregon ed Oregon State, come ricordato altre volte, annualmente danno vita a una accesissima rivalità che porta il nome di Civil War e si rinnova ultimamente al termine della stagione, come quel 19 novembre all’Autzen Stadium di Eugene, dove i Ducks di Rich Brooks, con un record di 4-6-0 ospitavano i Beavers di Avezzano fermi ad un orribile 2-8-0, sotto un’acqua scrosciante.
Nonostante le prospettive tecniche, quelle “di classifica” ed il tempo inclemente, più di 33.000 persone, richiamate dal fascino della rivalità, accorsero a vedere una gara infiorata da un numero incalcolabile di errori di cui alcuni veramente marchiani: undici fumble di cui cinque ricoperti dalla difesa, cinque intercetti e quattro errori su quattro su field goal, tra cui anche una rarissima combinazione di due calci entro le 30 yard falliti nella stessa gara.
Il sentore che si stesse assistendo a “molto rumore per nulla” è stato poi anche confermato da Keith Richard, archivista di Oregon, che spiegò come nell’ultima decina di minuti di gioco, sugli spalti ci fosse la convinzione che si trattasse di una sorta di scherzo e che per volere di questo scherzo, non sarebbe comunque successo niente, sensazione poi confermata quando sull’ultima azione di Oregon, il fullback Johnson partendo da posizione profonda nella propria metà campo, prese un passaggio laterale e corse fino alla endzone, fermato solo dalla chiamata arbitrale che gli contestò di essere uscito dal campo attorno alla linea delle 50. Oregon, data vincente di 14, non riuscì così ad evitare il ridicolo pareggio, così orribile nella memoria degli astanti, che lo stesso Jorgensen, nonostante fosse out, dai tifosi viene spesso ricordato in campo, pare, perché per stessa ammissione del ragazzo, essendo un “quarteback di merda” vieni involontariamente associato a tutte le gare di merda della tua squadra, anche quando non sei in campo.
Lo scherzo, la volontà bizzarra rimane anche nelle parole di Rich Brooks (“There were so many strange plays. You’d almost have to script it to believe it”), un head coach che dopo aver affrontato su in Oregon delle stagioni magre e difficili come queste, è riuscito a portare il college di Eugene ad un passo dall’olimpo, quando nel 1994 chiuse la sua quasi ventennale carriera ai Ducks portandoli al #11 del ranking nazionale.
Tutto questo, passando anche attraverso il Toilet Bowl perchè, come disse un grandissimo coach come Tom Landry “I’ve learned that something constructive comes from every defeat“.